Tutti gli articoli di Maurizio Barsella

24 Ottobre

Morti due operai sull’A1, erano scesi da un furgone fermo in corsia di emergenza

Sono stati investiti da un camion tra gli svincoli di Orvieto e Attigliano in direzione Sud.Traffico bloccato per alcune ore: il tratto è stato poi riaperto

E’di due operai morti e un ferito lieve il bilancio di un incidente stradale accaduto all’alba di oggi sull’A1 fra gli svincoli di Orvieto e Attigliano in direzione sud, in provincia di Terni.

Secondo una prima ricostruzione della polizia stradale, un camion, alla cui guida c’era un 55enne, ha tamponato un autocarro di una ditta della provincia di Latina, fermo in sosta lungo la corsia di emergenza, causando il decesso sul colpo di due operai che erano scesi dal mezzo da lavoro.

Le vittime sono un 52enne della provincia di Potenza ed un 35enne di origini pachistane. Un terzo operaio, di origini bengalesi, è rimasto ferito.

Amianto : Sentenze

Operaio ex Ilva morto per amianto, Anmil ‘rendita a superstiti’

Deandri: ‘assegno funerario alla vedova, giustizia veloce’

La giudice del Lavoro del tribunale di Taranto Giulia Viesti ha riconosciuto il diritto a percepire la rendita ai superstiti e l’assegno funerario alla vedova di un ex dipendente Ilva morto nel dicembre 2007 per carcinoma polmonare da esposizione ad amianto.

Lo riferisce Emidio Deandri, presidente nazionale dell’Anmil, aggiungendo che “il lavoratore aveva svolto la prestazione lavorativa in favore dell’Ilva sino al 29 febbraio del 1992 con qualifica di operaio e mansioni di gruista e carropontista nell’area convertitori e presso il reparto Acciaieria 1».

Secondo Deandri “la particolarità del caso risiede nel fatto che la vedova, assistita dall’Anmil Taranto a cui si è rivolta, in particolare dai legali Maria Luigia Tritto e Aldo Tarricone, ha richiesto presso la competente sede Inail il pagamento delle prestazioni, riconosciute per legge in favore dei congiunti dei lavoratori morti per infortunio o malattia professionale, solo nel 2019, a distanza di ben 12 anni dal decesso del marito”.
    La giudice Viesti, “superando l’eccezione di prescrizione proposta dall’Inail – osserva ancora Deandri – ha ribadito quello che ormai è un costante orientamento della Corte di Cassazione: il termine iniziale ai fini del decorso della prescrizione, non è la mera manifestazione della malattia professionale, ma il momento in cui l’esistenza della malattia ed i suoi caratteri di professionalità ed indennizzabilità siano conoscibili dal soggetto interessato”.
    Il presidente dell’Anmil rileva che “il percorso giudiziario ha presentato non poche difficoltà.

Basti pensare che una prima relazione medica aveva escluso che il lavoratore fosse deceduto per malattia professionale, ma invece poiché ex fumatore. Solo a seguito del rinnovo delle indagini peritali, infatti, si è giunti ad un risultato favorevole alla vedova, riconoscendo il nesso tra la malattia professionale che ha portato al decesso e la sua attività lavorativa”.
    “A Taranto, in questo caso, la giustizia – conclude Deandri – ha fatto rapidamente il suo corso garantendo il diritto di una ‘vedova dell’amianto’ a percepire la rendita ai superstiti dopo 5 anni dalla sua richiesta”.

23 Ottobre

Esplosione alla Toyota di Bargellino di Bologna: morti due bolognesi di 34 e 37 anni, undici feriti

I due morti sono Fabio Tosi e Lorenzo Cubello. Diverse le persone trasportate in ospedale. Numerosi i soccorsi in via Persicetana Vecchia a Borgo Panigale. Probabile il crollo di un pilastro dopo lo scoppio di uno strumento a pressione: in quel momento 300 lavoratori di turno. Venerdì 25 ottobre proclamato sciopero. Sindaco Lepore: “Ennesima strage sul lavoro”

Bologna, 23 ottobre 2024 – Sono due i morti nell’esplosione alla Toyota Material Handling , in via Persicetana Vecchia a Borgo Panigale . Sono entrambi bolognesi: si tratta di Lorenzo Cubello di 37 anni e Fabio Tosi di 34 anni.Poco prima delle 18 si è sentito un forte boato provenire dalla zona. Sul posto numerosi soccorsi: subito una vittima, poi la seconda durante il trasporto in ospedale. Ci sarebbero poi 11 feriti. Al momento non risultano altri dispersi. Lo scoppio ha creato ingenti danni. Dalle prime ricostruzioni sembra che sia crollato un pilastro e che sia stato coinvolto il reparto logistico. Sul posto anche il comandante provinciale dei Vigili del fuoco di Bologna, Mauro Caciolai, e i Carabinieri di Borgo Panigale. L’area è stata posta sotto sequestro e continueranno anche domani i sopralluoghi tecnici.Gian Pietro Montanari, componente dell’assemblea generale della Fio, ha affermato: “Ci sono state situazioni a livello produttivo dove si è ritenuto che l’azienda non facesse abbastanza per il rispetto delle procedure. Domani avevamo indetto uno sciopero di due ore proprio per la questione della sicurezza all’interno dell’azienda”.

L’azienda è una delle più importanti del Bolognese: occupa 850 dipendenti, con una grande espansione negli ultimi anni, e produce carrelli elevatori. È un’azienda storica, che per decenni è stata nota col nome di Cesab, è una multinazionale che produce carrelli controbilanciati elettrici, montanti e traslatori.

 Schiacciato da un camion durante l’allestimento di un cantiere edile: muore operaio di 47 anni

La tragedia si è verificata questa mattina, intorno alle 8, in un cantiere edile in fase di allestimento a Galatina. Nulla da fare per l’uomo, soccorso immediatamente dai colleghi e poi dal personale del 118. Sul posto, oltre agli ispettori dello Spesal, gli agenti di polizia del commissariato locale e della Scientifica

GALATINA – L’ennesima tragedia sul luogo di lavoro, intorno alle 8 di questa mattina, a Galatina. Non c’è stato nulla da fare per un operaio, in servizio durante l’allestimento di un cantiere edile della cittadina, all’angolo tra via Modena e via Nizza. La vittima è un uomo originario di Sogliano Cavour ma residente a Noha, la frazione galatinese: si tratta di Maurizio Misciali, di 47 anni, per il quale non c’è stato putrtoppo nulla da fare. Da una prima, provvisoria ricostruzione ancora tutta da verificare, sembrerebbe che l’operaio sia stato travolto da un camion in movimento, mentre il conducente stava effettuando delle manovre in retromarcia.

Gli operatori del 118, allertati dai colleghi e giunti immediatamente, non hanno potuto fare nulla per tenerlo in vita: al loro arrivo, il 47enne non respirava più. Sul luogo sono intanto accorsi gli agenti del commissariato galatinese e gli ispettori dello Spesal, il Servizio di prevenzione e sicurezza della Asl di Lecce. I rilievi sono stati eseguiti dai poliziotti della Scientifica, al lavoro per ricostruire la dinamica dell’accaduto.

21 Ottobre

Tragico incidente sul lavoro a Sansicario di Cesana Torinese: caduto mentre lavorava ai piedi di una scala, morto Massimo Sabato di Susa

Massimo Sabato, 62enne residente a Susa, è morto nella mattinata di oggi, lunedì 21 ottobre 2024, a causa di caduta mentre lavorava ai piedi di una scala appoggiata a un muro di una casa in frazione Sansicario Borgo a Cesana Torinese. Era un operaio edile per conto di una ditta di Pianezza. Sabato si trovava con un collega che era invece sulla scala e a cui lui aveva appena passato un arnese quando ha perso l’equilibrio stramazzando sulla strada lastricata in porfido e battendo la testa in modo violento. Sul posto sono intervenuti i sanitari della Croce Verde di Villastellone, che hanno cercato di rianimarlo senza successo, i carabinieri della compagnia di Susa e gli ispettori dello Spresal dell’Asl To3, a cui competono le indagini trattandosi di un incidente sul lavoro. Sabato era sposato e aveva tre figli. Per meglio capire le circostanze dell’incidente è stata disposta l’autopsia.

Operaio ustionato al volto nel Varesotto, è grave

Investito da un ritorno di fiamma miscelando sostanze chimiche

Un operaio di 43 anni è rimasto ferito in modo grave in seguito ad un infortunio sul lavoro verificatosi alla Sicad, azienda con sede in via Caduti della Liberazione a Uboldo (Varese) e che produce nastro adesivo.

L’incidente è avvenuto poco prima delle 16.

 Secondo quanto si apprende da fonti sanitarie, il 43enne ha riportato ustioni di secondo grado al volto dopo essere stato investito da un ritorno di fiamma durante la miscelazione di sostanze chimiche. L’allarme è scattato immediatamente. Sul posto il 118 ha inviato automedica e ambulanza, il 43enne è stato trasportato in codice rosso al centro grandi ustionati dell’ospedale Niguarda di Milano.
    Presenti in via Caduti della Liberazione anche i vigili del fuoco, che hanno scongiurato il pericolo di un incendio, i carabinieri della compagnia di Saronno e i funzionari di Ats Insubria. A questi ultimi, competenti in materia di infortuni sul lavoro, il compito di ricostruire con esattezza l’accaduto

In mare alla ricerca di granchi blu, due morti in Veneto

Pescatori non professionisti, erano dispersi da ieri sera

Sono stati ritrovati senza vita, in mare, due pescatori non professionisti di nazionalità cinese, dispersi da ieri sera a Rosolina Mare (Rovigo), da dove sarebbero usciti in cerca di granchi blu.
    L’allarme era stato lanciato nella tarda serata di ieri, quando i due uomini non avevano fatto rientro alle rispettive abitazioni.

Le ricerche sono state svolte da carabinieri, vigili del fuoco e personale della Capitaneria di Porto

Amianto : Sentenze

Muore per esposizione all’amianto, la corte d’appello di Trieste condanna lo Stato al risarcimento della vedova

La vittima è il sergente della marina militare Dario Zuban, morto nel 2023 per mesotelioma peritoneale. Il ministero della Difesa è stato condannato a corrispondere benefici previdenziali in favore della vedova Gina Natalini Risi alla quale andrà una speciale elargizione di 285mila euro e assegni vitalizi di 2100 euro mensili

TRIESTE – La corte d’appello di Trieste, confermando la sentenza di primo grado del tribunale del capoluogo giuliano, ha condannato il ministero dell’Interno a riconoscere lo status di vittima del dovere al sergente Dario Zuban, deceduto per un mesotelioma peritoneale da esposizione all’amianto nella marina militare, e quello della Difesa alla costituzione dei benefici previdenziali in favore della vedova Gina Natalini Risi alla quale andrà una speciale elargizione di 285mila euro e assegni vitalizi di 2100 euro mensili.

La storia di Zuban è un esempio di impegno e determinazione che purtroppo l’ha condotto inconsapevolmente verso uno drammatico destino. La triste scoperta è avvenuta nell’ottobre 2015 all’età di 60 anni quando riceve la diagnosi di mesotelioma peritoneale. Dopo la diagnosi l’uomo è venuto a conoscenza della sua elevata e non cautelata esposizione all’amianto, perdurata per tutto il periodo del servizio militare, e ha così deciso di rivolgersi all’Osservatorio nazionale amianto, e al suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, coadiuvato dall’avvocato Corrado Calacione, per ottenere il riconoscimento dello status di vittima del dovere e di tutti i benefici amianto riservati alle forze armate. Ad avviare il giudizio è stato inizialmente lo stesso Zuban, che però il 19 febbraio 2023 è deceduto a causa di un aggravamento delle sue condizioni di salute.

L’istruttoria dei due giudizi ha messo in evidenza che il militare è stato esposto ad elevate concentrazioni di polveri e fibre di amianto sia nelle basi arsenalizie della marina militare, sia a bordo della nave Centauro, dove è stato impiegato come motorista per due anni, dal dicembre del 1976 all’aprile del 1978. “Si tratta di una sentenza significativa – il commento di Bonanni – perché sottolinea che l’amianto è stato usato senza restrizioni e in elevate concentrazioni nelle basi arsenalizie e nelle unità navali, e che c’è stata esposizione indiscriminata e senza restrizioni dei nostri militari, in particolar modo dei motoristi navali della Marina Militare, come Zuban. Purtroppo – conclude amareggiato Bonanni – sono centinaia i casi di decessi dei militari delle nostre Forze Armate per mesotelioma e altre patologie asbesto correlate”.

20 Ottobre

Il cancello esce dai binari e gli crolla addosso: vigilante 64enne in prognosi riservata

Gravi le ferite riportate alle gambe: l’uomo stava chiudendo, dopo un’ispezione, il cancello di una cooperativa di Tivoli Terme

Grave incidente sul lavoro a Tivoli Terme nella serata di ieri. Un vigilante di 64 anni è rimasto gravemente ferito dal crollo del cancello metallico di una cooperativa. Erano da poco passate le 21 quando, al termine di un’ispezione, l’uomo si è ritrovato a chiudere il cancello, una struttura metallica non automatica con i binari. Nel corso dell’operazione, per cause ancora in corso d’accertamento, il pesante cancello è però crollato travolgendo il 64enne, finito schiacciato sotto la pesante struttura. 

Per liberarlo in via Consolini sono dovuti intervenire i vigili del fuoco che, sollevato il cancello, hanno consegnato il vigilante alle cure del 118. Portato da prima all’ospedale è stato quindi trasferito all’Umberto I di Roma. Attualmente, secondo quanto si apprende, si trova in prognosi riservata. 

Sul posto, per le indagini, sono intervenuti i carabinieri della compagnia Tivoli Terme, i tecnici del nucleo Spresal dell’Asl Roma 5 per gli accertamenti di rito. Sono state acquisite le telecamere che hanno evidenziato la ricostruzione dei fatti già chiara dalla situazione rilevata al momento dell’arrivo. 

19 Ottobre

Fuoristrada forestale vola da viadotto, 1 morto e 2 feriti

Nel Messinese, la strada era asciutta.Vigili del fuoco al lavoro

Un operaio della forestale è morto e altri due sono rimasti feriti in un incidente stradale avvenuto in via Roma, a Tortorici, comune dei Nebrodi in provincia di Messina.

I tre erano a bordo di un fuoristrada di servizio che, per cause in corso di accertamento, è precipitato da un viadotto.

La strada dove è avvenuto l’incidente era asciutta, nella zona la pioggia era caduta solo nelle prime ore del mattino. Uno dei feriti è stato trasportato in ambulanza all’ospedale di Sant’Agata di Militello, l’altro, in condizioni più gravi, è stato estratto dalle lamiere ed è stato portato con l’elisoccorso del 118 al Policlinico di Messina. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco del comando di Messina, una squadra Sant’ Agata Militello e l’autogrù dalla sede centrale per il recupero del mezzo. Le cause dell’incidente sono ancora in fase di accertamento.

18 Ottobre

Incidente sul lavoro, operaio morto schiacciato da un bobcat

Il fatto a Borello (Cesena): la vittima stava guidando il mezzo, quando si è verificato un problema e si è rovesciato

Cesena, 18 ottobre 2024 – Un uomo ha perso la vita questa mattina in seguito a un incidente sul lavoro che si è verificato intorno alle 12.30 a Borello. Secondo una prima ricostruzione dei fatti parrebbe che la vittima, di origine albanese, sia stata schiacciata da un bobcat durante una manovra.

Nello specifico, un gruppo di operai era intervenuto in via Cimitero di Borello per rimuovere dei mezzi da lavoro precedentemente utilizzati all’interno di un cantiere in fase di rimozione. Tra questi c’era in effetti anche il bobcat, parcheggiato nelle vicinanze di un sottopasso dell’E45. Dopo aver collocato le apposite rampe di collegamento tra il terreno e il cassone di un furgone adibito al trasporto dell’attrezzatura da lavoro, la vittima di sarebbe messa alla guida del bobcat affrontando la salita. Durante la manovra però purtroppo si è verificato un problema, tanto che il mezzo si è rovesciato, senza dare possibilità di salvezza a chi lo conduceva.

Morto folgorato a 27 anni: aveva appena postato una foto sui social

Sui social aveva da poco postato le immagini in alta quota, dalla cima del traliccio su cui stava lavorando, in località Campini a Ponte Caffaro di Bagolino: solo poco più tardi verrà travolto da una scarica elettrica che risulterà purtroppo fatale, nonostante il pronto intervento e la corsa disperata in ospedale. È Pablo Inga la vittima del tragico infortunio sul lavoro di giovedì pomeriggio a Bagolino, l’ennesimo in terra bresciana (già 27 le morti bianche nella nostra provincia, dall’inizio dell’anno): l’operaio è morto folgorato, aveva solo 27 anni.

L’allarme è stato lanciato intorno alle 15 dai colleghi che erano con lui e che hanno assistito inermi alla scena. All’arrivo dei soccorsi il giovane era già in arresto cardiocircolatorio: è stato rianimato a lungo e, una volta stabilizzato, trasferito d’urgenza in ospedale. Ma non ha mai ripreso conoscenza ed è spirato poco dopo aver raggiunto il Civile. Era stato trasferito a Brescia in elicottero e ricoverato in codice rosso: sul posto anche l’automedica e un’ambulanza dei volontari di Ponte Caffaro, oltre ai Vigili del Fuoco.

Trattandosi di infortunio sul lavoro, i rilievi sono stati affidati ai tecnici del Psal di Ast, il servizio di Prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro, con il supporto dei Carabinieri di Salò. Sono in corso indagini e accertamenti per verificare eventuali responsabilità. Il 27enne sarebbe stato folgorato da una scarica elettrica nonostante la corrente fosse stata già staccata, in via precauzionale: questo per via di un fenomeno noto come corrente indotta. 

Schiacciato dalla finestra: muore imprenditore mentre scarica il furgone

La tragedia a Grotte di Castro, nel viterbese. La vittima è un cinquantenne di una ditta aretina. Da una prima ricostruzione si trovava sulla pedana mobile del veicolo ma ha perso l’equilibrio finendo sotto il peso della grande cassa da imballo

rezzo, 18 ottobre 2024 – È morto schiacciato dal peso di alcune finestre. È l’ennesimo incidente mortale quello che ha strappato la vita al titolare di un’azienda aretina caduto dal proprio mezzo e poi travolto dal materiale che stava trasportando.

Si chiamava Domenico Capacci, cinquantenne, alla guida della Tle Capacci, ditta di forniture edili e che produce infissi. E proprio gli infissi stava trasportando quando, per ragioni ancora da accertare, è stato schiacciato dalle pesanti finestre.

E’ successo nella tarda mattina di martedì a Grotte di Castro, comune della provincia di Viterbo, dove Capacci si era recato per consegnare i pannelli ad un ditta del posto.

Secondo una prima ricostruzione l’operaio si trovava sulla pedana mobile del veicolo pronto a caricare il bancale contenente la merce da consegnare. Improvvisamente ha perso l’equilibrio, è caduto a terra, finendo schiacciato dal peso della cassa d’imballo.

Si ribalta autoarticolato sulla A1, muore il conducente

L’incidente nel tratto compreso tra San Vittore e Caianello

Incidente sull’A1 nel tratto compreso tra il casello di San Vittore e Caianello (direzione Sud), dove il conducente di un autoarticolato è morto in seguito al ribaltamento del mezzo pesante.

È accaduto intorno alle 15.
    L’uomo è rimasto incastrato tra le lamiere; sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Caserta (distaccamento di Teano), che hanno utilizzato l’attrezzatura da taglio per estrarre il camionista, riuscendovi dopo un elaborato lavoro reso difficile anche dalle condizioni in cui era il veicolo.
    L’uomo è stato liberato ma purtroppo era già deceduto per le gravi ferite riportate.

17 Ottobre

Incidente sul lavoro nella zona industriale, è grave dopo un volo di 10 metri: soccorso dall’elimedica atterrata vicino alle Poste

La dinamica dell’accaduto è al vaglio al personale della Medicina sul Lavoro, intervenuta sul posto insieme alla Polizia di Stato

Infortunio sul lavoro giovedì pomeriggio nella zona industriale di Forlì. Un operaio di 39 anni di una ditta esterna è rimasto gravemente ferito in un incidente verificatosi all’Olitalia in via Meucci. La dinamica dell’accaduto è al vaglio al personale della Medicina sul Lavoro, intervenuta sul posto insieme alla Polizia di Stato. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la giornata lavorativa prevedeva l’allestimento di alcuni ponteggi per un intervento sulla copertura di un capannone.

Improvvisamente il 39enne è incappato nella caduta, impattando al suolo dopo un volo di circa dieci metri. Immediato l’allarme al 118. Sul posto i sanitari del 118 hanno operato anche con l’elisoccorso, atterrato nel piazzale antistante l’ufficio postale di via Edison. Il ferito, che nell’impatto a terra ha perso conoscenza, dopo esser stato stabilizzato dagli operatori di “Romagna Soccorso” intervenuti con l’ambulanza e l’auto col medico a bordo, è stato caricato sull’elicottero giallo e trasportato al Trauma Center dell’ospedale “Maurizio Bufalini” di Cesena. 

Rimane schiacciato da un tornio in officina: morto un operaio

Tragico incidente a Marcon: un operaio schiacciato da un tornio è deceduto. Indagini in corso sulla sicurezza sul lavoro

MARCON (VE) – Un tragico incidente sul lavoro si è verificato questa mattina 17 ottobre 2024 attorno alle 11 in un’azienda situata in via Bellini a Marcon. Un operaio è deceduto dopo essere rimasto schiacciato da un tornio, un macchinario impiegato nella lavorazione dei metalli.

Subito dopo l’incidente, sono stati allertati i soccorsi. I vigili del fuoco di Mestre sono intervenuti per mettere in sicurezza l’area e liberare l’operaio rimasto intrappolato. I sanitari del 118 hanno fornito assistenza immediata, purtroppo le condizioni dell’uomo si sono rivelate critiche. Nonostante gli sforzi, non c’è stato nulla da fare per salvarlo.

Tragedia in campagna, anziano trovato morto accanto al trattore

L’allarme lanciato dai familiari che non l’hanno visto rientrare. Le ricerche si sono concluse intorno a mezzanotte quanto è stato trovato senza vita

Dramma nelle campagne di Tenno dove è stato trovato senza vita un uomo, l’83enne Livio Baroni: la salma è stata individuata intorno a mezzanotte, vicino al trattore che si era ribaltato.

Secondo le prime informazioni, l’anziano era uscito di casa nel pomeriggio, non facendo però rientro nella propria abitazione. Così i familiari hanno dato l’allarme

Amianto : Discariche

Discarica di amianto a Caluri, progetto dimezzato. «Anche così è inaccettabile»

Scongelato l’iter di autorizzazione, Tecnoinerti si ripresenta in Regione con un impianto sulla carta ridimensionato. Da Villafranca non giungono aperture. E i consiglieri regionali Bigon e Zanoni spiegano: «Rimangono irrisolti i problemi e i danni denunciati»

Sono da poco trascorsi i 180 giorni di sospensione dell’iter per l’autorizzazione della discarica di amianto a Caluri e la Tecnoinerti torna alla carica. L’azienda di Polpenazze del Garda non ha ritirato la propria istanza alla Regione Veneto, ma l’ha modificata. Il progetto rimane dunque valido, anche se sostanzialmente dimezzato.

Nonostante la raccolta di oltre 6mila firme contro l’insediamento dell’impianto di stoccaggio di rifiuti contenenti amianto e l’ostilità del consiglio regionale del Veneto, la Tecnoinerti non fa marcia indietro. Al termine del periodo di sospensione della procedura di autorizzazione, l’azienda bresciana si è rifatta avanti in Regione Veneto con un nuovo progetto per la frazione di Villafranca. Tenendo conto delle osservazioni giunte dai cittadini e dagli enti territoriali, sono stati rivisti i volumi e la superficie della discarica pensata precedentemente. Il nuovo impianto è grande circa la metà rispetto a quello iniziale e questo dovrebbe ridurre del 50% anche il traffico dei veicoli che ogni anno trasporteranno i rifiuti contenenti amianto sul sito. Inoltre, il ridimensionamento dovrebbe tenere la discarica ad una distanza maggiore rispetto alle circostanti zone sensibili.

La palla ora passa alla Regione Veneto che dovrà valutare il nuovo progetto ed eventualmente autorizzarlo. Un’autorizzazione che, però, vede la ferma contrarietà dei territori veronesi, a partire dal Comune di Villafranca di Verona, ed anche dei cittadini. Contrari anche i consiglieri regionali del Partito Democratico Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni che chiedono lo stop al progetto. «Anche se rivisto, con un dimezzamento delle sue dimensioni, non si risolverebbero di certo i problemi e i danni denunciati – hanno dichiarato Bigon e Zanoni – Questo progetto resta inaccettabile. Indipendentemente dalla dimensione del sito, questa resta una zona di ricarica degli acquiferi e dunque, per quanto ridotta sia la discarica, il danno ambientale resterebbe invariato. Così come non si risolverebbe il nodo della eccessiva vicinanza dal centro abitato, con conseguente deprezzamento degli immobili, cosa vergognosa per chi oggi deve pagare il mutuo e si vede trasformare l’abitazione in un bene non vendibile in futuro. Analogamente, rimarrebbe il problema del traffico di mezzi pesanti. Insomma, la vivibilità dei residenti e la tutela sanitaria ed ambientale non si possono mercanteggiare con rivisitazioni che non cambiano la sostanza»