AMIANTO:Marina Bis sentenza di appello

Marina, condannati 4 ex ammiragli per la morte di 6 militari esposti per anni alla fibra dell’amianto: “Sentenza storica

Ribaltata la sentenza di primo grado, la Corte d’Appello di Venezia li ha ritenuti colpevoli di non aver provveduto a proteggere la salute dei lavoratori, esposti per anni sulle navi militari alla fibra dell’amianto senza le necessarie misure di sicurezza e senza averli informati dei rischi cui erano sottoposti

Sono stati ritenuti responsabili della morte per mesotelioma di 6 militari in servizio a bordo di navi della Marina Militare cariche di amianto. Per questa ragione la terza Sezione della Corte di Appello di Venezia ha condannato 4 ex ammiragli ritenuti colpevoli di non aver provveduto a proteggere la salute dei lavoratori, esposti per anni sulle navi militari proprio alla fibra dell’amianto senza le necessarie misure di sicurezza e senza averli informati dei rischi cui erano sottoposti.

Le condanne – E’ stata così ribaltata in secondo grado la sentenza di assoluzione pronunciata dal Tribunale di Padova del cosiddetto processo “Marina bis“. Gli imputati erano accusati di omicidio colposo. Agostino Di Donna è stato condannato a 2 anni di reclusione, Angelo Mariani e Guido Venturoni a un anno e 6 mesi, Sergio Natalicchio a un anno. Tutti, in solido al responsabile civile Ministero della Difesa, sono stati condannati al risarcimento dei danni a favore delle parti civili costituite, con una provvisionale di 50.000 euro a erede. I militari sono morti per mesotelioma e patologie asbesto correlate.

Militare morto per le conseguenze dell’esposizione all’amianto: condanne in appello per omicidio colposo

Francesco Paolo Sorgente, di Vasto, era capitano di Vascello del Genio Navale. Dopo tre anni di battaglie processuali si è concluso il processo di appello “Marina bis”

Era il 25 gennaio 2009 quando Francesco Paolo Sorgente, capitano di Vascello del Genio Navale, morì a Vasto per una tremenda patologia correlata all’esposizione all’amianto.

Sorgente aveva 65 anni, ed era stato in servizio nella Marina Militare dal 12 marzo 1968 fino al 30 gennaio 2000: nello svolgimento delle sue funzioni era stato professionalmente esposto a polveri e fibre di amianto. Si ammalò gravemente e morì dopo una lunga sofferenza.

Nel tardo pomeriggio di ieri, dopo tre anni di battaglie processuali, si è concluso il processo di appello “Marina bis”, che ha visto imputate sei persone, tutte accusate di omicidio colposo per la morte di 11 appartenenti alla Marina Militare, fra cui il vastese Francesco Paolo Sorgente, che durante il servizio hanno respirato amianto nelle unità navali. Gli imputati dovranno pagare anche una provvisionale immediatamente esecutiva pari a 50 mila euro ad erede.

La III sezione della Corte di Appello di Venezia, presieduta dalla dottoressa Patrizia Vincenzina Montuori, ha riformato parzialmente la sentenza di assoluzione pronunciata dal tribunale di Padova e ha riconosciuto la penale responsabilità in merito alla morte delle vittime dell’amianto in Marina. È stata quindi emessa la condanna per il reato previsto di omicidio colposo anche in danno di Sorgente, i cui eredi sono stati rappresentati e difesi dall’avvocato Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale Amianto.

Decisiva la super perizia disposta dalla stessa Corte di Appello, su richiesta delle parti civili, che ha confermato e ribadito la sussistenza di un rapporto causale tra l’esposizione patita da ogni singolo lavoratore e l’insorgenza della relativa malattia, nonché l’altissima concentrazione di polveri e fibre di amianto inalate dai Marinai. “Giustizia è fatta per la famiglia Sorgente, e la Marina affonda sull’amianto – il commento dell’avvocato Bonanni – . Continueremo a sollecitare le bonifiche, la messa in sicurezza delle nostre unità navali, la tutela giuridica, anche con risarcimenti, senza la necessità, speriamo, di dover sempre ricorrere all’autorità giudiziaria”. 

22 Giugno 2022

Verona, terzo morto sul lavoro in 24 ore: artigiano precipita da un muretto

L’uomo stava sistemando una cinta di contenimento, è volato da un’altezza di 5 metri.

Terza vittima sul lavoro in 24 ore, nel Veronese. Tragedia sul lavoro poco prima delle 11 a Brenzone, sul lago di Garda, dove uno storico artigiano residente in zona ha perso la vita, mentre era intento a compiere dei lavori di ristrutturazione all’interno di una casa vacanze di proprietà di cittadini tedeschi, in via San Benedetto. Giacomo Perotti, 65enne molto conosciuto in zona proprio per la sua attività di una vita sugli edifici antichi e sul patrimonio storico e paesaggistico di Brenzone, pare che stesse lavorando su un muretto di contenimento, quando, per cause e dinamica in corso di accertamento, sarebbe precipitato nel vaio sottostante da un’altezza di circa 5 metri morendo sul colpo.

Incidente sul lavoro a Nova Siri, morto un operaio 53enne

E’ caduto da un’impalcatura

ANSA) – MATERA, 22 GIU – A causa di una caduta da un’impalcatura, un operaio di 53 anni è morto stamani a Nova Siri (Matera).

Secondo quanto si è appreso, l’uomo era impegnato nei lavori di ristrutturazione di uno stabile.


    Accertamenti sulla dinamica dell’incidente sono in corso da parte delle forze dell’ordine. (ANSA).

Morte sul lavoro, operaio di 54 anni precipita da 15 metri alla Choncimer di San Severino Marche

SAN SEVERINO – Morte sul lavoro questa mattina alla Choncimer di San Severino, storica azienda di fertilizzanti con sede in località RocchettaLoayza Palomino Grimaldo, operaio di 54 anni di origini peruviane, stava effettuando dei lavori sul tetto quando, per cause in corso di accertamento, è precipitato da un’altezza di circa 15 metri ed è morto. Secondo le prime ipotesi l’uomo, che si trovava sul tetto per sistemare l’impianto fotovoltaico dell’azienda, sarebbe caduto nel vuoto dopo essere passato sopra un lucernaio di plexiglass. Sul posto sono intervenuti il 118, i carabinieri della locale stazione e gli ispettori dello Spsal dell’Asur.

Precipita da tetto capannone, morto operaio 54enne


   

21 Giugno 2022

Colpito da una matassa di ferro mentre si trova al lavoro: morto un operaio

Il drammatico incidente mortale si è consumato a Legnago, nella mattinata di martedì. Inutile l’intervento del personale del 118, arrivato sul posto con ambulanza ed elicottero

Un altro tragico incidente sul lavoro si è verificato nella mattinata di martedì, dopo quello avvenuto nelle campagne di Fumane e costato la vita ad un 26enne
Intorno alle ore 10.30, un operaio è stato colpito da un oggetto caduto dall’alto, mentre si trovava al lavoro presso un’azienda che lavora il ferro, situata via Padana Inferiore Est, a Legnago: una matassa di ferro cha stava per essere scaricata da un veicolo gli sarebbe caduta sopra, per cause in fase di accertamento
Lanciato l’allarme, sul posto si è precipitato il personale del 118 con ambulanza ed elicottero, ma purtroppo per il 52enne non ci sarebbe stato nulla da fare ed è morto. Sul luogo dell’incidente anche i carabinieri e lo Spisal. 

Morto a 26 anni travolto dal trattore a Fumane: la vittima è Marco Accordini.

E’ morto a 26 anni, travolto dal trattore sul quale stava lavorando a Mazzurega di Fumane, in località La Ca‘: la giovane vittima è Marco Accordinifiglio di Daniele Accordinidirettore della Cantina Valpolicella Negrar. Il ragazzo è stato investito e travolto dal mezzo agricolo, e i soccorsi, una volta giunti sul posto, non hanno potuto fare niente per salvarlo.

Incidente sul lavoro a Lecce: morto un operaio 72enne

Caduto da un’altezza di circa cinque metri

ANSA) – LECCE, 21 GIU – Un operaio di 72 anni, Donato Marti, originario di Avetrana (Taranto), è morto stamani a Lecce dove era impegnato in alcuni lavori di ristrutturazione di un immobile in via Parini, nei pressi del cuore commerciale della città Secondo i primi rilievi, sembra che l’uomo, per cause da accertare, sia caduto da un’altezza di circa cinque metri mentre insieme ad altri operai era impegnato ad installare un montacarichi.

Il 118 ha trasportato l’uomo all’ospedale Vito Fazzi dove però è morto poco dopo Sul posto per i rilievi gli agenti delle volanti e gli ispettori dello Spesal.

La Procura di Lecce ha aperto un’inchiesta. (ANSA).

Città della Pieve, morto operaio al lavoro sulla linea ferroviaria: è stato travolto dal treno

Incidente sul lavoro nel Pievese. In località Ponticelli un operaio che è stava lavorando sulle canaline a lato della linea ferroviaria – quella “lenta” – è stato travolto dal treno in transito ed è morto. Sul posto è intervenuta la squadra dei Vigili del Fuoco di Città della Pieve e un’altra squadra a supporto dalla sede centrale di Perugia

AMIANTO: RISARCIMENTI

Morì per l’amianto: risarcimento da 1,4 milioni alla famiglia di un ex operaio Pignone

Massa, sentenza del giudice del lavoro su un decesso per mesotelioma 17 GIUGNO 2022

MASSA. Un milione e 470mila euro da risarcire ad una famiglia apuana, l’ennesima, che perse un proprio caro per l’amianto. L’uomo morì per aver lavorato da operaio siderurgico tutta una vita e la sentenza del giudice del lavoro Augusto Lama riconosce agli eredi le cause di una morte per malattia “da lavoro”.

Il ricorso davanti al giudice del lavoro fu portato avanti dai famigliari, dopo la sua morte il nel dicembre 2021: era un operaio della Nuovo Pignone, nella sede di Massa, con specifiche mansioni di saldatore, nel reparto che produceva reattori, scambiatori di calore e serbatoi. Lavorò al Pignone ininterrottamente per 22 anni, dal 1963 al 1985, 8 ore al giorno e per il giudice la morte è relativa conseguenza di una “accertata esposizione a materiali contenenti amianto”.

Morto per amianto nel 2017, Ministero della Difesa condannato a risarcire la famiglia

La sentenza del Tribunale del Lavoro della Spezia arriva 5 anni dopo l’accaduto, quando un operaio morì a causa dell’amianto di cui era rivestito il luogo di lavoro

LA SPEZIA – La sentenza è arrivata quasi 5 anni dopo dalla tragedia. Il Tribunale della Spezia, lo scorso 3 giugno, ha condannato il Ministero della Difesa a 100mila euro di risarcimento alla famiglia di un uomo che, dopo un anno di agonia, è morto nell’ottobre del 2017 a causa di mesotelioma pleurico, provocato dal contatto con amianto presso il luogo dove lavorava.

L’uomo era stato un dipendente civile al Maricommi della Spezia dal 1958 al 1994 come tuttofare. Il luogo dove si recava a lavorare era imperniato di amianto, nei pannelli, nei quadri elettrici, nelle canne fumarie e nelle caldaie. Secondo le testimonianze, il locale adibito a panificio della Marina Militare, nel quale aveva svolto la sua attività con regolare frequenza, era rivestito di amianto e che, per la manutenzione, occorreva entrare addirittura dentro il corpo del forno, sempre rivestito d’amianto. In aggiunta, le protezioni di cui disponeva non erano assolutamente adeguate, visto che si limitavano ad un paio di guanti ed a degli occhiali protettivi.

Proprio l’assenza di difese è stata uno degli elementi di colposita’ emersi a carico del datore di lavoro. Il Giudice ha infatti dichiarato come il Ministero non abbia saputo indicare, nel procedimento, nessun accorgimento concreto preso per salvaguardare lui e gli altri dipendenti, come avrebbe dovuto invece fare, per andare esente da colpe; né di aver provveduto all’aspirazione di “polveri nocive”, elemento definito dall’articolo 21 del dpr 303 del 1956, in ambienti lavorativi. Una mancanza di scelte in un quadro che già dal primo ‘900 rendeva chiaro, secondo il giudice, come la presenza nei luoghi di lavoro dell’amianto dovesse essere sottoposta a particolari cautele (R.D. n. 442/1909 articolo 29, tabella B, n° 12) perché insalubre e pericolosa.

Nel dicembre 2016 l’uomo si era recato al pronto soccorso per dispnea, la cosiddetta fame d’aria. Gli accertamenti clinici avevano portato alla diagnosi di mesotelioma pleurico maligno, di cui sarebbe morto ad ottobre 2017.

Il caso è ancora pendente al Tribunale a Genova, con udienza fissata a settembre prossimo. La richiesta di risarcimento è superiore al milione di euro.

L’avvocato Elisa Ferrarello, legale della famiglia, commenta così: “Siamo profondamente soddisfatti del risultato ottenuto in poco più di due anni, in piena pandemia. Il ricorso introduttivo era stato depositato infatti al Tribunale della Spezia appena il 15 Gennaio 2020 e la sentenza è arrivata il 3 Giugno 2022. E però c’è ancora molto da fare per chi ha lavorato, esposto ad amianto, essendo, come sappiamo, previsto il picco delle patologie asbesto-correlate proprio in questi anni”

AMIANTO ASSASSINO

La Spezia, addio al maresciallo Tommaso Mannucci: un’altra vittima dell’amianto

La ragione dei numerosi casi spezzini di asbestosi e mesotelioma pleurico risiede nel lavoro. Sia nel comparto civile che nel militare

La Spezia – «Con profondo dolore, salutiamo anche il maresciallo elettricista Tommaso Mannucci. È la nostra ennesima vittima dell’amianto. È l’ennesima vittima innocente di una tragedia ignorata colpevolmente per anni. E ancora oggi sottovalutata da molti».

Pietro Serarcangeli, fondatore e presidente dell’associazione spezzina Afea, ancora una volta è stato costretto a salutare un associato che non c’è più.

Amianto, ex operaio Isochimica denuncia: “Ancora un morto ma noi soli”

Carlo Sessa, ex operaio dell’Isochimica di Avellino denuncia lo stallo “politico e istituzionale” sui risarcimenti agli ex scoibentatori di amianto dell’azienda, stabiliti nella sentenza di primo grado del processo che ha condannato a dieci anni di reclusione i responsabili della sicurezza della fabbrica e di due ex funzionari di Ferrovie dello Stato

“Ancora più soli e ancora senza giustizia”. Carlo Sessa, ex operaio dell’Isochimica di Avellino denuncia lo stallo “politico e istituzionale” sui risarcimenti agli ex scoibentatori di amianto dell’azienda, stabiliti nella sentenza di primo grado del processo che ha condannato a dieci anni di reclusione i responsabili della sicurezza della fabbrica di Borgo ferrovia e di due ex funzionari di Ferrovie

L’Isochimica uccide ancora. “Addio a Giovanni ennesima vittima dell’amianto”

Avellino, la fabbrica killer e le vittime dell’amianto

“Isochimica, fabbrica killer, miete l’ennesima vittima”, afferma Tony Della Pia, del Partito di Rifondazione Comunista.

“Un altro padre di famiglia che lascia i suoi affetti perché colpito da mesotelioma pleurico, diretta conseguenza dell’esposizione all’amianto. La sentenza di primo grado ha parzialmente sancito cause e responsabilità, tuttavia gli ex lavoratori e le loro famiglie, dopo circa quaranta anni di denunce e lotte attendono ancora il dovuto risarcimento per i danni subiti. In un certo senso è immorale costringerli a intraprendere ulteriori iter giudiziari, anche in sede civile, per ottenere un minimo di giustizia che sicuramente non riconsegnerà le vite spezzate e neanche la salute per sempre compromessa. Condoglianze agli amici e alla famiglia di Giovanni”, conclude. 

19 Giugno 2022

CRONACANETTUNO

Incidente sul lavoro: schiacciato da un muletto, morto operaio di 32 anni

La vittima era residente a Nettuno. Accertamenti da parte dei carabinieri

Incidente sul lavoro ad Aprilia, costato la vita ad un giovane operaio di Nettuno di 32 anni. Come riporta LatinaToday, la tragedia si è consumata sabato 18 giugno.  Scattato l’allarme sono intervenuti i sanitari del 118, ma purtroppo per il ragazzo non c’è stato nulla da fare, i soccorsi sono stati inutili. Sul posto, in un’azienda che si trova sulla Pontina, sono intervenuti anche i carabinieri della Stazione di Aprilia insieme allo Spresal di Latina.

Secondo una primissima ricostruzione il 32enne originario di Nettuno, S.T., è rimasto schiacciato da un muletto che stava guidando e che si è ribaltato; l’incidente da quanto si apprende è avvenuto mentre l’operaio, che lavorava per una ditta di Aprilia, era impegnato nelle fasi di trasporto merci. 

18 Giugno 2022

Bolzano: operaio 22enne precipita per 4 metri in un cantiere, è grave

Il ragazzo è caduto dal balcone di una casa in costruzione finendo sul suolo ricoperto da una lastra di cemento. E’ subito stato soccorso dalla Croce bianca e poi è stato stato portato all’ospedale di Bolzano con l’elicottero di emergenza

Un grave incidente sul lavoro si è verificato verso le 8.30 di questa mattina in un cantiere edile a Sesto, in Val Pusteria nella provincia autonoma di Bolzano. Un ragazzo di 22 anni è caduto dal balcone di una casa in costruzione, precipitando per circa 4 metri e finendo sul suolo ricoperto da una lastra di cemento. 

E’ subito stato soccorso dalla Croce bianca e, dopo le prime cure, è stato portato all’ospedale di Bolzano con l’elicottero di emergenza Pelikan 2. I carabinieri hanno aperto indagini sulle cause dell’incidente.

16 Giugno 2022

Incidenti sul lavoro: morto operaio in una centrale elettrica della Calabria

Un dipendente di una ditta esterna che lavora in appalto nella Centrale a biomasse del Mercure di Laino Borgo (Cosenza) e’ morto, per cause che sono in corso di accertamento, in seguito a un incidente sul lavoro. L’incidente si e’ verificato durante un fermo per un servizio di manutenzione. Sull’accaduto indaga la Procura di Castrovillari

Incidente sul lavoro: morto in Calabria un 35enne

un operaio 35enne di origini africane, Armel Dabrè, da anni residente a Mesagne, è morto oggi, 16 giugno, a seguito di un incidente sul lavoro a Laino Borgo, in Calabria, dove era impegnato, in trasferta, presso la centrale di produzione da biomasse del Mercure.
Sono in corso di accertamento le cause che hanno portato all’incidente.

Armel, ribattezzato Carmelo a Mesagne, era arrivato nella cittadina in provincia di Brindisi nel 2009 e si era subito integrato con la comunità lavorando in diverse aziende.

Tir carico di residui di acciaieria si ribalta in Valle d’Aosta, muore camionista padre di due figlie

Un tir che trasportava residui industriali della Cogne Acciai si è ribaltato questa mattina ed è precipitato dal ponte, a Pontey, in val d’Aosta. Il tir si è schiantato contro la il greto della Dora, l’autista è morto nell’abitacolo accartocciato dall’urto.

La vittima si chiamava Pasqualino Stranges, aveva 46 anni e viveva a Quart. I vigili del fuoco e il soccorso alpino hanno dovuto estrarlo dalle lamiere: ogni tentativo di rianimarlo è stato inutile.  Sulla dinamica dell’incidente indagano i carabinieri. L’autista era diretto al centro per smaltire i rifiuti dell’acciaieria: sul ponte che collega la statale al paese ha perso il controllo del mezzo, è finito contro il guardrail, lo ha sfondato ed è finito sull’argine del fiume.  L’autista aveva una moglie e due figlie. C’è anche l’ipotesi che sia stato colto da un malore.

Amianto:Cantieri navali Monfalcone

Amianto, verso l’ok al nuovo processo per altri 89 morti e due malati in 8 anni

La Procura riunisce 91 casi di mesoteliomi e neoplasie che riguardano il periodo tra il 2012 e il 2020. Avviso di conclusione indagini notificata soltanto a due degli ex dirigenti del cantiere ancora in vita

GORIZIA La Procura di Gorizia ha concluso le indagini preliminari in relazione a 91 casi complessivi di decessi e malattie correlate ad esposizione professionale all’amianto, nell’ambito del cantiere navale di Monfalcone. In particolare sono 89 persone offese, ex lavoratori deceduti, nel periodo tra il 2012 e il 2020 per mesoteliomi e neoplasie polmonari, e due casi di lesioni personali, mesoteliomi, in persone ancora in vita.

AMIANTO:Commissione d’inchiesta

Amianto: ok dalla Affari sociali a commissione d’inchiesta

Stumpo (Leu), voto a unanimità, spero in Aula il prima possibile

ANSA) – ROMA, 15 GIU – Ha avuto oggi il via libera della Commissione Affari Sociali della Camera la proposta di legge per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’uso dell’amianto e sulla bonifica dei siti contaminati.

“Si tratta – spiega all’ANSA il relatore Nicola Stumpo (Leu) – di una commissione monocamerale, strumento che consente di approvare il provvedimento in una sola Camera visti i tempi stretti dovuti alla prossima fine della legislatura, che farà un’attenta analisi sui dati disponibili”.


    Il testo, che è stato approvato all’unanimità, prosegue Stumpo, “andrà ora all’esame delle commissioni competenti, i cui pareri dovrebbero arrivare la prossima settimana. Ci auguriamo quindi una discussione e un’approvazione in Aula nel minor tempo possibile, vista la rilevanza dell’argomento”.
    Il testo, che vede come primo firmatario Federico Fornaro, capogruppo di Leu a Montecitorio, consta di 5 articoli, conclude Stumpo, “e mira a portare alla luce le cause di natura politica, ambientale, sociale, economica e giudiziaria che hanno impedito, in tutti questi anni, di affrontare in modo efficace la rimozione dei materiali contenenti amianto”. Per farlo, la Commissione potrà avvalersi dell’opera di agenti e di ufficiali di polizia giudiziaria e di tutte le collaborazioni che ritenga necessarie.
    L’Italia è stata il secondo Paese produttore europeo e tra i principali consumatori di amianto. L’Agenzia dell’Organizzazione mondiale della sanità per la ricerca sul cancro (IARC) classifica questo materiale, ampiamente utilizzato per diversi usi, come cancerogeno per l’uomo, in quanto in grado di provocare tumori della pleura, del polmone, della laringe e dell’ovaio. (ANSA).

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’uso dell’amianto e sulla bonifica dei siti contaminati

Un altro Mondo senza Amianto è possibile