Amianto : Sentenze

Militare a Teulada, ucciso dall’amianto: maxi risarcimento e vitalizio alla vedova

Francesco Maria Cairo esposto al materiale killer durante la naja tra ‘68 e ‘69. A distanza di decenni, e dopo la morte, condannato il ministero della Difesa: deve versare 285 mila euro una tantum e 2000 al mese. Ma lo Stato impugna il verdetto

Ha fatto la naja nella Scuola della Motorizzazione alla Cecchignola, poi al Centro Addestramento Unità Corazzate di Capo Teulada.  Francesco Maria Cairo è morto nel 2022 all’età di 71 anni a causa di un mesotelioma pleurico provocato dall’esposizione all’amianto, avvenuta durante il servizio militare tra luglio 1968 e settembre 1969.

Ora un tribunale lo ha riconosciuto “vittima del dovere”: ha condannato il  ministero della Difesa a garantire alla vedova i benefici previdenziali, per un importo complessivo di 285mila euro, oltre a un vitalizio mensile di 2mila euro.

«Francesco Maria Cairo, lombardo, si sentiva tradito dallo Stato come uomo, cittadino e militare perché, nell’assolvere un dovere, si è gravemente ammalato e, pur consapevole di dover morire, era determinato ad ottenere i suoi diritti. Finalmente giustizia per un uomo valoroso»: è il commento sul verdetto dei giudici di Milano dell’avvocato Ezio Bonanni, che ha portato avanti la causa per conto della donna, in rappresentanza dell’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona). 

16 Marzo

Umbria, drammatico incidente sul lavoro: operaio muore a 26 anni

Non ce l’ha fatta il giovane operaio rimasto ustionato nell’incidente alla Ast di Terni. Il ragazzo è morto dopo giorni all’ospedale di Roma

Non ce l’ha fatta Sanderson Mendoza, il giovane operaio rimasto ustionato nell’incidente alla Ast di Terni. Il 26enne dipendente di Tapojärv, rimasto vittima dell’incidente all’interno del polo siderurgico, ha perso la vita dopo giorni passati nel reparto di rianimazione del centro grandi ustionati dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma. 

Il ragazzo aveva riportato ustioni di secondo e terzo grado su oltre metà del corpo e le condizioni erano apparse subito molto gravi durante il trasporto a Roma. Il giovane operaio lascia i genitori e la compagna. 

15 Marzo

Improvviso malore in panificio. Muore a 59 anni Sabrina Malizia

Tragedia a San Benedetto (Ascoli): era al lavoro nel forno Ciarrocchi, in via Marsala. Era una donna conosciuta e amata da tutti i clienti

San Benedetto (Ascoli), 15 marzo 2025 – Grande sconcerto sulla Riviera delle Palme ha suscitato la notizia dell’improvvisa morte di Sabrina Malizia, 59 anni, colta da un improvviso malore mentre si trovava a lavoro nel panificio Ciarrocchi, in via Marsala a San Benedetto. Sabrina era una persona conosciuta ed amata dalla clientela, sempre brillante e preparata.

Come ogni mattina era andata a lavoro a notte fonda, ma alle 5,40 di ieri ha improvvisamente accusato un malore. Il personale che si trovava con lei nel laboratorio del panificio è intervenuto subito: i ragazzi l’hanno soccorsa e chiesto l’intervento del 118.

Operai morti in cantiere Crotone, risarcimento di 2,4 milioni

Tribunale condanna Comune, impresa e responsabili sicurezza

Il giudice del Tribunale civile di Crotone, Mauro Giuseppe Cilardi, ha disposto un risarcimento complessivo di 2,4 milioni di euro per i familiari di due dei tre operai deceduti il 5 aprile 2018 nel crollo del muro nel cantiere per i lavori di prolungamento del lungomare.

La sentenza ha condannato al pagamento del risarcimento il Comune di Crotone (committente dei lavori), la Crotonscavi (azienda appaltatrice), il titolare dei lavori Gennaro Cosentino, il coordinatore della sicurezza Sergio Dinale ed il capocantiere Giuseppe Spina.

La richiesta risarcitoria era stata proposta dai familiari di Giuseppe Greco (51 anni) e Mario De Meco (56), operai entrambi di Isola Capo Rizzuto della Crotonscavi che la mattina del 5 aprile 2018 rimasero schiacciati, insieme al loro collega rumeno Chiriac Dragos Petru (35) sotto un muro crollato durante l’esecuzione dei lavori per la costruzione del nuovo tratto di lungomare di Crotone.

13 Marzo

Tragedia sul lavoro, malore fulminante per un operaio: muore a 53 anni

Per l’uomo i soccorsi si sono rivelati inutili. Si è accasciato improvvisamente davanti ai colleghi

Stroncato da un malore fulminante mentre era al lavoro. La tragedia si è consumata ad Anagni, in provincia di Frosinone. E la vittima è un operaio di 53 anni, di origine straniera ma residente nella provincia di Latina. 

Da quanto emerso nel corso dei primi accertamenti, l’uomo stava svolgendo lavori per una ditta esterna presso un’impresa di Anagni. Come riportato da Frosinone Today, era intento in particolare ad effettuare interventi di resinatura. All’improvviso si è accasciato a terra davanti agli occhi dei colleghi, che hanno immediatamente lanciato l’allarme e richiesto l’intervento dei soccorsi. I sanitari del 118 al loro arrivo non hanno però potuto far altro che constatare il decesso dell’operaio. 

Boscaiolo 23enne muore colpito da un sasso in Alto Adige

L’incidente è avvenuto in tarda mattinata in val Sarentino

Un boscaiolo di 23 anni è morto, dopo essere stato colpito da un sasso, mentre lavorava lungo una strada forestale in val Sarentino, in Alto Adige.

L’incidente si è verificato in tarda mattinata nei pressi del rio Tanzbach, in località Wildlahn, dove il giovane del posto stava effettuando lavoro.
    Sul posto sono intervenuti la Guardia di finanza, il soccorso alpino e l’elicottero di soccorso Pelikan 1

11 Marzo

Incidente sul lavoro ad Aprilia: crolla il solaio del capannone, ferito un operaio

Soccorso è stato portato in ospedale. Forse per un malore ha perso il controllo della pala gommata urtando il pilastro della struttura e provocando il cedimento. Indagini affidate ai carabinieri

Incidente sul lavoro ad Aprilia in cui è rimasto ferito un operaio di 34 anni. E’ accaduto nel pomeriggio di oggi, martedì 11 marzo, all’interno di un capannone industriale. Lanciato l’allarme sul posto sono interventi i sanitari del 118, che hanno soccorso l’uomo poi portato in ospedale, e i carabinieri del locale Reparto Territoriale che hanno effettuato gli accertamenti utili alle indagini. 

Secondo una prima ricostruzione dei militari, l’operaio, dipendente di una ditta di trasporti esterna, si trovava su una pala gommata al momento dell’incidente. Sulla base dei primi rilievi stava manovrando il mezzo quando, probabilmente a causa di un malore, ne ha perso il controllo andando a urtare il pilastro del capannone provocando il cedimento del solaio. 

Romano di Lombardia, due operai travolti dai pannelli di compensato: schiacciati da un peso di 300 chili

Un altro incidente sul lavoro in Lombardia: è successo questa mattina nel cantiere della stazione ferroviaria della cittadina in provincia di Bergamo. Gravemente feriti, sono stati portati in codice rosso in ospedale

Romano di Lombardia (Bergamo), 11 marzo 2025 – Travolti da dei pannelli di compensato del peso complessivo di 300 chili, due operai sono stati soccorsi e portati in ospedale. L’infortunio, l’ennesimo in Lombardia dall’inizio dell’anno, si è verificato questa mattina all’esterno della stazione di Romano di Lombardia in provincia di Bergamo dov’è attivo un cantiere per dei lavori di ristrutturazione dello scalo ferroviario e della stazione. I due dipendenti della società incaricata dei lavori, di 46 e 47 anni, hanno subito diversi traumi e contusioni, e sono stati portati in codice rosso all’ospedale di Bergamo.

I due operai intorno alle 8,30 erano stati incaricati di scaricare alcuni lastre di compensato da un camion che era giunto in cantiere. Un’operazione di routine e allo stesso tempo delicata, considerato il peso dei pannelli. Un peso, da una prima stima, di almeno 300 chili. Qualcosa è però andato storto. Mentre con il braccio della gru stavano scaricando il materiale, alcune lastre si sarebbero staccate colpendo i due operai che sono stati feriti in modo grave. È subito scattato l’allarme. Il 118 ha inviato sul posto due ambulanze, ma considerata la gravità della situazione è atterrato anche l’elisoccorso. Dopo le prime cure da parte degli operatori sanitari, i due feriti sono stati condotti in elicottero al pronto soccorso del Giovanni XXIII. 

10 Marzo

Lavoro, è una mattanza: sei morti al mese nei cantieri del Piemonte, tre a Torino

Quasi sei morti al mese in Piemonte. Tre morti ogni mese a Torino e provincia. Quella sul lavoro nella nostra regione ormai è una vera e propria mattanza, come testimoniano gli ultimi numeri della Cgil Torino. Mentre la Cisl ha diffuso un report, basato sui dati Inail, secondo cui a gennaio 2025 si registra una diminuzione degli infortuni sul lavoro(-1,2%) ma un aumento considerevole dei decessi (+36,4%) nel confronto con gennaio 2024.

Incendio all’Ast di Terni, grave un operaio di 26 anni

In fiamme un mezzo che trasportava acciaio fuso

Un operaio di 26 anni, impegnato all’interno del polo siderurgico di Ast a Terni, è rimasto gravemente ferito questa sera intorno alle 21.00 in un incidente sul lavoro.
    Da quanto appreso, l’addetto sarebbe un dipendente della Tapojärvi, rimasto ustionato in seguito all’incendio che ha coinvolto un mezzo da lavoro, denominato Klingher, adibito al trasporto delle siviere, recipienti con all’interno acciaio fuso.
    Sul posto sono intervenuti gli operatori del 118, i vigili del fuoco e la vigilanza interna.

Il giovane è stato trasportato d’urgenza in ospedale a Terni con gravi ustioni e sarà trasferito al Sant’Eugenio di Roma.
    In queste ore è previsto un incontro fra sindacati, Ast e Tapojärvi per fare il punto sull’accaduto.

Un autista è caduto nel cassone dei rifiuti di un camion, è grave

Durante le operazione di scarico del mezzo di cui era alla guida

Incidente sul lavoro questa mattina a Poggibonsi (Siena) per un lavoratore di 46 anni rimasto gravemente ferito cadendo in un cassone per lo smaltimento dei rifiuti durante le operazioni di scarico del mezzo su cui era alla guida.

L’uomo, dipendente di una società di gestione dei rifiuti, non sarebbe in pericolo di vita.

Ora è ricoverato all’ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena.

Sul posto sono intervenute l’automedica di Poggibonsi e l’ambulanza della Pubblica Assistenza di Poggibonsi. Attivati anche i vigili del Fuoco per il recupero dell’uomo dal cassone dei rifiuti, forze dell’ordine e il personale Prevenzione Igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro trattandosi di un incidente sul lavoro. 

8 Marzo

Incidente sul lavoro a Leini, operaio cade dal tetto: 35enne morto in ospedale

Ha compiuto un volo di circa 10 metri poi è stato portato in ospedale dai colleghi

Un uomo di 35 anni è morto venerdì 7 marzo a seguito di un incidente sul lavoro avvenuto a Leini in via Edoardo Agnelli. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Venaria Reale, l’operaio era sul tetto di un capannone in ristrutturazione quando è caduto da un’altezza di circa 10 metri, forse per il cedimento della struttura.

L’uomo, cittadino egiziano che si stava occupando dell’installazione dell’impalcatura, è stato trasportato dai colleghi all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino dove è morto prima delle 23. Procede lo Spresal dell’Asl To4. Coordina le indagini il pubblico ministero Ludovico Bosso della procura di Ivrea.

Sul posto oggi è presente, con un drone, il nucleo SAPR (Sistemi Aeromobili Pilotaggio Remoto) dei vigli del fuoco che è in grado di captare e fornire immagini in alta qualità capaci di effettuare approfondite valutazioni e in grado di limitare allo stretto indispensabile l’esposizione al pericolo del personale operativo sui siti di intervento.

Diego Pezzi è morto schiacciato mentre lavorava nei frutteti

A dare l’allarme la famiglia del 59enne che non l’ha visto rientrare per cena. Un problema alla martellante agganciata al suo trattore alla base del tragico evento in cui ha perso la vita l’agricoltore. Lascia una moglie e un figlio

il 59enne Diego Pezzi, agricoltore di Dercolo, la vittima del tragico incidente verificatosi nelle scorse ore nelle campagne della Val di Non, con l’uomo rimasto schiacciato e ucciso da una martellante.

Il dramma

Tutto è successo tra il pomeriggio e la sera di giovedì 6 marzo, ma solo ieri se ne è avuto notizia. Pezzi stava lavorando tra i frutteti, quando la martellante agganciata al suo trattore, in base a quanto emerso, si è inceppata.

L’uomo è sceso a controllare, ha notato qualche oggetto che ostruiva il corretto funzionamento del macchinario e ha cercato di toglierlo. Nonostante fosse spenta, la martellante alzata a un certo punto ha ceduto, schiacciando il 59enne.

7 Marzo

Tragedia sul lavoro in un’azienda agricola: artigiano trevigiano muore folgorato

E’ successo oggi 7 marzo in via Mure ad Agna alla azienda agraria Tocchio. La vittima è Umberto Coghetto, titolare di una ditta esterna di 27 anni, di Volpago del Montello: stava montando una tensostruttura ed ha urtato i cavi dell’alta tensione

Tragedia sul lavoro nel pomeriggio, intorno alle 16.15 circa, nel padovano. Un ragazzo di 27 anni, di Nervesa della battaglia, Umberto Coghetto, è morto folgorato oggi, 7 marzo, in via Mure ad Agna all’interno della impresa agraria Tocchio. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia di Piove di Sacco e dai tecnici dello Spisal, la vittima stava montando una tensostruttura ed ha urtato i cavi dell’alta tensione. I soccorsi sono stati tempestivi, ma per il dipendente trevigiano della BR Technology di Volpago del Montello non c’è stato nulla da fare. Sotto choc altri operai esterni che stavano effettuando i lavori con la vittima. L’attività in azienda è stata immediatamente bloccata per consentire agli operatori di effettuare tutti i rilievi e gli accertamenti di rito.

Tragedia a Termini, imprenditore di 30 anni si ribalta con il muletto e muore schiacciato

-A perdere la vita il titolare di un’impresa che produce porte e infissi in pvc con sede in contrada Molara. A nulla è servito l’intervento dei lavoratori, dei carabinieri e dei sanitari del 118 che hanno potuto solamente constatare il decesso. Lascia la moglie e una bambina piccola

mprenditore di trent’anni muore schiacciato sotto un muletto. Tragedia questa mattina a Termini Imerese dove Denis Agnello, titolare di un’impresa che produce porte e infissi in pvc, è deceduto a causa di un incidente avvenuto mentre manovrava su un carrello elevatore nel piazzale della sede della sua ditta, la Kowin srl, in contrada Molara. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e i sanitari del 118 ma per lui non c’è stato nulla da fare.

Secondo una prima ricostruzione il trentenne, che aveva preso le redini dell’azienda dopo la morte del padre, si trovava sul muletto quando, per cause ancora da accertare, il mezzo si è ribaltato finendogli sopra e non lasciandogli scampo. A nulla è servito l’intervento degli operai che si trovavano lì e che hanno provato a sollevare il macchinario per liberarlo.

Amianto: Bonus 2025

Bonus amianto 2025, per i privati limite al 36% delle spese fino a 48.000 euro

Oltre al bonus amianto volto alla rimozione dei materiali pericolosi si può agire nell’ambito di Ecobonus e Superbonus. Ed esistono incentivi locali garantiti da Regioni e Comuni

Anche per il 2025 è stato confermato il cosiddetto “bonus amianto”, la detrazione fiscale per la rimozione dell’asbesto, materiale edile molto utilizzato in passato e la cui pericolosità per la salute umana è tristemente nota. Secondo i dati dell’Iss (Istituto Superiore di Sanità) tra il 2010 e il 2020, ogni anno, in Italia sono morte per mesotelioma una media di 1.545 persone, 1.116 uomini e 429 donne. Senza contare le altre malattie. L’amianto è ovunque in Italia: in ospedali, scuole, uffici pubblici e case dei privati.

Ed è proprio ai privati che è rivolto il bonus amianto al 36%. Ma oltre a questo, è possibile usufruire di agevolazioni anche in caso di ristrutturazione edilizia volta all’efficientamento energetico.

Come funziona il bonus amianto 36%

Si specifica che la rimozione dell’amianto deve essere affidata unicamente a personale specializzato: chi dovesse ingegnarsi per fare da sé andrebbe incontro a rischi irreparabili per la salute propria e dei familiari, nonché alle conseguenze di legge. Ed è proprio questa la ratio alla base del bonus amianto 2025.

Il bonus consiste in una detrazione fiscale del 36% fino a un tetto massimo di 48.000 euro per singola unità immobiliare per interventi di rimozione dell’amianto. A tali interventi di bonifica si applica inoltre un’Iva agevolata, con condizioni che variano in base alla tipologia di immobile e in base ai lavori eseguiti.

L’incentivo copre le spese che i privati devono affrontare per la bonifica di tetti, per la bonifica di coperture in cemento-amianto, per la rimozione di canne fumarie, tubazioni e di altri materiali edilizi contenenti amianto.

La scadenza per il bonus amianto è fissata al 31 dicembre 2025, salvo proroghe.

Bonus amianto con ristrutturazione

Si può accedere al bonus amianto anche per ristrutturazione edilizia volta a interventi di efficientamento energetico nell’ambito dell’Ecobonus (65% della spesa) e del Superbonus.

I bonus di Regioni e Comuni

Al fianco dei bonus amianto governativi c’è il binario parallelo rappresentato dai vari bonus per la rimozione dell’amianto che di tanto in tanto vengono attivati dalle Regioni e dai Comuni. Talvolta è possibile cumulare il bonus nazionale con quello locale. Il consiglio è quello di controllare l’esistenza di bandi aperti sui portali della propria Regione e del proprio Comune.

Cosa fare se si trova amianto in casa

L’amianto causa mesotelioma, un tumore subdolo perché può avere un periodo di latenza anche di anni dopo l’esposizione. Ma causa anche asbestosi e altre tipologie di tumori, come il tumore polmonare e quello ovarico.

Considerata la sua pericolosità, si deve immediatamente contattare un’azienda specializzata e certificata affinché verifichi l’effettiva presenza di amianto. La ditta effettuerà una valutazione del livello di degradazione dell’amianto e proporrà un preventivo, fornendo al contempo tutte le informazioni del caso per la fruizione del bonus amianto. Dopo la rimozione dell’amianto e la bonifica dell’area, il materiale verrà trasportato in una discarica autorizzata. Dopo i lavori vanno necessariamente conservati tutti i documenti fiscali, vale a dire fatture, bonifici parlanti e dichiarazione di conformità. Infine, è possibile richiedere il rimborso o la detrazione in base all’agevolazione scelta.

Per completezza ricordiamo che, oltre ai bonus amianto per i privati, esistono poi incentivi specifici per le aziende volti alla rimozione dell’asbesto.

Amianto: Sentenze

Venezia, tre operai morti per l’amianto. Dirigente assolto: «Non poteva fare nulla»

Il legale: «Prove difficili, malattie dopo 20 anni». Enel: «hanno lavorato altrove»

Tre operai morti per aver respirato amianto, assolto perché il fatto non sussiste l’anziano ex dirigente della centrale termoelettrica di Fusina Nerio Tabacchi, 90 anni. Il giudice monocratico Francesca Zancan ha accolto le argomentazioni di Sarah Franchini, l’avvocata della difesa che aveva chiesto l’assoluzione: nel ruolo di responsabile della sicurezza, Tabacchi non avrebbe potuto porre in essere provvedimenti per ridurre l’esposizione degli operai in quanto l’adozione di misure di precauzione era compito dei capi compartimento.

Le richieste

Il pubblico ministero Giorgio Gava aveva chiesto due anni di reclusione con la sospensione condizionale della pena. I fatti oggetto del processo risalgono a quarant’anni fa, esattamente al ventennio tra il 1965 e il 1985, quando Tabacchi era il capo della sicurezza e i tre operai morti lavoravano in nugoli di povere di amianto, che si frantumava dalla coibentazione delle caldaie e saturava gli ambienti.

 risarcimenti

I familiari delle vittime sono stati risarciti da Enel, a processo come parti civili erano rimaste la Cisl con l’avvocato Elio Zaffalon e l’Associazione esposti amianto con l’avvocata Laura Mara. «Attendiamo le motivazioni della sentenza tra 90 giorni ma purtroppo quelli per amianto sono processi molto difficili — osserva Zaffalon — perché manifesta i suoi effetti 20 o 30 anni dopo l’esposizione ed è difficile la prova inequivocabile dell’attribuzione dei fatti». Si chiama periodo di latenza, quello che intercorre tra l’inalazione della sostanza e il manifestarsi della malattia e nel caso dell’amianto può arrivare anche a 60 anni. Erano anni in cui le tute intrise di asbesto si lavavano a casa, insieme alle lenzuola e ai vestiti per i bambini e il nesso tra il lavoro alla centrale di Fusina e la morte per mesotelioma dei tre operai non è stato ritenuto provato. 

Il procedimento

«In precedenza, due dei lavoratori avevano avuto un impiego in luoghi con situazioni di esposizione all’amianto — spiega l’avvocato Tommaso Bortoluzzi, che ha patrocinato l’Enel, citata per la responsabilità civile —. Uno per sette anni e l’altro per 12 anni». Periodi abbastanza lunghi da non poter escludere che potessero aver respirato altrove le particelle che li fecero ammalare. In quegli anni la pericolosità della sostanza era nota ma gli operai non erano stati informati, pensavano che quella polvere chiara fosse gesso, aveva raccontato in aula una vedova, e l’unica difesa tra loro e l’asbesto erano le mascherine. Il procedimento giudiziario nei confronti di Nerio Tabacchi è stato il primo caso di esposizione all’amianto che abbia coinvolto l’Enel.

Un altro Mondo senza Amianto è possibile