Tutti gli articoli di Maurizio Barsella

Morti di amianto

Venezia, morti di amianto: udienze a rilento (la prossima nel 2023). Ma l’imputato ha 92 anni

Tre operai morti di tumore: in aula solo tre volte in un anno e mezzo. Il legale: anticiparle. Parenti delle vittime e imputato hanno diritto a sapere l’esito

La prima udienza dibattimentale si è tenuta il 27 ottobre scorso. La seconda l’altro ieri. La prossima sarà il 29 marzo 2023, per un totale di tre udienze in un anno e mezzo. E questo per un processo in cui i fatti contestati – ovvero la morte di tre operai dell’ex Breda (poi Fincantieri) – risalgono al 2011 e 2012 e dunque sono anche vicini alla prescrizione. Inoltre, last but not least, l’imputato ha 92 anni. Troppo anche per un decano degli avvocati come Elio Zaffalon, che ne ha viste tante nelle aule giudiziarie, ma questa volta non si è trattenuto e ha scritto una lettera al presidente della sezione penale del tribunale di Venezia Stefano Manduzio. «Chiedo che lei voglia autorizzare la giudice a fissare, annullata l’udienza del 29 marzo 2023, tre udienze straordinarie due istruttorie e una per discussione, dislocate nell’ambito di un anno – è scritto nella missiva – onde poter definire il processo entro la metà del 2023 (a 11-12 anni dai fatti)». Tra l’altro il legale aveva già sollecitato tre volte il giudice ad accelerare i tempi, ma la risposta è stata che tutte le udienze da qui a marzo sono occupate da processi di «codice rosso», ovvero quei reati di violenza su donne e famigliari.

Il processo per omicidio colposo

Il processo è quello che vede come imputato Rinaldo Gastaldi, all’epoca direttore generale e di stabilimento di Breda e già condannato a 3 anni e 4 mesi nel «maxi-processo» sull’uso dell’amianto nel cantiere navale di Porto Marghera. Poi però sono emersi altri decessi e il pm Giovanni Gasparini, ultimo titolare di un fascicolo passato di mano in mano, ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio. Due di loro erano stati stroncati da un mesotelioma pleurico, il terzo da un carcinoma polmonare: secondo l’accusa la causa delle neoplasie sarebbe proprio aver lavorato negli anni Settanta e Ottanta a stretto contatto con l’amianto, che veniva usato per le coibentazioni, senza adeguati dispostivi di sicurezza. Gastaldi è accusato di omicidio colposo.

Parenti delle vittime e imputato hanno diritto di sapere l’esito

Ma il processo va a rilento, anche perché – lamenta Zaffalon, che è l’avvocato di parte civile per conto del sindacato Cisl – le udienze sono state sempre fissate di pomeriggio (la prossima alle 13.30) e dunque i tempi sono stretti e spesso anche ridotti dai ritardi di quelle precedenti. «L’udienza di mercoledì era fissata alle 13 ed è slittata alle 15.45, quando sono stati assunti un medico del lavoro e un medico legale, mentre un terzo medico e un sindacalista sono stati rinviati dopo aver atteso ore – sottolinea – Modalità di trattazione del processo che non appaiono accettabili». Ad avere interesse alla conclusione del processo, a detta del legale, dovrebbero essere tutte le parti. «Ai prossimi congiunti dei lavoratori deceduti spetta (almeno) di sapere se c’è stata o no responsabilità per il decesso dei loro cari – afferma – ma anche allo stesso imputato». Zaffalon ricorda per esempio un processo analogo, quello all’ex dirigente Enel Nerio Tabacchi, in cui l’imputato ha 87 anni e i decessi sono avvenuti tra il 2013 e il 2015. In quel caso si stanno celebrando udienze a cadenza mensile.

19 Maggio 2022

Cade da impalcatura, imprenditore muore a Lipari

A Caltanissetta operaio travolto da traliccio, è grave

 Un’imprenditore edile Bartolo Zaia, 68 anni, è morto a Lipari cadendo da una impalcatura in un cantiere in località Zinzolo dove stava ristrutturando un’abitazione.

Dalle prime indagini l’uomo si era recato nella casa della figlia dove erano in corso lavori di restauro di un rudere.

A dare l’allarme è stato un passante. Sul posto si sono recati l’ambulanza del 118 e due pattuglie dei carabinieri. Sulla vicenda che ha turbato la comunità eoliana per la famiglia di Canneto molto nota sull’isola, i carabinieri hanno avviato le prime indagini. La salma è stata trasferita nella sala mortuaria del cimitero. “Mio padre non stava lavorando nella casa. Ha avuto un malore ed è caduto dalle scale”, ha detto Luana Zaia figlia dell’imprenditore Bartolo. I carabinieri continuano a indagare sull’ipotesi di un incidente sul lavoro. La casa dove l’uomo è morto è della figlia ed è in ristrutturazione. Un altro incidente sul lavoro è avvenuto a Caltanissetta dove sue operai sono rimasti feriti, uno in maniera grave, mentre lavoravano sul tetto di un locale commerciale in via Due Fontane. Quattro operai stavano effettuando lavori di manutenzione quando un traliccio, sul quale erano montati alcuni ripetitori di compagnie telefoniche, è caduto. Uno dei quattro operai è rimasto schiacciato mentre un altro è stato ferito lievemente. Per liberare l’operaio schiacciato è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco arrivati poco dopo. L’uomo, un 47enne di Monreale (Palermo), è stato trasportato col codice rosso da un’ambulanza del 118 all’ospedale Sant’Elia. Al momento è sottoposto ad esami diagnostici. Avrebbe riportato traumi da schiacciamento e una frattura esposta del femore. L’altro operaio è stato trasportato in ospedale col codice giallo, mentre i due colleghi sono rimasti illesi. Adesso i vigili del fuoco sono a lavoro per mettere in sicurezza la zona e definire le cause che hanno determinato il cedimento del traliccio. Le indagini sono affidate ai carabinieri.

Precipita dal tetto, operaio di 46 anni è grave

L’incidente nel pomeriggio a Poppi: l’uomo stava lavorando a una ristrutturazione quando un travetto di legno ha ceduto

Camaldoli (Arezzo), 19 maggio 2022 – Stava sistemando i tabelloni nel tetto di una proprietà privata in ristrutturazione quando, ad un certo punto, un travetto in legno ha ceduto improvvisamente sotto i suoi piedi e lui, operaio 46enne di una ditta del posto, è precipitato nel solaio sottostante. L’ennesimo incidente sul lavoro in provincia di Arezzo – già maglia nera – è avvenuto ieri pomeriggio poco dopo le 16 in via Camaldoli a Poppi presso il cantiere ’Il Poggio’.

La caduta è stata grave: l’uomo è finito a terra dopo un drammatico volo di tre metri e ha riportato un politrauma serio per il quale è immediatamente intervenuto il ’Pegaso 2’. L’elicottero dell’emergenza-urgenza ha trasferito l’operaio a Le Scotte di Siena dove il paziente è stato immediatamente stabilizzato: è in codice rosso ma – secondo quanto si è appreso – non sarebbe in pericolo di vita.

Saranno comunque le prossime ore decisive per capire l’entità del trauma per la prognosi.

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche un’automedica Alfa 4, l’ambulanza della Misericordia di Bibbiena, i vigili del fuoco e i carabinieri. Questi ultimi stanno svolgendo accertamenti – in collaborazione con la squadra preposta del Pisll – per ricostruire la dinamica dell’accaduto e verificare ventuali responsabilità nell’infortunio sul lavoro.

Rimorchiatore affondato a Bari, morti e dispersi. “Subito 4 ore di sciopero al porto”

Era partito da Ancona e due delle vittime sono anconetane. Ma alla banchina 3 del molo Rizzo i lavoratori dei rimorchiatori si fermano in presidio

ANSA) – BARI, 20 MAG – Sono proseguite tutta la notte e sono ancora in corso, ormai da quasi 36 ore, le ricerche dei due marinai dispersi nell’affondamento del rimorchiatore Franco P., avvenuto mercoledì sera a circa 50 miglia dalla costa pugliese, in acque internazionali.

Nel naufragio, su cui indaga la Procura di Bari con la Capitaneria di Porto, sono morti tre componenti dell’equipaggio, il cui riconoscimento ufficiale è in corso nell’istituto di medicina legale del Policlinico di Bari.

Unico superstite, al momento, è il comandante del rimorchiatore, ricoverato in ospedale a Bari.
    Sui due ancora dispersi la Guardia Costiera di Bari, con il supporto di unità aeree e motovedette di altre forze militari e delle autorità croate, ha esteso l’area di ricerca spingendosi più a sud. Le cause dell’affondamento dovranno essere accertate dalle indagini coordinate dal procuratore Roberto Rossi con la sostituta Luisiana Di Vittorio. Saranno utili le dichiarazioni del comandante, quando sarà ascoltato, e quelle degli 11 marinai a bordo del motopontone che era agganciato al rimorchiatore al momento dell’affondamento e dal quale è stato lanciato l’allarme. Il pontone e gli 11 membri dell’equipaggio sono stati rimorchiati da un altro mezzo e da ieri pomeriggio sono in viaggio verso Bari, dove attraccheranno intorno alle 9. (ANSA).

 

Discariche di amianto

CRONACAPOGGIOREALE

Beccati a scaricare più di 300 chili di amianto: la scoperta a pochi passi dall’ex campo Rom

La Polizia Municipale ha sequestrato rifiuti e mezzo

La Polizia Locale di Napoli ha colto in flagranza di reato due operai mentre, in via del Riposo, erano intenti ad abbandonare al suolo oltre 300 kg di lastre d’amianto. Nella tarda giornata di ieri una pattuglia, mentre si trovava in osservazione del territorio nella zona adiacente il campo rom di via del Riposo, ha notato una autovettura Fiat Punto dalla quale due persone stavano scaricando le lastre e altri detriti d’amianto, ponendoli ai bordi della carreggiata.

Gli agenti, fatta sospendere l’operazione di scarico e adottate le prime misure di sicurezza sia personali che per i fermati, procedevano all’identificazione dei due operai di 33 e 38 anni. Si è provveduto, per i due soggetti, ad inviare la denuncia all’autorità giudiziaria per trasporto e abbandono illecito di rifiuti e a sottoporre la vettura a sequestro affidandolo, a spese del proprietario, ad una ditta privata. 

non risarciti

Dramma ex Montefibre: senza soldi e malati di amianto

Sono 150 gli ex lavoratori dell’azienda che sono in mobilità da 18 anni e che hanno scoperto gli effetti dell’esposizione al materiale tossico

Diciotto anni in mobilità, diciotto anni di promesse mai mantenute. I 150 ex lavoratori Montefibre, che chiuse i battenti nel 2004, passando da un ammortizzatore sociale all’altro, con lunghi periodi senza alcune entrata economica. Il reinserimento non c’è mai stato, i corsi di formazione nemmeno. Ma adesso, si trovano ad affrontare un nemico ancora più pericoloso. 

Da alcuni mesi, infatti, queste persone hanno scoperto gli effetti dei tanti anni trascorsi a lavorare in ambienti pieni di amianto. “Non siamo ancora di fronte a malattie tumorali – spiega Paolo Fierro di Medicina democratica – ma ci sono i segni delle infiammazioni in diversi lavoratori della Montefibre. Il contatto con questo materiale può portare conseguenze anche molti anni dopo. E’ stato difficile convincere le autorità a dare a queste persone ciò che gli spetta, cioé il monitoraggio. E per quest ritardo delle istituzioni non possono andare neanche in pensione prima, cosa di cui avrebbero diritto”. 

Gli operai hanno manifestato ancora una volta davanti alla Prefettura di Napoli.

Risarcimento

Operaio morto per amianto a Massa: condannata la Nuovo Pignone

Risarcimento di oltre un milione di euro ai familiari La Nuovo Pignone è stata condannata a risarcire di 1.146.926 di euro per danni ai due figli e ai due nipoti di un operaio, morto il 22 dicembre 2018, per mesotelioma pleurico polmonare. Secondo il giudice, in base a una consulenza tecnico-ambientale, l’operaio nel corso del suo impiego di saldatore dal 1965 al 1986 nello stabilimento della Nuovo Pignone di Massa (che produce da reattori a serbatoi) avrebbe lavorato a contatto con materiali contenenti amianto; inoltre ha svolto mansioni in condizioni ad alto rischio di inalazione di fibre di amianto in misura superiore al limite normativamente previsto. In particolare, secondo il dispositivo della sentenza emessa lo scorso 6 maggio, il dipendente avrebbe avuto un’esposizione superiore al limite previsto dalla normativa di 100 fibre di amianto per litro annue su una media di 8 ore di lavoro. L’operaio asarebbe stato esposto a 231 fibre litro annue dal 1965 al 1975, a 116 dal 1975 al 1981 e a 290 fibre litro annue dal 1981 al 1984. L’esposizione cumulativa totale, si legge, è stata “di 30,50 ff/cc anni, pari a 30.500 fibre litro anni, riferita ai valori fissati dalla Conferenza internazionale di Helsinki dell’anno 1997 ed ai relativi protocolli, quindi superiore alla quota di esposizione complessiva di 25.000 fibre litro anni fissata dal Consesso internazionale suddetto”. Secondo il giudice, quindi, l’operaio “ha comunque contratto una patologia oncologica professionale, da ritenere pertanto causalmente amianto correlata, sia pure nel senso parziale suddetto, diagnosticata come un mesotelioma pleurico polmonare”, che poi lo ha ucciso.

18 Maggio 2022

Militare esercito muore per ribaltamento muletto

L’incidente nel deposito munizioni a Nera Montoro di Narni

ANSA) – NARNI (TERNI), 18 MAG – Un sottufficiale dell’Esercito di 49 anni è morto in seguito ad un incidente sul lavoro avvenuto al Deposito munizioni ed esplosivi ‘Mario La Barbera’ di Nera Montoro, a Narni.


    Secondo le prime informazioni l’uomo sarebbe stato schiacciato dal ribaltamento di un muletto mentre era impegnato in alcune attività.

L’incidente sarebbe avvenuto nella serata di ieri, mentre il corpo è stato ritrovato stamani da alcuni colleghi.
    Inutili i soccorsi.
    Sul posto, oltre ai carabinieri, il personale del Servizio prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro dell’Usl Umbria 2 per gli accertamenti del caso. (ANSA).

17 Maggio 2022 Trattori mortali

Travolto dal trattore mentre lavora: morto 65enne a Serre

Sul posto sono giunti i sanitari del 118 che, purtroppo, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso

Foto di archivio

Tragedia, oggi pomeriggio, a Serre, dove un uomo di 65 anni è deceduto in un incidente con il suo trattore. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l’agricoltore stava facendo dei lavori in un terreno quando, per cause in corso di accertamento, è stato travolto dal suo stesso mezzo agricolo.

 

Muore schiacciato dal trattore. Dramma nelle campagne aretine

L’episodio si è verificato quest’oggi. I sanitari hanno raggiunto il luogo dell’accaduto poco prima delle 20

Tragedia nel tardo pomeriggio in Valtiberina. Un uomo, Enzo Ghignoni, 70 anni residente nel comune di Sansepolcro, ha perso la vita a causa di un incidente verificatosi mentre stava guidando il proprio trattore. Secondo quanto appreso, il pensionato stava rincasando dopo un pomeriggio di lavoro nei campi. Improvvisamente una delle ruote del veicolo sarebbe finita in una fossetta laterale. Il trattore si sarebbe inclinato sbalzando fuori il conducente e finendogli sopra. Inutile la disperata corsa dei mezzi dell’emergenza urgenza. Alle 19.55 i vigili del fuoco sono riusciti a liberare il 70enne ma, purtroppo, per lui non ci sarebbe stato niente da fare. Il medico del pronto intervento non ha potuto che constatarne il decesso. Sulla vicenda sono adesso in corso gli accertamenti di legge da parte dei carabinieri di Sansepolcro. Sul posto oltre all’automedica e l’ambulanza della Croce Rossa di Sansepolcro anche l’elisoccorso Pegaso, l’equipaggio a terra e la squadra elicotteristi dei vigili del fuoco.

Tragedia sul lavoro a Vinci: operaio muore schiacciato dal trattore

Il mezzo si è ribaltato mentre l’uomo lo conduceva su una collina. Sono dovuti intervenire i vigili del fuoco per sollevare la macchina

inci (Firenze), 12 maggio 2022 – La bellacampagna che brulica di vita, il sole, i profumi della primavera. Impossibile pensare che all’interno di una cornice così armoniosa possa essersi consumata l’ennesima tragedia sul lavoro. Eppure, è dentro questo quadro dipinto dalla natura che ieri pomeriggio ha perso la vita un operaio agricolo di 58 anni rimasto schiacciato dal trattore che stava guidando. La vittima si chiamava Alexandru Marcinean, era di nazionalità romena. L’uomo lavorava come dipendente della cooperativa agricola Co.Se.A., con sede a Brescia. Era impegnato con altri operai, tra cui il fratello, a sistemare un’oliveta nelle campagne di Vinci.

L’incidente mortale è avvenuto intorno alle 14.30 nei pressi di via Campagliana, in un punto impervio, dove il campo è particolarmente in pendenza. A quanto appreso, l’operaio si trovava alla guida del trattore quando, per cause in fase di accertamento, il mezzo è finito sotto sopra e il corpo del 58enne è rimasto incastrato e compresso sotto il peso della macchina agricola.

Gli schiacciati dal trattore ieri nelle province di Oristano e Arezzo. ma questa terribile strage non interessa chi dovrebbe occuparsene e a larga parte degli italiani che pensano che sia una situazione che a loro non interessa e si sente al sicuro, mentre se non vivono di rendita la strage potrebbe colpire anche loro, anche l’itinere, se si va a lavorare con un mezzo. 

13 Maggio 2023

Grave incidente sul lavoro, due operai volano da ponteggio sulla A19, uno è morto

Muore un operaio
Il grave incidente sul lavoro si è consumato lungo l’autostrada A19 Palermo-Catania, all’altezza di Enna, dove due operai sono precipitati da un ponteggio, da un’altezza di circa 5 metri. La centrale operativa del 118 di Caltanissetta ha inviato l’elisoccorso.

Poco dopo le ore 13 si è verificato un incidente presso il cantiere finalizzato alla manutenzione straordinaria delle pile della carreggiata in direzione Catania del viadotto Mulini.

Per motivi in fase di accertamento, durante la fase di montaggio della passerella del ponteggio mobile si è verificato il distacco della stessa, che è precipitata al suolo.

Processo Eternit

“Amianto e mesotelioma: tutti innocenti?”

A Roma un convegno che controbatte alle tesi difensive

Venerdì mattina, a partire dalle ore 10, la Sala Capitolare del convento di Santa Maria sopra Minerva a Roma ospiterà il convegno “Amianto e mesotelioma: tutti innocenti?”. Il simposio si occuperà, come recita il sottotitolo, di “aspetti biologici ed epidemiologici dell’esposizione ad amianto e conseguenze giuridiche”. Il convegno è organizzato su iniziativa della senatrice Tatjana Rojc (Pd).

Anticipa il comitato organizzatore: «Nonostante la certezza dell’esposizione di lavoratori e cittadini, i dirigenti delle grandi aziende vengono assolti in cassazione dalle accuse per migliaia di decessi causati dall’amianto. Discutiamo le motivazioni d’inversione di una giurisprudenza che sembrava consolidata esponendo le evidenze biologiche ed epidemiologiche delle malattie asbesto-correlate la cui confutazione in tribunale porta alle assoluzioni: la teoria multistadio per lo sviluppo della cancerogenesi, il ruolo del rapporto dose/incidenza fra esposizione all’amianto e insorgenza delle malattie, il significato del concetto di induzione dei tumori asbesto correlati, l’estensione delle leggi dell’epidemiologia al caso singolo». Scopo del convegno è «verificare se davvero permangono opinioni scientifiche divergenti su questi argomenti e quale peso esse abbiano nei tribunali dove sono proposte come controverse e nel giudizio prevalente della comunità scientifica dove, in assenza di conflitto di interesse, sono ampiamente condivise». Si tratta, dunque, di un incontro direttamente finalizzato a controbattere alle posizioni difensive di Eternit.

Tra i relatori della sessione pomeridiana figurano anche la presidente di Afeva Giuliana Busto, l’avvocato Laura Mara (legale di Medicina Democratica e patrono di parte civile nel processo Eternit-bis a Novara), Edoardo Bai (medico consulente di parte civile all’Eternit-bis), Alessia Angelini (ingegnere chimico consulente della Procura nel processo Eternit-bis a Novara).