Tutti gli articoli di Maurizio Barsella

Amianto : Sentenze

Operaio per 20 anni lavora in mezzo all’amianto. Dopo la morte, Enel condannata a pagare 1 milione

La Corte d’Appello di Firenze ha disposto un maxi risarcimento a favore dei familiari della vittima, deceduta a Pisa all’età di 77 anni

Per vent’anni un operaio manutentore elettrico ha lavorato in un impianto in cui era presente dell’amianto. A causa dell’esposizione frequente, senza le necessarie protezioni, ha alla fine contratto un mesotelioma. E all’età di 77 anni è deceduto a Pisa.

Firenze, 20 febbraio 2025 – La Corte d’Appello di Firenze ha confermato la sentenza di primo grado che condanna l’Enel al risarcimento di oltre un milione di euro ai familiari di R.C., operaio manutentore elettrico, per l’esposizione elevata e non cautelata a fibre e polveri di amianto che ne ha causato il decesso per mesotelioma Pisa all’età di 77 anni, e la violazione degli obblighi relativi alla sicurezza sul lavoro.

Il lavoratore deceduto è stato esposto alla fibra killer per 20 anni nelle centrali riunite Marzocco, a Livorno, dove, nel reparto elettrico, c’erano le turbine coibentate con amianto.

In primo grado i testimoni hanno dichiarato che “il materiale tendeva a sbriciolarsi”, che nessuno dei lavoratori indossava mascherine protettive, e che non esisteva un impianto di aereazione né aspiratori. Esprime soddisfazione l’avvocato Ezio Bonanni, difensore dei familiari della vittima e presidente Osservatorio nazionale Amianto, che dichiara: “Ancora una volta l’Enel viene condannata per le morti di amianto. E’ incomprensibile perché si ostini a non risarcire direttamente le vittime e le famiglie che, non solo patiscono la malattia, ma in tanti casi, purtroppo, anche la morte di un loro congiunto. Anche se la legge prevede per loro un giusto risarcimento per le pene sofferte, per ottenerlo sono ancora necessari lunghi ed estenuanti procedimenti giudiziari”.

Processo Eternit bis, la perizia: “Ogni esposizione all’amianto accelera la malattia”

È emerso dalla relazione del consulente della Procura nel processo d’appello per le vittime di Casale Monferrato. Imputato l’ex patron svizzero dell’Eternit, Schimdheiny. “Senza amianto 60 casi di tumore all’anno invece di 1.400”

Il consulente della Procura generale lo chiama “effetto acceleratore”. Tradotto: l’esposizione prolungata all’amianto accelera l’evoluzione del mesotelioma. Non vale solo il primo contatto, dunque: più si è respirato asbesto, prima si muore. Lo ha spiegato il professor Corrado Magnani nell’udienza del 17 febbraio del processo Eternit bis, citando nello specifico uno studio epidemiologico innovativo pubblicato nel 2022 e condotto su 50mila ex lavoratori di aziende italiane in cui si usava amianto, tra cui proprio l’Eternit di Casale Monferrato. “I lavoratori del cemento amianto in Italia – ha concluso l’esperto – morivano con anticipazione se erano stati maggiormente esposti” alle fibre cancerogene. 

Contano, insomma, tutti i periodi di esposizione all’amianto. Una tesi che supporta le accuse mosse dalla Procura all’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, per dieci anni – dal ’76 all’86 – responsabile dell’Eternit di Casale, imputato in appello per l’omicidio volontario con dolo eventuale di 392 lavoratori e residenti. In primo grado era stato condannato a 12 anni per omicidio colposo. “Se siamo in due ad avvelenare un terzo, non siamo tutti e due innocenti. Piuttosto, abbiamo concorso tutti e due ad avvelenare e far morire migliaia di persone”, ha commentato Bruno Pesce, cofondatore di Afeva, l’Associazione dei familiari delle vittime dell’amianto, parte civile nel procedimento.

La sentenza è prevista per il 19 marzo, molto attesa dalla comunità di Casale Monferrato, dove la gente continua ad ammalarsi e morire. “Ormai di lavoratori non ce ne sono più – ha spiegato Giuliana Busto, presidente dell’Associazione familiari vittime amianto – si tratta di persone di Casale, di normali residenti, che hanno avuto qualche contatto con l’amianto”.

Un altro dato fornito dal professor Magnani è quello sulla correlazione comprovata tra esposizione all’amianto e insorgenza del tumore polmonare. “Senza esposizione all’amianto l’Italia conterebbe 60 casi all’anno di mesotelioma, invece sono 1.400 – ha detto il consulente – e sono tutti casi in cui la morte è anticipata per la malattia causata dall’esposizione”. Gli studi epidemiologici stimano infine che il numero di anni di vita persi da chi si ammala di mesotelioma siano nell’ordine dei 15-20 anni.

19 Febbraio

Muore sotto una gru nella sua ditta di marmi. Tragedia sul lavoro a Carrara. Chi era la vittima

Giorgio Bedini, 82 anni, era il titolare della ditta Bedini Marmo di Carrara. Inutili i soccorsi, per l’uomo non c’è stato niente da fare

Carrara, 19 febbraio 2025 – L’ennesima tragedia sul lavoro in Toscana è costata la vita a Giorgio Bedini, 82 anni, titolare della ditta Bedini Marmo di Carrara. Per cause in corso di accertamento, l’imprenditore è rimasto schiacciato sotto una gru nel piazzale della sua azienda ed è praticamente morto sul colpo.

Il personale del 118 è immediatamente accorso sul posto. L’allarme è scattato quando erano da poco passate le 15 di oggi, 19 febbraio. Per Bedini, però, non c’era già più nulla da fare. Presenti anche gli operatori della Prevenzione Igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. Toccherà a loro accertare cosa sia successo e, soprattutto, cosa stesse facendo l’uomo in quel momento. Bedini, imprenditore molto conosciuto nella zona e titolare della ditta che si occupa di commercializzazione di marmi, pietre e granito, è rimasto sotto una di quelle gru che servono per spostare le pesanti lastre di marmo. Il mezzo si è ribaltato e lo ha travolto, non lasciandogli scampo. In base a quanto appreso, alla guida del mezzo c’era proprio lui. Avrebbe provato ad uscire dalla cabina una volta capito che la gru si stava rovesciando, ma ciononostante non è riuscito ad evitare di rimanere schiacciato. 

18 Febbraio

Tragedia a Torino di Sangro: operaio muore schiacciato da una betoniera

Un uomo di 46 anni di Roccaspinalveti ha perso la vita durante dei lavori in un villaggio turistico. Nonostante l’intervento tempestivo, i soccorsi non sono riusciti a salvarlo

Un tragico incidente ha avuto luogo nel pomeriggio di oggi, 18 febbraio, a Torino di Sangro, dove un operaio di 46 anni di Roccaspinalveti ha perso la vita poco prima delle 16 schiacciato dal braccio di una betoniera.

L’uomo, dipendente di un’impresa edile di Roccaspinalveti, stava lavorando in un villaggio turistico in contrada Lago Dragoni quando è stato colpito violentmente alla testa dal braccio di una betoniera che si è sganciato.

Nonostante l’immediato intervento del personale sanitario del 118, per lui non c’è stato nulla da fare. Sul posto anche i carabinieri di San Vito, i vigili del fuoco e il personale del Servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro (Spsal) della Asl.

Incidente sul lavoro a Centola, cade da due metri e muore mentre pota degli alberi

La tragedia si è consumata nella frazione di San Nicola. Ha perso la vita un uomo di Battipaglia

Dramma questo pomeriggio a Centola. Un uomo è morto mentre stava effettuando dei lavori di potatura.

L’incidente

Il drammatico incidente sul lavoro si è registrato nella frazione di San Nicola. Secondo una prima, sommaria, ricostruzione un uomo di Battipaglia è caduto da un’altezza di due metri e ha sbattuto la testa. L’uomo stava portando avanti una potatura di alcuni alberi all’interno di una proprietà privata.Probabilmente l’operaio stava effettuando dei lavori per conto del proprietario – anche se su questo ovviamente ci saranno accertamenti da parte delle forze dell’ordine – e per cause ancora in fase di accertamento, ha perso l’equilibrio cadendo un’altezza di circa due metri. L’uomo di Battipaglia ha battuto violentemente la testa contro un muretto, riportando traumi gravissimi. Inutile il tempestivo arrivo del personale del 118. Sul posto anche i carabinieri della stazione di Centola, che hanno avviato gli accertamenti per ricostruire con esattezza la dinamica dell’incidente.

Nel Cuneese terzo morto sul lavoro in venti giorni. Questa volta la vittima è un agricoltore

L’uomo, 57 anni, titolare dell’azienda, è stato travolto da un macchinario a Montanera

L’ultima vittima sul lavoro in Italia nella tarda mattinata di oggi, 18 febbraio, a Montanera, in provincia di Cuneo. L’uomo, 57 anni, padre di due figli, residente in paese, si chiamava Gianni Caula ed era il titolare di un’azienda agricola. Secondo una prima ricostruzione, stava lavorando su un macchinario agricolo, quando questo si è staccato e lo ha travolto, uccidendolo. È avvenuto in via Bealere e sono stati vani i tentativi di soccorso. Sul posto sono intervenuti il 118, i vigili del fuoco e i carabinieri. Ne dà notizia l’Ansa. Nella provincia è il terzo decesso sul lavoro in venti giorni

17 Febbraio

Incidente sul lavoro a Ono San Pietro, operaio muore schiacciato da un macchinario

La tragedia è avvenuta lunedì mattina, prima delle 7, in un’azienda che produce cosmetici. La vittima si chiamava Michele Bernardi e aveva 44 anni, accertamenti sul carrello elettrico

Brescia, 17 febbraio 2025 – Tragico incidente sul lavoro in Val Camonica, nel Bresciano. Un operaio di 44 anni, Michele Bernardi, è morto questa mattina, prima delle 7, in un’azienda di Ono San Pietro, la Comin Parfum, che produce cosmetici

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’uomo sarebbe stato schiacciato contro il muro da un macchinario, un carrello elettrico, che sposta i bancali ed è morto sul colpo. Il successivo sopralluogo ha poi chiarito l’esatta dinamica, evidenziando che Bernardi è rimasto schiacciato non contro il muro, ma tra due bancali. Al momento dell’incidente, l’uomo si trovava da solo nell’area di lavoro, una zona automatizzata. I carabinieri stanno indagando per valutare se il macchinario fosse guasto

Operaio cade da un ponteggio a Noale. Grave, portato via in elicottero

L’incidente sul lavoro verso le 14.45. Il ferito è il titolare della Mosè srl di Spresiano, ditta in appalto per i lavori di costruzione della nuova biblioteca noalese in via Giovanni Battista Ross

Alle 14.45 di lunedì 17 febbraio, i vigili del fuoco sono intervenuti in via Giovanni Battista Rossi a Noale all’interno del cantiere edile della biblioteca per soccorrere un operaio, titolare 59enne della ditta Mosè srl di Spresiano, C.P., che stava lavorando ed è caduto da un’altezza di circa 3 metri dal tetto in ristrutturazione dell’abitazione storica. I vigili del fuoco accorsi da Mestre con due squadre, tra cui l’autoscala, dopo il primo intervento di stabilizzazione dei sanitari del Suem dell’Usl 3 hanno adagiato l’uomo all’interno della barella a toboga dell’autoscala e l’hanno portato a terra. Poi è stato trasferito all’ospedale dell’Angelo a Mestre.

Il ferito è partito in eliambulanza in codice rosso. È in condizioni molto gravi e doveva essere operato, in prognosi riservata. Sul posto i carabinieri, personale dello Spisal e il sindaco di Noale Stefano Sorino che si è subito interessato alle condizioni di salute dell’imprenditore. «Gli ho portato un po’ di coraggio – ha spiegato Sorino – ho manifestato alla famiglia la vicinanza della comunità, sperando che la vicenda si risolva nel migliore dei modi». Il figlio del titolare della Mosè srl era in servizio anche lui nel cantiere della biblioteca, assieme al padre, ma probabilmente non è stato diretto testimone della dinamica della caduta. Le ipotesi circa le cause della  caduta sono varie e in fase di accertamento dallo Spisal.

«Siamo a inizio 2025 e il bilancio generale è grave – commenta Dario De Rossi della segreteria Cisl Venezia – Stiamo pagando il prezzo di mancati controlli, leggi troppo spesso non applicate, carenza di personale nei ruoli ispettivi e pochi investimenti nella formazione e prevenzione. Serve un lavoro collegiale e un costante impegno sull’applicazione delle normative sulla salute e sicurezza».

Contadino 74enne muore durante lavori in un bosco in Alto Adige

Incidente nel primo pomeriggio a Luson

Un contadino di 74 anni ha perso la vita durante lavori in un bosco a Luson, in Alto Adige.

La disgrazia si è verificata verso le ore 13 nella piccola frazione Oberpetschied, a monte della località della valle Isarco.

Sul posto sono intervenuti la Croce bianca con il medico d’urgenza e i Carabinieri, ma per l’anziano non c’era più nulla da fare


16 Febbraio

Cade da una scala, soccorso dall’elicottero

Incidente sul lavoro presso la chiatta Venezia 1 che opera per la realizzazione della nuova diga. Ferito un quarantenne, per fortuna in modo non grave

Un uomo di circa 40 anni è caduto da una scala mentre stava lavorando presso la chiatta Venezia 1 che opera  per la realizzazione della nuova diga, riportando diversi traumi. L’allarme è scattato intorno alle 10 di domenica 16 febbraio 2025.

Sul posto sono intervenute due ambulanze della Croce Verde Pegliese e della Misericordia ponente, oltre alla Capitaneria di porto, ai vigili del fuoco, anche con l’elicottero Drago e la motonave della Gadda, e agli ispettori del nucleo Psal dell’Asl.

L’elisoccorso è stato fatto intervenire solo per una questione logistica e non per la gravità del paziente, che è stato medicato sul posto e poi portato in codice giallo al pronto soccorso dell’ospedale San Martino.

Avviate indagini per chiarire la dinamica dell’accaduto e per escludere eventuali responsabilità.

14 Febbraio

Auto pirata travolge rider ad Alghero, arrestato conducente

I tre a bordo della Bmw erano scappati a piedi ma rintracciati

Un rider in sella al suo scooter è stato travolto da un’auto pirata ieri notte ad Alghero, in via Leonardo da Vinci e si trova ora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale.

Tre persone che erano a bordo della vettura, una Bmw, sono scappate a piedi e sono state rintracciate poco dopo dai carabinieri.

L’uomo che era alla guida è stato arrestato.
    Lo scontro è avvenuto ieri notte poco dopo le 22 all’incrocio fra via Da Vinci e via Deledda: la Bmw non si è fermata allo stop e ha travolto lo scooter del rider. Il giovane è stato scaraventato contro la facciata di un palazzo, andando a sbattere su una finestra al piano terra.
    L’auto ha proseguito la corsa per qualche metro danneggiando diverse macchine parcheggiate. I tre a bordo hanno abbandonato la Bmw e sono scappati a piedi senza prestare soccorso al rider ferito.
    Sono stati rintracciati poco dopo dai carabinieri e accompagnati in caserma, mentre il rider è stato trasportato dal 118 al pronto soccorso.
   

Amianto:Sentenze

Amianto in Alitalia: condannato l’INPS Pensione aumentata a un ex dipendente

FIUMICINO – Il Tribunale di Roma ha stabilito che l’INPS dovrà adeguare la pensione di un ex tecnico aeronautico che ha lavorato per ventitré anni in Alitalia, esposto all’amianto durante le operazioni di manutenzione degli aeromobili. La sentenza ha riconosciuto i benefici previdenziali per la rivalutazione della pensione, stabilendo un aumento di 500 euro mensili e il pagamento di 35mila euro di arretrati. La decisione rappresenta un passo significativo per i lavoratori che, nel corso della loro carriera, sono stati esposti senza saperlo a sostanze altamente nocive, subendo danni irreversibili alla salute.

L’uomo ha sviluppato micronoduli polmonari, una patologia che, secondo numerosi studi scientifici, può derivare dall’esposizione all’amianto. Il pericoloso minerale, utilizzato per decenni nell’industria aeronautica, navale e nelle costruzioni, è stato bandito in Italia nel 1992, ma le conseguenze del suo utilizzo continuano a emergere ancora oggi. Le fibre di amianto, una volta inalate, possono rimanere nei polmoni per anni, provocando gravi malattie come l’asbestosi, il mesotelioma e diverse forme di tumore ai polmoni

Durante il processo, una testimonianza ha fatto luce sulle reali condizioni di lavoro all’interno dei reparti di manutenzione di Alitalia. Un ex collega del tecnico ha raccontato di aver visto spesso una polvere brillare nell’aria, soprattutto quando si azionava il sistema idraulico di apertura della cappotta del motore. Nel buio, si potevano notare particelle e filamenti rilasciati dall’interno dei macchinari. “Erano le polveri sprigionate dalle vibrazioni del motore”, ha spiegato il testimone, aggiungendo che le fascette che tenevano i tubi erano rivestite di amianto e, con il tempo, tendevano a sfaldarsi. Il tecnico ha quindi respirato per anni queste particelle senza che vi fossero misure di protezione adeguate.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha più volte sottolineato come l’amianto sia un agente cancerogeno certo per l’uomo. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, l’Italia conta ancora oggi migliaia di siti contaminati, nonostante il divieto di utilizzo introdotto oltre trent’anni fa. Il mesotelioma pleurico, una delle malattie più gravi legate all’amianto, ha un periodo di latenza che può superare i quarant’anni. Questo significa che molte persone esposte negli anni ’70, ’80 e persino nei primi anni ’90 stanno sviluppando ora i primi sintomi della malattia.

Uno studio pubblicato dall’European Respiratory Journal ha dimostrato come i lavoratori impiegati nei settori della manutenzione e dell’industria aeronautica abbiano un rischio significativamente più alto di sviluppare malattie polmonari rispetto alla popolazione generale. In particolare, l’esposizione prolungata alle fibre di amianto può causare alterazioni polmonari anche in assenza di diagnosi immediate di malattie conclamate

l caso del tecnico aeronautico di Alitalia apre ora la possibilità per altri lavoratori del settore di avviare azioni legali simili. Se il Tribunale di Roma ha riconosciuto l’esposizione fino al 2003, significa che chiunque abbia lavorato in ambienti contaminati fino a quell’anno potrebbe vedersi riconosciuti i benefici previdenziali per l’amianto. La sentenza stabilisce infatti che il periodo di esposizione può incidere direttamente sul calcolo pensionistico, con una maggiorazione che in alcuni casi può arrivare fino al 40%.

12 Febbraio

Colpito alla testa da un bullone, muore operaio di 45 anni

L’infortunio in un vivaio del Bergamasco, vani i soccorsi

Un operaio di 45 anni è morto in un infortunio sul lavoro avvenuto oggi pomeriggio in un vivaio di Valbrembo, alle porte di Bergamo.

La vittima sarebbe stata colpita alla testa da un bullone uscito da un macchinario, come ricostruito da Areu.
    I soccorsi, tempestivi, si sono purtroppo rivelati vani.

Sul posto sono intervenuti i mezzi del 118, i Vigili del fuoco, i carabinieri e Ats Bergamo.

Infortuni mortali a Cuneo e Novara: un 56enne cade da un camion, un 55enne schiacciato da un escavatore

Nell’azienda di riciclo di materiale ferroso Ferviva Rottami di San Rocco di Bernezzo, nel Cuneese, e a Massino Visconti, nel Novarese. Sempre nel Cuneese gravemente ferito un 55enne nel pastificio Rana di Moretta

È di due morti un ferito grave il bilancio di tre incidenti sul lavoro avvenuti oggi 12 febbraio nelle province di Cuneo e Novara

Il primo incidente è avvenuto nell’azienda «Ferviva Rottami» in località Torrette nell’area industriale di San Rocco di Bernezzo, stabilimento che la storica impresa di Borgo San Dalmazzo ha inaugurato lo scorso ottobre. La vittima è Elio Onorato Ghione, 56 anni, residente a Moretta. L’allarme è scattato poco prima delle 12, nella zona di stoccaggio, sul retro dell’azienda. Secondo una prima ricostruzione l’uomo era impegnato sul «polipo» di un camion per la raccolta del materiale ferroso, tra il cassone e la cabina, all’esterno del mezzo pesante. Non è ancora determinata la causa che ha portato alla morte: forse per un malore o una distrazione, l’uomo sarebbe scivolato cadendo sull’asfalto, da un’altezza di pochi metri, riportando gravissime ferite. Inutili i soccorsi da parte del personale della Ferviva e dell’équipe medica del 118. Sono intervenuti vigili del fuoco, carabinieri e tecnici dello Spresal dell’Asl Cn1 di Cuneo, per chiarire la dinamica dell’incidente e le eventuali responsabilità. Le indagini sono ancora in corso. La salma è stata trasferita all’obitorio del cimitero urbano di Cuneo.

Sempre oggi, in provincia di Cuneo, in un altro incidente sul lavoro, a Moretta, è rimasto ferito un uomo di 55 anni. L’incidente è avvenuto poco prima di mezzogiorno in un’area all’interno del Pastificio Rana. Dalle prime informazioni, un operaio di una ditta esterna, impegnato nell’allestimento di una nuova area produttiva, sarebbe rimasto ferito al capo a causa di un carico in fase di spostamento. È stato elitrasportato in «codice rosso» all’ospedale Santa Croce. Sul posto è intervenuto il 118, assieme ai carabinieri e allo Spresal, il servizio di prevenzione sugli infortuni sul lavoro dell’Asl, cui spetterà il compito di definire la dinamica dell’incidente e verificare il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro. 

Incidente sul lavoro anche a Massino Visconti, in provincia di Novara, sulle colline del Lago Maggiore. Giacomo Maimonte, 55 anni, residente ad Arona, ma originario della Sicilia, stava manovrando un piccolo escavatore per sistemare un terreno quando il mezzo si è rovesciato e lo ha schiacciato contro un muro di contenimento. Sarebbe questa la dinamica dell’infortunio mortale di cui è stato vittima. I soccorsi seppur tempestivi sono stati vani, l’operaio è deceduto sul posto. A nulla sono valse le cure dell’equipe medica del 118. Sul posto anche i vigili del fuoco, i tecnici dello Spresal e i carabinieri delle stazioni di Lesa e Arona. Il cantiere è stato transennato e posto sotto sequestro.

Operaio cade da un ponteggio di tre metri, in gravi condizioni

Ad Ancona infortunio presso officine meccaniche delle ferrovie

Un operaio di 61 anni è precipitato, oggi pomeriggio, da un ponteggio in via Einaudi, ad Ancona.

L’uomo si trovava nell’area delle officine meccaniche delle Ferrovie dello Stato, per eseguire dei lavori di ristrutturazione.

Si sarebbe sbilanciato, finendo per cadere.
    Un volo di circa tre metri prima di impattare con il suolo.
    Indossava il casco da lavoro che ha attutito il colpo alla testa. L’uomo è stato soccorso dal 118 e da una ambulanza della Croce Rossa che lo ha sottoposto a immobilizzazione spinale e trasferito con un codice di massima gravita al pronto soccorso dell’ospedale di Torrette ad Ancona per le cure. Dopo la caduta, l’operaio è rimasto comunque sempre vigile e cosciente. Solo gli accertamenti del caso in ospedale forniranno un quadro completo delle condizioni dell’infortunato.
   

11 Febbraio

Bracciante muore in un’azienda agricola mentre lavora

L’uomo di origini indiane di 55 anni ha accusato un malore. Indagano i carabinieri; accertamenti in corso anche per capire de il decesso possa essere riconducibile a un sovraccarico di attività lavorativa

Un bracciante di origini indiane è morto oggi, martedì 11 febbraio, in un azienda agricola di Terracina. La tragedia nella mattinata nell’attività che si trova nella città sul lungomare pontino dove sono intervenuti i carabinieri della locale Stazione con i colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro, insieme ai funzionari del dipartimento prevenzione e sicurezza. 

Da quanto si apprende e secondo i primi accertamenti che sono stati effettuati, l’uomo di 55 anni, regolarmente assunto e in possesso di regolare permesso di soggiorno, è stato colpito da un malore improvviso mentre stava lavorando, come è stato certificato dal personale medico intervenuto sul posto. La salma è stata trasportata presso l’ospedale di Fondi, a disposizione dell’autorità giudiziaria, in attesa dell’autopsia che potrà fornire elementi utili a chiarire le cause del decesso.

Intanto sono in corso tutti gli accertamenti dei carabinieri per delineare quanto effettivamente accaduto e anche per verificare se la morte del bracciante possa essere riconducibile a un sovraccarico di attività lavorativa. 

Incidente sul lavoro nel Senese,muore dopo caduta da tetto

Vittima 45enne, tra proprietari di un’azienda agricola

Incidente mortale sul lavoro nella tarda mattinata di oggi nel Senese in località Pianoia a Monticchiello, nel comune di Pienza.

La vittima è un 45enne.

Da una prima ricostruzione l’uomo, tra i proprietari di un’azienda agricola, sarebbe deceduto dopo essere caduto da un’altezza di oltre 6 metri mentre stava lavorando alla riparazione del tetto di un capannone: la copertura avrebbe ceduto improvvisamente per cause da accertare. Intervenuti l’automedica di Nottola, l’ambulanza della Croce verde di Chianciano, i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e il personale della prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro della Asl.