25 Giugno

Operaio cade, batte la testa e dopo una notte all’ospedale perde la vita

Islam Miah, 34 anni, impiegato della Sait per la coibentazione delle navi ai cantieri di Marghera è caduto da un trabattello a un metro d’altezza. Ricoverato all’Angelo, dopo che aveva perso i sensi, è morto oggi, martedì 25 giugno. Lascia due figli

Islam Miah, 34 anni, operaio della Sait, per la coibentazione delle navi alla Fincantieri di Marghera, ha detto: «Mi sento male», mentre lunedì sera lavorava sopra un trabattello, piccola impalcatura a un’altezza di un metro, poi è caduto a terra e non si è più ripreso. Soccorso e ricoverato all’ospedale di Mestre in serata, è rimasto nel reparto nella notte e verso l’ora di pranzo in tarda mattinata oggi, martedì 25 giugno, ha perso la vita. Miah, poco più che trentenne, è bengalese e lavora da qualche anno alla Sait, dove sono confluiti gli addetti della società precedente, la Isolfin, in appalto per la Fincantieri. Un trauma alla testa, all’origine della caduta, da un’altezza non importante da cui però l’uomo non è riuscito a proteggersi, forse per un colpo di caldo o un malore che l’ha portato a perdere l’equilibrio.

Tragedia a Campofelice di Roccella, operaio cade da un ponteggio e muore

La vittima, Giovanni Terrana, aveva 64 anni. Sul posto sono arrivati i soccorritori del 118, ma i tentativi per rianimare l’uomo sono stati inutili. Aperta un’indagine per accertare eventuali responsabilità

Ancora un incidente mortale sul lavoro. E’ successo questa mattina a Campofelice di Roccella. Un operaio di 64 anni – Giovanni Terrana – è precipitato da un’impalcatura morendo sul colpo. Sul posto sono arrivati i soccorritori del 118, ma i tentativi di rianimarlo sono stati inutili. Non è ancora chiaro se l’operaio sia caduto in seguito a un malore.

L’uomo stava lavorando nel cantiere di un’abitazione privata nei pressi di via Belvedere, in via Imera, quando è precipitato dal ponteggio da un’altezza di circa 4-5 metri. Insieme a Terrana c’erano anche i suoi figli. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri di Cefalù e i tecnici dell’Asp per verificare la regolarità dell’affidamento dei lavori e se siano state rispettate le norme di sicurezza. Le indagini coordinate dalla procura di Termini Imerese. Appena quattro mesi un altro operaio, Mario Cirrincione, era morto a Campofelice durante i lavori di ristrutturazione in contrada Gorgo Lungo.

Marco Torre, il poliziotto morto a 27 anni sul raccordo anulare mentre andava al lavoro

Torre ha impattato contro un’auto che era in corsia di emergenza. La polizia stradale ha acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza. Avviata raccolta fondi

Precipita col trattore e rimane incastrato

Gravemente ferito un agricoltore di Scena, che ha perso il controllo del mezzo agricolo ed è precipitato per 150 metri lungo un pendio. È stato elitrasportato a Bolzano

Nuovo infortunio sul lavoro in Alto Adige, che ha coinvolto un agricoltore. L’incidente in un maso a Scena, intorno alle 9 del mattino di martedì 25 giugno.

L’uomo era alla guida del suo trattore quando, per cause da chiarire, ha perso il controllo del mezzo precipitando lungo un pendio per circa 150 metri.

Ferito in modo grave, è stato portato in elicottero all’ospedale di Bolzano

24 giugno

Operaio muore schiacciato in un cantiere navale ad Ameglia

Stamani in un panificio uomo cade da scala, codice rosso

Un operaio del quale non sono ancora state rese note le generalità è morto oggi in un cantiere navale in località Fiumaretta, nel comune di Ameglia (La Spezia) .

Secondo quanto appreso, l’uomo sarebbe rimasto schiacciato dallo stabilizzatore di una gru con la quale stava movimentando alcune imbarcazioni. Tempestivi ma inutili i soccorsi. Sul posto i Carabinieri.
    E’ il secondo incidente sul lavoro in Liguria oggi: stamattina in un panificio un uomo di circa 50 anni stava lavorando su una scala ed è caduto procurandosi un trauma cranico. E’ stato ricoverato in codice rosso, il più grave, all’ospedale San Martino.

   Aveva 69 anni l’operaio morto oggi a Fiumaretta, una frazione di Ameglia (La Spezia). L’anziano manutentore lavorava da diversi decenni per un’azienda di rimessaggio. Secondo una prima ricostruzione dell’incidente la gru che l’operaio stava manovrando si sarebbe sbilanciata su un fianco e l’uomo non è riuscito a spostarsi in tempo, venendo schiacciato dallo stabilizzatore.

22 giugno

Inferno all’Aluminium, i sei feriti sono tutti lavoratori stranieri

L’esplosione nella fabbrica metallurgica durante la fase di colatura dell’alluminio fuso: gli operai – tre senegalesi, due albanesi e un tunisino – sono stati investiti dalle fiamme, cinque sono in gravi condizioni. Inchiesta per stabilire le cause, i sindacati proclamano lo sciopero 

BOLZANO. L’inferno è durato pochi istanti. Il tempo di un’esplosione inattesa e devastante che, una ventina di minuti dopo la mezzanotte tra giovedì 20 e venerdì 21 giugno ha investito e straziato sei operai dell’Aluminium Bozen, all’interno dello stabilimento di via Toni Ebner, nella Zona Industriale di Bolzano. Tutto è accaduto all’improvviso, durante la fase di colatura e raffreddamento di alluminio fuso in uno stampo: la deflagrazione è stata potentissima, tanto da squarciare letteralmente il capannone sul lato verso via Brida e da far saltare l’elettricità in una vasta area attorno allo stabilimento.

A lanciare l’allarme e a chiedere aiuto è stato quello tra loro che in quel momento ha avuto la fortuna di trovarsi più lontano dall’epicentro della deflagrazione e, per questo, ha subito lesioni meno gravi. I soccorsi sono stati immediati e la scena che si è presentata ai vigili del fuoco permanenti di Bolzano – con i volontari di Bolzano Centro e Oltrisarco – che in breve tempo hanno domato le fiamme, e ai sanitari della Croce Bianca e della Croce Rossa è stata apocalittica.

Nella distruzione totale, a una temperatura che era ancora altissima, quattro dei sei operai giacevano a terra, privi di sensi: investiti in pieno dalle fiamme, presentavano tutti ustioni gravissime al volto e su gran parte del corpo. Le condizioni degli altri due lavoratori, invece, che pur erano feriti e sotto choc, sono parse meno serie. La macchina dell’emergenza s’è attivata immediatamente e, nel giro di pochi minuti, dopo essere stati stabilizzati, cinque degli operai erano già su elicotteri che li hanno trasferiti nei centri grandi ustionati di Verona, Padova, Milano, Bolzano e Murnau am Staffelsee, in Baviera.

Loro sono Mboup Mor-diarra (senegalese di 44 anni), il tunisino Oussama BenyahaiaDjette Aboubacar (senegalese di 25 anni), Diallo Bocar, senegalese, e Hyseni Sokol, albanese di 34 anni. Il più grave e Artan Vila, albanese di 48 anni che sta lottando tra la vita e la morte a Milano. Ha riportato gravissime ustioni al volto e su gran parte del corpo. Sono stati sottoposti a trattamenti d’avanguardia e le prossime ore saranno determinanti: nella migliore delle ipotesi, li attende un lungo e dolorosissimo percorso necessario alla ricostruzione dell’epidermide e del derma distrutti.


Tra le prime ipotesi c’è quella di un accidentale versamento d’acqua sul metallo incandescente e allo stato liquido. Saranno comunque gli accertamenti tecnici che verranno disposti dalla procura, e che saranno svolti in contraddittorio, dopo la nomina di esperti, a fare piena chiarezza. Gli inquirenti potranno contare su elementi determinanti forniti dalle immagini raccolte dalle telecamere nel reparto, posto subito sotto sequestro. Per questo, il procuratore facente funzioni Axel Bisignano ha chiarito, con un comunicato stampa, che «allo stato attuale non vi sono ancora degli indagati, dovendo gli organi accertatori ricostruire le posizioni di garanzia all’interno dello stabilimento sulla base della documentazione aziendale che è stata acquisita ad esito dei primi interventi».

21 Giugno

Incidente sul lavoro, il tetto del capannone cede e precipita da 10 metri: Valerio Salvatore muore a 29 anni

Abitava a Villa Gordiani. Sul caso indagano i carabinieri e la Procura di Velletri che ha aperto una indagine per omicidio colposo

Ancora una morte sul lavoro. Dopo il caso di Satnam Singh, un’altra vittima nel Lazio. Valerio Salvatore, un ragazzo di 29 anni di Roma, è morto cadendo da circa dieci metri di altezza, dal tetto di un’azienda a Campoleone, in provincia di Latina.

Valerio Salvatore lavorava per l’impresa Fazel Impianti come elettricista e operaio e lo scorso venerdì 21 giugno, ed è morto mentre si trovava in una ditta sulla Nettunense, tra Aprilia e Lanuvio. Stava svolgendo lavori per sistemare un cavo elettrico su parte del tetto del capannone che, secondo quanto appreso, presentava delle parti in eternit. A un certo punto, per cause al vaglio di chi indaga, il tetto ha ceduto facendo precipitare il lavoratore 29enne. 

Morto sul lavoro 

Immediato è scattato l’allarme al personale del 118. Nonostante i tentativi di rianimazione, per Valerio Salvatore non c’è stato nulla da fare. Sul posto, oltre i medici, anche i carabinieri di Lanuvio, il personale del servizio prevenzione e sicurezza del lavoro e della Asl. Adesso si indaga per ricostruire la dinamica della tragedia.

La Procura di Velletri, come atto dovuto per svolgere una serie di indagini, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. L’obiettivo sarà quello di verificare le condizioni di sicurezza sul lavoro. La porzione del capannone dove è avvenuto il cedimento, “marcia” vedendo le prime immagini scattate, è stata sequestrata. Ora la famiglia vuole risposte e giustizia.

Operaio muore incastrato tra i rulli di un macchinario nel Mantovano

Aveva 34 anni. Inutile l’intervento dei colleghi

Morire di lavoro.

È successo ancora in Lombardia. Due morti, e tutti di giovane età, nel giro di due giorni. Prima a Lodi, giovedì scorso, dove a perdere la vita era stato Giampaolo Bodini, 18 anni, e oggi a Mantova. La seconda vittima è un 35enne , Mirko Schirolli di Rivarolo Mantovano, schiacciato dal macchinario a cui era addetto all’interno dello stabilimento Sintostamp di Cividale Mantovano, che si occupa di stampaggio di materiale plastico.

La tragedia si è verificata questa mattina poco prima delle 8. Il giovane, prima di cominciare la produzione, doveva pulire con uno straccio i rulli del macchinario. In servizio, in quel momento, c’era un altro collega che si trovava però distante, dall’altra parte del capannone. Schirolli ha cominciato a svolgere la sua mansione. Si sarebbe avvicinato troppo ai due rulli rimanendo impigliato con un braccio. Il macchinario lo ha risucchiato in un baleno senza lasciargli scampo. Il collega non si è accorto di nulla e solo dopo un po’, quando si è avvinato al macchinario, ha trovato Schirolli riverso, ormai senza vita.

Operaio cade dal tetto per 8 metri nel Reggiano, è grave

Infortunio sul lavoro a Correggio, 29enne all’ospedale

Grave infortunio sul lavoro stamattina a Lemizzone di Correggio, nel Reggiano, dove un operaio edile è caduto da un’altezza di circa 8 metri mentre stava effettuando alcune manutenzioni sul tetto di un capannone aziendale.

Subito sono stati allertati i soccorsi.
    L’uomo – un 29enne di origine egiziana, residente in Toscana – è stato portato d’urgenza in elicottero all’ospedale Maggiore di Parma dove si trova ricoverato nel reparto Obi (osservazione breve intensiva) in prognosi riservata, ma al momento non sarebbe giudicato in pericolo di vita.
    Stando a quanto ricostruito dai carabinieri di Bagnolo in Piano e dal personale del servizio prevenzione e sicurezza della medicina del lavoro dell’Ausl, si sarebbe verificato un cedimento che ha portato l’operaio a precipitare al suolo.

20 Giugno

Diciottenne al lavoro muore schiacciato da un mezzo agricolo

Era impegnato in una cascina a Brembio, nel Lodigiano. Malore per un collega che ha assistito alla scena

Un 18enne è morto, stamani, nel crollo di un macchinario che lo ha travolto mentre lavorava in un campo all’interno di una cascina a Brembio, nel Lodigiano.

All’infortunio ha assistito un collega di 20 anni che ha accusato un malore.

Da una prima ricostruzione, la vittima sarebbe rimasta schiacciata dalla caduta di un pesante componente di una macchina agricola. Quando i soccorritori del 118 sono arrivati sul posto il ragazzo era già morto. I tecnici dell’Ats di Lodi, i vigili del fuoco e i carabinieri sono al lavoro per ricostruire l’accaduto. 

La Procura di Lodi ha sequestrato il mezzo agricolo che secondo quanto ricostruito finora, si è rovesciato e ha schiacciato Pierpaolo Bodini, 18 anni. Il ragazzo, che sdraiato stava pulendo il macchinario, è morto sul colpo. L’infortunio è avvenuto nella cascina di un’azienda agricola a Brembio, in provincia di Lodi. Il procuratore Maurizio Romanelli ha intanto disposto che non venga eseguita l’autopsia. I familiari del ragazzo possono quindi organizzare i funerali.

Amianto : Diiscariche

Cittadini e Comune dicono “no” all’amianto nell’ex discarica di Mattie

una nutrita fetta della popolazione del paese valsusino si è riunita per dire «no» all’operazione varata da Acsel, il consorzio di raccolta rifiuti di cui sono soci i Comuni della Valle

MATTIE. Il progetto di riapertura dell’ex discarica consortile di Mattie per ospitare eternit e altri rifiuti contenenti asbesto proprio non piace. Ieri sera una nutrita fetta della popolazione del paese valsusino si è riunita nel centro polivalente per dire «no» all’operazione varata da Acsel, il consorzio di raccolta rifiuti di cui sono soci i Comuni della Valle. E poche ore prima, in mattinata, l’amministrazione appena rieletta della sindaca Marina Pittau aveva già espresso forti critiche all’idea di rimettere in moto il sito di raccolta chiuso qualche anno fa, in seguito all’attivazione del termovalorizzatore di Torino, e da allora al centro di importanti opere di rinaturalizzazione dell’area che domina la piana di Susa: l’ha fatto durante la riunione con Arpa e Città metropolitana per il rilascio delle necessarie autorizzazioni ambientali che entro il 12 luglio potrebbero dare via libera al progetto in fase preliminare.

L’idea di riaprire il sito di smaltimento che per oltre vent’anni ha raccolto i rifiuti di tutta la Val Susa nasce dall’esigenza di Acsel di finanziare il post-mortem della discarica. Ai tempi della fusione con Arforma (l’allora società di gestione del sito di deponia) l’Acsel ha incamerato un piccolo tesoretto di 4,5 milioni di euro per la gestione futura dell’area oggi ricoperta da terreno vegetale. Ma è inevitabile che i soldi tenuti a bilancio ad hoc non basteranno: si stima che nei prossimi decenni la corretta gestione dell’ex discarica ne costerà quasi venti.

Dove trovare gli altri capitali necessari? L’idea – nata ai tempi dell’approvazione del piano industriale dell’azienda rifiuti nel 2022 – è di incamerare i fondi per lo smaltimento dei materiali edili contenenti amianto destinando l’ex discarica a deposito di questi rifiuti resi inerti per “tombarli” accanto ai rifiuti di Camposordo. Si ipotizza lo stoccaggio, per una decina d’anni, di 10 mila metri cubi l’anno.

La discarica, così, si autofinanzierebbe in vista delle opere di futura gestione ambientale. Un’idea valida sulla carta. Ma quando, nelle settimane scorse, l’apertura delle procedure di valutazione d’impatto per il rilascio delle necessarie autorizzazioni ambientali ha fatto emergere la portata dell’operazione, a Mattie (e in parte della Valle) la popolazione si è messa in allarme. Come il Comune: tutt’altro che propenso ad accogliere nuovi rifiuti sul proprio territorio.

Nei prossimi giorni i cittadini si troveranno ancora per avanzare osservazioni al progetto e chiedere una proroga al rilascio delle autorizzazioni. Dal canto suo l’amministrazione è in cerca del sostegno, innanzitutto delle amministrazioni dei paesi limitrofi quali Susa e Bussoleno, che sarebbero i primi a condividere i disagi e i possibili rischi ambientali, per fermare la riapertura dell’ex discarica valsusina. E già nel Consiglio di insediamento voterà una delibera per ostacolare il progetto.

Amianto : Sentenze

Amianto nelle Ferrovie, condannato l’Inail

Riconosciuta la malattia professionale di un dipendente deceduto per un mesotelioma pleurico

Il Tribunale di Taranto ha condannato l’INAIL al riconoscimento della malattia professionale di un dipendente delle Ferrovie deceduto per un mesotelioma pleurico, causato dall’esposizione all’amianto durante il suo impiego presso le Ferrovie dello Stato (oggi RFI S.p.A.). L’uomo, nato e residente a Taranto, ha lavorato nelle Ferrovie per 35 anni come operaio manutentore. Durante questo lungo periodo è stato esposto quotidianamente all’asbesto senza adeguati dispositivi di protezione.

Prima dell’introduzione della Legge 257/92 il minerale era ampiamente utilizzato per diverse applicazioni, in particolare veniva impiegato per rivestire tubazioni, isolare sistemi termici e acustici, nelle guarnizioni e componenti dei freni. Nel luglio 2019 l’uomo ha ricevuto la diagnosi di mesotelioma pleurico, una grave forma di cancro causata dall’inalazione di fibre di amianto, e nel 2020 ha presentato domanda all’INAIL per il riconoscimento della malattia professionale che viene respinta. Nel 2021 il suo legale, l’avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, ha presentato ricorso producendo le prove dell’esposizione alla fibra killer e le perizie del consulente tecnico d’ufficio (CTU). Nel corso del giudizio che gli darà ragione, purtroppo, l’uomo muore, aveva 73 anni. La condanna dell’INAIL sancisce il riconoscimento professionale della malattia che darà diritto alla richiesta del risarcimento del danno a parte del legale della famiglia, avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale Amianto, che ha già spiccato l’atto della messa in mora, per gli importi di 500mila euro prima di tutto per il danno subito dall’uomo, e di circa ulteriori 400mila per ognuno dei due figli orfani, ai quali si aggiunge anche il nipote, orfano di una delle figlie, adottato dallo zio per il quale è stato richiesto un ulteriore importo di 400mila euro.

Un brutto processo contro l’INAIL: lavoratore morto per “asbestosi da amianto”. Si ammalò per sfortuna?

Riprende proprio oggi a Siracusa il processo, in prima udienza con la costituzione dell’erede, iniziato a marzo del 2023 contro l’Inail che si rifiuta di riconoscere la malattia professionale, con diagnosi di asbestosi da amianto, richiesta da Gioacchino Schembri che nel frattempo è deceduto. 

A portare avanti la controversia è rimasta però la moglie, Franca Puleo, con l’aiuto dell’avvocato Salvatore Costa che ritiene questa una battaglia di civiltà. 

“Abbiamo saputo della malattia di mio marito nel 2019, ma lui stava male già da prima, ha cominciato a lamentare difficoltà respiratorie nel periodo in cui si è sposata mia figlia, quindi, nel 2010 – ha raccontato Franca Puleo – ma inizialmente non abbiamo dato peso a questi malesseri, pensavamo fossero normali raffreddori e bronchiti. Ad un certo punto, però, la sua condizione di salute si è aggravata per cui abbiamo deciso di fare degli accertamenti”.

La prima visita il signor Schembri la fa all’IRCSS di Pavia in cui viene immediatamente diagnosticata l’asbestosi da aminato, per cui viene rimandato in Sicilia presso il “Centro di riferimento regionale per la cura e la diagnosi di patologie derivate da aminato” dell’Asp di Siracusa, che conferma la diagnosi il 5 luglio 2019. 

Nel referto l’istituto sanitario regionale scrive: “Il soggetto ha avuto accesso a questo ambulatorio per dispnea da sforzo…appare abbastanza limitato nello svolgimento delle normali mansioni quotidiane a causa della dispnea che insorge durante il cammino per sforzi minimi”. 

La diagnosi definitiva è “asbestosi conclamata ed ispessimenti pleurici bilaterali in soggetto con esposizione nota ad amianto, insufficienza respiratoria latente”. 

A questo punto, il signor Schembri presenta la richiesta all’Inail per il riconoscimento della malattia professionale, infatti è stato dipendente della Montedison dal 1973 al 2007. 

Fino al 1986 ha lavorato nello stabilimento di San Giuseppe di Cairo (Savona) come addetto alla distribuzione, con mansioni di controllo carico e scarico delle merci (attività che svolgeva direttamente presso i capannoni di stoccaggio coibentati con amianto). 

Poi fino al 2007 ha lavorato presso il Polo industriale di Priolo Gargallo, all’interno di strutture ad altissima concentrazione di amianto, bonificate purtroppo ben oltre l’inizio del trasferimento. 

“Mio marito occupava una posizione amministrativa, ma sempre all’interno di stabili in cui si lavora l’amianto – ha precisato ancora la signora Puleo – A Priolo mi è capitato di attenderlo fuori e c’è sempre stato un pessimo odore, nauseabondo. Mi chiedevo come facesse mio marito a stare tutto il giorno li dentro con quella puzza e dal pavimento uscivano dei fumi”.

Di fatto, l’Inail rigetta la domanda, inizialmente per “carenza di documentazione”, quindi Schembri presenta ricorso chiedendo di essere sottoposto a CTU medico legale al fine di accertare la natura professionale delle lesioni riportate ed in particolare il nesso causale dell’asbestosi con la malattia professionale, ma l’Inail si oppone perché ritiene il CTU medico legale un esame “meramente esplorativo”e ritenendo che gli accertamenti strumentali esibiti non avrebbero messo in evidenza la presenza “di franche placche pleuriche”. 

Secondo l’Inail, dunque, non vi sarebbero elementi idonei a documentare il rischio lavorativo, avendo svolto attività a carattere amministrativo. 

Gioacchino Schembri a questo punto presenta denuncia contro l’Inail il 1° agosto 2022, ma nel frattempo muore. 

“L’Inail non vuole riconoscere la malattia professionale al signor Schembri perché era un amministrativo e non toccava l’amianto, ma è già stato comprovato anche in sede giudiziaria che l’asbestosi può insorgere anche essendo soltanto esposti e respirandolo, non per forza bisogna toccarlo per ammalarsi” ha sottolineato l’avvocato Costa. 

“Mio marito è deceduto il 1 novembre 2023 mentre faceva una videochiamata con mia figlia, che ha visto morire suo padre in diretta. Io ho chiamato subito l’ambulanza ma non c’è stato nulla da fare – racconta ancora Franca Puleo- Adesso sono io che sto portando avanti la battaglia di mio marito e lo faccio non per i soldi, ma per una questione di principio. Lui ci teneva tantissimo che fosse riconosciuto il suo danno, per se stesso e per gli altri, dunque io lotterò per questo”. 

Adesso la parola al Tribunale di Siracusa. 

Sonia Sabatino 

19 Giugno

Colpito da una trave: tragedia sul lavoro a Ceprano. Muore un 58enne

La vittima dell’incidente un uomo di Pontecorvo: Vincenzo De Lorenzis

Incidente sul lavoro mortale nella nella tarda mattinata di oggi, 19 giugno 2024, all’interno di una fabbrica a Ceprano. Un uomo classe 66 residente a Pontecorvo, Vincenzo De Lorenzis, è stato centrato da una trave di metallo mentre lavorava.

Immediatamente soccorso dai colleghi è stato attivato il 118 e il servizio di elisoccorso, ma purtroppo tutto risultato inutile: l’operaio è morto poco dopo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Pontecorvo diretti dal capitano Bartolo Taglietti insieme all’ispettorato del lavoro della Asl di Frosinone. 

Operaio si sente male e muore ad Anagni, è il secondo morto sul lavoro nel Lazio in poche ore

Un operaio è morto ad Anagni, in provincia di Frosinone. Si tratta della seconda vittima sul lavoro in poche ore nel Lazio, l’episodio è avvenuto nella mattinata di oggi, mercoledì 19 giugno. L’uomo era residente a Colleferro e dipendente di una ditta esterna all’azienda per la quale lavorava. L’ipotesi è che si sia sentito male, colto da un malore improvviso, che non gli ha lasciato scampo. Arrivata la chiamata al Numero Unico delle Emergenze 112 sul posto è giunto il personale sanitario con l’ambulanza, ma per l’operaio non c’è stato purtroppo nulla da fare per salvargli la vita. Presenti per gli accertamenti di rito i carabinieri della Compagnia di Anagni.

Dichiarata la morte cerebrale del bracciante ferito sul lavoro a Latina

Il trentunenne indiano aveva perso un braccio mentre lavorava a un macchinario e, invece di essere trasportato in ospedale, era stato scaricato davanti casa

È stata dichiarata la “morte cerebrale” per il 31enne indiano rimasto vittima di un gravissimo incidente sul lavoro avvenuto, due giorni fa, in un’azienda agricola di Latina. Sono in corso indagini da parte dei carabinieri che stanno ascoltando diversi testimoni.

L’uomo era rimasto gravemente ferito lunedì pomeriggio mentre lavorava a un macchinario. Dopo aver perso un braccio e aver riportato lacerazioni alle gambe, il bracciante era stato scaricato davanti alla sua abitazione. Soccorso, è stato poi trasportato all’ospedale San Camillo di Roma. La Procura di Latina indaga per omicidio colposo e omissione di soccorso. A essere iscritto sul registro degli indagati il titolare dell’azienda.

Precipita dal ponte col trattore e muore: addio ad Anton Ennemoser

L’agricoltore aveva 70 anni e si stava dirigendo nei pressi del maso Ebenwieshof quando è avvenuto l’incidente fatale. Inutili i soccorsi di vigili del fuoco, sanitari e carabinieri: per l’uomo non c’era più nulla da fare

Aveva 70 anni Anton Ennemoser, l’agricoltore morto nel primo pomeriggio di ieri, mercoledì 19 giugno, nei pressi del maso Ebenwieshof in quel di San Leonardo in Passiria.

L’incidente mortale è avvenuto intorno alle 15: l’uomo si stava dirigendo verso il fienile del maso quando, secondo le prime ricostruzioni, il ponte su cui è passato con il suo trattore non ha retto, facendo precipitare l’anziano e il mezzo da un’altezza di circa quattro metri.

18 Giugno

Incidente sul lavoro a Borgomasino: uomo ferito da un macchinario agganciato a un trattore

Atterrati due elicotteri, le sue condizioni sono apparentemente gravi

Un incidente sul lavoro si è verificato nella tarda mattinata di oggi, martedì 18 giugno 2024, in un’azienda agricola di via Ferruccio, nelle campagne di Borgomasino. Un italiano di 45 anni, residente lì, è rimasto ferito a una gamba da un macchinario agganciato al trattore guidato dal padre mentre facevano alcuni lavori sui campi. Sul posto sono atterrati due elicotteri: quello del servizio sanitario e quello dei vigili del fuoco. I pompieri sono arrivati anche con una squadra dal distaccamento di Ivrea. L’uomo è stato trasportato all’ospedale Cto di Torino in condizioni apparentemente gravi. In ospedale è stato immediatamente escluso il pericolo di vita, anche se c’è preoccupazione per le lesioni che ha subito alla gamba destra che potrebbero necessitare di alcuni mesi di prognosi. Sono intervenuti anche gli agenti della polizia locale oltre, naturalmente, agli ispettori dello Spresal dell’Asl To4 a cui competono le indagini sull’accaduto.

Morti sul lavoro, operatore autostradale travolto da un Tir nel trevisano. A Grosseto 66enne schiacciato da un trattore

Ancora morti sul lavoro. Un operatore in servizio sull’autostrada A27 Mestre-Belluno è stato travolto e ucciso da un tir in transito mentre era intento a segnalare la presenza di un’automobile in avaria sulla carreggiata. È accaduto tra le province di Treviso e Belluno, non lontano dalla località Fadalto, in direzione nord. Il decesso dell’uomo, di 41 anni, è stato immediato; i sanitari del Suem hanno potuto solo costatarne la morte. La vittima lavorava per una ditta del Trevigiano.

Un altro incidente si è verificato a Magliano in Toscana, nella provincia di Grosseto. Un uomo di 66 anni che stava lavorando su un trattore è deceduto dopo essere stato schiacciato dal mezzo che si è ribaltato. È accaduto sulla strada provinciale 146. Inutile ogni soccorso, per quanto tempestivo. Sul posto sono intervenuti la Croce Rossa di Magliano, l’elisoccorso Pegaso 2, l’ambulanza multi-associazioni della Sierra Scansano, forze dell’ordine e i vigili del fuoco.

17 Giugno

Tornano in sette dal lavoro, l’auto finisce nel canale: due morti

Ferrara, l’incidente stradale è avvenuto a Portoverra: l’autista della monovolume ha perso il controllo del mezzo. Erano tutti braccianti agricoli pachistani che tornavano a casa dopo ore nelle serre

Ferrara, 17 giugno 2024 – Due morti e cinque feriti: è tragico il bilancio dell’incidente stradale avvenuto oggi pomeriggio a Portoverrara, tra il centro abitato della frazione portuense e il ristorante ‘Baruffino’.

Il primo a perdere la vita è stato un 38enne, seguito da un suo compagno di lavoro poco più tardi nonostante le cure cui si erano prodigati i sanitari. Coinvolte sette persone, tutte provenienti dal Pakistan e residenti a Portomaggiore e frazioni, tutti braccianti agricoli che stavano tornando dal lavoro, a Lagosanto nelle serre di Salvi.

Latina, sindacati: “Lavoratore perde un braccio e viene abbandonato in strada come un sacco di rifiuti”

Grave incidente sul lavoro in provincia di Latina. È il sindacato della Flai Cgil a denunciare il grave episodio, ricostruendo quanto accaduto. “In una azienda agricola, nei pressi di Borgo Santa Maria, un lavoratore di nazionalità indiana addetto al taglio del fieno ha avuto un braccio staccato da un macchinario e riportato altre gravi fratture”. La Flai Cgil aggiunge: “All’orrore dell’incidente si aggiunge il fatto che, invece di essere soccorso dai datori di lavoro, è stato scaricato come un sacco di rifiuti in prossimità della sua abitazione”

Un altro Mondo senza Amianto è possibile