9 Novembre

Incidente sul lavoro nella Bergamasca, morto un agricoltore di 59 anni: è rimasto incastrato in un macchinario per lavorare il mais

Nella mattina di sabato 9 novembre un agricoltore di 59 anni è morto. L’uomo è rimasto incastrato in un macchinario per la lavorazione del mais. L’incidente è avvenuto in un campo di Treviolo, nella provincia di Bergamo, in località Roncola, dove l’uomo stava lavorando.

I soccorritori, arrivati prontamente all’azienda agricola di via Tobagi hanno purtroppo constatato che per il 59enne non c’era più nulla da fare. Sul posto sono intervenuti un’ambulanza e un’automedica, oltre ai vigili del fuoco e ai carabinieri.

Mezzolombardo, un operaio si ustiona mentre lavora: a prendere fuoco delle vernici

Grave incidente sul lavoro in Trentino nel pomeriggio di oggi, sabato 9 novembre: un 36enne è stato portato all’ospedale Santa Chiara

MEZZOLOMBARDO. È finito in ospedale con delle gravi ustioni alle gambe l’operaio che nel pomeriggio di oggi, sabato 9 novembre, è stato soccorso a Mezzolombardo. L’operaio, addetto di una ditta che si occupa di segnaletica stradale, stava preparando i prodotti necessari al tracciamento della segnaletica, quando per cause ancora da chiarire, le vernici hanno preso fuoco. I primi ad assisterlo sono stati i colleghi.

L’uomo, un 36enne, è stato portato al Santa Chiara di Trento. Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri di San Michele all’Adige, la polizia locale e i vigili del fuoco volontari di Mezzolombardo.

Muore a 76 anni schiacciato dal trattore nell’Alessandrino

Un anziano è precipitato per quattro metri in un dirupo

Un anziano è morto schiacciato dal trattore che stava guidando in una vallata di Ottiglio (Alessandria), al confine con il comune di Casorzo (Asti).

Come fatto sapere dai vigili del fuoco e dai carabinieri, intervenuti in Cascina Monco, l’incidente è avvenuto ieri sera.

8 Novembre

Incidente in un’azienda agricola, muore un 49enne a Eboli

L’uomo era di nazionalità indiana, indagini dei carabinieri

Un 49enne indiano ha perso la vita in un incidente sul lavoro avvenuto in un’azienda agricola a Campolongo, nel comune di Eboli.

L’uomo, secondo una prima ricostruzione, è rimasto schiacciato da un trattore.
    Inutile l’intervento dei sanitari del 118.Sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri della compagnia di Eboli.

Amianto : Sentenze

Operaio morto per esposizione all’amianto, Fincantieri condannata a pagare un milione e 150mila euro

Il tribunale civile di Venezia in primo grado aveva liquidato il risarcimento in appena 85 mila euro ma la Corte D’appello ha stabilito che va risarcita anche la sofferenza patita dai familairi dell’operaio a causa della perdita del rapporto familiare.

Un milione e 150mila euro, è questa la somma che Fincantieri dovrà risarcire ai familiari di un ex operaio dei cantieri navali veneziani morto nel 2015 per un tumore ai polmoni che il tribunale ha stabilito essere stato causato da una esposizione prolungata all’amianto. Una decisione storica quella della Corte d’appello di Venezia che, accogliendo il ricorso presentato dall’avvocato dei parenti del 65enne, è andata decisamente oltre la sentenza di primo grado.

Il tribunale civile, infatti, in primo grado aveva liquidato il risarcimento in appena 85 mila euro. La Corte D’appello invece ha valutato il danno non patrimoniale conseguente alla perdita del rapporto parentale in 222mila euro per la vedova e 183mila euro a ciascuno dei tre figli dell’uomo, nonché il danno per il mancato guadagno quantificato in oltre duecento mila euro. Il tutto è aumentato ulteriormente grazie alla rivalutazione e agli interessi, oltre a 18mila euro di spese

Nel corso della causa è stato accertato il nesso causale tra la malattia e la prolungata esposizione a fibre di amianto sul lavoro. L’operaio aveva lavorato nei cantieri navali per decenni con mansione di carpentiere e saldatore entrando spesso in contatto con polveri di amianto, in particolare nel corso delle operazioni di coibentazione dei tubi. Solo dopo aver lasciato il lavoro iniziò ad accusare i primi sintomi nel 2012 e nel 2014 gli fu diagnosticato una neoplasia polmonare, un tumore ai polmoni che lo ha portato al decesso nel 2015, all’età di 65 anni.

L’azienda ha cercato di dimostrare l’insussistenza di una responsabilità da parte sua ma anche l’azione contemporanea del tabagismo nel caso dell’uomo ma la sentenza ha stabilito una piena responsabilità e di conseguenza il risarcimento. La sentenza è comunque impugnabile in Cassazione da parte di Fincantieri.

Amianto a Casal Palocco, Inps condannata a risarcire una donna esposta alla fibra killer

Inps è stata condannata a riconoscere i benefici amianto a una impiegata di 64 anni. La donna è affetta da fibrosi polmonare e ispessimenti pleurici

Il Tribunale di Roma ha condannato l’Inps a riconoscere il prepensionamento e a rivalutare la posizione contributiva di una donna di 64 anni esposta all’amianto durante la sua attività professionale come impiegata presso l’ufficio amministrativo, nel container con materiali di amianto, del Consorzio di Casal Palocco, che si occupa di varie attività di manutenzione della zona residenziale nel quadrante ovest del comune di Roma.

La donna, ignara e inconsapevole della condizione di rischio, per 36 anni è “stata esposta alla fibra killer”, e ha subito un danno biologico causato da “una fibrosi polmonare diffusa e ispessimenti pleurici” riconosciuto anche dall’Inail con precedente causa, si legge in una nota del’Osservatorio Nazionale Amianto che ha diffuso la notizia.

Nel piazzale in utilizzo al Consorzio sono state stipate lastre in cemento e cartoni amianto, e in alcuni casi, il materiale è stato “stipato con esposizione alle intemperie, al vento, con riduzione allo stato polveroso ed aerodispersione e inalazione in danno dei lavoratori”, si legge ancora.

La lavoratrice, dopo il riconoscimento della malattia professionale, ha chiesto all’Inps la ricostituzione della posizione contributiva che era stata rigettata. Grazie al ricorso dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’osservatorio, ora ha finalmente ottenuto giustizia: “Questa decisione del Tribunale dimostra che ci sono state funzioni amministrative svolte in luoghi altamente contaminati, e rappresenta una svolta per gli impiegati esposti perché introduce una tutela che è sempre stata riconosciuta solo a chi manipolava il cancerogeno”.

6 Novembre

Incidenti sul lavoro: a Roma grave un uomo di 69 anni. Ausonia, operaio muore travolto da lastra di marmo

Un lavoratore del settore edile è stato trasportato al policlinico gemelli in fin di vita dopo esser caduto da un ponteggio. Tragedia invece in provincia di Frosinone, Giuseppe valente morto nella segheria Gpr Marmi

olo una settimana fa era andato negli uffici della Cisl di Cassino per farsi fare i conteggi dei contributi per approfittare della nuova «finestra» e andare in pensione. Giuseppe Valente, 61 anni, operaio originario di Ausonia, nel frusinate, stava per lasciare il lavoro. Ma ieri pomeriggio è stato travolto e ucciso da una lastra di marmo nella segheria «Gpr Marmi» proprio nella cittadina dove viveva. La stessa ditta, ma in un’altra sede, quella di Coreno Ausonio, fu teatro nel settembre 2014 di un conflitto a fuoco nel quale furono uccisi i proprietari Pino e Amilcare Mattei che avevano sorpreso i ladri a rubare gasolio dai camion. Fra loro Giuseppe Di Bello, ferito gravemente, condannato a 30 anni. 

Nel comprensorio indagini della polizia 

Sempre nel pomeriggio di ieri un altro operaio, di 69 anni, è rimasto gravemente ferito a Roma: stava con alcuni colleghi in una villetta all’interno del comprensorio dell’Olgiata per effettuare dei lavori edili quando ha perso improvvisamente l’equilibrio ed è precipitato dal tetto, da un’altezza di circa tre metri. L’uomo è ora ricoverato in gravi condizioni al Policlinico Gemelli. Sull’incidente indagano gli agenti del commissariato Flaminio insieme con gli ispettori del lavoro. Sequestrato il cantiere. 

L’altro operaio stava per andare in pensione 

Come a Roma anche nel frusinate sono in corso indagini per verificare il rispetto delle misure di sicurezza sul lavoro nell’area della ditta dove è deceduto Valente, che lascia due figli. In questo caso gli accertamenti sono stati delegati ai carabinieri che lavorano indagano per ricostruire la dinamica dell’incidente. Il 61enne aveva intenzione di lasciare il lavoro per dedicarsi al nipotino appena nato, ma un tragico destino non gliel’ha permesso. Le indagini dovranno ora stabilire per quale motivo quella lastra non fosse in sicurezza.

I sindacati: «A 63 anni non si lavora in settori ad alto rischio»

«Non si può lavorare a 63 anni in settori ad alto rischio come il settore lapideo – così i segretari  generale del Lazio e di Frosinone della Filca Cisl, Attilio Vallocchia e Giustino Gatti –. Con le lacrime agli occhi piangiamo la morte di Giuseppe Valente, 63 anni, iscritto alla Filca Cisl, operaio quasi prossimo alla pensione. Vogliamo sapere la verità se sono state rispettate tutte le misure di prevenzione. Giuseppe è morto investito da una lastra di marmo ed è la quinta vittima nel Lazio in edilizia da inizio anno. Inoltre, dobbiamo riflettere sul fatto che ancora una volta a morire sul lavoro è un operaio con oltre 60 anni di età. Nel Lazio sono 35 gli operai ultrasessantenni ad aver perso la vita dal 2005 in edilizia. Chiediamo che si intensifichino le ispezioni, bisogna assumere più ispettori e serve uno stretto coordinamento degli organi di vigilanza». 

5 Novembre

Scivola dall’impalcatura di un palazzo in centro: perde la vita 72enne

Nella mattinata odierna l’incidente sul lavoro consumatosi nel cuore di Lecce, in via Lamarmora a pochi passi da piazza Mazzini: vani i tentativi di soccorso del 118. Sul posto anche i carabinieri e il personale Spesal per chiarire l’accaduto

LECCE – Sarebbe scivolato dall’impalcatura di un cantiere operativo nel cuore di Lecce Antonio Greco, ingegnere 72enne originario di Aradeo, deceduto sul colpo questa mattina e vittima dell’ennesimo incidente sul lavoro registrato nel Salento.

Il dramma si è consumato attorno alle 9 su via Alfonso Lamarmora,  a  un passo da piazza Mazzini, dove è in corso la costruzione di un palazzo che fa parte di un complesso residenziale formato da due edifici: il primo, in via 95° Reggimento Fanteria, già funzionale; il secondo, quello in cui si è verificato il tragico incidente, in fase di ultimazione. Tra i due, un palazzotto più datato, a fare angolo tra le due vie.

Secondo una prima possibile ipotesi, l’uomo, che era socio di una società esterna, al momento della tragedia, si trovava all’altezza del primo piano della struttura, dove stava effettuando alcune misurazioni per la realizzazione di una ringhiera per un balcone quando, per circostanze ancora da chiarire e in fase di accertamento, avrebbe perso l’equilibrio finendo a terra con una caduta rovinosa, rivelatasi purtroppo fatale, sul lato interno del condominio

Gli operai presenti hanno subito allertato i soccorsi, col personale sanitario arrivato sul posto con propria ambulanza: vani si sono rivelati i tentativi di rianimazione dell’uomo. Sul luogo dell’incidente, sono poi sopraggiunti anche i mezzi dei carabinieri per i rilievi del caso e le indagini di rito e gli ispettori dello Spesal dell’Asl di Lecce per le verifiche. Il cantiere è stato posto sotto sequestro. 

4 Novembre

Incidente sul lavoro in A6, operaio muore cadendo dal ponteggio del viadotto dell’autostrada

L’incidente sul lavoro si è consumato nella prima mattinata di lunedì nel tratto ligure dell’autostrada A6 tra Altare e lo svincolo di Savona. L’operaio sarebbe caduto da un ponteggio allestito all’altezza di un viadotto nei pressi della galleria Nigiu.

Tragedia sul lavoro lungo l’autostrada A6 nella mattinata di oggi, lunedì 4 novembre. Un operaio è morto tragicamente dopo essere caduto da un ponteggio nel tratto ligure dell’Autostrada Torino Savona. La tragedia si è consumata nella prima mattinata, intorno alle ore 9.50, nel tratto tra Altare e lo svincolo di Savona e ha costretto alla chiusura dell’intera carreggiata in direzione sud.

L’incidente mortale nell’area di uno dei tanti cantieri sulla A6. Secondo una primissima ricostruzione dell’accaduto, l’operaio sarebbe caduto da un ponteggio allestito all’altezza di un viadotto nei pressi della galleria Nigiu, al km 114+400. Dopo l’allarme lanciato dai colleghi che hanno assistito impotenti alla terribile scena, sul posto sono accorsi i servizi medici di emergenza oltre a polizia stradale e vigili del fuoco.

Per la vittima purtroppo inutili gli sforzi da parte dei sanitari che hanno provato a rianimarlo a lungo. Vista la gravità delle ferite riportare nella caduta, era stato richiesto anche l’intervento dell’elisoccorso che però non ha nemmeno fatto in tempo ad arrivare. L’uomo è stato dichiarato morto sul posto

Rogeno, urtato da un muletto al lavoro: grave 39enne

L’incidente è avvenuto nel pomeriggio di lunedì in via Calvenzana. L’uomo è stato trasportato in ospedale in codice rosso

ncidente sul lavoro in un’azienda di Rogeno sita in via Calvenzana e attiva nella realizzazione di mobili e complementi per gli esterni.

Un lavoratore di 39 anni, secondo quanto comunicato da fonti sanitarie, è rimasto gravemente ferito a seguito dell’urto con un muletto in transito.

Sul posto, dopo la chiamata al 112, si è portato il personale della Croce Verde di Bosisio con l’ambulanza. Presenti anche i carabinieri della Compagnia di Merate, allertata Ats Brianza come previsto in questi casi.

L’infortunio, inizialmente valutato in codice giallo, si è rivelato più serio di quanto preventivato: l’uomo è stato infatti trasportato all’ospedale Manzoni di Lecco in codice rosso a seguitro di un trauma cranico e al volto.

Amianto : Sentenze

Assolto il CDA di Industrie Chimiche Italia Centrale nel processo amianto

Assoluzione per il Consiglio di Amministrazione di Industrie Chimiche Italia Centrale S.p.A. nel processo presso il Tribunale penale di Ancona, relativo alle presunte ipotesi di omicidio colposo per carcinoma polmonare pleurico

Gli avvocati Antonio Bana ed Elena Martelli dello Studio legale Bana Avvocati Associati hanno assistito il direttore generale della società, ottenendo il proscioglimento con la formula più ampia, «perché il fatto non sussiste». La sentenza segna un punto fermo in una materia complessa e ormai consolidata come quella dell’esposizione alle fibre di amianto aerodisperse, con un focus particolare sul delicato tema del nesso di causalità.

La difesa ha dimostrato con successo l’insussistenza di una responsabilità basata esclusivamente sulla posizione dirigenziale, evitando così un automatismo che avrebbe potuto condurre a una condanna senza un’adeguata valutazione della reale partecipazione dell’imputato ai processi decisionali del Consiglio di Amministrazione. Questo approccio ha permesso di escludere responsabilità penali ascrivibili ai singoli dirigenti in assenza di un accertamento concreto sulla loro influenza nelle specifiche scelte operative della società.

Esposizione all’amianto, il tabagismo riduce il risarcimento per la malattia professionale

La Cassazione, ordinanza n. 27572 depositata oggi, ha chiarito i termini per la quantificazione del danno nel caso di una patologia ad eziologia multifattoriale

Il tabagismo del lavoratore impiegato presso uno stabilimento siderurgico, dove è stato esposto all’amianto per anni e senza le dovute protezioni, non interrompe il nesso causale rispetto all’insorgenza del tumore ma va comunque considerato ai fini della quantificazione del risarcimento del danno da parte del datore di lavoro. È questo l’esito della ordinanza n. 27572 della Cassazione, depositata oggi, che, per un verso, ha respinto il ricorso dell’azienda teso a dimostrare l’assenza del nesso di causa tra la patologia tumorale e l’attività lavorativa; per l’altro, ha invece affermato che del tabagismo si deve tener conto nel fissare il risarcimento.

3 Novembre

Schiacciato da un camion mentre lavora, l’imprenditore sardo Emilio Pusceddu muore davanti al figlio

Incidente sul lavoro a Sardara: l’imprenditore Emilio Pusceddu, titolare di una ditta di trasporti, è morto a 56 anni dopo essere stato schiacciato da un camion. L’allarme lanciato dal figlio che ha assistito alla scena.

Ennesima tragedia sul lavoro in Italia. L’ultimo episodio si è verificato nella mattinata di oggi, domenica 3 novembre, in Sardegna, precisamente a Sardara. A perdere la vita è stato l’imprenditore Emilio Pusceddu: aveva 56 anni, L’uomo, originario di Villanovaforru titolare di una ditta di trasporti, la Pusceddu Trasporti Srl, è stato schiacciato da un camion mentre erano in corso le operazioni di carico di due mezzi pesanti presso un deposito di materiale ceramico.

Con lui c’era anche il figlio, che ha lanciato l’allarme. L’imprenditore è stato schiacciato tra due mezzi pesanti. Secondo una prima ricostruzione dell’incidente, il 56enne, titolare della ditta Pusceddu Trasporti Srl, stava facendo una manovra a bordo di un camion, avvicinandosi a un altro mezzo pesante vuoto per caricare della merce. Con lui c’era anche un operaio dell’azienda. Sceso dal camion, Pusceddu – per cause ancora da accertare – è stato travolto dal mezzo, ed è rimasto schiacciato. Sul luogo dell’incidente, verificatosi intorno alle 7:30, è arrivato anche l’elisoccorso di Areus, ma era già troppo tardi: i sanitari non hanno potuto far altro che dichiararne il decesso.

2 Novembre

Incidente sul lavoro a Portici, operaio ghanese morto dopo una settimana di agonia

Il 53enne era stato sottoposto ad un intervento chirurgico, per una emorragia celebrale. L’operazione era riuscita, ma le ferite riportate erano troppo gravi

È morto dopo una settimana di agonia l’operaio 53 enne originario del Ghana, caduto da una impalcatura mobile durante i lavori di ristrutturazione a Portici. L’incidente sul lavoro si era verificato domenica scorsa.

Il 53enne è deceduto nella notte a causa delle lesioni riportate: era ricoverato presso l’ospedale del Mare di Napoli. La salma è ora a disposizione della Procura di Napoli che disporrà l’autopsia.

L’uomo di origini ghanesi, regolare sul territorio italiano, era stato portato al pronto soccorso dell’ospedale del Mare per le ferite riportate a seguito della caduta da un’impalcatura mobile di circa 3 metri, mentre svolgeva lavori in un negozio.

Il 53enne era stato sottoposto ad un intervento chirurgico, per una emorragia celebrale. L’operazione era riuscita, ma le ferite riportate erano troppo gravi e il 53enne non si è mai ripreso.

Il locale dove si stavano effettuando i lavori è stato sequestrato, con i rilievi che sono stati effettuati dai carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata. Indagini in corso sono condotte dai carabinieri della Compagnia di Torre del Greco.

1 Novembre

Rimini, agricoltore muore schiacciato dal muletto

Gilberto Tonini, 71enne, titolare dell’omonima azienda e presidente della Pro Loco di Montescudo, ha perso la vita durante un’operazione di carico

Montescudo (Rimini), 1 novembre 2024 – È morto schiacciato. Schiacciato dallo stesso muletto a bordo del quale si trovava nella strada provinciale di Montescudo, all’altezza dei capannoni della sua azienda agricola, mentre era impegnato a trasportare il mezzo su un rimorchio agganciato ad un trattore. È morto così questo pomeriggio intorno alle 16.45 Gilberto Tonini, 71 anni. Lavorando. Il titolare dell’azienda agricola Fratelli Tonini e presidente della Pro Loco di Montescudo è rimasto schiacciato proprio a due passi da casa, ritrovato da una pattuglia dei carabinieri della stazione locale che casualmente stava transitando in quel momento nella zona, all’altezza del civico 131.

Un altro Mondo senza Amianto è possibile