8 Gennaio

Incidente mortale sul lavoro, muore un 51enne

L’uomo è caduto dal tetto di un capannone a causa di un cedimento da un’altezza di circa 5 metri

TRESCORE CREMASCO – Incidente mortale sul lavoro oggi alle 14,30 alla carrozzeria Nichetti e Pertusi, di viale Risorgimento 19, lungo la provinciale Melotta. A perdere la vita Carmelo Longhitano51enne residente nel bresciano e titolare della Edil Cm di Roccafranca: è caduto dal tetto del capannone che doveva riparare, da un’altezza di circa cinque metri. L’imprenditore non è morto sul colpo, ma le sue condizioni sono sembrate immediatamente gravissime.

Il medico del 118 e il personale sanitario del servizio di emergenza della Croce Rossa hanno tentato di rianimarlo. Purtroppo non c’è stato nulla da fare. Inizialmente era stato richiesto anche il supporto dell’eliambulanza, che poi è stata fatta rientrare. L’elicottero non è nemmeno atterrato. Da quanto è emerso dalle prime verifiche degli ispettori del lavoro dell’Ats e dei carabinieri di Romanengo, il 51enne e gli operai avevano già posizionato le ringhiere di sicurezza lungo i bordi del tetto su cui avrebbero dovuto lavorare. A quel punto il 51enne è salito tramite una scala posizionata all’esterno della struttura, proprio per verificare le condizioni della copertura, composta da pannelli di coibentazione legati tra loro. Poi uno di questi ha ceduto e l’artigiano è volato di sotto.

Schiacciato da macchinario, 66 enne subisce amputazione gamba

Incidente nel Veronese

Un operaio di 66 anni è rimasto gravemente ferito in un incidente sul lavoro in un’azienda a Cason del Chievo, frazione di Verona.

L’uomo, per cause in corso di accertamento da parte degli ispettori dello Spisal dell’Ulss 9 Scaligera e dei Carabinieri, è rimasto schiacciato da un macchinario ed ha subito un gravissimo trauma, con l’amputazione di una gamba.

7 Gennaio

Capannori, muore nella cartiera per un malore

La vittima è un 52enne trovato senza vita all’interno di un capannone industriale

Capannori (Lucca), 7 gennaio 2025 – Ancora una morte sul lavoro: stavolta è successo a Lunata (comune di Capannori) dove un 52enne è stato trovato senza vita all’interno dello stabilimento della cartiera Smurfit Kappa in via Pesciatina. Secondo le prime risultanze la morte sarebbe avvenuta per un malore e non per una caduta dall’alto come ipotizzato in precedenza.

Tragedia sul lavoro: muore d’infarto autista di 55 anni

Tragedia al capolinea del bus 12 in corso Vittorio Emanuele II, vicino alla stazione di Porta NuovaValeria Piovano, autista di 55 anni del Gruppo Torinese Trasporti (GTT), è deceduta martedì 7 gennaio 2025 a causa di un infarto improvviso mentre era in servizio. Nonostante i tentativi di rianimazione da parte dei passeggeri, per Valeria non c’è stato nulla da fare.

Valeria Piovano, dipendente del GTT dal 2008 presso il deposito del Gerbido, era conosciuta e apprezzata per la sua dedizione e professionalità. Pur non avendo una famiglia propria, era molto legata ai colleghi e agli amici, che oggi la ricordano con affetto e sgomento

Imprenditore 55enne cade da 6 metri e muore nella Bergamasca

Precipitato dalle benne di un muletto a Clusone

Infortunio sul lavoro mortale questa mattina a Clusone, in provincia di Bergamo: un imprenditore edile di 55 anni è morto cadendo dalle benne di un muletto utilizzato – come ricostruito dai carabinieri – per raggiungere una parete di muro che stava pulendo nel cortile di una ditta di via Abricci.
    L’uomo, che abitava a Clusone ed era titolare di una ditta di pavimentazioni stradali, ha fatto un volo di circa 6 metri.

I soccorsi del 118 sono stati vani.


Amianto:Sentenze

Amianto nei nastri della fabbrica, risarcita la famiglia di un operaio spezzino

Il tribunale di Genova ha condannato Ansaldo Energia Spa al risarcimento da 620mila euro in favore della vedova e della figlia dell’elettricista scomparsoGian Paolo Battini

Operaio foggiano morto per l’amianto: Rfi condannata a risarcire 1,3 milioni di euro ai familiari

Amianto nelle Ferrovie dello Stato: il Tribunale di Roma condanna RFI al risarcimento di 850mila euro per la morte di un operaio foggiano. Alla famiglia andrà una liquidazione complessiva di 1 milione e 300mila euro

n esito giudiziario “apripista” di grande rilevanza, quello di un uomo esposto all’amianto mentre era alle dipendenze di Rfi presso le Officine Grandi Riparazioni di Foggia, deceduto per un mesotelioma epitelioide. Il Tribunale di Roma ha emesso una ulteriore condanna che determina una liquidazione del danno da lutto di circa 850mila euro, oltre interessi, per le sofferenze subite dalla vedova e, che nel frattempo è deceduta, e dai due figli orfani dell’operaio.

Una somma che si aggiunge alla quella determinata nella precedente sentenza della Corte di Appello di Roma di circa 200mila euro per il risarcimento del danno diretto del ferroviere che, con il calcolo della rivalutazione e degli interessi legali, raggiunge un importo complessivo di un milione e trecentomila euro.

Nel caso specifico, il dipendente ha prestato servizio in Rfi dal 1969 al 1971 con mansioni di operaio qualificato “aggiustatore meccanico”. Si è occupato della manutenzione dei rotabili ferroviari, motori, tubazioni, cavi elettrici  respirando direttamente e indirettamente le sottilissime fibre killer. I locali erano privi di aerazione, le lavorazioni venivano eseguite senza l’adozione di alcuna misura di sicurezza, pur essendo disponibili, sin dagli anni ’40, mascherine, tute protettive e aspiratori.

Quel che è peggio, è che venivano utilizzati dei soffiatori per togliere la polvere, che tuttavia finivano inevitabilmente per disperderla nell’aria. Nel 2006, l’operaio aveva avuto un primo versamento pleurico, e il 28 marzo 2009 è purtroppo, deceduto all’età di 68 anni, lasciando la moglie e i due figli. L’Inail aveva fin da subito accertato l’origine professionale della malattia e costituito in favore della vedova la rendita ai superstiti. 

La famiglia dell’uomo, assistita dagli avvocati Ezio Bonanni, presidente Osservatorio Nazionale Amianto, e Daniela Lucia Cataldo, aveva quindi presentato ricorso al Tribunale di Roma per ottenere il risarcimento di tutti i danni, patrimoniali e non patrimoniali. Ma nonostante l’Ona avesse già ottenuto altre condanna delle Ferrovie (qui un altro caso analogo nel Foggiano), nel caso di specie l’azienda aveva contestato la pretesa, spiegando che: “solo a partire dalla metà degli anni ’70 vi è stata la presa di coscienza circa la pericolosità della esposizione a fibre in amianto”.

In primo grado, la giudice del Tribunale di Roma Antonella Casoli, basandosi su un’ampia letteratura medico scientifica, la magistratura aveva tuttavia respinto le eccezioni di Fs. Il Ctu nominato dal Tribunale aveva quantificato il danno biologico subito per oltre 200mila euro a beneficio dei familiari dell’operaio, oltre alla rivalutazione monetaria e agli interessi legali. Oggi, la condanna anche in secondo grado della Corte d’Appello di Roma.

“Purtroppo la storia della Officine Grande Riparazioni della Ferrovie è caratterizzata dalla strage di lavoratori per mesotelioma e altre malattie di amianto, che in qualche caso hanno colpito anche i familiari”, spiega dall’Ona. Il VII Rapporto ReNaM, infatti, ha inserito il settore dei rotabili ferroviari tra quelli che hanno riscontrato più casi di mesotelioma.  “Dopo l’ennesima e duplice pronuncia di condanna si spera che le FS, invece interporre appelli e cercare di ritardare i risarcimenti, desistano dal negare il diritto di tanti che hanno perso la vita per l’uso dell’amianto. Purtroppo – avvisa  Bonanni – il picco epidemiologico ci sarà nei prossimi anni”.

Amianto, militare morto di cancro. Il Ministero dovrà risarcire i familiari

Il Tar ha dato ragione agli eredi di un carabiniere che aveva lavorato all’aeroporto di Cervia e all’Ocra di Forlì

Era morto a 49 anni, esattamente 685 giorni dopo avere ricevuto una diagnosi di carcinoma polmonare. Una malattia professionale – secondo il Tar – maturata in uno degli anni della trentennale carriera in cui l’uomo – un carabiniere deceduto nel luglio del 1981 – aveva prestato servizio in ambienti potenzialmente contaminati da polveri di fibre di amianto: vedi Stazione carabinieri aeroporto di Cervia, posto fisso 2° Ocra di Forlì (si trattava di officine meccaniche). E poi ancora porto di Civitavecchia e aeroporto di Ciampino. Uguale a condanna del ministero della Difesa a risarcire gli eredi (la vedova e i figli) con circa 247 mila euro, detratto quanto eventualmente già riconosciuto come indennizzo. Il ministero dovrà pagare inoltre 5.363 euro di spese processuali.

La questione era stata sollevata nel 2021 dagli eredi del defunto tutelati dall’avvocato Ezio Bonanni. Nel ricorso presentato al Tar del Lazio, si chiedevano i danni patrimoniali e non per un totale di poco più di 2,4 milioni di euro in ragione della morte del militare per “causa di servizio” legata a “negligenza e imperizia” del ministero della Difesa/Arma dei Carabinieri. All’indice in particolare c’erano finite le fibre di amianto alle quali il 49enne, secondo il ricorso, era stato esposto durante il suo servizio. Nel dettaglio tra il giugno 1955 e il marzo 1957 al porto di Civitavecchia; tra il luglio 1969 al settembre 1970 aeroporto di Cervia e Ocra di Forlì; e quindi fino all’ottobre 1975 all’aeroporto di Ciampino. Perché è in special modo in porti e aeroporti che vi era una “elevata aerodispersione” di “polveri e fibre d’amianto“, materiale che veniva usato “nei ceppi freni”. E poi il militare era costretto “a lavorare in ambienti angusti” con “amianto spruzzato sulle pareti per evitare rischio incendi”. Ad aggravare il quadro, il fatto che non vi fossero “strumenti di prevenzione tecnica e protezione individuale” come “maschere respiratorie con grado di protezione P3”. Oltre a tali strumenti, il ministero avrebbe omesso di fornire le informazioni circa il rischio da amianto e la conseguente sorveglianza sanitaria: un comportamento che avrebbe quanto meno anticipato l’insorgenza del tumore e il decesso del 49enne. Le prime misure di sicurezza in favore dei militari sarebbero infatti state adottate solo nel 2000 sebbene la pericolosità dell’amianto fosse nota dagli inizi del ’900.

3 Gennaio 2025

Lamezia Terme, operaio precipita da un’impalcatura e muore: è la prima vittima sul lavoro del 2025

L’uomo si chiamava Francesco Stella e aveva 38 anni. Ancora da chiarire le cause dell’incidente

Un operaio di 38 anni è morto a Lamezia Terme dopo essere precipitato da un’impalcatura in un’azienda di profilati. L’operaio si chiamava Francesco Stella ed è la prima vittima di incidenti sul lavoro di quest’anno. Si trovava a un’altezza di circa sei metri quando, per cause in corso di accertamento, è caduto e ha sbattuto la testa. Vani i tentativi di rianimarlo del personale sanitario del 118 intervenuto sul posto. Nel luogo dell’incidente si sono recati agenti della polizia e, oltre al medico legale, è presente anche il magistrato di turno.

Bari, operaio agricolo muore travolto dal suo furgone: era sceso per aprire un cancello

L’incidente è avvenuto in contrada Riggiero, zona tra Conversano e Cozze. La vittima aveva 59 anni, è la seconda morte bianca dell’anno in Italia

Incidente mortale sul lavoro, in provincia di Bari. Un operaio agricolo di 59 anni è morto dopo essere stato travolto dall’automezzo da cui era sceso per aprire un cancello. L’incidente è avvenuto in contrada Riggiero, zona tra Conversano e Cozze.

Per l’uomo non c’è stato nulla da fare. Sul posto sono intervenuti i soccorritori del 118, i vigili del fuoco e i carabinieri. Si tratta della seconda vittima sul lavoro dell’anno dopo l’operaio deceduto a Lamezia Terme.

Amianto : Sentenze

Esposto all’amianto per 18 anni nel Poligrafico di Foggia: risarcito per malattia professionale

Amianto nell’Istituto Poligrafico di Foggia: Inail ed Inps condannate a risarcire per malattia professionale e ad adeguare posizione contributiva di un lavoratore esposto. L’uomo, affetto da placche pleuriche, è stato esposto per 18 anni ad alte concentrazioni di fibre e polveri di amianto

La Corte d’Appello di Roma ha confermato la condanna dell’Inail all’indennizzo del danno di 15mila euro per malattia professionale – placche pleuriche – dovuta all’esposizione all’amianto di un lavoratore, oggi 63enne, impiegato nello stabilimento del Poligrafico dello Stato di Foggia, per 18 anni, condannando l’Inps ad adeguare la sua posizione lavorativa con l’accredito della maggiorazione dell’1,5%.

L’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, nel periodo dell’attività professionale del ricorrente, ossia dal 1982 al 2002, era un ente pubblico economico, sottoposto alla vigilanza del Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica, poi privatizzato. Assunto come ‘perito chimico cartaio’, l’uomo ha cominciato a lavorare a 20 anni. In quel periodo la cartiera di Foggia aveva circa 1400 dipendenti e produceva carta per usi dello Stato.

Nella nota dei legali dell’osservatorio nazionale amianto viene evidenziato che la materia prima era costituita da cellulosa di paglia (proveniente da residui del grano del Tavoliere) che veniva trattata, sminuzzata, riscaldata, additivata con sostanze chimiche, e una delle materie prime indispensabili al suo trattamento e anche dello sbiancamento della carta era il cloro, che veniva prodotto in loco con il metodo delle celle elettrolitiche e con utilizzo di un separatore a base di amianto. Il diaframma di amianto che separava le celle elettrolitiche era costituito da contenitori cilindrici riempiti di pasta di amianto. L’operazione di apertura sacchi, mescola, riempimento cilindri si svolgeva all’interno dello stesso ambiente delle celle, rendendo gli ambienti fortemente polverosi poichè privi di sistemi di aspirazione delle polveri.

31 Dicembre

Morto sul lavoro dopo una caduta dal tetto, l’operaio era il 24enne egiziano Sayed Atef El Bendary

Stava lavorando alla restaurazione del capannone dell’ex Polenghi di Montanaso quando il tetto ha ceduto, il giovane viveva con un parente

I tecnici di Ats Lodi, l’agenzia per la tutela della salute, hanno iniziato a verificare le condizioni di sicurezza del cantiere cercando di individuare eventuali irregolarità.

Lodi: incidente sul lavoro, Sayed muore a 24 anni

Si chiamava Sayed Atef El Bendary il 24enne morto sul lavoro martedì 31 dicembre 2024 a San Grato, alle porte di Lodi. Il giovane era di origine egiziana e viveva in Italia da poco, a casa di un parente. Con sé aveva solamente una richiesta di permesso di soggiorno, fondamentale per l’identificazione.

Il ragazzo stava lavorando per ristrutturare un capannone che, fino a pochi anni fa, apparteneva all’azienda lattiera-casearia Polenghi Lombardo. Secondo le prime ricostruzioni, l’incidente è avvenuto intorno alle 10 del mattino. Sayed si trovava sul tetto del capannone ed era impegnato in un intervento di restaurazione.

Morto Pompeo Mezzacapo, 39 anni, schiacciato da un muletto a Gricignano. L’operaio lascia tre figli

La lunga e drammatica contabilità dei morti sul luogo di lavoro non si arresta nemmeno l’ultimo giorno dell’anno. Il 2024 si chiude con un incidente mortale a Gricignano d’Aversa, comune nel Casertano. Lì un operaio di 39 anni, Pompeo Mezzacapo, nato a Marcianise e residente a Capodrise, ha perso la vita nella ditta Frigocaserta srl (magazzini frigoriferi e noleggio celle frigo), di cui era dipendente.

La dinamica è in corso di accertamento. Ciò che al momento si sa dalle prime indagini, condotte dai carabinieri di Marcianise, è che il lavoratore è rimasto schiacciato da un muletto, cioè quel mezzo usato per sollevare e spostare merci all’interno di magazzini. Il 39enne è morto sul colpo a causa delle gravi lesioni riportate.

I carabinieri stanno svolgendo le indagini per ricostruire l’accaduto, è presumibile che la Procura di Napoli Nord apra un fascicolo con l’ipotesi d’accusa di omicidio colposo. La vittima era sposata e lascia tre figli.

30 Dicembre

Incidente sul lavoro a Vercelli, operaio morto folgorato

L’uomo stava lavorando all’interno di un capannone chiuso per eseguire una manutenzione al quadro elettrico per conto di una ditta esterna, quando sarebbe rimasto folgorato dalla corrente elettrica. Non si esclude un infarto

Ennesimo incidente sul lavoro, questa volta in Piemonte. Un operaio 51enne, originario del novarese, è morto oggi a Ghislarengo, comune in provincia di Vercelli al confine con quella di Novara. L’uomo stava lavorando all’interno di un capannone chiuso per eseguire una manutenzione al quadro elettrico per contro di una ditta esterna, quando sarebbe rimasto folgorato dalla corrente elettrica. L’operaio è deceduto in ospedale, dove era stato ricoverato. Le sue condizioni erano apparse subito gravissime. Per chiarire le cause del decesso saranno effettuati ulteriori accertamenti. Sanitari e forze dell’ordine infatti non escludono che a causare la morte possa essere stato un infarto.

27 Dicembre

Milano, incidente sulla tangenziale Ovest a Settimo Milanese: morto il vigile del fuoco Filippo Masi, era vicino alla pensione

Lo schianto venerdì sera dopo una carambola. L’uomo, 59 anni, in sella a una moto, stava tornando a casa dopo il turno a Milano, dove era capo reparto. Un collega ha provato a rianimarlo

24 Dicembre

Incidente mortale sul lavoro a Milano, vittima un 52enne di Cernusco sul Naviglio

Si tratta di un operaio dell’Amsa. E’ rimasto schiacciato tra un mezzo dell’azienda e un’auto parcheggiata

Un uomo di 55 anni è deceduto a Milano in un impianto dell’Amsa, la società che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani della città.

Secondo una prima ricostruzione, l’operaio sarebbe rimasto schiacciato tra il suo camion e un’autovettura.

Sul posto, in via Zama, ci sono i soccorritori del 118, la Polizia di Stato e i vigili del fuoco di Milano.

Tragedia sul lavoro nel pomeriggio della vigilia di Natale a Milano. Un dipendente di Amsa, Maurizio Mazzeo, è morto intorno alle 6. Aveva 52 anni e abitava a Cernusco sul Naviglio.

È successo in via Zama 31, presso l’impianto di Amsa. L’uomo stava lavorando a bordo di un mezzo della società di raccolta dei rifiuti di Milano. Secondo quanto si apprende dai vigili del fuoco, è rimasto schiacciato tra il mezzo e un’auto parcheggiata. Sono ancora in corso le cause e la dinamica di quanto avvenuto. 

Il corpo estratto dai vigili del fuoco

Sul posto si sono precipitati i sanitari del 118 con un’ambulanza e un’automedica. Il corpo del 52enne è stato estratto dai vigili del fuoco del distaccamento di piazzale Cuoco, coadiuvati dall’Unimog. Purtroppo era già deceduto. Sul posto anche la polizia di Stato, che indaga sulla dinamica.

In serata, l’azienda ha diramato una nota di cordoglio. “Amsa esprime profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia di Maurizio Mazzeo, deceduto nel tardo pomeriggio di oggi a seguito di un incidente verificatosi nei pressi dell’impianto di via Zama”, si legge nella nota: “Amsa ha da subito assicurato la massima collaborazione alle autorità competenti per stabilire le cause di quanto accaduto”.

19 Dicembre

Tragedia in azienda, operaio di 49 anni muore stroncato da un malore

Giovedì mattina, 19 dicembre, Suem 118 e carabinieri sono intervenuti alla Metalpress di San Zenone degli Ezzelini per il decesso di Francesco Ponzetta, operaio di Lecce da tempo residente in paese. Inutili i soccorsi

È morto stroncato da un infarto mentre lavorava in fabbrica Francesco Ponzetta, operaio di 49 anni originario di Lecce ma residente nella Marca. Giovedì mattina, 19 dicembre, i colleghi della Metalpress di San Zenone degli Ezzelini l’hanno visto accasciarsi a terra privo di sensi. Inutili i tentativi disperati di rianimarlo.

Sul posto sono intervenuti il personale del Suem118 e i carabinieri di Asolo-Fonte. Dalle prime ricostruzioni della tragedia Ponzetta stava lavorando a un macchinario quando è stato colpito da un malore improvviso. A praticare il massaggio cardiaco, in un primo momento, sarebbe stato proprio il titolare dell’azienda presente sul posto. Per una ventina di minuti l’imprenditore ha tentato di rianimare Ponzetta ma per il 49enne non c’era già più nulla da fare. A dare per primi l’allarme erano stati i colleghi dell’uomo. Originario di Lecce, Ponzetta aveva preso residenza a San Zenone per lavorare nell’azienda in cui oggi ha perso la vita. Lascia moglie e un figlio.

Travolta dal camion della spazzatura, donna muore nel Sassarese

E’ accaduto a Sorso davanti a un’area di servizio

Un altro Mondo senza Amianto è possibile