Tutti gli articoli di Maurizio Barsella

1 Luglio 2022

Incidente a Traversella: camion ruzzola nella scarpata, morto il conducente

Due elicotteri atterrati per i soccorsi. La vittima stava lavorando

Tragedia a Traversella nella mattinata di oggi, venerdì 1 luglio 2022. Un camion con a bordo Flavio Ughetti, 71enne residente a Meugliano di Valchiusa e titolare dell’azienda edile omonima, è ruzzolato in una scarpata mentre percorreva una strada sterrata: per l’uomo non c’è stato scampo, è morto sul colpo. Sul posto sono intervenuti l’elisoccorso e l’elicottero dei vigili del fuoco, oltre ai carabinieri della compagnia di Ivrea e ai vigili del fuoco del distaccamento di Ivrea. Dai primi accertamenti la vittima trasportava della ghiaia verso una baita di sua proprietà su una strada che era stata costruita due anni fa. C’era un operaio che lo aspettava per fare alcuni lavori. Inizialmente, visto il camion, sembrava che stesse facendo dei lavori per l’impresa di sua proprietà, ora gestita dal figlio.

Danno morale derivante dall’esposizione del lavoratore all’amianto (Cass. civ., sez. lav, 17 giugno 2022, n. 19623

Danno morale derivante dall’esposizione del lavoratore a sostanze cancerogene: la Sezione lavoro della Suprema Corte fà da apri-pista.

Nello specifico gli Ermellini: “il danno morale costituisce un patema d’animo, ossia, una sofferenza interna che non è accertabile con metodi scientifici e che, come tutti i moti d’animo, può essere provato in modo diretto solo quando assume connotati eclatanti; diversamente, dovrà essere accertato per presunzioni […].”

La delicata vicenda esaminata dalla Cassazione riguarda il riconoscimento del danno morale, da intendersi come concreta paura di morire, patita da un lavoratore sottoposto quotidianamente all’esposizione all’amianto.

La Corte, in tale ottica, osserva che il lavoratore sottoposto quotidianamente al pericolo della propria incolumità subisce un’offesa della personalità morale autonoma rispetto al danno biologico che è quindi indennizzabile come posta di danno a sé, indipendentemente dalla sussistenza del danno biologico.

La vicenda trae origine dal giudizio promosso dagli eredi di un lavoratore deceduto per cancro per l’accertamento del danno biologico e del danno morale derivante dall’esposizione all’amianto.

Nello specifico, i congiunti del lavoratore lamentano la responsabilità ex art. 2087 c.c. del datore di lavoro per non avere attuato le misure necessarie al contenimento del rischio di intossicazione, causando così, non solo, la malattia mortale, sussumibile nel danno, ma anche la paura di morire, rientrante nel danno morale derivante dall’esposizione all’amianto.

Nel caso in esame, vi erano a carico del lavoratore deceduto due concause della patologia cancerogena: il tabagismo e l’esposizione all’amianto.

Difatti, la Corte d’Appello, correttamente, ha applicato il principio di equivalenza per cui, in presenza di un concorso di cause che cagionino un evento patologico unitario ed indivisibile, occorre considerare tali cause equivalenti.  

Non è possibile svolgere una ripartizione causale tra i due fattori cancerogeni, essi vanno considerati come egualmente responsabili della causazione dell’evento dannoso, con la conseguenza che, la ripartizione tra i due fattori di rischio non riguarda la responsabilità nella causazione del danno, bensì l’entità del risarcimento del danno che deve essere ridotto, in virtù del principio di equivalenza.

Venendo al lamentato danno morale derivante dall’esposizione tossica,  il lavoratore sapeva di essere esposto a sostanze cancerogene ed il fatto che molti colleghi contraessero gravi patologie e, poi, ne morissero, aveva generato in lui l’incertezza del proprio vivere o, in altri, termini, la costante paura di morire.

Il sentimento della “paura”, scaturito da un fatto illecito, integra un’offesa della personalità morale, da cui deriva una lesione – autonoma rispetto al danno biologico – di diritti inviolabili della persona.

Al riguardo, gli Ermellini richiamano le decisioni a Sezioni Unite, (sent. n. 6572/2006 e 26972/2008) secondo cui “ il danno derivante dallo sconvolgimento dell’ordinario stile di vita è risarcibile indipendentemente dal danno biologico, quando, tale sconvolgimento impatta sulla “vita normale” dell’individuo e, quindi, sulla libera e piena esplicazione delle sue abitudini quotidiane, trattandosi di diritti costituzionalmente garantiti e rafforzati dall’art 8 CEDU, sulla protezione della vita privata.”

Ragionando in tal senso, siccome  lo “sconvolgimento” della vita quotidiana è una sofferenza intima, esso può essere provato mediante presunzioni, sulla base di nozioni di comune esperienza.

La Corte d’Appello di Genova, tuttavia, non si è attenuta a tali principi, non avendo preso in considerazione la prova presuntiva del danno morale derivante dall’esposizione a sostanze tossiche da parte del lavoratore.

I ricorrenti hanno allegato le basi del ragionamento inferenziale per pervenire, attraverso il ricorso alle presunzioni, alla configurazione del danno morale derivante dall’esposizione contestata, personalizzabile e costituito dall’offesa della personalità morale del lavoratore, sottoposto quotidianamente a pericolo per la propria incolumità, da cui, all’evidenza, è derivata una lesione – autonoma rispetto al danno biologico – di diritti inviolabili della persona, oggetto di tutela costituzionale (artt. 2,3 e 32 Cost.).

La Suprema Corte cassa la decisione impugnata, con rinvio in diversa composizione.

30 Giugno 2022

Strage del lavoro: si muore dalle impalcature, negli ascensori, nei cantieri…

Un operaio è morto a Roma, due sono rimasti feriti a Palermo, un altro a Mesagne. Il sistema necropolitico del lavoro continua a funzionare a pieno ritmo e nell’impotenza di chi deve intervenire. Inail: record di denunce per infortunio: + 47% tra gennaio e maggio

A Roma è morto un altro operaio sul posto di lavoro

È caduto da due metri. Per la vittima non c’è stato scampo. Inutili i tentativi di rianimarlo

Un altro operaio è morto sul lavoro a Roma. È quanto successo oggi, 30 giugno, intorno alle 9:15 circa. I fatti, sui quali indaga la polizia, sono in via di accertamento. Gli investigatori si sono recati sul posto, all’altezza del civico 72 di via Boncompagni dopo essere stati allertati dal 118. 

Secondo i primi riscontri, l’operaio – un uomo di 45 anni – è caduto da un ponteggio di due metri in un cantiere a pochi metri da Porta Pia. Soccorso dai colleghi e poi dai medici, è stato rianimato ma per lui non c’è stato nulla da fare. Bisognerà adesso capire, dopo l’esame autoptico, se l’uomo ha accusato un malore mentre era sul ponteggio oppure se qualcosa è andato storto sulla questione sicurezza. 

Gli investigatori della polizia di Stato dei commissariati Castro Pretorio e Trevi e gli ispettori della Asl di zona hanno sentito i colleghi di lavoro dell’operaio e anche i titolari della ditta che lo stava impiegando per verificare il rispetto delle misure di sicurezza nel cantiere.

30 Giugno 2022

CRONACACASTRO PRETORIO/ VIA BONCOMPAGNI, 72

A Roma è morto un altro operaio sul posto di lavoro

È caduto da due metri. Per la vittima non c’è stato scampo. Inutili i tentativi di rianimarlo

Un altro operaio è morto sul lavoro a Roma. È quanto successo oggi, 30 giugno, intorno alle 9:15 circa. I fatti, sui quali indaga la polizia, sono in via di accertamento. Gli investigatori si sono recati sul posto, all’altezza del civico 72 di via Boncompagni dopo essere stati allertati dal 118. 

Secondo i primi riscontri, l’operaio – un uomo di 45 anni – è caduto da un ponteggio di due metri in un cantiere a pochi metri da Porta Pia. Soccorso dai colleghi e poi dai medici, è stato rianimato ma per lui non c’è stato nulla da fare. Bisognerà adesso capire, dopo l’esame autoptico, se l’uomo ha accusato un malore mentre era sul ponteggio oppure se qualcosa è andato storto sulla questione sicurezza. 

Gli investigatori della polizia di Stato dei commissariati Castro Pretorio e Trevi e gli ispettori della Asl di zona hanno sentito i colleghi di lavoro dell’operaio e anche i titolari della ditta che lo stava impiegando per verificare il rispetto delle misure di sicurezza nel cantiere

.Strage del lavoro: si muore dalle impalcature, negli ascensori, nei cantieri…

Un operaio è morto a Roma, due sono rimasti feriti a Palermo, un altro a Mesagne. Il sistema necropolitico del lavoro continua a funzionare a pieno ritmo e nell’impotenza di chi deve intervenire. Inail: record di denunce per infortunio: + 47% tra gennaio e maggio

29 Giugno 2022

Incidenti lavoro: cade da montacarichi, muore nel Catanese

(ANSA) – CATANIA, 29 GIU – Un uomo di 61anni, Angelo Salvatore Aiosa, è morto cadendo da un montacarichi mentre stava eseguendo dei lavori edili in un’abitazione privata di Paternò, nel Catanese.

La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta, indagano i carabinieri.

Aiosa nello scorso giugno era stato candidato nella lista ‘Alleanza per Paternò alle Comunali, prendendo 53 voti, a sostegno del candidato sindaco del centrodestra Alfio Virgolini. E quest’ultimo sulla propria pagina Facebook ricorda che “fino a ieri sera ridevamo e scherzavamo”. “Stamattina il destino crudele – aggiunge – causa un incidente sul lavoro ha portato via Angelo Aiosa, un mio carissimo amico d’infanzia, candidato alle scorse amministrative, nonché organizzatore di eventi soprattutto nella sua amata piazza Tricolore” .Fermare la serie di incidenti sul lavoro. Lo dicono i sindacati dopo la morte di Aiosa. “Con rabbia e dolore apprendiamo dell’incidente sul lavoro a Paternò che è costato la vita a un operaio edile. Siamo certi che magistratura e forze dell’ordine faranno adesso luce su quanto avvenuto, ma servirebbe più prevenzione perché non si debba sempre e solo affidare ad accertamenti postumi la richiesta di verità e giustizia che viene dalle famiglie delle vittime”, affermano Enza Meli e Nino Potenza, segretari generali di Uil e Feneal Catania, che aggiungono: “Prima che Stato e Regione si decidano a fare qualcosa, quanti altri morti di lavoro dovremo ancora piangere?”, aggiungono. (ANSA).

Amianto in Spiaggia

Ex esposti amianto. “5 vele a Cabras ? Premio non meritato”

26 Giugno 2022

L’associazione regionale ex esposti amianto della Sardegna interviene nel dibattito sull’assegnazione delle 5 vele al Comune di Cabras. “Vogliamo ricordare che nelle spiagge di Funtana Meiga e San Giovanni del Sinis esistono grandi quantità della fibra killer. Di conseguenza, pensiamo che le modalità di valutazione con cui vengono assegnati i premi in materia di mare, arenili e ambiente siano legate solo a sponsorizzazioni, come fatto notare anche da testate giornalistiche nazionali”.

Cabras 2010

L’associazione ex esposti “ricorda che il litorale di Funtana Meiga, nel territorio del Comune di Cabras, ha presenza di amianto dal 2010, anno della prima denuncia. Oggi la fibra è ancora presente e nulla è cambiato rispetto a quando abbiamo assegnato la simbolica bandiera nera all’amministrazione”. L’associazione   contesta le modalità con cui vengono assegnati i riconoscimenti in materia ambientale da varie associazioni (nella fattispecie Legambiente). Significa che non esaminano o non conoscono le criticità del territorio premiato, come nel caso di Cabras, dove forse l’istruttoria è stata fatta a tavolino”.

Amianto:ex dipendenti Leuci (Lecco)

Amianto, vincono gli ex dipendenti Leuci

Il caso Tre lavoratori a contatto con il pericoloso materiale avevano fatto ricorso per i benefici pensionistici. «Sentenza storica»

Così mercoledì tre ex dipendenti della Leuci di Lecco hanno potuto vedere riconosciuti i propri benefici pensionistici per aver lavorato anni in un ambiente insalubre, a causa della presenza massiccia dell’amianto grazie alla sentenza depositata due giorni fa dal giudice del lavoro del Tribunale di Lecco Federica Trovò.

Oltre trent’anni

Si tratta di Eligio MelesiElisa Zanetti (dal 1968 al 1996) e Adele Riva (dal 1965 al 2000), tre pensionati fortunatamente sani, al contrario di altri ex dipendenti di aziende con stabilimenti e uffici pieni di asbesto. «Ho lavorato lì per 33 anni, dal 1969 fino al 2002, quando sono andato in pensione – racconta Melesi –. Operavo anche con la “giostra”, un forno particolare nelle lavorazioni a mano, tutto in amianto. Non avevamo alcuna protezione contro il materiale, anzi ci dicevano che proteggeva dal calore. La Leuci era nota per avere temperature altissime».

27 Giugno 2022

Schiacciato tra il trattore e un ramo di ulivo: muore un agricoltore

Incidente agricolo mortale nelle campagne di Torino di Sangro. La tragedia scoperta alcune ore dopo dalla moglie

Incidente agricolo mortale oggi a Torino di Sangro. Mario Di Paolo, 73 anni, ex dipendente della Denso di San Salvo, ha perso la vita mentre era a lavoro su alcuni terreni di proprietà in contrada Defenza.

Come ricostruito dai carabinieri della compagnia di Ortona, l’agricoltore era alla guida di un cingolato quando, in fase di retromarcia, ha perso il controllo del mezzo ed è rimasto schiacciato tra il sedile ed un grosso ramo di ulivo.

Si spezza cavo del ponteggio, 2 operai precipitano da impalcatura: grave incidente sul lavoro a Corleone

Terribile incidente sul lavoro questa mattina in via Francesco Crispi, a Corleone. Due operai sono rimasti feriti dopo essere precipitati da un’impalcatura.

I feriti sono due uomini, rispettivamente di 67 e 40 anni.

L’incidente sul lavoro a Corleone e i soccorsi

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, i due operai sarebbero rimasti coinvolti nell’incidente sul lavoro mentre eseguivano dei lavori di ristrutturazione per un appartamento.

Pare che si sia spezzato il cavo di montacarichi esterno di un’impalcatura e che i due malcapitati siano caduti. Fortunatamente, gli operai non sarebbero in pericolo di vita. Tuttavia, avrebbero riportato diverse fratture e per questo gli operatori del 118 li hanno trasferiti al Pronto Soccorso dell’ospedale dei Bianchi.

Sul caso indagano i carabinieri e i tecnici dell’Asp.

26 Giugno 2022

Incidenti sul lavoro: morto dopo oltre 24 ore Graziano Chiari, l’impresario edile colpito da una gru spezzata a Milano


E’ morto nel pomeriggio di domenica Graziano Chiari, 60 anni, di Treviglio (in provincia di Bergamo), dopo l’incidente sul lavoro causato dal cedimento del braccio di una gru. La rottura del mezzo mobile è avvenuta nel cantiere di ristrutturazione di un sottotetto in via Prina, all’angolo con via Manfredini, tra Sempione e Chinatown a Milano.

Secondo quanto ricostruito, intorno alle 9 di sabato mattina, poco dopo l’arrivo degli operai, il braccio telescopico della gru che stava portando in alto materiale per il cantiere ha ceduto di colpo, precipitando da un’altezza di 15 metri e finendo sopra al camion su cui era montata. E su cui si trovava Chiari. Non è chiaro cosa lo abbia colpito, se una parte della gru stessa o ciò che stava sollevando.

Si ribalta con il trattore, morto a 70 anni nei boschi di Cortemilia(Cuneo)

Ancora un incidente sul lavoro e ancora nel settore agricolo. Questa sera (domenica 26 giugno) G. C., 70 anni, è morto dopo che il trattore con cui stava lavorando in un bosco si è ribaltato. La dinamica non è ancora chiara. Scattato l’allarme è immediatamente intervenuta l’équipe del «118» con l’elisoccorso decollato dalla base dell’aeroporto di Levaldigi, ma ogni tentativo di rianimazione del settantenne è risultato vano. 

AMIANTO:Marina Bis sentenza di appello

Marina, condannati 4 ex ammiragli per la morte di 6 militari esposti per anni alla fibra dell’amianto: “Sentenza storica

Ribaltata la sentenza di primo grado, la Corte d’Appello di Venezia li ha ritenuti colpevoli di non aver provveduto a proteggere la salute dei lavoratori, esposti per anni sulle navi militari alla fibra dell’amianto senza le necessarie misure di sicurezza e senza averli informati dei rischi cui erano sottoposti

Sono stati ritenuti responsabili della morte per mesotelioma di 6 militari in servizio a bordo di navi della Marina Militare cariche di amianto. Per questa ragione la terza Sezione della Corte di Appello di Venezia ha condannato 4 ex ammiragli ritenuti colpevoli di non aver provveduto a proteggere la salute dei lavoratori, esposti per anni sulle navi militari proprio alla fibra dell’amianto senza le necessarie misure di sicurezza e senza averli informati dei rischi cui erano sottoposti.

Le condanne – E’ stata così ribaltata in secondo grado la sentenza di assoluzione pronunciata dal Tribunale di Padova del cosiddetto processo “Marina bis“. Gli imputati erano accusati di omicidio colposo. Agostino Di Donna è stato condannato a 2 anni di reclusione, Angelo Mariani e Guido Venturoni a un anno e 6 mesi, Sergio Natalicchio a un anno. Tutti, in solido al responsabile civile Ministero della Difesa, sono stati condannati al risarcimento dei danni a favore delle parti civili costituite, con una provvisionale di 50.000 euro a erede. I militari sono morti per mesotelioma e patologie asbesto correlate.

Militare morto per le conseguenze dell’esposizione all’amianto: condanne in appello per omicidio colposo

Francesco Paolo Sorgente, di Vasto, era capitano di Vascello del Genio Navale. Dopo tre anni di battaglie processuali si è concluso il processo di appello “Marina bis”

Era il 25 gennaio 2009 quando Francesco Paolo Sorgente, capitano di Vascello del Genio Navale, morì a Vasto per una tremenda patologia correlata all’esposizione all’amianto.

Sorgente aveva 65 anni, ed era stato in servizio nella Marina Militare dal 12 marzo 1968 fino al 30 gennaio 2000: nello svolgimento delle sue funzioni era stato professionalmente esposto a polveri e fibre di amianto. Si ammalò gravemente e morì dopo una lunga sofferenza.

Nel tardo pomeriggio di ieri, dopo tre anni di battaglie processuali, si è concluso il processo di appello “Marina bis”, che ha visto imputate sei persone, tutte accusate di omicidio colposo per la morte di 11 appartenenti alla Marina Militare, fra cui il vastese Francesco Paolo Sorgente, che durante il servizio hanno respirato amianto nelle unità navali. Gli imputati dovranno pagare anche una provvisionale immediatamente esecutiva pari a 50 mila euro ad erede.

La III sezione della Corte di Appello di Venezia, presieduta dalla dottoressa Patrizia Vincenzina Montuori, ha riformato parzialmente la sentenza di assoluzione pronunciata dal tribunale di Padova e ha riconosciuto la penale responsabilità in merito alla morte delle vittime dell’amianto in Marina. È stata quindi emessa la condanna per il reato previsto di omicidio colposo anche in danno di Sorgente, i cui eredi sono stati rappresentati e difesi dall’avvocato Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale Amianto.

Decisiva la super perizia disposta dalla stessa Corte di Appello, su richiesta delle parti civili, che ha confermato e ribadito la sussistenza di un rapporto causale tra l’esposizione patita da ogni singolo lavoratore e l’insorgenza della relativa malattia, nonché l’altissima concentrazione di polveri e fibre di amianto inalate dai Marinai. “Giustizia è fatta per la famiglia Sorgente, e la Marina affonda sull’amianto – il commento dell’avvocato Bonanni – . Continueremo a sollecitare le bonifiche, la messa in sicurezza delle nostre unità navali, la tutela giuridica, anche con risarcimenti, senza la necessità, speriamo, di dover sempre ricorrere all’autorità giudiziaria”.