1 Ottobre

Flero, incidente sul lavoro: operaio 37enne schiacciato da un tubo in azienda

L’uomo si è ferito seriamente a una mano. Da chiarire l’esatta dinamica e le cause di quanto accaduto

Flero (Brescia), 1 ottobre 2024 –  Ancora un infortunio sul lavoro in provincia di Brescia. L’allarme è scattato questa mattina alla Giuseppe Olivini, ditta specializzata nella commercializzazione di manufatti, profilati e prodotti in ferro di Flero. Per ragioni in corso di accertamento un operaio di trentasette anni poco prima delle undici è rimasto schiacciato da un tubo che pare stesse movimentando e che lo ha ferito seriamente a una mano.

L’intervento dei sanitari, arrivati in via Ettore Majorana 8 in automedica e ambulanza, è scattato inizialmente in codice giallo, poi il caso è stato giudicato più complesso del previsto ed è stato riclassificato in rosso, quindi la gravità delle condizioni del malcapitato sono state nuovamente ridimensionate . L’uomo alla fine è stato accompagnato in codice giallo in ospedale.

Autista Amt stroncato da un malore sul lavoro

Carlo Fraschini, 52 anni, originario di Genova e residente a Chiavari, è stato portato d’urgenza al pronto soccorso di Lavagna ma questo purtroppo non è bastato per salvargli la vita

Dolore e sgomento nel Tigullio per la scomparsa di Carlo Fraschini, autista dell’Amt di 52 anni, stroncato da un malore nella giornata di lunedì 30 settembre 2024 mentre si trovava al lavoro lungo la strada provinciale 586 a Mezzanego.

Soccorso dall’automedica Tango 1 e da un’ambulanza della Croce Bianca di Mezzanego intorno alle 9.30 e portato all’ospedale di Lavagna in codice rosso, qui purtroppo è deceduto, lasciando sgomenti amici e parenti.

Appena la notizia ha iniziato a circolare a Chiavari e dintorni, dove Fraschini abitava, sui suoi profili social è apparsa una lunga serie di messaggi di cordoglio.

Nelle prossime ore verrà fissata la data dei funerali.

30 Settembre

Tragico incidente sul lavoro a Cambiano: operaio trovato morto all’interno di una ditta

I sanitari non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso, le circostanze sono in fase di accertamento

Un operaio italiano di 57 anni, Marco Galasso (nella foto sotto), residente a Santena, è stato trovato morto nel primo pomeriggio di oggi, lunedì 30 settembre 2024 all’interno della ditta Checchin, che si occupa di zincatura elettrolitica, in strada per Chieri a Cambiano. Sul posto sono intervenuti, oltre ai sanitari che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo, i carabinieri della compagnia di Chieri e gli ispettori dello Spresal dell’Asl To5, a cui competono le indagini sull’accaduto trattandosi verosimilmente di un incidente sul lavoro. L’uomo, che si occupava della pulizia degli scarti della lavorazione all’interno dello stabilimento, è stato trovato con dei lividi all’addome. Una certezza è che non sono stati coinvolti macchinari dell’azienda.

Rider muore travolto da un’auto mentre nasce il suo secondo figlio: per il 31enne era l’ultima consegna prima di finire il turno

Trasportato d’urgenza in ospedale, l’uomo è rimasto incosciente per giorni, attaccato ad un respiratore artificiale, fino alla dichiarazione di morte celebrale

PADOVA  – Tragedia a Padova. Dopo giorni di agonia in ospedale, proprio mentre nasceva il suo secondo figlio, è morto nelle scorse ore Alì Jamat, 31 anni, rider pachistano rimasto coinvolto in un incidente stradale a Limena la notte tra il 6 e il 7 settembre. L’uomo era stato investito da un’auto condotta da una donna di 24 anni mentre stava facendo l’ultima consegna prima di rientrare a casa.

Incidente sul lavoro nel Comasco, grave operaio di 44 anni

Ferito a un braccio, rischierebbe l’amputazione della mano

Un operaio di 44 anni è stato portato in codice rosso all’ospedale Sant’Anna di Como dopo che, intorno alle 16,30 si è ferito a un arto in una azienda di Turate mentre lavorava a un macchinario per il taglio del legname.
    Sul posto, nello stabilimento Vodipack, sono intervenuti i vigili del fuoco.

i carabinieri di Cantù, l’Ats e i sanitari che lo hanno soccorso.

VALDERAAVVELENATA 26 Ottobre Pontedera

LA CURA DEL FUTURO
UN AMBIENTE DI VITA SANO, SENZA KEU, AMIANTO, INCENERITORI, OSSICOMBUSTORI, DISCARICHE, CEMENTIFICAZIONI, BASI MILITARI

La Valdera rappresenta il 2% del territorio toscano ma riceve il 50% dei rifiuti della regione

VOGLIAMO UNA TOSCANA SENZA NOCIVITÀ E DISASTRI AMBIENTALI

E UNA VALDERA NON RIDOTTA A PATTUMIERA IN NOME DEL PROFITTO E DI UN MODELLO PRODUTTIVO ED ECONOMICO LINEARE AL TRACOLLO

VOGLIAMO COSTRUIRE COLLETTIVAMENTE – COMUNI E COMUNITÀ – ECONOMIE VERAMENTE CIRCOLARI CON LA NATURA E SOLIDARISTICHE

Dal Keu ai nodi dell’ambiente. Da tutta la Toscana in città

Il comitato No Valdera Avvelenata organizza una manifestazione a Pontedera per difendere l’ambiente e chiedere un territorio libero da sostanze inquinanti come amianto e keu. Scandali ambientali hanno colpito la Valdera, con casi di gestione abusiva di fanghi e smaltimento illecito di rifiuti speciali.

i nuovo in piazza. Per l’ambiente. Il comitato No Valdera Avvelenata non molla la presa, mentre uno degli scandali che più di tutti ha infiammato il territorio è davanti al giufice di Firenze per l’udienza preliminare: è il caso Keu finito a tonnellate, secondo l’inchiesta, per riempimenti e sottofondi stradali. Anche in Valdera e a Pontedera, fra i 13 siti della regione nel quale è stato individuato dagli inquirenti. Ma la manifestazione il 26 ottobre è in difesa dell’ambiente a 360 gradi. “Noi vogliamo intraprendere un percorso unitario per ricostruire un rapporto morale delle persone con la terra, con l’ambiente e la natura – spiega una nota del Comitato organizzatore della protesta –. Una produzione tutta basata sul consumismo e sul profitto non regge più. Con questo spirito e aspirazione il 26 ottobre a Pontedera facciamo una manifestazione regionale per dire che vogliamo il nostro territorio libero da amianto, keu, inceneritori e basi militari”.

In questi ultimi anni – lo ricordiamo – territori della Valdera sono apparsi a vario titolo in carte d’indagine. Uno dei casi più eclatanti scoppiò nel settembre 2016, e investì l’agricoltura e il suo volto più importante, quello “bio” quando finì sotto la lente una presunta gestione abusiva di fanghi di depurazione contenenti sostanze inquinanti derivanti da cicli industriali incompatibili con il reimpiego in agricoltura. Fanghi, quindi, spacciati per l’accusa, come fertilizzanti e destinati a 800 ettari di terreni anche coltivati a graminacee. Del 2020 l’inchiesta Blu Mais – anche questa già processo in tribunale a Pisa – secondo la quale rifiuti speciali del distretto conciario sarebbero stati smaltiti, secondo le indagini, illecitamente come concime. Anche a Palaia, Montopoli e San Miniato.

Amianto : Sentenze

Amianto: Eni Rewind condannata a pagare a Inail 7 milioni

Dal Tribunale di Ravenna per indennizzi versati a 24 lavoratori

RAVENNA, 28 SET – Il giudice del lavoro Dario Bernardi del Tribunale di Ravenna ha condannato Eni Rewind spa a pagare a Inail gli indennizzi versati a suo tempo per 24 lavoratori perlopiù morti di mesotelioma a causa della esposizione professionale all’amianto all’interno del petrolchimico di Ravenna.

Il totale ammonta a circa 7 milioni di euro compresi gli interessi.

 La decisione, come riferito da ‘il Resto del Carlino’, è arrivata in seguito al ricorso di azione di regresso promosso da Inail (avvocato Gianluca Mancini) nei confronti di Eni Rewind spa, già Syndial Attività Diversificate spa. E prende spunto dalla sentenza penale, passata in giudicato nel dicembre 2021, che aveva visto una raffica di assoluzione dei vari responsabili di settore avvicendatisi nel tempo ma con una formula che lasciava intuire che, anche se non era stato possibile stabilire il momento esatto della formazione del tumore irreversibile e dunque non era possibile associarlo a una persona fisica precisa, il fatto comunque sussisteva.
    L’indagine penale aveva abbracciato un arco produttivo che andava dagli anni ’60 al 2012 individuando 78 parti offese tra lavoratori ammalati o familiari di deceduti (c’era pure la moglie di un operaio che si era ammalata lavando le sue tute).
    Dopo l’esclusione di 32 casi dal Gup perché caduti in prescrizione, per gli altri il giudice del Lavoro ha ora isolato quelli per i quali nel penale si è dimostrato il nesso di causalità tra malattia e inalazione amianto. In particolare – si legge nella sentenza – “nel lungo excursus penale, per i mesoteliomi c’è stata assoluzione ma per non avere commesso il fatto, essendo al contrario accertata la dannosita’ dell’ambiente, le malattie dei lavoratori, nonché il nesso di causalità tra questi due poli”.

Napoli, morì a causa dell’amianto: risarcimento da 700mila euro alla famiglia

L’uomo era un infermiere e lavorava in un presidio ospedaliero di Napoli, dove era frequentemente esposto all’amianto, presente in un locale caldaia adiacente alla sala sterilizzazione

Ex infermiere di un ospedale di Napoli morto a causa dell’amianto: arriva il maxi risarcimento per i familiari. Una sentenza del Tribunale di Napoli, confermata dalla Corte d’Appello, ha condannato l’Asl Napoli 1 Centro, in rappresentanza di un presidio ospedaliero, al pagamento di un risarcimento di 727mila euro in favore degli eredi di un ex infermiere del napoletano, deceduto per mesotelioma pleurico causato da esposizione all’amianto.

La consulenza medico-legale del dottor Nicola Maria Giorgio ha dimostrato ai giudici il nesso di causalità tra l’esposizione all’asbesto e il mesotelioma pleurico che ha colpito l’infermiere. Il dipendente sanitario, deceduto durante il processo di primo grado, aveva lavorato per anni in un presidio ospedalierodi Napoli, dove era frequentemente esposto all’amianto, presente in un locale caldaia adiacente alla sala sterilizzazione. Grazie alla perizia dettagliata del medico legale è stato possibile stabilire in modo inconfutabile che l’esposizione a questa sostanza tossica ha causato la patologia, poi risultatafatale.

Amianto killer nella Marina Militare: il Tar condanna il ministero della Difesa per la morte di un capitano di fregata

I familiari del militare, deceduto per un mesotelioma causato dall’esposizione in servizio, riceveranno un risarcimento di 135mila euro

AGI – Il Tar del Lazio ha condannato il Ministero della Difesa a risarcire con 135 mila euro la famiglia del capitano di Fregata S.Z., morto per un mesotelioma pleurico causato dall’esposizione all’amianto. Il militare, deceduto ad Albano Laziale a 62 anni, è stato impegnato nelle unità navali della Marina Militare per oltre 10 anni, e a terra presso l’Arsenale militare marittimo e la Scuola sottufficiali di Taranto, nonché in diverse altre sedi di servizio.

Nel novembre 2004 all’uomo venne diagnosticato il mesotelioma che ne ha determinato il decesso poco dopo, nel marzo 2005. Nel 2009 l’infermità sofferta dall’ufficiale è stata riconosciuta come dipendente da causa di servizio e nel 2011 si è aggiunta anche l’equiparazione alle vittime del dovere. La famiglia del capitano, ritenuta la responsabilità della Difesa che, oltre all’esposizione alla fibra killer e ad altri cancerogeni, avrebbe “omesso di assicurare, le informazioni circa il rischio derivante dall’amianto e la sorveglianza sanitaria, oltre che gli strumenti di prevenzione tecnica e di protezione individuale”, si è rivolta all’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

Amianto, in Italia il numero più alto Ue di morti per mesotelioma

In Italia il numero più alto di morti per mesotelioma dell’Unione Europea. Si tratta del tumore che si sviluppa a contatto con l’amianto. Lo certifica una ricerca Eurostat.

29 Settembre

Incidente sul lavoro, operaio investito dalle fiamme

Ora è ricoverato in Terapia intensiva e la prognosi è riservata

Incidente sul lavoro in un’azienda di Trevi. Un operaio di 51 anni è stato investito da un ritorno di fiamma in una impresa del settore chimico. È successo nella giornata di venerdì 27 settembre. Secondo quanto ricostruito da La Nazione Umbria l’uomo è stato prima soccorso dai colleghi e poi dal 118. L’operaio è stato portato prima all’ospedale di Foligno e poi trasferito in elisoccorso al centro Grandi ustioni del Sant’Eugenio di Roma. Ora è ricoverato in Terapia intensiva e la prognosi è riservata. 

27 Settembre

Incidente sul lavoro, operaio schiacciato da una lastra di acciaio, è grave

È accaduto ai Castelli Romani. L’uomo è stato elitrasportato d’urgenza al policlinico Gemelli

Èstato trasportato d’urgenza in ospedale un operaio rimasto ferito. Un incidente sul lavoro avvenuto nella giornata di venerdì ad Ariccia, comune dei Castelli Romani. Il lavoratore è rimasto schiacciato da una pesante lastra di acciaio che stava trasportando con un carrello all’interno dell’azienda per la quale lavora. 

In condizioni gravi l’uomo – un 50enne residente nella provincia di Frosinone – è stato soccorso immediatamente dagli operatori del 118 per poi essere eltrasportato in codice rosso al policlinico universitario Agostino Gemelli. Lievi ferite anche per un collega.

Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Cecchina e il personale della Asl. I militari hanno sequestrato il carrello e le lastre di metallo.


26 Settembre

Architetto cade dal balcone dell’hotel e muore sul colpo, tragedia sul lavoro a Gabicce

La vittima è il 62enne Alessandro Riberti, libero professionista di Ferrara. L’incidente che gli è costato la vita è avvenuto al Continental, che risulta chiuso al pubblico. La salma è stata sottoposta a fermo giudiziario, sarà effettuata l’autopsia

Gabicce Mare (Pesaro), 26 settembre 2024 – Tragedia sul lavoro nel Pesarese, a Gabicce, in provincia di Pesaro-Urbino. La vittima è un architetto di 62 anni, Alessandro Riberti, sposato e originario di Ferrara.

Era incaricato dalla proprietà di svolgere alcuni rilievi nell’hotel per procedere entro l’inverno con dei lavori. Era solo nell’hotel. La causa della caduta è ancora da accertare. Non si esclude nemmeno il gesto volontario benché non ci siano elementi certi per suffragare questa tesi. Eppure il professionista si trovava nel terrazzo, ben protetto dalla balaustra, alle 17.30. Nel letto c’erano il metro e il quaderno degli appunti.

Castrezzato, morto l’operaio investito da una ruspa in un cantiere: Alessandro Cigolini aveva 47 anni

L’uomo è stato subito soccorso dai colleghi. Poi, portato in ospedale con l’elicottero del 118, è stato sottoposto a un delicato intervento ma nella notte le sue condizioni si sono aggravate
Castrezzato (Brescia), 26 settembre 2024 – Non ce l’ha fatta Alessandro Cigolini, l’operaio edile addetto a lavori di fresatura e asfaltatura di 47 anni finito ieri, dopo essere scivolato, sotto le ruote di una ruspa in un cantiere nelle campagne di Castrezzato, nel Bresciano. L’infortunio è accaduto ieri mattina, mercoledì 25 settembre, alle 10 in via Calura.


25 Settembre

Incidenti sul lavoro, operaio di 46 anni precipita da tetto e muore nel Pavese

La tragedia presso l’azienda Intals a Parona

Incidente sul lavoro mortale a Parona, centro industriale alle porte di Vigevano, nel Pavese. Un operaio di 50 anni, poco prima delle 10.30 di mercoledì, è precipitato dal tetto della Intals, storica azienda di riciclo dell’alluminio. Sarebbe scivolato da un’altezza di circa 8 metri e i soccorritori non hanno potuto fare altro che constatarne la morte sul posto.

Il lavoratore, di origine egiziana, residente a Vigevano, intorno alle 10 si trovava sul tetto di un capannone di proprietà della fonderia Intals quando ha ceduto il pannello su cui era appoggiato. Una caduta al suolo da almeno otto metri di altezza. L’operaio, dipendente di una ditta esterna che effettuava la manutenzione, è morto poco dopo. 

Muore operaio di 61 anni schiacciato da un bancale di 12 quintali: l’incidente sul lavoro nella periferia di Spoleto

Tragico incidente sul lavoro a Spoleto. E’ morto un operaio di 61 anni schiacciato da un bancale dal peso di 12 quintali. L’uomo era residente in Campania e, secondo le prime ricostruzioni, stava scaricando del materiale fotovoltaico quando è accaduto l’incidente, nel pomeriggio di martedì 24 settembre in un terreno privato nella prima periferia di Spoleto. Sul posto sono intervenuti i carabinieri per effettuare i rilievi del caso e ricostruire la dinamica del fatale incidente. L’uomo sarebbe morto sul colpo, è intervenuta anche un’ambulanza del pronto intervento della Croce Rossa, ma gli operatori sanitari non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del 61enne

Affonda un barchino, marittimo muore durante una battuta pesca

Annegato al largo di San Benedetto del Tronto

Un marittimo di 60 anni di Martinsicuro (Teramo) è morto in un incidente sul lavoro avvenuto al largo della costa di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno).

L’uomo stava partecipando ad una battuta di pesca a bordo di una lampara a 30 miglia al largo della costa sambenedettese.

Intorno alle 5 è salito insieme ad un altro marinaio sulla barchetta con le lampade che servono ad attirare i pesci e che si utilizza per stendere le reti da pesca.
    Entrambi sono finiti in mare con il barchino affondato improvvisamente, stando al racconto del comandante del Brivido, peschereccio di una cooperativa di pescatori abruzzesi che fa base al porto di San Benedetto.
    Gli altri marittimi che erano sulla lampara sono riusciti a recuperare vivo solo uno dei due. Per l’altro, un 60enne originario del vicino Abruzzo, non c’è stato niente da fare nonostante i tentativi di rianimarlo effettuati dai compagni di pesca: il comandante ha raccontato che il pescatore era già deceduto nel momento in cui è stato riportato a bordo. Il Brivido è rientrato al porto di San Benedetto alle 8 e a bordo sono saliti gli uomini della Capitaneria di Porto e personale sanitario che ha confermato il decesso. “Stiamo effettuando tutti gli accertamenti necessari per capire e come e perché il barchino coi due marittimi è affondato, causando questa tragedia” ha riferito all’ANSA la comandante dela Capitaneria Di Maglio

Incidente sul lavoro nel cantiere della galleria Küchelberg(Bolzano)

Ferito gravemente un 39enne

Un 39enne è rimasto gravemente ferito cadendo da un’altezza di alcuni metri.

L’uomo, che ha riportato diversi traumi, è stato soccorso in cantiere dall’equipaggio dell’ambulanza di emergenza della Croce bianca di Merano e trasportato all’ospedale di Bolzano. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco volontari di Monte San Zeno.

24 Settembre

Un altro morto sul lavoro nella Granda: “Inaccettabile, ora chiediamo verità e giustizia”

La vittima aveva 57 anni, lavorava come autista per la Bsp di Verduno: la tragedia nella ditta di serramenti Emmer a Villanova Mondovì

Un operaio di 57 anni è morto in un incidente sul lavoro a Villanova Mondovì, in provincia di Cuneo. La vittima si trovava nello stabilimento della Emmer, azienda attiva nella fabbricazione di serramenti.

Secondo le prime informazioni, il lavoratore sarebbe stato travolto dal crollo di una lastra di vetro che era poggiata su un veicolo. Inutili i soccorsi prestati dal 118.

Incidente, lavoratore muore travolto da pannelli fotovoltaici

Un uomo di 61 anni, pugliese dipendente di una ditta della Campania che lavora in Umbria, è deceduto nel primo pomeriggio di martedì 24 settembre nell’area di Poreta, alla prima periferia di Spoleto, in un tragico incidente sul lavoro. L’uomo, un operaio di Foggia, stava lavorando in un terreno privato dove è in corso l’installazione di panelli fotovoltaici, in un’area adiacente ad un’altra dove insiste già un parco fotovoltaico. Mentre era in corso lo scaricamento del materiale, il 61enne è stato travolto da un bancale di pannelli solari dal peso di 12 quintali. Per lui purtroppo non c’è stato nulla da fare: è morto sul colpo.

Amianto : Sentenze

Il tribunale condanna l’Inail per la malattia di un operaio esposto all’amianto

L’uomo, 78 anni, ha lavorato per molti anni alla realizzazione di navi nel centro pontino, dall’ente un no alla malattia professionale

Il Tribunale di Latina ha condannato l’Inail al riconoscimento della malattia professionale dell’operaio Enrico Armeni causata dall’esposizione all’amianto quando era alle dipendenze della Cantieri Posillipo S.p.A., con sede in località “Porto del Bufalo” a Sabaudia. L’uomo, 78 anni, originario di Latina, è stato impiegato come tecnico e capo reparto di manutenzione nel cantiere navale dal maggio del 1966 al luglio 1983. Nel 2019 ha manifestato i primi sintomi della malattia asbesto correlata, una infiammazione pleuro-polmonare precancerosa di ispessimenti pleurici, fibrosclerosi, bronchectasia e pneumocosi, ha richiesto all’Inail l’attivazione dell’iter amministrativo per il riconoscimento della malattia professionale e il rilascio del certificato di esposizione ad amianto per ottenere da INPS l’adeguamento contributivo che avrebbe comportato un maggiore importo di pensione. 

L’ente ha rigettato la domanda costringendo il lavoratore all’azione giudiziaria innanzi il Tribunale Pontino, affiancato dalla tutela legale dall’avvocato Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. Come si legge in sentenza, il CTU nominato dal tribunale specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni e in Medicina del Lavoro, ha accertato che le lesioni pleuro-polmonari del lavoratore sono di natura occupazionale e causate dall’esposizione alla fibra killer che ha subito nel corso dell’attività all’interno del cantiere navale.

Un altro Mondo senza Amianto è possibile