29 Marzo

Resta schiacciato sotto una pressa, grave operaio di 33 anni

L’infortunio pomeriggio in un’azienda di montaggi, la vittima in ospedale in codice rosso

Adistanza di poco più di 24 ore ancora un grave incidente sul lavoro in provincia di Firenze. A Stabbia, frazione di Cerreto Guidi, un operaio di 33 anni impiegato in un’azienda di montaggi, ha subito lo schiacciamento dell’addome e di un braccio sotto una pressa per ragioni ancora da accertare.

La vittima, di nazionalità pakistana come l’operaio che ha perso la vita nell’incidente alle Sieci, è stato trasportato in codice rosso all’ospedale San Giuseppe di Empoli. Sul posto oltre ai sanitari della Misericordia, anche personale del Servizio prevenzione e igiene sui luoghi di lavoro dell’Asl Toscana centro.

28 Marzo

Firenze, un mese dopo la strage di via Mariti un altro morto sul lavoro

È successo a Le Sieci (Pontassieve). Un operaio di 36 anni è rimasto schiacciato da una gru che stava manovrando

Firenze, 28 marzo 2024 – Venerdì 16 febbraio, giovedì 28 marzo. A poco più di un mese dalla strage di via Mariti a Firenze, un altro operaio è morto sul lavoro. L’incidente è avvenuto stamani in una ditta di recupero di materiale ferroso in via Bellini a Le Sieci, Pontassieve (Firenze). 

Stando a quanto ricostruito l’uomo stava conducendo un mezzo meccanico quando questo, per cause da accertare, si sarebbe sbilanciato lateralmente e l’operaio avrebbe tentato di uscire dalla cabina finendo però schiacciato sotto alla gru che si è adagiata su un fianco.

Amianto : Sentenze

Operaio del petrolchimico ucciso dall’amianto: riconosciuto risarcimento da 200mila euro

Il tribunale di Brindisi ha accolto il ricorso degli eredi di un uomo morto per un carcinoma al polmone. Nel 2012 c’era già stata una prima sentenza che riconosceva il nesso causale fra malattia ed esposizione alle sostanze nocive

BRINDISI – Il tribunale di Brindisi ha riconosciuto un risarcimento danni pari a 200mila euro agli eredi di un operaio brindisino che per più di 20 anni ha lavorato a contatto con le polveri di amianto, all’interno del petrolchimico di Brindisi. La sentenza emessa lo scorso 28 febbraio dal giudice del lavoro, Piero Primiceri, segna un nuovo e importante capitolo di una lunga vicenda giudiziaria già approdata nel 2012 a un primo giudizio che aveva accertato e dichiarato la responsabilità della società datrice per la malattia contratta dal lavoratore, riconoscendo il diritto dei ricorrenti al risarcimento di tutti i danni conseguiti.

La società in questione è la “Santino& Mario Beraud Spa”, sottoposta a procedura fallimentare tuttora pendente. Il lavoratore che purtroppo ha perso la vita a causa di un carcinoma polmonare e di asbestosi è il signor M. A. Dopo la morte del loro caro, i familiari del congiunto, assistiti dall’avvocato Giuliano Grazioso, hanno portato avanti la battaglia legale nell’ambito della causa intentata contro gli eredi degli amministratori della società e del direttore tecnico  del cantiere della stessa società, all’epoca operante all’interno del petrolchimico di Brindisi. Questi ultimi sono stati citati in giudizio come corresponsabili della malattia professionale che ha causato la morte di M. A.

L’operaio aveva lavorato alle dipendenze della “Santino& Mario Beraud Spa” dal 1963 al 1985 come sabbiatore, spruzzatore, verniciatore, spatolatore e pulitore meccanico. In quegli anni era stato continuativamente esposto alle polveri di amianto aerodisperse ed ai solventi sintetici ed epossidici, alle trieline per lavaggi, ai diluenti poliuretanici, alle vernici a base di piombo, epossidiche e poliuretaniche; tutte sostanze altamente nocive. Tale esposizione, come già accertato nel 2012 dal tribunale di Brindisi, aveva provocato la grave malattia, già diagnosticata nel 2005, e che pochi mesi dopo avrebbe causato il decesso del lavoratore. 

La precedente sentenza di condanna della società datrice di Lavoro (confermata sia dalla Corte di Appello di Lecce sia dalla Corte di Cassazione) al risarcimento danni in favore dei familiari del defunto, venne emessa  sulla base di una perizia medico-legale che aveva accertato il nesso causale fra la malattia letale e l’esposizione alle sostanze nocive. Ma la Spa versava in una difficile situazione economica. La sentenza del 2012 divenne di fatto ineseguibile, a causa dell’insolvenza della società.

Questo ha costretto gli eredi ad adire nuovamente le vie legali nei confronti degli ex amministratori e del responsabile di cantiere. Nelle more del giudizio, l’avvocato Grazioso, per conto dei suoi assistiti, ha contestualmente depositato un ricorso dinanzi al tribunale di Biella, allo scopo di ottenere la dichiarazione di fallimento della società.

“Nell’ambito della procedura concorsuale – afferma Giuliano Grazioso – è stata avviata ulteriore azione di responsabilità nei confronti di due membri dell’organo amministrativo della fallita, perché attraverso operazioni finanziarie straordinarie e discutibili, compiute parallelamente allo svilupparsi dei contenziosi contro la Santino & Mario Beraud, la stessa società aveva proceduto alla liquidazione dell’intero patrimonio in danno dei creditori sociali”.

Il ricorso presentato dagli eredi è stato definito con la sentenza del 28 febbraio, che condanna il direttore di cantiere al pagamento della somma di 200mila euro, corrispondente alla sua quota di responsabilità rispetto alla maggiore somma liquidata a suo tempo dal giudice Domenico Toni.

“Ebbene, nella fattispecie in esame, dalla documentazione in atti e dall’istruttoria espletata – scrive il giudice Primiceri –  devono ritenersi sufficientemente provate le mansioni svolte dal lavoratore, le modalità di esecuzione delle stesse e la nocività dell’ambiente dovuta principalmente al contatto quotidiano, in relazione alle mansioni svolte, con sostanze cancerogene estremamente volatili rispetto alle quali andavano adottate particolari precauzioni e misure di sicurezza igienico-ambientali, delle quali il datore di lavoro non ha fornito prova”. 

Amianto nel Polo Petrolchimico Siracusa: la Corte di Cassazione accoglie il ricorso di Salvatore Patania contro l’INPS

Ingiusto il rigetto dei benefici contributivi  – Un nuovo spiraglio di giustizia per tutti i lavoratori del petrolchimico.

27 marzo 2024 – Il caso, speculare a quello di Calogero Vicario e degli altri lavoratori delle Industrie Meccaniche Siciliane, è quello del lavoratore Salvatore Patania, che ha lavorato al Polo Petrolchimico Enichem di Priolo Gargallo nel siracusano con la mansione di operaio montatore. Nello specifico ha lavorato alle dipendenze di Siciltecnica Srl per 14 anni e di C.L.A.I Srl per un anno. Nello svolgimento delle sue mansioni lavorative è stato esposto alle fibre e polveri di amianto, ma non era consapevole dei rischi. Solo dopo essere andato in pensione, l’uomo, a cui nel frattempo era stata diagnosticata una “nodulità polmonare”, assieme ai suoi colleghi, fu informato circa l’esposizione alla fibra killer e ha fatto richiesta dei benefici contributivi per esposizione amianto all’INAIL di Siracusa che ha riconosciuto l’esposizione, ma ha respinto la domandaunitamente all’INPS, perché l’esposizione risultava inferiore ai dieci anni previsti dalla legge.

Da qui, i vari ricorsi in tribunale durante i quali il CTU del lavoratore accerta che fu esposto per un periodo di 14 anni e che quindi avrebbe potuto godere dei benefici amianto.

Nei giudizi, però, sulla base di una CTU tecnico ambientale che aveva riconosciuto una esposizione inferiore ai 10 anni, il ricorso dell’operaio viene rigettato sia dal Tribunale di Siracusa, che dalla Corte di Appello di Catania, che ne ha dichiarato l’inamissibilità.

La sentenza è stata impugnata, perché illegittima, dall’Avv. Ezio Bonanni, legale dell’uomo e Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che è riuscito a ribaltare le due precedenti decisioni ottenendo ragione della Corte di Cassazione che nel dispositivo ha rilevato: “la pronuncia non terrebbe conto dei documenti che dimostrano il superamento della soglia di 100 fibre litro per l’intero periodo di lavoro, anche dopo il 31 dicembre 1992”, stabilendo così il principio che, per poter determinare il termine ultimo di esposizione all’amianto, non si deve tener conto dell’entrata in vigore della L. 257/92, quanto piuttosto della reale condizione lavorativa, e quindi della data delle bonifiche (che in questo caso furono effettuate solo successivamente all’emanazione della legge), dell’impiego operativo, e delle misure di sicurezza, ha disposto un nuovo giudizio in Corte di Appello di Catania

27 Marzo

Incidente sul lavoro, operaio morto in cantiere a Fidenza: travolto dal carico della gru

Si chiamava Vasile Tofan. Troppo gravi le ferite riportate al capo, traumi irreversibili, pertanto ogni tentativo di soccorso è stato vano

Un operaio di 51 anni è morto in un incidente sul lavoro a Fidenza (Parma), in un cantiere per adeguamento sismico del valore di circa 4 milioni di euro della scuola Collodi. I carabinieri sono al lavoro per ricostruire la dinamica: sembra che una gru abbia perso un carico, che ha travolto un dipendente della ditta che sta seguendo i lavori. Vasile Tofan, questo il nome della vittima, ha riportato ferite troppo gravi alla testa e, dunque, all’arrivo dei soccorsi, non c’è stato più nulla da fare. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i servizi sanitari di emergenza, compreso l’automedica e il personale infermieristico del 118, insieme alle forze dell’ordine e agli esperti di medicina del lavoro per condurre le indagini necessarie. 

Mario Battelli morto dopo l’incidente sul lavoro all’hotel De Londres di Rimini

L’imprenditore riccionese, 78 anni, era stato colpito alla testa da un pannello di legno caduto dal terzo piano dell’albergo. La procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo

Tragedia sul lavoro: muore operaio travolto dal carico di una gru

La vittima è Nazmi Morina, 52enne di Rudiano. Resta da chiarire l’esatta dinamica dell’accaduto

Tragedia sul lavoro a Orzivecchi

Come riportato da Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza) l’allarme è scattato oggi (mercoledì 27 marzo 2024)  poco prima delle 17.40 in codice rosso in via Giuseppe Pastori a Orzivecchi. Dalle prime ricostruzioni pare che ad essere travolto sia stato un operaio, Nazmi Morina, 52enne di origini kossovare e residente a Rudiano; l’uomo sarebbe rimasto schiacciato dal carico che si è staccato da una gru che poi lo ha investito

Alle 17:45 tre Squadre del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Brescia sono intervenute sul luogo dell’incidente. In posto oltre alle squadre di primo soccorso è  stata inviata la squadra  USAR (URBAN SEARCH AND RESCUE) specializzata in soccorsi specifici sotto carichi e macerie e il supporto dell’autogrù  con il  Funzionario Provinciale.

26 Marzo

Incidente sul lavoro: operaio ferito a una mano mentre lavora con una pressa

Il ferito è stato poi accompagnato dal datore di lavoro al pronto soccorso. Accertamenti da parte della Asl sulla dinamica.

Incidente sul lavoro a Isola Del Cantone, nell’entroterra di Genova, verso le 13, dove un operaio di circa 30 anni è rimasto ferito a una mano mentre lavorava con una pressa.

A dare l’allarme i colleghi che hanno chiamato il 112. Il ferito ha riportato un trauma da schiacciamento alla mano.

Sul posto i carabinieri, la Croce Verde di Casella e l’automedica Golf 7. Inizialmente era stato richiesto il trasporto tramite elicottero in ospedale ma il ferito è stato poi accompagnato dal datore di lavoro al pronto soccorso di Novi Ligure.

Grave un 78enne dopo un incidente sul lavoro a Rimini

Titolare di una falegnameria stava lavorando su un cantiere

Incidente sul lavoro, in un cantiere di ristrutturazione di un hotel a Rimini su viale Vespucci.

Un uomo di 78 anni, titolare di una ditta di falegnameria, è stato ferito al capo dalla caduta di un’asse di legno.

È ricoverato al Bufalini e le sue condizioni sono serie. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Rimini e secondo una prima ricostruzione della dinamica, un’asse di legno è precipitata nel vuoto, da un’altezza di circa 10 metri, mentre veniva issata al terzo piano con un montacarichi. Il 78enne è stato colpito alla testa e ha perso conoscenza. Sul posto il personale medico del 118. Il ferito è stato trasportato in elicottero all’Ospedale di Cesena ed è ricoverato in terapia intensiva.

Operaio schiacciato dalla pompa della betoniera, grave

L’incidente in Friuli in un cantiere della pista di pattinaggio

n uomo di 42 anni, di Socchieve (Udine), è rimasto gravemente ferito in un incidente sul lavoro accaduto questa mattina, attorno alle 10.30, a Ravascletto nel cantiere per la realizzazione della copertura della pista di pattinaggio su ghiaccio.
    Per cause ancora al vaglio, l’operaio è stato colpito dalla pompa del camion betoniera con la quale stava procedendo a un getto di cemento.
    Sul posto è intervenuto l’elisoccorso che lo ha condotto, in codice rosso, all’ospedale di Udine: ha rimediato gravi traumi da schiacciamento, cranico, toracico e a un piede.

Sul posto anche i vigili del fuoco, i carabinieri e gli ispettori dell’Azienda sanitaria.

25 Marzo

Operaio di 60 anni precipita dal tetto di un’azienda e muore

Il tragico incidente sul lavoro costato la vita a un uomo è avvenuto questo pomeriggio nella zona industriale di Aprilia

Tragedia nel pomeriggio di oggi ad Aprilia, in via della Meccanica. Un operaio di 60 anni è morto precipitando dal tetto di un’azienda. Da quanto si apprende l’uomo stava effettuando lavori sul solaio di un capannone nella zona industriale di Aprilia, quando, per cause ancora in corso di accertamento, è caduto nel vuoto.

Il volo da diversi metri di altezza non gli ha lasciato scampo e il 60enne è morto sul colpo. Nell’azienda sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri del reparto territoriale che stanno cercando di ricostruire la dinamica dell’incidente. 

Malore sul luogo di lavoro a Torrazza Piemonte: morto un uomo di 44 anni

n uomo di 44 anni è morto a causa di un malore nel pomeriggio di lunedì 25 marzo a Torrazza Piemonte. Il 44enne, nato in Romania e residente a Pomaretto, stava lavorando nel cantiere del nuovo polo logistico quando ha accusato un malore, si è accasciato a terra ed è morto. Vani i tentativi di rianimazione effettuati sul posto dove poi sono sopraggiunti i carabinieri della compagnia di Chivasso e i tecnici Spresal dell’Asl To4. 

TRAGEDIA SUL LAVORO/ GAMBASSI TERME/ VIA VOLTERRANA

Si taglia con la motosega, 59enne muore per emorragia

Trasportato col Pegaso a Careggi, non c’è stato niente da fare

Ennesima tragedia sul lavoro, stavolta nell’Empolese. Un uomo di 59 anni è deceduto dopo una lotta contro il tempo che lo ha visto arrivare arrivare in condizioni già critiche in ospedale. Mentre stava potando degli olivi in un terreno lungo la via Volterrana, dalle prime ricostruzioni l’uomo si sarebbe ferito coi denti della motosega all’altezza dell’ascella. 

Nonostante l’impatto che gli ha fatto subito perdere molto sangue causando una forte emorragia, l’uomo – originario di Firenze – è riuscito ad allertare i soccorsi che sono prontamente intervenuti grazie all’elicottero Pegaso.

Arrivato in codice rosso a Careggi, il personale dell’ospedale ha cercato in tutti i modi di tenerlo in vita ma la gran quantità di sangue perso gli è risultata fatale.

23 Marzo

Marinaio di 45 anni muore schiacciato da un tir a bordo di una nave: tragedia nel porto di Napoli

L’incidente sul lavoro si è verificato nella serata di ieri, sabato 23 marzo: il marinaio stava ultimando le operazioni di carico a bordo prima della partenza quando è rimasto schiacciato.

Tragedia sul lavoro nel porto di Napoli: un marinaio di 45 anni – del quale non sono state diffuse ancora le generalità – è morto mentre lavorava a bordo di una nave, ormeggiata in porto. L’incidente si è verificato nella serata di ieri, sabato 23 marzo, intorno alle ore 20: il marinaio si trovava a bordo della nave Antares di GNV e stava ultimando le manovre di carico prima della partenza quando, per cause ancora in corso di accertamento, è stato schiacciato dalla ralla di un tir; stando a una prima ricostruzione, il 45enne non si è accorto della manovra ed è rimasto schiacciato, trovando la morte sul colpo. Il marinaio lascia la moglie e due figlie.

Crollo a Firenze: centinaia in corteo, ‘basta morti su lavoro’

No al centro commerciale si faccia un parco

No Esselunga, sì Parco”, “Basta morti sul lavoro”.

Questi i due striscioni che hanno aperto il corteo organizzato a Firenze dall’Assemblea 16 febbraio per ricordare la strage nel cantiere Esselunga di via Mariti dove poco più di un mese fa hanno perso la vita cinque operai.

Muore nei campi schiacciato dal trattore in Irpinia

Il decesso dell’83 enne sul colpo, inutili i soccorsi

Un anziano agricoltore ha perso la vita a Monteverde, in provincia di Avellino, schiacciato dal trattore che stava guidando.

L’uomo, 83 anni, è morto sul colpo.
    Stava lavorando in un terreno di sua proprietà in contrada Ferro Tettoloni.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Bisaccia e i sanitari del 118.
    I carabinieri di Aquilonia stanno ricostruendo la dinamica dell’incidente.

22 Marzo

Incidenti sul lavoro: da Sondrio al Brennero, da Genova al Trentino tre vittime e tre feriti gravi

Da ieri pomeriggio si contano tre morti sul lavoro. In Trentino tre operai sono in condizioni gravissime

Un geometra ha perso la vita in un incidente sul versante austriaco della Galleria del Brennero. La disgrazia si è verificata, intorno alle 15.00 di ieri, nel cantiere H41 Gola del Sill-Pfons, nei pressi di Innsbruck. Il tecnico che stava svolgendo lavori di rilevamento, quando è stato investito da un treno di rifornimento. Il treno stava trasportando materiali e operai nelle aree di lavoro della galleria principale in direzione del Brennero.

L’esatta dinamica dell’incidente è tuttora oggetto di accurata indagine da parte degli esperti del dipartimento di investigazione penale e dell’ispettorato del lavoro competente. Un team di pronto intervento, da attivare in caso di crisi, è stato messo a disposizione degli operai presenti nel cantiere.

Nell’aprile del 2017 erano morti due operai e tre rimasti feriti in seguito un incidente ferroviario, avvenuto sulla linea del Brennero a Bressanone.

L’incidente a Sondrio
Un operaio di 51 anni è morto dopo essere rimasto schiacciato da pannelli di legno dal peso stimato di oltre 300 kg nel cantiere in cui lavorava a Valdidentro (Sondrio). L’incidente si è verificato questa mattina attorno alle 9. Sul posto sono intervenuti un’automedica, un’ambulanza, i vigili del fuoco, i carabinieri e l’Ats.

Trentino
Due operai di 48 anni ricoverati in terapia intensiva con prognosi riservata, un altro di 38 anni in gravi condizioni. E’ il bilancio dell’incidente sul lavoro accaduto stanotte poco prima delle 3 nel cantiere per la realizzazione della galleria passo San Giovanni-Cretaccio, in Trentino. Secondo una prima ricostruzione, sembra che gli addetti stessero lavorando all’interno di un cestello a una altezza di quasi 5 metri. Per cause ancora in via di accertamento, da parte dei carabinieri della compagnia di Riva del Garda e degli ispettori del servizio prevenzione e sicurezza, sarebbero precipitati forse a causa di un cedimento del carrello elevatore.

Genova
Un operaio di circa 45 anni è morto nel primo pomeriggio dopo essere caduto da oltre tre metri in via Carpenara, a Genova Pegli Ancora da chiarire le cause dell’infortunio mortale. Sul posto sono intervenuti immediatamente i soccorsi del 118, con l’automedica, ma per l’uomo non c’è stato nulla da fare. Le indagini sono in mano agli ispettori della Asl3 e alla polizia.

Amianto : Discariche

Discarica di amianto a Valeggio? «Perfetta sulla carta, ma nel posto sbagliato»

Dopo la doppia presentazione del progetto da parte della proponente Progeco Ambiente, il comitato anti-discarica Ca’ Balestra lo smonta: «Se la discarica sarà così perfetta, perché l’azienda stessa parla di “impatti ambientali rilevanti” e di “effetti ambientali negativi e significativi”»

Un progetto perfetto sulla carta, ma nel posto sbagliato e cioè sulla falda acquifera». Dopo averlo contestato in silenzio durante la doppia presentazione, il comitato anti-discarica Ca’ Balestra ha espresso questo commento sull’impianto di smaltimento dei rifiuti contenenti amianto che l’azienda Progeco Ambiente intende realizzare a Valeggio sul Mincio.

La società bresciana ha mostrato i dettagli del progetto presentato in Regione Veneto in due incontri pubblici: lunedì scorso, 18 marzo, nella scuola media di Valeggio ed il giorno successivo a Mantova. E in entrambe le assemblee, il comitato si è presentato in tute bianche e mascherine per protestare in modo silenzioso e pacifico.

In entrambe le serate è stata alta l’affluenza dei cittadini, tanto che a Valeggio alcuni non hanno potuto accedere alla sala perché era stata raggiunta la capienza massima. Il rappresentante ed i tecnici di Progeco Ambiente hanno presentato il progetto della discarica, garantendo il rischio zero per la dispersione delle fibre di amianto nell’aria. È però apparso chiaro che ai cittadini e al comitato interessavano anche gli effetti dell’eventuale dispersione dell’amianto nella falda acquifera presente sotto il sito in cui l’azienda vorrebbe attivare il sito di stoccaggio. E sono state molte le rimostranze in merito agli effetti che la realizzazione di una discarica potrebbe avere su un territorio a vocazione turistica ed agricola. «Tante richieste di chiarimenti sono rimaste senza risposta – hanno commentato dal comitato anti-discarica – E molti dei presenti sono rimasti con i propri dubbi, manifestando disappunto all’amministratore delegato della società».

Discarica di amianto tra Valeggio e Marmirolo: presentazione del progetto tra le proteste

L’incontro pubblico rientra nelle procedure previste dall’iter autorizzativo. Il progetto dovrà poi essere vagliato dalla Regione

Sono stati accolti da un nutrito comitato di protesta in tuta bianca i rappresentanti della Progeco Ambiente che ieri, 18 marzo, hanno presentato, nell’aula magna dell’istituto comprensivo “Graziella Murari” a Valeggio, il progetto di discarica per l’amianto a Ca’ Balestra (nel comune di Valeggio sul Mincio, adiacente all’abitato di Quaderni di Villafranca e al confine con i territori di Marmirolo e Roverbella). Tanti gli slogan sulle lenzuola, che hanno reso palpabile la contrarietà delle due comunità – Quaderni e Valeggio – e dei relativi Comuni.

Presentazione come da procedura

La presentazione pubblica rientra nelle procedure previste dall’iter autorizzativo. Il progetto, per una discarica della capienza complessiva di 779 mila tonnellate di scarti edilizi contenenti cemento-amianto (e la durata di 8 anni e 8 mesi), sarà poi vagliato dalla Regione.

Alla presentazione, oltre all’ad della società, Giovanni Bonacina, erano presenti i progettisti dell’impianto e i tecnici che supportano la ditta, dall’ingegnere Remo Bordini all’architetto e ingegnere ambientale Marco Stevanin, dal biologo specializzato in igiene e sanità pubblica Fabrizio Bianchi, al fisico Giampiero Malvasi.

La relazione dei tecnici

I tecnici hanno illustrato gli accorgimenti che verranno adottati per ridurre al minimo i rischi connessi all’inalazione dell’amianto, smentendo quelli connessi all’ingestione e stimando che non vi sia una compromissione della falda acquifera.

I loro interventi non hanno però convinto il folto pubblico presente che ha messo in dubbio, sulla scorta di quanto già successo con la vicina discarica di Ca’ Baldassarre (Rifiuti solidi urbani), i modelli matematici, chiedendo che la discarica venga realizzata in zone argillose del Veneto e non nella zona di ricarica agli acquiferi.

Amianto : Sentenze

Amianto killer, risarcimento da 200mila euro a famiglia di un ferroviere del Foggiano. “Sentenza apripista”

Rocco A., originario di Orta Nova, lavorava presso le grandi officine riparazioni (Ogr). È morto per un mesotelioma epitelioide

Un esito giudiziario “apripista” di grande rilevanza, quello Rocco A., esposto all’amianto alle dipendenze di RFI (Rete Ferroviaria Italia) presso le Officine Grandi Riparazioni (OGR) di Foggia, sviluppando un mesotelioma epitelioide che lo ha portato alla morte.  La Corte di Appello di Roma ha ribadito, non solo che non esiste una soglia minima al di sotto della quale si annulla il rischio amianto, ma ha avallato la tesi che, anche un’esposizione non prolungata nel tempo, può determinare l’insorgenza di patologie asbesto-correlate.

Rocco A., nativo di Orta Nova e residente a Foggia, ha prestato servizio in RFI dal 1969 al 1971 con mansioni di operaio qualificato “aggiustatore meccanico”. Si è occupato della manutenzione dei rotabili ferroviari, motori, tubazioni, cavi elettrici, etc. respirando direttamente e indirettamente le sottilissime fibre killer. I locali erano privi di aerazione, le lavorazioni venivano eseguite senza l’adozione di alcuna misura di sicurezza, pur essendo disponibili, sin dagli anni ’40, mascherine, tute protettive e aspiratori. Quel che è peggio, venivano utilizzati dei soffiatori per togliere la polvere, che tuttavia finivano inevitabilmente per disperderla nell’aria. Nel 2006 Rocco aveva avuto un primo versamento pleurico, e il 28 marzo 2009 è purtroppo, deceduto all’età di 68 anni, lasciando la moglie e i due figli. L’INAIL aveva fin da subito accertato l’origine professionale della malattia e costituito in favore della vedova la rendita ai superstiti.

La famiglia dell’uomo, assistita dagli avvocati Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale Amianto, e Daniela Lucia Cataldo, aveva quindi presentato ricorso al Tribunale di Roma per ottenere il risarcimento di tutti i danni, patrimoniali e non patrimoniali. Ma nonostante l’ONA avesse già ottenuto altre condanna delle F.S., nel caso del Sig. Rocco, l’azienda aveva tuttavia contestato la pretesa, spiegando che: “solo a partire dalla metà degli anni ’70 vi è stata la presa di coscienza circa la pericolosità della esposizione a fibre in amianto”. In primo grado, basandosi su un’ampia letteratura medico scientifica, la magistratura aveva tuttavia respinto le eccezioni di FS.  Il CTU nominato dal Tribunale aveva quantificato il danno biologico subito per oltre 200mila euro a beneficio dei familiari dell’operaio, oltre alla rivalutazione monetaria e agli interessi legali. Oggi, la condanna anche in secondo grado della Corte d’Appello di Roma. Purtroppo la storia della Officine Grande Riparazioni della F.S. è caratterizzata dalla strage di lavoratori per mesotelioma e altre malattie di amianto, che in qualche caso hanno colpito anche i familiari. Il VII Rapporto ReNaM ha inserito il settore dei rotabili ferroviari tra quelli che hanno riscontrato più casi di mesotelioma. “Dopo l’ennesima e duplice pronuncia di condanna si spera che le FS, invece interporre appelli e cercare di ritardare i risarcimenti, desistano dal negare il diritto di tanti che hanno perso la vita per l’uso dell’amianto. Purtroppo, il picco epidemiologico ci sarà nei prossimi anni”, dichiara Bonanni.

Un altro Mondo senza Amianto è possibile