11 Febbraio

Cade mentre taglia alberi, morto imprenditore di Brusson

La vittima è Jean-Pierre Alliod, di 38 anni

E’morto ieri all’ospedale regionale Jean-Pierre Alliod, di 38 anni, di Brusson, a causa delle gravi ferite riportate in un incidente mentre lavorava.

Giovedì scorso stava tagliando delle piante in un terreno di famiglia, quando è caduto battendo violentemente la testa.

Immediati i soccorsi, ma da subito le sue condizioni sono parse molto gravi. E’ stato ricoverato in coma nel reparto di rianimazione del Parini.
    ”Siamo molto addolorati – commenta il sindaco di Brusson, Danilo Grivon – Jean-Pierre portava avanti l’azienda agricola di famiglia, l’aveva ingrandita. Aveva mille idee. Ora era residente ad Ayas, ma qui è cresciuto e ha la sua attività e lo conoscono tutti. Era un uomo gentile, generoso, sempre disponibile e presente per tutti. Questa morte ci lascia tutti attoniti. La comunità intera è vicina ai genitori, alla moglie e di bimbi”. Nel 2019, assieme alla moglie Barbara Perono, decise di utilizzare il latte della sua azienda per produrre gelato a chilometri zero, che vendono in Val d’Ayas.

9 Febbraio

Incidente sul lavoro: operaio muore travolto da un camion a Parma

La tragedia si è consumata nella prima mattinata di venerdì nel cortile di un’azienda di logistica

Parma, 9 febbraio 2024 – Tragedia a Parma in un’azienda di logistica. Verso le 6.30 del mattino un operaio è morto travolto da un camion in manovra nel cortile dell’impresa. L’uomo di 67 anni è rimasto ucciso sul colpo.

L’azienda si trova in via Paradigna. Sul posto dove si è consumato l’incidente mortale sul lavoro sono arrivati i mezzi del 118: i medici hanno tentato di rianimare l’operaio ma ogni tentativo è stato inutile. Per i rilievi di legge sul posto i carabinieri e la medicina del lavoro. 

8 Febbraio

Alexander morto sotto il suo trattore, “Bisogna investire sulle tecnologie”

Il 54enne di origine rumena deceduto ieri sera lascia moglie e due figli. La Cisl: “Si continua a morire sul lavoro come cinquant’anni fa, le cause sono sempre le stesse”

Pavullo piange la scomparsa di Alexander Bala, agricoltore di 54 anni. Ieri sera la tragedia si è consumata a pochi passi dalla casa in cui l’uomo, di origine albanese ma trapiantato nel Frignano, viveva e lavorava con la famiglia. Il trattore su cui viaggiava si è ribaltato su un pendio scosceso, finendo per precipitare per diversi metri in un bosco sottostante, accanto a via Benedello.

Purtroppo lo sforzo encomiabile dei sanitari, del Soccorso Alpino e dei Vigili del Fuoco che sono giunti sul posto è stato vano. Per l’agricoltore era ormai troppo tardi. Bala lascia la moglie e due figli ventenni, chiaramente straziati dalla notizia che hanno appreso loro per primi, non vedendo rientrare il padre che era uscito sul mezzo agricolo.

La tragedia riaccende la discussione purtroppo ciclicamente drammatica su questo tipo di decessi, che anche sul nostro territorio si ripetono ogni anno senza soluzione di continuità. Lo evidenzia la Cisl Emilia Centrale: “Si continua a morire sul lavoro come cinquant’anni fa e le cause sono sempre le stesse: ribaltamento del trattore, investimento da mezzi in movimento, caduta dall’alto”.

7 Febbraio

Incidente sul lavoro nel vivaio, 71enne muore schiacciato da un muletto

L’episodio a Vallà di Riese Pio X da “Baggio”. Adriano Gallo, residente a Borgoricco, titolare di un’azienda specializzata nel commercio di concimi e fertilizzanti, stava scaricando dal suo camion del terriccio. Il muletto gli è franato addosso, cadendo dal cassone. Indaga lo Spisal dell’Ulss 2

Tragico incidente sul lavoro nella mattinata di oggi, 7 febbraio, intorno alle 11.30 circa, a Valla’ di Riese Pio X, in via Ca’ Miane nell’azienda florovivaistica “Baggio Alessio”. Un 72enne di Borgoricco, Adriano Gallo, titolare di una ditta esterna specializzata nella commercializzazione di fertilizzanti e concimi (Cimpa, in via Pelosa a Borgoricco), è stato travolto e ucciso da un muletto che si trovava sul cassone del suo camion e che aveva utilizzato per scaricare del terriccio. Il muletto, forse non assicurato a dovere alla sponda del camion, gli è piombato addosso e lo ha schiacciato.

Il titolare dell’azienda di Vallà e alcuni residenti, attirati dal rumore causato dalla caduta del muletto, hanno subito lanciato l’allarme vedendo il muletto a terra e l’uomo intrappolato sotto lo stesso. I presenti hanno tentato, inutilmente di sollevare il veicolo. Supportati dai vigili del fuoco del distaccamento di Castelfranco Veneto che hanno sollevato il mezzo, medico e infermieri del Suem 118, intervenuti sul posto con ambulanza, automedica ed elicottero, hanno tentato disperatamente di rianimare il 71enne, purtroppo inutilmente. Troppo gravi le lesioni riportate. Intervenuti anche i carabinieri della stazione di Riese Pio X. Indagini sono in corso da parte del nucleo Spisal dell’Ulss 2 che dovranno ora chiarire la dinamica dell’accaduto. Si tratta del primo incidente mortale sul lavoro del 2024 in provincia di Treviso.

Operaio morto folgorato a Terme Vigliatore vicino Messina per un incidente sul lavoro: aveva solo 40 anni

Operaio 40enne morto folgorato a Terme Vigliatore, in provincia di Messina: è l’ennesimo incidente sul lavoro fatale di questo 2024

Un altro morto sul lavoro dopo l’ennesimo incidente. La mattina di mercoledì 7 febbraio a Terme Vigliatore, in provincia di Messina, un operaio di 40 anni è deceduto durante il turno, folgorato mentre stava lavorando all’impianto elettrico di una serra. Inutili i soccorsi.

Secondo quanto ricostruito da LaPresse, l’incidente sul lavoro sarebbe avvenuto in mattinata, all’interno di una serra di un vivaio in contrada Lacco.

I colleghi dell’uomo, un operaio 40enne di origini rumene, si sono attivati immediatamente per chiamare i soccorsi.

Cade dal mezzo pesante e sbatte la testa: camionista grave in ospedale

Per i rilievi del caso sono intervenuti i Carabinieri di Lugo

Brutto infortunio sul lavoro nei pressi di un’azienda a Bagnacavallo. Questa mattina, poco prima delle 8, un camionista per cause in corso d’accertamento è caduto dal mezzo pesante finendo a terra e sbattendo la testa.

Sul posto sono intervenuti i soccorsi del 118 in prima battuta con ambulanza e auto medica; poi, visto il tipo di trauma riportato dall’uomo – rimasto cosciente -, è stato fatto intervenire anche l’elicottero, con il quale il ferito è stato trasportato all’ospedale Bufalini di Cesena con codice di massima gravità. Per i rilievi del caso sono intervenuti i Carabinieri di Lugo.

6 Febbraio

Incidente sul lavoro a Rivoli: l’operaio Giovanni Corona cade da 27 metri, morto in ospedale

Inutili tutti i soccorsi, stava montando una gru in un cantiere

Giovanni Corona, 65enne di Longarone, nel Bellunese, è morto nel tardo pomeriggio di ieri, lunedì 5 febbraio 2024, in un incidente sul lavoro avvenuto in via Battisti a Rivoli. Era titolare di una ditta individuale che lavorava per conto della ditta Locagru di Torino e stava installando una gru davanti al palazzo al civico 2 (all’incrocio con via XXIV Maggio), dove sono in programma lavori di efficientamento energetico, quando, per cause da accertare, è caduto da un’altezza di 27 metri. Inutili tutti i soccorsi e il trasporto all’ospedale di Rivoli, dove è spirato poco dopo il suo arrivo.

Sul caso sono in corso le indagini degli ispettori dello Spresal dell’Asl To3, intervenuti sul posto insieme ai carabinieri della compagnia cittadina. “A maggior ragione dopo questa tragedia – dice a TorinoToday il sindaco di Rivoli, Andrea Tragaioli – ritengo necessario che diventi centrale il tema della sicurezza sui cantieri. Negli ultimi anni nella nostra cittadina abbiamo avuto parecchi episodi, alcuni dei quali anche conclusisi in modo tragico. Non mi stancherò mai di ripeterlo: è necessario lavorare perché la sicurezza sia rispettata e incidenti del genere non accadano”.

Incidente a Chiavari. Furgone di operai si ribalta, un morto e diversi feriti sulla A12 tra Rapallo e Lavagna

Il van su cui viaggiavano 9 persone che si recavano al lavoro avrebbe sbandato da solo e fatto un testa-coda, poi centrato da altri veicoli. Sulla principale direttiva tra il Sud della Francia e Roma il traffico bloccato fino a mezzogiorno con uscita obbligatoria a Rapallo. La denuncia dei sindacati


La morte è arrivata poco prima dell’alba, quando ancora sulla A-12 Genova-Rosignano era buio. Un maxi incidente ha determinato un decesso ed otto feriti di cui due gravi, tra Rapallo e Chiavari in prossimità della rampa autostradale di uscita di questa ultima cittadina, direzione Livorno. La prima chiamata al centralino del 118 è arrivata alle 6,30. Sul posto sono arrivate diverse ambulanze e automediche inviate dalla centrale operativa del soccorso, i vigili del fuoco e la Polizia Stradale: si sono trovati davanti ad una situazione disastrosa. Tanto che il tratto è stato chiuso per agevolare i soccorsi e permettere all’elisoccorso di atterrare.

Amianto ; Discariche

No alle discariche di amianto, passa all’unanimità la mozione in Provincia

La Provincia di Verona approva nell’ultimo consiglio prima del rinnovo la mozione contraria alle discariche di amianto.

La Provincia di Verona, nel consiglio di giovedì 1 febbraio, ha approvato la mozione contraria alla proposta di nuove discariche di amianto. Progetti rivolti alle zone dell’ovest veronese (a Caluri di Villafranca e Valeggio) e di un Comune lombardo confinante con il territorio scaligero (Marmirolo)

Dopo un primo confronto il testo è stato votato all’unanimità. Si tratta di una mozione che sostiene i timori delle amministrazioni locali, e si oppone alla creazione di nuove discariche contenenti amianto.

Con questo documento viene chiesto alla Regione del Veneto, di non autorizzare discariche senza una pianificazione attenta. Questo sia per la tutela dell’ambiente che per una distribuzione equa nel territorio. La mozione inoltre invita i consiglieri regionali a promuovere azioni in consiglio per evitare l’apertura di queste discariche.

Amianto : Sentenze

Taranto, «Amianto, nessun reato dei vertici della Marina»

Nuova richiesta di archiviazione del pm sul caso Vittorio Veneto

TARANTO – «Non vi è prova della dispersione di polveri contenenti amianto nell’ambiente esterno» e «non si ravvisano comportamenti penalmente rilevanti da parte degli indagati». Si chiudono così le 50 pagine che compongono la richiesta di archiviazione depositata dal pubblico ministero Filomena Di Tursi sul caso di Nave Vittorio Vittorio e del suo carico da 1200 kg di fibre velenose che ha portato all’apertura di un’indagine per i danni causati sui lavoratori della forza armata e i cittadini di Taranto nel periodo in cui l’ex unità navale della Marina militare è stata ormeggiata alla banchina Torpediniere tra il 2007, dopo il suo disarmo, e il 2021.

L’inchiesta originale era partita dalla denuncia di due cittadini, uno dei quali assistiti dall’avvocato Ezio Bonanni dell’«Osservatorio Nazionale Amianto», ma il pm Di Tursi aveva chiesto una prima archiviazione: il gip Benedetto Ruberto, però, aveva disposto nuove indagini sul caso e l’iscrizione nel registro degli indagati di otto militari tra ammiragli e alti ufficiali. L’accusa ipotizzata nei loro confronti era di inquinamento ambientale e disastro ambientale colposo: per il giudice, in sostanza, tutti i livelli gerarchici della Marina era a conoscenza del rischio per i cittadini e l’ambiente marino, ma nessuno ha disposto la bonifica dell’ex ammiraglia della Marina fino l’8 giugno 2021, data della partenza verso la Turchia dov’è poi stata smantellata.

Dopo il provvedimento del gip, quindi, il pm Di Tursi ha effettuato nuovi accertamenti sulla vicenda e nel documento con cui sostiene che non vi siano responsabilità per gli indagati, spiega che «un’ipotetica emissione di fibre da parte del galleggiante produrrebbe un “impatto” assolutamente non significativo sulla salute della popolazione» e «un “contributo” non rivelabile rispetto al fondo urbano,

indubitabilmente ricompreso nell’alveo della normale tollerabilità». Insomma nessun rischio significativo. Nel documento, inoltre, la rappresentante della pubblica accusa ha inoltre chiarito che i suoi consulenti avevano rilevato durante alcune simulazioni presenze di fibre all’esterno dello scafo, ma in realtà quelle prove sono state compiute con una «metodologia errata e incongrua, anche quanto alle modalità di valutazione delle analisi e di risultati». A sostegno di questa nuova tesi, la procura ha depositato un parere tecnico redatto dall’Università di Bari che hanno sostenuto che i consulenti della procura «hanno alterato l’assetto, operando manovre non consentite» le condizioni della nave provocando così «la dispersione di fibre all’interno, campionando le stesse». In parole semplici l’uso di ventilatori nei locali interni allo scafo ha «potuto contaminare i rilievi condotti all’esterno del galleggiante».

Le nuove indagini, però, per l’accusa avrebbero chiarito questo aspetto e confermato la tesi iniziale del pm Di Tursi che ritiene che non vi siano responsabilità penali dei militari indagati. Ora il giudice Ruberto dovrà fissare una nuova udienza per ascoltare le parti e poi decidere se confermare o meno l’archiviazione.

5 Febbraio

Incidente sul lavoro ad Alassio: operaio di 58 anni muore dopo la caduta da una betoniera

Nuovo incidente mortale sul posto di lavoro, il secondo nel giro di pochi mesi nel savonese. A perdere la vita un operaio di 58 anni mentre lavorava all’interno di un cantiere edile ad Alassio. Secondo le prime ricostruzioni l’uomo è caduto da una betoniera picchiando violentemente la testa per terra. Immediato l’intervento sul posto dell’automedica, della Croce Rossa di Alassio e dell’elisoccorso Grifo, ma per il 58enne non c’è stato niente da fare. Al momento sono in corso gli accertamenti dei carabinieri e degli uomini dell’ispettorato per la sicurezza sui luoghi di lavoro dell’azienda sanitaria locale.

Travolta e uccisa mentre torna da un colloquio di lavoro

Argenta (Ferrara): la vittima è Lucia Arnautu, morta a 58 anni in un incidente stradale in un tratto di strada molto buio. “Era tornata in Italia oggi, stava rientrando a piedi”

Morto a 69 anni schiacciato da un trattore

Sabato mattina la notizia della sua morte, così tragica e inaspettata, ha sconvolto la comunità gerenzanese

Carlo Turconi, morto a 69 anni a Besozzo ma originario di Gerenzano. Stava lavorando in un appezzamento di terra a Cardana, frazione di Besozzo, quando, per motivi non chiari, un trattore si è ribaltato schiacciandolo.

Morto a 69 anni schiacciato da un trattore

E purtroppo non c’è stato nulla da fare per salvare la vita del 69enne Carlo Turconi, originario di Gerenzano. Si era trasferito a Besozzo con la compagna Teresa circa 15 anni fa, lasciando il suo paese natale, con cui però è rimasto sempre in contatto. Non era raro vederlo in paese, dove veniva spesso per riabbracciare il fratello Elisio e i figli Andrea, Serena e Fulvio.

1 Febbraio

Operaio muore schiacciato da un furgone cisterna a Ferrara

La tragedia poco prima delle 9 a Guarda di Ro, la vittima è Alessandro Ottoboni, 59 anni, di Taglio di Po (Rovigo)

Ferrara, 1 febbraio 2024 – Tragedia questa mattina poco prima delle 9 a Guarda di Ro. Alessandro Ottoboni, un operaio di 59 anni di Taglio di Po (Rovigo) è morto schiacciato da un furgone cisterna durante lavori di rimboschimento pioppi in golena. Il mezzo, stando alle prime ricostruzioni, stava rifornendo un trattore quando, per cause da chiarire, si è mosso travolgendo il lavoratore.

Il 118 non ha potuto far nulla. Intervenuti anche i carabinieri e lo Spisal dell’Ausl di Ferrara per gli accertamenti su dinamica ed eventuali responsabilità, oltre al medico legale per una prima ispezione della salma richiesta dalla Procura di Ferrara. Sul posto anche i carabinieri di Ro Ferrarese e la Medicina del lavoro.

Resta schiacciato da un trattore: muore operaio

Stava lavorando in un’area golenale ed era impegnato in operazioni di abbattimento di alcuni pioppi e rimboschimento in un’area privata

Tragedia oggi 1° febbraio a Guarda Ferrarese, nel territorio di Riva del Po (Ferrara). Un operaio di 60 anni è rimasto schiacciato da un furgone-cisterna mentre riforniva un trattore ed è morto. L’uomo stava lavorando in un’area golenale ed era impegnato in operazioni di abbattimento di alcuni pioppi e rimboschimento in un’area privata. 

Amianto: Sentenze

Operaio morto per l’esposizione all’amianto, risarcimento di 130mila euro ai familiari

Il tribunale di Roma ha condannato l’Enel per la morte di un ex operaio originario di Gualdo Tadino morto nel giugno 2018 all’età di 72 anni

Gualdo Tadino (Perugia), 30 gennaio 2024 – Il tribunale di Roma ha condannato l’Enel risarcire con una somma di 130mila euro i familiari di un ex operaio originario di Gualdo Tadino morto nel giugno 2018 all’età di 72 anni a causa di un mesotelioma pleurico derivante dall’esposizione professionale all’amianto. Lo ha annunciato l’Osservatorio nazionale amianto secondo cui aveva prestato servizio presso la centrale di Gualdo Cattaneo per 33 anni, lavorando come manutentore di officina meccanica e delle linee elettriche.

Per l’Osservatorio fino al 1990 l’uomo e gli altri operai non disponevano di adeguate misure di protezione individuale né era a conoscenza della presenza delle fibre nocive e del loro impatto sulla salute.

L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto e legale della famiglia, ha attribuito all’Enel anche la violazione degli obblighi relativi alla sicurezza sul lavoro. L’Enel è quindi intervenuta con una nota sottolineando che il tribunale ha comunque ridotto la richiesta risarcitoria. L’azienda ha quindi evidenziato di avere “sempre adottato le misure di protezione e di salvaguardia inerenti la tutela delle condizioni di lavoro nel rispetto della normativa nel tempo vigente”.

Enel precisa inoltre che “l’ex dipendente, dopo aver lavorato quale elettricista presso aziende di impianti elettrici, ha poi svolto l’attività come manutentore alla centrale termoelettrica di Bastardo e, successivamente, presso la sede di Gualdo Tadino con qualifica di operaio e manutentore di linee elettriche”. L’Azienda “si riserva ogni più approfondita valutazione a valle del deposito delle motivazioni della sentenza, anche ai fini di un possibile appello”.

Un altro Mondo senza Amianto è possibile