Discariche di amianto

CRONACAPOGGIOREALE

Beccati a scaricare più di 300 chili di amianto: la scoperta a pochi passi dall’ex campo Rom

La Polizia Municipale ha sequestrato rifiuti e mezzo

La Polizia Locale di Napoli ha colto in flagranza di reato due operai mentre, in via del Riposo, erano intenti ad abbandonare al suolo oltre 300 kg di lastre d’amianto. Nella tarda giornata di ieri una pattuglia, mentre si trovava in osservazione del territorio nella zona adiacente il campo rom di via del Riposo, ha notato una autovettura Fiat Punto dalla quale due persone stavano scaricando le lastre e altri detriti d’amianto, ponendoli ai bordi della carreggiata.

Gli agenti, fatta sospendere l’operazione di scarico e adottate le prime misure di sicurezza sia personali che per i fermati, procedevano all’identificazione dei due operai di 33 e 38 anni. Si è provveduto, per i due soggetti, ad inviare la denuncia all’autorità giudiziaria per trasporto e abbandono illecito di rifiuti e a sottoporre la vettura a sequestro affidandolo, a spese del proprietario, ad una ditta privata. 

non risarciti

Dramma ex Montefibre: senza soldi e malati di amianto

Sono 150 gli ex lavoratori dell’azienda che sono in mobilità da 18 anni e che hanno scoperto gli effetti dell’esposizione al materiale tossico

Diciotto anni in mobilità, diciotto anni di promesse mai mantenute. I 150 ex lavoratori Montefibre, che chiuse i battenti nel 2004, passando da un ammortizzatore sociale all’altro, con lunghi periodi senza alcune entrata economica. Il reinserimento non c’è mai stato, i corsi di formazione nemmeno. Ma adesso, si trovano ad affrontare un nemico ancora più pericoloso. 

Da alcuni mesi, infatti, queste persone hanno scoperto gli effetti dei tanti anni trascorsi a lavorare in ambienti pieni di amianto. “Non siamo ancora di fronte a malattie tumorali – spiega Paolo Fierro di Medicina democratica – ma ci sono i segni delle infiammazioni in diversi lavoratori della Montefibre. Il contatto con questo materiale può portare conseguenze anche molti anni dopo. E’ stato difficile convincere le autorità a dare a queste persone ciò che gli spetta, cioé il monitoraggio. E per quest ritardo delle istituzioni non possono andare neanche in pensione prima, cosa di cui avrebbero diritto”. 

Gli operai hanno manifestato ancora una volta davanti alla Prefettura di Napoli.

Risarcimento

Operaio morto per amianto a Massa: condannata la Nuovo Pignone

Risarcimento di oltre un milione di euro ai familiari La Nuovo Pignone è stata condannata a risarcire di 1.146.926 di euro per danni ai due figli e ai due nipoti di un operaio, morto il 22 dicembre 2018, per mesotelioma pleurico polmonare. Secondo il giudice, in base a una consulenza tecnico-ambientale, l’operaio nel corso del suo impiego di saldatore dal 1965 al 1986 nello stabilimento della Nuovo Pignone di Massa (che produce da reattori a serbatoi) avrebbe lavorato a contatto con materiali contenenti amianto; inoltre ha svolto mansioni in condizioni ad alto rischio di inalazione di fibre di amianto in misura superiore al limite normativamente previsto. In particolare, secondo il dispositivo della sentenza emessa lo scorso 6 maggio, il dipendente avrebbe avuto un’esposizione superiore al limite previsto dalla normativa di 100 fibre di amianto per litro annue su una media di 8 ore di lavoro. L’operaio asarebbe stato esposto a 231 fibre litro annue dal 1965 al 1975, a 116 dal 1975 al 1981 e a 290 fibre litro annue dal 1981 al 1984. L’esposizione cumulativa totale, si legge, è stata “di 30,50 ff/cc anni, pari a 30.500 fibre litro anni, riferita ai valori fissati dalla Conferenza internazionale di Helsinki dell’anno 1997 ed ai relativi protocolli, quindi superiore alla quota di esposizione complessiva di 25.000 fibre litro anni fissata dal Consesso internazionale suddetto”. Secondo il giudice, quindi, l’operaio “ha comunque contratto una patologia oncologica professionale, da ritenere pertanto causalmente amianto correlata, sia pure nel senso parziale suddetto, diagnosticata come un mesotelioma pleurico polmonare”, che poi lo ha ucciso.

18 Maggio 2022

Militare esercito muore per ribaltamento muletto

L’incidente nel deposito munizioni a Nera Montoro di Narni

ANSA) – NARNI (TERNI), 18 MAG – Un sottufficiale dell’Esercito di 49 anni è morto in seguito ad un incidente sul lavoro avvenuto al Deposito munizioni ed esplosivi ‘Mario La Barbera’ di Nera Montoro, a Narni.


    Secondo le prime informazioni l’uomo sarebbe stato schiacciato dal ribaltamento di un muletto mentre era impegnato in alcune attività.

L’incidente sarebbe avvenuto nella serata di ieri, mentre il corpo è stato ritrovato stamani da alcuni colleghi.
    Inutili i soccorsi.
    Sul posto, oltre ai carabinieri, il personale del Servizio prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro dell’Usl Umbria 2 per gli accertamenti del caso. (ANSA).

17 Maggio 2022 Trattori mortali

Travolto dal trattore mentre lavora: morto 65enne a Serre

Sul posto sono giunti i sanitari del 118 che, purtroppo, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso

Foto di archivio

Tragedia, oggi pomeriggio, a Serre, dove un uomo di 65 anni è deceduto in un incidente con il suo trattore. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l’agricoltore stava facendo dei lavori in un terreno quando, per cause in corso di accertamento, è stato travolto dal suo stesso mezzo agricolo.

 

Muore schiacciato dal trattore. Dramma nelle campagne aretine

L’episodio si è verificato quest’oggi. I sanitari hanno raggiunto il luogo dell’accaduto poco prima delle 20

Tragedia nel tardo pomeriggio in Valtiberina. Un uomo, Enzo Ghignoni, 70 anni residente nel comune di Sansepolcro, ha perso la vita a causa di un incidente verificatosi mentre stava guidando il proprio trattore. Secondo quanto appreso, il pensionato stava rincasando dopo un pomeriggio di lavoro nei campi. Improvvisamente una delle ruote del veicolo sarebbe finita in una fossetta laterale. Il trattore si sarebbe inclinato sbalzando fuori il conducente e finendogli sopra. Inutile la disperata corsa dei mezzi dell’emergenza urgenza. Alle 19.55 i vigili del fuoco sono riusciti a liberare il 70enne ma, purtroppo, per lui non ci sarebbe stato niente da fare. Il medico del pronto intervento non ha potuto che constatarne il decesso. Sulla vicenda sono adesso in corso gli accertamenti di legge da parte dei carabinieri di Sansepolcro. Sul posto oltre all’automedica e l’ambulanza della Croce Rossa di Sansepolcro anche l’elisoccorso Pegaso, l’equipaggio a terra e la squadra elicotteristi dei vigili del fuoco.

Tragedia sul lavoro a Vinci: operaio muore schiacciato dal trattore

Il mezzo si è ribaltato mentre l’uomo lo conduceva su una collina. Sono dovuti intervenire i vigili del fuoco per sollevare la macchina

inci (Firenze), 12 maggio 2022 – La bellacampagna che brulica di vita, il sole, i profumi della primavera. Impossibile pensare che all’interno di una cornice così armoniosa possa essersi consumata l’ennesima tragedia sul lavoro. Eppure, è dentro questo quadro dipinto dalla natura che ieri pomeriggio ha perso la vita un operaio agricolo di 58 anni rimasto schiacciato dal trattore che stava guidando. La vittima si chiamava Alexandru Marcinean, era di nazionalità romena. L’uomo lavorava come dipendente della cooperativa agricola Co.Se.A., con sede a Brescia. Era impegnato con altri operai, tra cui il fratello, a sistemare un’oliveta nelle campagne di Vinci.

L’incidente mortale è avvenuto intorno alle 14.30 nei pressi di via Campagliana, in un punto impervio, dove il campo è particolarmente in pendenza. A quanto appreso, l’operaio si trovava alla guida del trattore quando, per cause in fase di accertamento, il mezzo è finito sotto sopra e il corpo del 58enne è rimasto incastrato e compresso sotto il peso della macchina agricola.

Gli schiacciati dal trattore ieri nelle province di Oristano e Arezzo. ma questa terribile strage non interessa chi dovrebbe occuparsene e a larga parte degli italiani che pensano che sia una situazione che a loro non interessa e si sente al sicuro, mentre se non vivono di rendita la strage potrebbe colpire anche loro, anche l’itinere, se si va a lavorare con un mezzo. 

13 Maggio 2023

Grave incidente sul lavoro, due operai volano da ponteggio sulla A19, uno è morto

Muore un operaio
Il grave incidente sul lavoro si è consumato lungo l’autostrada A19 Palermo-Catania, all’altezza di Enna, dove due operai sono precipitati da un ponteggio, da un’altezza di circa 5 metri. La centrale operativa del 118 di Caltanissetta ha inviato l’elisoccorso.

Poco dopo le ore 13 si è verificato un incidente presso il cantiere finalizzato alla manutenzione straordinaria delle pile della carreggiata in direzione Catania del viadotto Mulini.

Per motivi in fase di accertamento, durante la fase di montaggio della passerella del ponteggio mobile si è verificato il distacco della stessa, che è precipitata al suolo.

Processo Eternit

“Amianto e mesotelioma: tutti innocenti?”

A Roma un convegno che controbatte alle tesi difensive

Venerdì mattina, a partire dalle ore 10, la Sala Capitolare del convento di Santa Maria sopra Minerva a Roma ospiterà il convegno “Amianto e mesotelioma: tutti innocenti?”. Il simposio si occuperà, come recita il sottotitolo, di “aspetti biologici ed epidemiologici dell’esposizione ad amianto e conseguenze giuridiche”. Il convegno è organizzato su iniziativa della senatrice Tatjana Rojc (Pd).

Anticipa il comitato organizzatore: «Nonostante la certezza dell’esposizione di lavoratori e cittadini, i dirigenti delle grandi aziende vengono assolti in cassazione dalle accuse per migliaia di decessi causati dall’amianto. Discutiamo le motivazioni d’inversione di una giurisprudenza che sembrava consolidata esponendo le evidenze biologiche ed epidemiologiche delle malattie asbesto-correlate la cui confutazione in tribunale porta alle assoluzioni: la teoria multistadio per lo sviluppo della cancerogenesi, il ruolo del rapporto dose/incidenza fra esposizione all’amianto e insorgenza delle malattie, il significato del concetto di induzione dei tumori asbesto correlati, l’estensione delle leggi dell’epidemiologia al caso singolo». Scopo del convegno è «verificare se davvero permangono opinioni scientifiche divergenti su questi argomenti e quale peso esse abbiano nei tribunali dove sono proposte come controverse e nel giudizio prevalente della comunità scientifica dove, in assenza di conflitto di interesse, sono ampiamente condivise». Si tratta, dunque, di un incontro direttamente finalizzato a controbattere alle posizioni difensive di Eternit.

Tra i relatori della sessione pomeridiana figurano anche la presidente di Afeva Giuliana Busto, l’avvocato Laura Mara (legale di Medicina Democratica e patrono di parte civile nel processo Eternit-bis a Novara), Edoardo Bai (medico consulente di parte civile all’Eternit-bis), Alessia Angelini (ingegnere chimico consulente della Procura nel processo Eternit-bis a Novara).

Risarcimento

Respiravano amianto in fabbrica Ora la pensione è più pesante

Il “risarcimento” a tre ex operai di quelle che erano le officine ferroviarie di Costa Masnaga

Nella foto una bonifica C’è poi il caso della vecchia fabbrica lariana di lampadine Leuci, dove erano 800 i lavoratori soprattutto donne
Nella foto una bonifica C’è poi il caso della vecchia fabbrica lariana di lampadine Leuci, dove erano 800 i lavoratori soprattutto donne

Nella foto una bonifica C’è poi il caso della vecchia fabbrica lariana di lampadine Leuci, dove erano 800 i lavoratori soprattutto donne

Hanno lavorato per anni a loro insaputa in un ambiente infestato di amianto. Per questo tre ex operai di quelle che erano le officine ferroviarie di Costa Masnaga riceveranno una pensione più alta. Lo prevede la legge, in base alla quale ai lavoratori che sono stati esposti per all’amianto spettano alcuni benefici pensionistici. Poiché sono a riposo ormai da tempo la loro pensione dovrà essere adesso ricalcolata e rivalutata.

Per ottenere il riconoscimento di ciò che è un loro diritto le tre ex tute blu hanno dovuto però fare causa all’Inps. Ad assisterli durante la causa è stato l’avvocato Roberto Molteni, che aveva già vinto una prima vertenza nel 2019. “La battaglia legale è cominciata nel 2010-2011 – ha spiegato l’avvocato –. I primi ricorso in tribunale a Lecco e in Corte d’Appello a Milano sono stati persi, fino a che nel 2019 abbiamo ottenuto un’importante sentenza in Cassazione”. È stato un verdetto che ha fatto e sta facendo scuola: “Altri lavoratori tra cui i tre che hanno vinto l’ultima causa hanno potuto beneficiare di questo beneficio contributivo. Viene riconosciuto che avendo loro lavorato per oltre 10 anni in un ambiente esposto all’amianto con un’esposizione oltre la soglia di 100 fibre per litro d’aria e quindi in un ambiente pericoloso, hanno diritto al riconoscimento di una maggiore contribuzione”. Chi ad esempio è andato in pensione con 35 anni di anzianità di servizio è come se fosse andato in pensione con 40. Ad emettere il pronunciamento è stata la giudice del tribunale del lavoro Federica Trovò. L’avvocato Roberto Molteni è anche membro del Comitato legale del Gam di Lecco, il Gruppo aiuto mesoteliama, fondato da Cinzia Manzoni, con cui oggi è a Roma per un convegno sul tema al Senato. Insieme stanno inoltre portando avanti un’altra causa analoga anche per i lavoratori dell’ex Leuci, la vecchia fabbrica di lampadine di Lecco, dove 800 lavoratori, soprattutto donne, hanno lavorato in uno stabilimento saturo di amianto senza alcuna protezione. Daniele De Salvo

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Amianto in discarica

CREMA. IL CASO

CRONACA

«Amianto e rifiuti interrati. Bomba ecologica nell’ex cava Alberti»

11 MAGGIO 2022 – 05:25«Amianto e rifiuti interrati. Bomba ecologica nell'ex cava Alberti»

Una veduta dall’alto della ex cava Alberti

CREMA – Firmato il preliminare di acquisto da parte del Parco del Serio, arrivano al pettine i primi nodi nell’area della ex cava Alberti a Santa Maria.

Rifiuti solidi urbani, fusti contenenti sostanze non identificate e amianto. Questo, secondo l’esposto presentato nei giorni scorsi alla stazione carabinieri forestali da Ettore Aschedamini, 61enne residente a Pianengo, conterrebbe l’area, che di recente è stata aggiudicata all’asta ad un privato, che ha concordato di cederne circa il 90% al Parco.

In tre ore e mezza di deposizione, Aschedamini ha raccontato ai carabinieri quanto di sua conoscenza, relativamente a questa zona naturalistica posta lungo il fiume Serio: 40 ettari complessivi contenenti due laghetti dai quali veniva estratta la ghiaia. Su una porzione rilevante, come detto, c’è l’interesse del Parco del Serio, che nelle scorse settimane ne ha deliberato l’acquisto, attraverso l’assemblea dei sindaci, e entro fine giugno andrà al rogito.

«La ex cava Alberti — afferma Aschedamini — è stata pubblicizzata come un sito di enorme interesse naturalistico. Non è così. Nel 2009, mi sono interessato per realizzare un campo da golf su mandato di una società. Lo studio di fattibilità era stato eseguito da un’impresa tedesca, della quale conservo la relazione. Furono fatti rilievi, analisi del terreno e dell’acqua, sopralluoghi con un drone, che avevano portato alla luce la presenza di rifiuti di vario genere. Il risultato era stato che per bonificare quell’area sarebbero serviti 1,5 milioni di euro».

Il campo da golf dunque non si fece. «Per due motivi — prosegue Aschedamini —: gli elevati costi di bonifica e la contrarietà dell’amministrazione comunale». Nell’esposto, il racconto sullo stato dei luoghi risulta dettagliato, ancorché da verificare sul campo. «Sotto uno strato di 30-40 centimetri di terra, ci sono dai sette ai dieci metri di rifiuti solidi urbani. Quando piove, non essendo lo strato impermeabilizzato, l’acqua va a contaminare la falda sotterranea ed i confinanti laghetti artificiali della ex cava».

Ma non è tutto. «Davanti a uno dei due laghetti — aggiunge Aschedamini — ci sono 25 mila metri cubi di terra che, prima del fallimento della ditta Alberti, sarebbero dovuti servire per aumentare lo strato di copertura de rifiuti che, a differenza di quanto avviene oggi, non sono compattati. Dico inoltre che a nord della ex cava Alberti esiste un’altra discarica».

Dopo aver presentato l’esposto, Aschedamini si è mosso anche in altre sedi. «Ho contattato gli assessorati regionali all’Ambiente e all’Agricoltura, per metterli al corrente della situazione. Sulla base della mia segnalazione verranno fatte delle verifiche: carotaggi del terreno e indagini sull’acqua dei laghetti. Spero che il Parco del Serio non voglia acquistare quest’area senza un progetto di bonifica».

Un altro Mondo senza Amianto è possibile