5 Luglio

Incidente sul lavoro: camion si ribalta, grave operaio

Intervento di 118 e polizia in località Pian d’Arcione

Incidente sul lavoro a Tarquinia. Nella mattinata di oggi, venerdì 5 luglio, un camion si è ribaltato durante un’operazione di scarico in località Pian d’Arcione. L’operaio alla guida del mezzo pesante è rimasto gravemente ferito.

Lanciato l’allarme, è subito intervenuto il personale sanitario del 118 che lo ha trasportato d’urgenza all’ospedale di Belcolle a Viterbo. Sul posto anche i poliziotti del commissariato di Tarquinia. Ancora i fase di accertamento le cause dell’accaduto.

Incidenti lavoro: operaio trentenne morto nel Maceratese

‘morto precipitando per una decina di metri dall’impalcatura di un cantiere edile a San Severino

Un operaio di trent’anni di origini albanesi è morto precipitando per una decina di metri dall’impalcatura di un cantiere edile a San Severino. Quando sono intervenuti i sanitari del 118 per l’uomo non c’è stato nulla da fare. Indagano i carabinieri per ricostruire dinamica e cause

4 Luglio

Morto travolto dal legname che stava spostando nella sua azienda

Non è stata una caduta dall’alto, come sembrava inizialmente, a provocare la morte di Sergio Vinco, 74enne, imprenditore edile di Negrar di Valpolicella. Sul posto sono intervenuti gli uomini del 118, ma quando sono arrivati per lui era già troppo tardi

Non sarebbe stata una caduta dall’alto, nel pomeriggio di mercoledì, ad essere fatale ad un uomo di 74 anni a Negrar di Valpolicella. A differenza di quanto è sembrato in un primo momento, Sergio Vinco, imprenditore edile della zona, sarebbe stato travolto da un grande numero di pannelli di legname. 

Sul posto per le indagini e gli accertamenti del caso sono intervenuti i tecnici Spisal e i carabinieri della Compagnia di Caprino, supportati dalla polizia locale. Stando a quanto appurato, Vinco si trovava nel deposito della sua azienda, la Valpolicella Costruzioni, situata vicino all’abitazione dove viveva con la sua famiglia in via Ca’ Bertoldi, e si stava occupando dello spostamento di una grande quantità di legname, quando qualcosa deve essere andato storto. Un errore, una distrazione, difficile dirlo, rimane il fatto che nonostante la sua grande esperienza il 74enne è stato travolto dal materiale che stava spostando. 
L’allarme è scattato intorno alle 17.30 e sul posto si sono precipitati gli uomini del 118 con ambulanza ed automedica, ma per Vinco non c’è stato niente da fare ed hanno dovuto dichiarare il decesso. 

3 Luglio

Incidente sul lavoro a Roma, impiegato Atac cade in una fossa per le riparazioni in officina: morte cerebrale

Maurizio Di Pasquale, 63 anni,  è caduto all’interno di un «ponte a fossa» utilizzato per la manutenzione dei mezzi profondo un metro e 60. Ancora poco chiara la dinamica dell’incidente

Morte cerebrale dopo aver lottato per la vita al Policlinico di Tor Vergata dalle prime ore di mercoledì. Il tragico epilogo per l’impiegato dell’Atac caduto accidentalmente in un ponte a fossa nelle officine aziendali in via di Tor Vergata. Una buca utilizzata dai meccanici proprio  nel deposito Atac per le riparazioni dei bus profonda un metro e sessanta centimetri e larga circa un metro. La vittima, Maurizio Di Pasquale, 63 anni, stava camminando nell’officina per motivi in corso di accertamento, quando non si sarebbe accorto della fossa cadendo di sotto. Ha sbattuto con violenza la testa e ha perso subito conoscenza. A soccorrerlo sono stati gli stessi colleghi che hanno chiamato il 112. Sul caso indagano i carabinieri. 

Le condizioni dell’impiegato, che era un amministrativo all’Atac che si occupava dei turni di servizio dei conducenti bus e non è chiaro perchè era entrato in officina, sono apparse subito molto gravi. È stato subito trasferito in terapia intensiva. Il quadro clinico è critico. I carabinieri della compagnia di Frascati hanno effettuato un sopralluogo per verificare il rispetto delle misure di sicurezza nel complesso e anche trovare le conferme al fatto che l’area dove si trova la fossa è interdetta al personale non autorizzato. Come anche se la stessa buca fosse stata segnalata secondo le norme previste dalla legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. L’ufficio della vittima era vicino all’officina, con un ingresso indipendente del box, di fronte a quello dei capi operai e dal capo tecnico. Non era soggetto comunque ai controlli sanitari riservati invece ai meccanici. 

Tragedia sul lavoro a Negrar: precipita dall’alto, muore 74enne

Tragico incidente sul lavoro nel pomeriggio di oggi, mercoledì 3 luglio, a Negrar: c’è un morto. Secondo le prime informazioni intorno alle 17.30 un uomo di 74 anni è caduto dall’alto mentre si trovava in un cantiere edile in via Ca’ Bertoldi, precipitando al suolo.

Sul posto sono accorsi i sanitari del Suem 118 con ambulanza e automedica, ma purtroppo per il 74enne non c’è stato nulla da fare. Troppo gravi le ferite riportate nell’impatto. Sul posto, per verificare la dinamica di quanto accaduto e accertare eventuali responsabilità, anche i carabinieri e personale Spisal.

2 Luglio

Provincia di Novara, operaio muore schiacciato da un macchinario

Secondo una prima ricostruzione, il 56enne era impegnato in un cantiere ferroviario. I sanitari intervenuti sul posto non hanno potuto fare nulla per salvarlo

A Meina, in provincia di Novara, un operaio di 56 anni ha perso la vita dopo essere rimasto schiacciato da un macchinario. Secondo le prime informazioni, l’incidente mortale è avvenuto mentre l’uomo stava lavorando in un cantiere ferroviario. Sul posto è intervenuto il personale del 118 ma per l’uomo era già troppo tardi.

L’operaio, si apprende, faceva parte di una ditta appaltatrice che sta svolgendo dei lavori per conto di Rfi, sulla linea Milano-Domodossola, la cui circolazione ferroviaria era già interrotta da giugno per i lavori di adeguamento dei binari ai moderni treni merci. L’incidente costato la vita al 56enne sarebbe avvenuto dentro l’area del cantiere. Sul posto arrivata anche la polizia ferroviaria per svolgere i rilievi del caso.

Infortunio sul lavoro a Robbio: operaio appoggia la mano su una macchina sfogliatrice in funzione

Gravissima lesione a una mano per il 36enne che stava lavorando in un’azienda di legno compensato. All’origine dell’incidente forse una caduta accidentale

Robbio (Pavia), 2 luglio 2024 – Ha riportato una gravissima lesione a una mano. Un operaio di 36 anni, al lavoro in una ditta di compensati, è stato soccorso nella prima mattina di oggi, martedì 2 luglio. Erano da poco passate le 7 quando sono stati chiamati i soccorsi sanitari di Areu, intervenuti nello stabilimento a Robbio, in via Novara, sia con ambulanza e auto medica, sia con l’elisoccorso fatto decollare da Milano.

Per le condizioni del ferito e per la tipologia delle lesioni, è stato disposto il trasporto con l’elicottero in codice giallo verso l’ospedale Circolo di Varese, sede del servizio Microchirurgia della mano, specializzato nella ricostruzione dei tendini. L’operaio rimasto ferito nell’infortunio sul lavoro non è in pericolo di vita, ma la prognosi resta riservata in attesa della valutazione clinica della grave lesione riportata.

Incidenti sul lavoro, due operai feriti nell’Avellinese

Accompagnati in ospedale, loro condizioni non preoccupano

Due incidenti sul lavoro, a poca distanza l’uno dall’altro, si sono verificati a partire dalla tarda mattinata in provincia di Avellino ad Aiello del Sabato e a Pratola Serra.

In un’azienda del primo comune, poco dopo mezzogiorno, un operaio è rimasto incastrato ad un macchinario con il braccio.

Sul posto i vigili del fuoco del distaccamento di Avellino che lo hanno liberato e consegnato ai sanitari del 118 che hanno disposto il suo trasferimento in ospedale.
    Un’ora dopo, un’altra squadra dei vigili del fuoco è intervenuta in un’azienda sulla statale 7 bis dove un operaio è rimasto con un piede incastrato in un carrello elevatore. Anche per lui è stato disposto il trasferimento in ospedale. Le loro condizioni non sarebbero preoccupanti

Morto schiacciato dal trattore mentre taglia l’erba: «Inaccettabili tragedie sul lavoro»

«È necessario sanzionare chi non rispetta le regole, oltre a investire nella formazione e nell’addestramento fin dalla scuola», ha detto Paolo Capone, segretario generale UGL, dopo l’episodio che a Lavagno è costato la vita ad un 76enne

Stava sfalciando l’erba con il trattore sul terrazzamento situato in via Turano, a Lavagno, quando è rimasto fatalmente schiacciato dal mezzo agricolo. Si chiamava Gualtiero Biasioni, 76 anni, l’uomo deceduto nel pomeriggio di lunedì, non lontano dal confine con Mezzane di Sotto. 

Ad allertare i soccorsi sono stati i familiari dell’anziano, preoccupati nel non vederlo rientrare a casa. Sul posto si è quindi diretto il personale del 118 e dei vigili del fuoco, ma per il 76enne era già troppo tardi. 
Sul luogo dell’incidente anche i carabinieri di San Martino Buon Albergo e i tecnici Spisal, per effettuare rilievi ed accertamenti. 

Amianto : Discariche

Niente amianto nella discarica di Mattie: la rivolta dei sindaci valsusini ferma il progetto

Dovevano arrivare in dieci anni oltre 100 mila metri cubi di materiali asbestiferi provenienti da bonifiche edili

Le parole «No amianto a Mattie» da una ventina di giorni accolgono gli automobilisti lungo i tornanti della strada che sale verso il piccolo paese valsusino. E adesso sembrano più una constatazione che un auspicio.

Dopo l’allarme degli ultimi giorni, oggi Mattie e tutta la Val Susa possono, infatti, tirare un sospiro di sollievo: ieri pomeriggio l’assemblea straordinaria dei sindaci soci di Acsel ha decretato il ritiro del progetto di riapertura della discarica di Camposordo (Mattie), bocciando di fatto l’idea dell’azienda di stoccare in dieci anni oltre 100 mila metri cubi di materiali asbestiferi provenienti da bonifiche edili in quello che un tempo era il luogo di smaltimento dei rifiuti prodotti quotidianamente nei 39 Comuni della Valle.

A fine giugno, quando è diventato di dominio pubblico che Acsel aveva avviato le procedure di valutazione d’impatto ambientale per riaprire l’ex discarica e smaltirvi all’interno ingenti quantità di amianto, in Val Susa era scattato l’allarme. In pochi giorni sono state convocate assemblee spontanee dei residenti, partite mobilitazioni, nate raccolte firme. Appena superato lo stop all’attività amministrativa per la campagna elettorale, la settimana scorsa anche i Comuni di Susa e Mattie, i più a ridosso della discarica, hanno bocciato ufficialmente l’idea di Acsel. Portando all’attenzione di tutti i Comuni il tema che lasciava aperta, ormai, un’unica strada: il ritiro del progetto amianto.

L’esito scontato dell’assemblea straordinaria dei sindaci convocata per ieri su sollecitazione del presidente dell’Unione montana, Pacifico Banchieri, lascia tuttavia irrisolto il problema di fondo dell’ex discarica. Ovvero la gestione futura. L’idea di Acsel di utilizzarla per “tombarci” migliaia di metri cubi di amianto negli stessi anni in cui la piana di Susa sarà già interessata dai lavori, e dal via vai di camion, per lo scavo delle gallerie della Torino-Lione, non era delle più felici. Ma resta attuale la necessità di trovare anno dopo anno circa 15 milioni di euro per mettere in sicurezza dalla produzione di percolato le “vasche” (soprattutto la numero uno, la più vecchia, risalente agli anni ’80-’90) della discarica dismessa

La Rai lascia la storica sede Viale Mazzini per bonifica dell’amianto: “Era una trappola mortale”

La Rai lascia temporaneamente la sede storica di viale Mazzini per lavori di ristrutturazione nei quali rientra la rimozione di amianto. Un mese e mezzo fa la morte di Marius Sodkiewicz e Franco Di Mare, due eventi che hanno probabilmente accelerato le operazioni di qualcosa che si poteva fare tempo fa.

Le morti di Sodkiewicz e Di Mare

Da quanto si apprende da fonti interne, la ricerca di un nuovo immobile ad uso temporaneo in affitto come alternativa a viale Mazzini, nell’ottica di fare dei lavori di ristrutturazione legati all’amianto, risale a molto tempo fa. Ancor prima della pubblicazione del piano immobiliare recente, la Rai aveva pubblicato annunci per ricerche di immobili, con bandi o gare per strutture alternative nelle quali trasferire i suoi uffici. L’esigenza è legata alle condizioni fatiscenti di viale Mazzini, in particolare proprio quelle riferite alla certificata presenza di amianto che mai era stato completamente rimosso. La novità recente è, appunto, che è stato trovato questo immobile e si sono rotti gli indugi, dando mandato di firmare il contratto. Come si legge sul sito di ONA rispetto alle condizioni della sede di Viale Mazzini: “La sede è stata vista come un simbolo di modernità e innovazione architettonica. Tuttavia, come molte strutture dell’epoca, l’amianto, ampiamente utilizzato per le sue proprietà isolanti e ignifughe, l’ha resa una trappola mortale. Marius Sodkiwicz, e Franco Di Mare, scomparsi a causa del mesotelioma lo scorso maggio, sono due casi emblematici del rischio asbesto”.

1 Luglio

Incidente sul lavoro a Comiso, operaio morto schiacciato da un Tir in un’azienda vinicola

Un operaio è morto nella mattina del primo luglio, intorno alle 11, all’interno di un’azienda vinicola lungo la strada provinciale Comiso-Chiaramonte, nel Ragusano. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo sarebbe rimasto schiacciato da un autoarticolato durante una manovra nel piazzale di pertinenza dell’azienda Avide. A nulla è servito l’intervento dell’ambulanza del 118 e l’attivazione dell’elisoccorso. L’operaio infatti, un uomo di circa 60 anni, è morto sul luogo dell’incidente. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della stazione di Comiso e i Vigili urbani.

Incidente sul lavoro: muore a 32 anni schiacciato dal trattore

Ancora non è chiara la dinamica di quanto accaduto. Sul posto è intervenuto l’elisoccorso Pegaso

Aveva solo 32 anni, Federico Neppi,  l’operaio morto in un incidente sul lavoro oggi, 1 luglio 2024. La tragedia si è consumata intorno alle 13, mentre stava lavorando attorno alla Rocca di Pietrasanta. Secondo le prime informazioni, il 32enne è rimasto schiacciato dal trattore.

Sembra che stesse facendo dei avori di sistemazione nel campo. Ancora non è chiara la dinamica di quanto accaduto. Sul posto è intervenuto l’elisoccorso Pegaso, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare

Operaio ferito gravemente da una motosega nel catanzarese

SOVERIA MANNELLI (CZ), 01 GIU 2024 – Un tragico incidente è avveuto a Soveria Mannelli, dove un operaio di 61 anni è stato ricoverato in condizioni critiche presso l’ospedale di Catanzaro. L’uomo è stato ferito gravemente mentre manovrava una motosega per tagliare un albero, che per cause ancora da accertare ha reciso la sua vena giugulare, causando una profonda e pericolosa emorragia.

L’incidente è avvenuto durante la mattinata a Soveria Mannelli, dove l’operaio è stato immediatamente soccorso e ha ricevuto le prime cure presso l’ospedale locale. Successivamente, data la gravità delle sue condizioni, è stato trasportato d’urgenza in elisoccorso all’ospedale di Catanzaro, dove è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico.

I carabinieri sono già al lavoro per chiarire i dettagli e le circostanze che hanno portato a questo drammatico evento, cercando di ricostruire la dinamica dell’incidente.

Attualmente, l’operaio rimane in prognosi riservata nel reparto di rianimazione dell’ospedale, mentre si attendono ulteriori sviluppi sulle sue condizioni.

Verona, incidente sul lavoro: muore travolto da trattore

Incidente sul lavoro mortale a Lavagno, in provincia di Verona. Lunedì poco prima delle 12:30 una persona è morta dopo che il trattore che guidava si è ribaltato travolgendola. Sul posto il Suem 118, i vigili del fuoco e i Carabinieri che stanno procedendo ai rilievi. Dalle prime informazioni sembrerebbe che l’operaio sia rimasto incastrato sotto il mezzo agricolo perdendo la vita

28 Giugno

Incidente sul lavoro a Minturno, muore a 21 anni schiacciato dal trattore davanti al padre

Grave incidente sul lavoro stamattina nelle campagne di Minturno, dove il 21enne Francesco Mazzucco è morto, schiacciato sotto ad un trattore. A soccorrerlo e a chiamare aiuto è stato suo padre.

Un ragazzo di ventuno anni è morto, schiacciato da un trattore. I drammatici fatti sono avvenuti nella mattinata di oggi, venerdì 28 giugno, nel territorio della provincia di Latina. La vittima del grave incidente è Francesco Mazzucco, per il quale non c’è stato purtroppo nulla da fare per salvargli la vita. Si tratta dell’ennesimo incidente sul lavoro nel territorio pontino, dopo quello del bracciante Satnam Singh. In questo caso nello specifico il ragazzo, come appreso da Fanpage.it, stava lavorando in un terreno di famiglia insieme al padre, nello specifico alla manutenzione di un uliveto. Si è dunque trattata di una tragedia famigliare

Operaio di 21 anni trovato morto in un cantiere a Venezia con l’arteria femorale recisa da un vetro

La vittima è Marco Salvagno, residente a Sottomarina di Chioggia. All’origine del decesso un probabile incidente sul lavoro. A dare l’allarme i colleghi. La Uil Veneto: “Disarmante apprendere l’ennesima morte sul lavoro”

Venezia, 28 giugno 2024 – Tragedia a Venezia: un operaio di 21 anni impiegato in un’azienda edile è stato trovato morto dai colleghi. La vittima è Marco Salvagno, 21 anni, residente a Sottomarina di Chioggia.

All’origine della morte un probabile incidente sul lavoro che gli ha reciso un’arteria di una gamba. Il ragazzo, secondo una prima ricostruzione, avrebbe battuto un ginocchio contro una lastra di vetro, ed una grossa scheggia gli avrebbe reciso un arteria femorale, provocandone il dissanguamento. Sono stati alcuni colleghi a trovarlo a terra, nel sangue. Il giovane era in condizioni disperate. Sul posto i sanitari del Suem 118, ma per il 21enne non c’è stato nulla da fare. “È disarmante apprendere l’ennesima morte sul lavoro – dice Roberto Toigo, segretario generale della Uil Veneto che ne dà notizia -. Si rimane sempre disorientati e inorriditi ogni volta che accade un incidente sul lavoro, ci si fa tante domande, ci si chiede se stiamo facendo tutto il possibile. La Uil Veneto si stringe attorno alla famiglia del giovane operaio, vittima del tragico infortunio, e continuerà il suo lavoro in nome della sicurezza, senza mai abbassare la guardia, insieme alle istituzioni e ai lavoratori. La prevenzione è un’arma fondamentale per superare situazioni tragiche come quella di oggi in cui a primeggiare deve essere sempre e solo la cultura della vita”.

Muore un operaio di 21 anni in un cantiere edile in Sicilia, un altro cade nell’Adda, disperso

Un operaio di 21 anni, Angelo Giardina,  è morto mentre era al lavoro in un capannone di un’impresa edile che produce manufatti in calcestruzzo di Canicattì, nell’Agrigentino.

Secondo una prima ricostruzione sarebbe rimasto travolto da carrello elevatore che stava manovrando.

Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco, Carabinieri e personale del 118

La Procura di Agrigento, che ha aperto un’inchiesta e ha disposto il sequestro dell’area, sta cercando di accertare la posizione lavorativa del giovane e se siano state rispettate le norme anche in materia di sicurezza.

Claudio Togni, l’operaio caduto nell’Adda e trascinato via dalla corrente mentre stava lavorando

Sul posto, a Vaprio D’Adda, il Distaccamento di Gorgonzola e il nucleo sommozzatori di Milano aiutati dal nucleo Saf fluviale del Comando di Bergamo

Tutto è successo poco dopo le 9 mentre l’operaio dell’Italgen era al lavoro su un canale scolmatore a Concesa, sotto il ponte dell’A4. L’operaio, espertissimo, è finito in acqua sotto gli occhi di due colleghi con i quali stava effettuando un’operazione di manutenzione. L’uomo, stando a una prima ricostruzione, sarebbe stato imbragato ma alla base dell’incidente sul lavoro potrebbe esserci una manovra sbagliata. Saranno gli ispettori di Ats a ricostruire quello che è successo, tuttavia le speranze di trovare vivo il 58enne si riducono col passare delle ore.

Amianto : Discariche

Amianto nell’ex discarica di Mattie: anche il Comune di Susa contrario al progetto

La cittadina capoluogo della valle scende in campo insieme al piccolo comune montano e a Pro Natura

Si allarga, in Val Susa, l’opposizione delle amministrazioni comunali all’ipotesi di riaprire l’ex discarica di Mattie per realizzare un deposito di smaltimento dei rifiuti con amianto. A poche ore dall’insediamento previsto stasera durante il primo Consiglio comunale, l’amministrazione di Susa del sindaco Piero Genovese – rieletto quindici giorni fa – prende nettamente posizione contro l’ipotesi progettuale avanzata da Acsel per l’utilizzo come sito di deposito di materiali provenienti da bonifiche di eternit e altri materiali asbestiferi dell’area fino a pochi anni fa centro di conferimento dei rifiuti di tutta la Valle.

Insomma, anche il Comune che sorge ai piedi della località di Camposordo dice no alla nuova discarica di amianto. Affiancando, così, l’amministrazione di Mattie che nei giorni scorsi – durante l’assemblea convocata da oltre 200 cittadini del paese sulla questione esplosa a fine maggio in seguito all’avvio delle procedure di valutazione ambientale per autorizzare l’operazione – si era già detta contraria a questa soluzione: «L’operazione vanificherebbe le opere di bonifica avviate alcuni anni fa» è il pensiero di sindaci e cittadini che chiedono all’azienda consortile di Valle della raccolta rifiuti di sospendere l’opera.

«In relazione al progetto presentato da Acsel per ampliare parte della discarica di Mattie, al netto degli aspetti tecnici, a titolo prudenziale e di tutela della salute pubblica riteniamo non opportuno riaprire la discarica che ha cessato la sua attività nel 2018» chiarisce la maggioranza del sindaco Piero Genovese, sottolineando che l’amministrazione di Susa parteciperà comunque ad ogni tavolo in cui verrà discussa questa proposta.

La prima occasione di confronto con Acsel sarà, probabilmente, l’assemblea dei sindaci indetta nei giorni scorsi su richiesta del presidente dell’Unione montana, Pacifico Banchieri, per lunedì 1 luglio. Assemblea in cui Acsel dovrà illustrare ai primi cittadini della Valle l’idea di riaprire l’impianto di smaltimento: ipotesi prevista fin dal 2022 nel piano industriale dell’azienda consortile che ha per soci i 39 Comuni della Val Susa, ma solo di recente tradotta in un vero e proprio progetto.

Nelle ultime settimane questo intervento, che si è finora tradotto nella richiesta alla Città metropolitana delle autorizzazioni ambientali, ha già portato ad una netta presa di posizione sfavorevole all’opera da parte di Pro Natura e alla raccolta firme da parte di un gruppo di cittadini di Mattie, preoccupati per i possibili rischi ambientali. Ma ora che le amministrazioni andate al rinnovo l’8 e 9 giugno si insedieranno è probabile che molte chiederanno conto ad Acsel sugli intenti del discusso progetto.

Discarica di amianto a Ca’ Balestra, richiesta di autorizzazione congelata per 180 giorni

Progeco Ambiente ha bisogno di tempo per rispondere a tutti i dubbi espressi sul progetto. Esulta il comitato dei contrari che incassa anche il sostegno del rieletto sindaco Gardoni

Èstata accolta la richiesta e pertanto i termini per la presentazione di integrazioni e chiarimenti sono sospesi per un periodo di 180 giorni». Si legge questo nella risposta che ieri, 19 giugno, la Regione Veneto ha inviato alla ditta Progeco Ambiente. Per l’approvazione o il respingimento dell’impianto di smaltimento dei rifiuti contenenti amianto a Valeggio sul Mincio se ne riparlerà dunque tra circa sei mesi.

Sono evidentemente troppe le risposte che l’azienda deve fornire ai dubbi dei contrari al progetto. Dubbi che sono stati esposti in Regione Veneto perché è all’ente regionale che spetta il compito di concedere o negare l’autorizzazione alla discarica. Discarica che è stata progettata nell’area di Ca’ Balestra, a Valeggio sul Mincio, e contro cui si sono schierate istituzioni locali, comitati e singoli cittadini. A tutti era stata concessa la possibilità di presentare delle osservazioni critiche al progetto. «Ben 228 sono quelle protocollate della Regione Veneto – ha ricordato il comitato anti-discarca di Ca’ Balestra – E dopo il sopralluogo in loco, la commissione per la valutazione dell’impatto ambientale ha formalizzato un elenco di circa 30 richieste di integrazioni e approfondimenti, che spaziano dalla verifica della fattibilità del progetto in zona di alta pianura vulnerabile ai nitrati a supplementi di studi in relazione agli impatti ambientali, soprattutto con riferimento alla inevitabile sovrapposizione con l’adiacente discarica Ca’ Baldassarre e ai progetti per altre discariche di amianto a Caluri e Marmirolo. E ancora alla direzione dei venti per la possibile dispersione di fibre di amianto, alla situazione idrogeologica dell’area, alla viabilità e al dimensionamento della strada di accesso al sito, agli interventi da porre in essere nel caso di incidenti, all’inquinamento, oltre che nuove e più approfondite valutazioni sugli impatti sanitari del progetto stesso». E Progeco deve ora controdedurre puntualmente tutte le osservazioni pervenute in Regione e tutte le richieste della commissione per l’impatto ambientale. E per farlo l’azienda ha bisogno di tempo, così ha chiesto e ottenuto dalla Regione il congelamento del procedimento per 180 giorni. Un risultato importante per il comitato anti-discarica, che ha ringraziato «tutti coloro che hanno deciso di dedicare un po’ del proprio tempo per informarsi e cercare di contribuire alla salvaguardia del nostro territorio».

E la sospensione del procedimento non concede solo tempo alla Progeco. Lo concede anche al comitato che proseguirà l’opera di sensibilizzazione affinché l’attenzione sul tema rimanga alta. Una sensibilizzazione fatta anche a livello politico ed infatti due rappresentanti del comitato, il presidente Gianni Bertaiola e l’avvocato Pier Paolo Avanzini, hanno già ottenuto udienza dal rieletto sindaco di Valeggio sul Mincio Alessandro Gardoni.
Il primo cittadino si è insediato da pochi giorni, ma ha voluto esprime subito il proprio impegno istituzionale nel contrasto al progetto proposto da Progeco Ambiente. Gardoni ha infatti ribadito sostegno e vicinanza al comitato e ha garantito ai suoi rappresentanti la nomina da parte del Comune di un legale che possa tutelare sul piano giuridico gli interessi legittimi della collettività.

Amianto : Sentenze

Antonio Balestrieri morto per l’amianto: condanna confermata per l’imprenditore svizzero

“I polmoni degli operai si riempivano del liquido pleurico del mesotelioma e morivano ad uno a uno. Poi anche i loro familiari, perché lavavano le tute”. Una sentenza che “conforta un po’, dopo la delusione del primo grado”, commenta il presidente dell’Osservatorio nazionale amianto

Il magnate svizzero Stephan Ernest Schmidheiny è stato riconosciuto colpevole per la morte di Antonio Balestrieri, uno degli operai dello stabilimento Eternit di Bagnoli, a Napoli, deceduto a causa di prolungata esposizione all’amianto.

La corte d’assise di Appello di Napoli ha infatti confermato la condanna a 3 anni e mezzo di carcere inflitta già in primo grado all’imprenditore 76enne per omicidio colposo. “La sentenza ci conforta un po’, dopo la delusione del primo grado, le cui richieste dei pubblici ministeri sono state in gran parte disattese”, commenta l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto che ha reso nota la sentenza.

Operai morti ad uno ad uno, poi anche i loro familiari”

“Il processo – spiega la nota dell’Osservatorio – ha evidenziato come l’uso dell’amianto fosse senza cautele, privo di confinamento e con le maestranze ignare e sprovviste di mezzi di protezione. Sia all’interno dello stabilimento che all’esterno c’era amianto in sacchi di juta privi di chiusura ermetica scaricati dalle navi senza che i lavoratori fossero a conoscenza del rischio. Gli operai si ammalavano di asbestosi, perché avevano i polmoni pieni di polvere, che si riempivano di liquido pleurico, quello del mesotelioma. E così, giorno dopo giorno, i necrologi all’ingresso dello stabilimento, e nelle zone circostanti del quartiere Bagnoli, a Pozzuoli e al Vomero. Così uno ad uno, gli operai sono tutti deceduti, e poi anche i loro familiari, perché lavavano le tute, o perché respiravano le polveri dai capelli e dalla pelle”.

Il processo cosiddetto Eternit Bis è diviso in 4 filoni, scaturiti dalle varie inchieste sull’ex stabilimento. Il primo processo Eternit si è chiuso 10 anni fa con la dichiarazione di avvenuta prescrizione per il reato di disastro ambientale da parte della corte di Cassazione e l’annullamento delle condanne per gli imputati. La sentenza di oggi, rappresenta invece “un ulteriore tassello per assicurare giustizia alle vittime dell’amianto”, secondo Bonanni. Confermata anche la fondatezza della richiesta di risarcimento del danno dell’Osservatorio, costituitosi parte civile con l’avvocata Flora Abate. 

Operaio di Livorno morto per l’esposizione all’amianto: famiglia risarcita per 600.000

L’ex dipendente del Cantiere Orlando è deceduto a 66 anni, un anno dopo l’insorgenza della malattia. Condannato il colosso Fincantieri

LIVORNO. Nel 2015 gli è stata diagnosticata «un’eteroplasia polmonare destra, tipizzata in carcinoma polmonare con cellule squamose». Un anno più tardi, purtroppo, è morto a 66 anni. Quella malattia – secondo il tribunale – l’ha contratta al lavoro, al Cantiere Orlando. Dopo quasi dieci anni dalla tragedia Fincantieri è stata condannata in primo grado dal giudice del lavoro di Livorno a risarcire la moglie e il figlio dell’operaio livornese, assistiti dall’avvocata Antonella Faucci, per 599.510 euro fra danni patrimoniali e non patrimoniali e al pagamento di 12.296 euro di spese di lite, che con gli interessi in realtà salgono a circa 640.000 euro.

L’uomo – come si legge nel dispositivo pubblicato il 25 giugno – aveva lavorato nel Cantiere navale dal 1974 (da quando aveva 24 anni) al 2000, quando è andato in pensione. Fino al 1982 come marinaio ponteggiatore, dall’82 all’84 come carpentiere in ferro, dall’84 all’86 di nuovo come marinaio ponteggiatore e dall’87 al ‘95 in qualità di montatore impianti. La società, nel 1984, era stata rilevata da Fincantieri. In qualità di ponteggiatore «ha lavorato sia a bordo di navi che all’interno dei capannoni – recita la sentenza – sia nella fase di costruzione delle navi che in quella di riparazione. I lavoratori con la qualifica di ponteggiatore, accedevano in modo non occasionale, ma prestabilito ed organizzato, a bordo delle navi in riparazione. L’esposizione si sarebbe quindi verificata durante le attività lavorative sopra descritte. Lui aveva lavorato in precedenza in vetreria, addetto alla produzione (dal 1965 al 1967) e come tubista (periodo dal 1971 al 1974). Sia per quanto riguarda il lavoro in vetreria, che come tubista, è verosimile che abbia avuto contatto con materiali contenenti amianto. Infatti nel passato, l’industria del vetro ha fatto largo uso di materiali contenenti amianto, dalle coibentazioni dei forni a bacino ai materiali di consumo. L’industria del vetro cavo meccanico, così chiamato per distinguerlo dal vetro cavo artistico, faceva uso di tessuti per il rivestimento delle parti di macchine che avevano contatto con il manufatto appena formato, e quindi ad una temperatura tale che qualsiasi contatto con materiali conducenti il calore ne avrebbe provocato il rapi do raffreddamento e quindi la rottura. L’amianto aveva quindi la funzione di termoisolante e di conseguenza veniva interposto tra le parti metalliche e i manufatti di vetro».

26 Giugno

Incidente sul lavoro a Brugherio, operaio si ustiona con una colata di piombo: gravissimo un uomo

Soccorsi in codice rosso mercoledì mattina

Grave incidente sul lavoro mercoledì mattina a Brugherio. Poco dopo le sette, presso la sede della Piomboleghe, in via Eratostene, sono intervenuti i soccorsi del 118 insieme alla polizia locale dopo che un uomo di 62 anni è rimasto gravemente ustionato in seguito a un infortunio sul lavoro.

La chiamata con la richiesta di soccorso è scattata alle 7.04 e la centrale operativa dell’Azienda Regionale Emergenza e Urgenza ha inviato un’ambulanza e un’automedica allertate in codice rosso. Secondo quanto al momento ricostruito, il 62enne avrebbe riportato ustioni di secondo e terzo grado sul 35% del corpo, colpito da una fuoriuscita di piombo fuso sotto pressione. Il 62enne è stato trasferito in codice rosso all’ospedale San Gerardo di Monza. Sul posto anche una squadra dei vigili del fuoco del Comando di Monza con l’autopompa.

La dinamica dell’incidente sul lavoro è al vaglio degli agenti della polizia locale intervenuti, insieme al personale di Ats e ai carabinieri.

Operaio trovato morto in un capannone: la vittima aveva 49 anni

L’uomo è deceduto nell’azienda dove lavorava a Carinaro

Èstato trovato a terra all’interno del capannone dell’azienda farmaceutica dove lavorava. Così è stata scoperta la morte di un operaio 49enne di Casavatore, deceduto sul posto di lavoro a Carinaro, in provincia di Caserta. Il corpo dell’uomo è stato scoperto ieri pomeriggio. Inutile l’intervento dell’ambulanza del 118. 

Quando i sanitari sono arrivati hanno riscontrato una ferita al capo e il cuore del 49enne che aveva smesso di battere. Non sono ancora chiare le cause del decesso. L’uomo era addetto ai resi e bisognerà approfondire per capire se si sia trattato di un incidente o di un malore, a seguito del quale si sarebbe provocato la ferita alla testa. 

Fa un volo di quasi 200 metri col trattore

L’uomo è precipitato col mezzo agricolo in un dirupo ed è rimasto gravemente ferito

Mattinata di paura e ansia quella vissuta ieri, martedì 25 giugno, a Scena, in Alto Adige, a causa di un infortunio sul lavoro avvenuto intorno alle 9 nei pressi di un maso.

Ad essere coinvolto un uomo alla guida del suo trattore che, per cause in via di chiarimento, ha perso il controllo del suo trattore, precipitando con esso per un pendio di circa 150 metri, finendo poi per schiantarsi al suolo nei presso di un cantiere.

Grave incidente sulla E45, muore operatore del soccorso stradale

Grave incidente sulla 4 corsie direzione Cesena. Perugia, 26 giugno 2024 – La Centrale dei Vigili del Fuoco di Perugia è intervenuta tempestivamente, su richiesta del 118, per un grave incidente stradale avvenuto sulla 4 corsie in direzione Cesena, nei pressi dell’uscita di Sant’Egidio.

Un operatore del soccorso stradale privato, impegnato nelle operazioni di assistenza, è stato investito in pieno da un furgone di un corriere. Nonostante l’immediato intervento dei soccorsi, l’operatore è purtroppo deceduto sul posto a causa delle gravi ferite riportate.

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti, oltre ai Vigili del Fuoco, anche il personale di Anas, la Polizia Stradale e il 118 per prestare i primi soccorsi e garantire la sicurezza della zona.

Le autorità competenti stanno effettuando le indagini necessarie per ricostruire la dinamica dell’incidente e accertare le responsabilità.

Un altro Mondo senza Amianto è possibile