4 agosto

Morti due operai al lavoro su una fossa biologica

Due lavoratori di 21 e 39 anni hanno perso la vita probabilmente a causa delle esalazioni. Stavano eseguendo operazioni di bonifica nella vasca di una villa a Veternigo. Indaga lo Spisal

È un bilancio drammatico quello dell’incidente accaduto stamattina in via Desman a Veternigo di Santa Maria di Sala. Due operai di origini egiziane sono morti attorno alle 10 mentre erano al lavoro sulla fossa biologica di una villa dove stavano svolgendo delle operazioni di bonifica. Le vittime sono Ziad Saad Abdou Mustafa, 21 anni, e Sayed Abdelwahab di39 anni

Sulla vicenda stanno ora indagando gli operatori dello Spisal, il servizio sanitario di sicurezza sui luoghi di lavoro, arrivati sul posto assieme ai carabinieri e ai vigili del fuoco. I medici del Suem da Mestre hanno provveduto ai soccorsi, ma i giovani non si sono potuti salvare. 

La dinamica è in fase di accertamento. Dalle prime informazioni emerse gli operai al lavoro questa mattina erano tre, intervenuti su incarico di una ditta con il compito di verificare il funzionamento corretto delle fosse biologiche a servizio dell’abitazione. A richiedere i lavori era stata la proprietaria della villa, che l’aveva acquistata di recente. La vasca era aperta e sembra che uno degli operai sia sceso di sotto per eseguire un’ispezione, senza più riemergere; a quel punto si sarebbe calato anche il secondo operaio, probabilmente con l’intenzione di aiutare il collega, e anche lui non è più risalito. C’è da verificare quindi se le emissioni di sostanze abbiano causato il decesso dei lavoratori, o se siano rimasti incastrati.

Una volta lanciato l’allarme sono stati i pompieri a recuperare i due corpi senza vita. Il nucleo Nbcr (rischi nucleari, biologici, chimici e radiologici) ha operato per la messa in sicurezza dell’area. Sul posto anche il segretario generale della Cgil di Venezia, Daniele Giordano. «Siamo esterrefatti. Ennesima tragedia di una strage continua. Non capiamo cosa possa essere successo in una residenza privata».

Cade all’interno di una macchina agricola a Canneto sull’Oglio, muore a 50 anni

La vittima è Mario Malzani di Canneto. L’operaio è stato risucchiato in un’insilatrice mentre tentava di sbloccarla. Il drammatico incidente questa mattina nell’azienda agricola di Chiesa, lungo la strada che collega Canneto ad Asola

Ci sono volute ore: sei ore di fatica, silenzio e mani esperte, tra lamiere tagliate, ingranaggi smontati e uomini in tuta che sudavano in silenzio, per restituire ai familiari quello che restava di Mario Malzani, 50 anni, stritolato lunedì 4 agosto da un macchinario agricolo nell’azienda di Chiesa, lungo la strada che collega Canneto ad Asola

I vigili del fuoco di Viadana e i tecnici della medicina del lavoro hanno lavorato centimetro dopo centimetro per smontare l’insilatrice, macchina ibrida che taglia, macera e impacchetta il cereale, fino ad arrivare al corpo. Un dramma muto, al quale nessuno aveva assistito. L’operaio era rimasto incastrato dentro l’apparato meccanico, con il telecomando ancora in mano. Nessuno lo ha visto infilarsi lì, nessuno lo ha potuto fermare. I colleghi, non trovandolo, hanno cominciato a chiamarlo, poi a cercarlo. Lo hanno trovato dopo qualche minuto, ma era troppo tardi: il macchinario lo aveva risucchiato, uccidendolo probabilmente sul colpo. Originario di Pontoglio, in provincia di Brescia, viveva da anni a Canneto sull’Oglio con i suoi due fratelli, lavorava da tempo all’Agrofertil, la cui legale rappresentante è Stefania Chiesa. L’azienda fornisce servizi, tra le altre, ad una società agricola di proprietà della stessa Stefania Chiesa e del fratello Giuseppe.