27 Maggio

Cade da un’impalcatura, operaio morto nel Ferrarese

Il decesso a Lido delle Nazioni, inutili i soccorsi. L’uomo aveva circa 70 anni

Un operaio di circa settant’anni è morto oggi, 27 maggio, dopo essere precipitato da un’impalcatura in una proprietà privata in viale Paraguay a Lido delle Nazioni. L’incidente è avvenuto attorno alle 14. L’uomo sarebbe precipitato da un’altezza di circa quattro metri e per lui, nonostante i soccorsi, non c’è stato nulla da fare. Sul posto, oltre agli operatori sanitari del 118 (giunti pure con l’elisoccorso), sono intervenuti anche i carabinieri di Comacchio e il personale della Medicina del Lavoro per i rilievi e gli accertamenti del caso.

26 Maggio

Morti sul lavoro, operaio di 58 anni cade in un macchinario per frantumare laterizi

Incidente mortale sul lavoro nel pomeriggio in una azienda edile a Mantello, in Valtellina. Un operaio di 58 anni, per cause in corso di accertamento, è caduto in un macchinario usato per frantumare le laterizie presso la ditta Cavada, specializzata in materiali edili e inerti. Sul posto i soccorritori che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso, oltre che i carabinieri e i tecnici di Ats. Nei primi tre mesi del 2025 (ultimi dati Inail disponibili, ndr) i morti sul lavoro sono stati 205, con un aumento di oltre l’8% rispetto allo stesso trimestre del 2024.

23 Maggio

Schiacciato tra un macchinario e una trave: muore 25enne

La tragedia oggi 23 maggio in una ditta in provincia di Trento. La vittima, Victor Durbala, originario dell’Ucraina viveva nel padovano. A nulla sono serviti i tempestivi tentativi dei sanitari di salvarlo

Ancora un morto sul lavoro. La tragedia si è consumata a Roncone in provincia di Trento. Oggi 23 maggio qualche minuto prima delle 10 all’interno della ditta CMV (Costruzioni meccaniche Valentini), un operaio di 25 anni, Victor Durbala originario dell’Ucraina, ma residente a Padova, secondo i primi riscontri raccolti dalle forze dell’ordine, sarebbe rimasto schiacciato mentre stava manovrando una trave d’acciaio con un carro ponte. In un primo momento si è ipotizzato che il carico si fosse staccato. Da analisi più accurate, invece, sarebbe emerso che la vittima è finito schiacciato tra il carico e un’altra trave. Un impatto devastante che di fatto non gli ha dato scampo. Immediati i soccorsi, ma i sanitari giunti in fabbrica non hanno potuto far altro che constatarne l’avvenuto decesso. Sul luogo della tragedia è giunto anche l’elisoccorso, ma ogni tentativo è risultato vano. 

Victor Durbala 25 anni

Sul luogo dell’ennesima tragedia sul lavoro sono arrivati anche gli ispettori dell’ufficio provinciale per la sicurezza sul lavoro. A loro e ai militari di Riva del Garda il compito di ricostruire l’accaduto, capire se si sia trattato di un errore umano, oppure qualcosa nei macchinari non abbia funzionato a dovere. Della vicenda è stato messo al corrente il pubblico ministero di turno Ottavia Ciccarelli che ha concesso il nullaosta per la rimozione della salma che è stata trasferita all’istituto di Medicina Legale a disposizione dell’autorità giudiziaria. Ancora da chiarire se la vittima fosse sotto contratto con l’azienda CMV o stesse prestando servizio per una ditta esterna impegnata in lavori. La notizia del decesso si è sparsa velocemente nel padovano lasciando senza parole tutti coloro che conoscevano il 25enne e ne apprezzavano le qualità umane e professionali. 

Cade dal tetto di un capannone a Napoli, morto operaio: 13esima vittima sul lavoro in Campania nel 2025

Un uomo di 62 anni è morto nel pomeriggio di oggi dopo essere precipitato dal tetto di un capannone in zona Poggioreale. Sulla vicenda indagano i carabinieri.

Un bilancio tremendo quello dei morti sul luogo di lavoro in Campania nel 2025: in questi primi 5 mesi dell’anno, gli operai deceduti mentre lavoravano sono già 13. L’ultima vittima è arrivata proprio oggi, venerdì 23 maggio: a Napoli, un operaio di 62 anni è morto dopo essere precipitato dal tetto di un capannone. Da quanto si apprende l’uomo, fabbro e titolare di una ditta che si occupa di lavori in ferro con sede a Casoria, stava svolgendo un sopralluogo in via Fontanelle al Trivio, nel quartiere napoletano di Poggioreale, quando si è verificato il tragico incidente.

Per cause che sono ancora in corso di accertamento, il 62enne, nel corso del sopralluogo, ha perso l’equilibrio ed è caduto dal capannone, precipitando al suolo da un’altezza di circa 4/5 metri. Nonostante il tempestivo intervento dei sanitari del 118, per il 62enne non c’è stato nulla da fare: l’uomo è morto sul colpo a causa delle gravi ferite riportate nella violenta caduta. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno effettuato tutti i rilievi utili a ricostruire con precisione la dinamica dell’incidente mortale e per individuare anche eventuali responsabilità. Come detto, il 62enne è la 13esima vittima del lavoro in Campania dall’inizio del 2025; un record negativo per la regione, che in questi primi mesi dell’anno ha visto un incremento degli incidenti mortali sui luoghi di lavoro rispetto al 2024.

Imprenditore cade dall’impalcatura e muore

Un altro infortunio sul lavoro si aggiunge alla tragica lista delle morti bianche in Veneto

L’incidente è avvenuto nel pomeriggio di oggi, venerdì 23 maggio, a Roana, sull’Altopiano. 

Secondo una prima ricostruzione l’imprenditore stava controllando l’avanzamento dei lavori di una ristrutturazione in via Maggiore e ha perso l’equilibrio che l’ha fatto poi cadere nel vuoto. Sul posto sono intervenuti i sanitari del Suem 118 che hanno trasportato il ferito all’ospedale di Asiago in codice giallo. L’uomo però è deceduto qualche ora dopo il ricovero in ospedale.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il personale dello Spisa

Muore agricoltore schiacciato da baracca mentre lavora

Grosseto, col trattore urta pilastro e la struttura crolla

Un agricoltore di 41 anni è morto questa mattina nelle campagne di Cinigiano (Grosseto).

L’uomo era sul trattore per fare alcuni lavori nel suo podere quando sarebbe finito addosso ad un pilastro che sorreggeva una baracca che gli è crollata addosso, uccidendolo.
    Sul posto sono arrivati i Vigili del fuoco, i sanitari della Asl, l’elisoccorso Pegaso e i carabinieri.

Resta sotto macchina agricola, secondo morto in Toscana

Vittima 85enne a Montespertoli, lavorava nel suo campo

Secondo morto in lavori di agricoltura in Toscana oggi dopo quello a Cinigiano (Grosseto).

Un anziano è morto questa mattina per un incidente col trattore in un campo nel territorio di Montespertoli (Firenze).

22 Maggio

Aveva 79 anni e lavorava ancora part time come autista, la tragica scomparsa di Emilio Gambon

Pensionato padovano e autista part-time, Gambon è la vittima dell’incidente di ieri sulla A4: è la ventesima morte sul lavoro in maggio, la nona tra gli over 70

È stato identificato l’uomo deceduto ieri nel tragico incidente sull’autostrada A4, nel tratto trevigiano all’altezza di Meolo: si tratta di Emilio Gambon, 79 anni, residente ad Abano Terme (Padova). Ex istruttore di scuola guida in pensione, Gambon continuava a lavorare come autista part-time per la Templari Spa, azienda padovana specializzata nella produzione e vendita di pompe di calore.

Operaio resta incastrato in un mezzo, è grave

Nel savonese, trasportato in codice rosso al Santa Corona

Incidente sul lavoro stamani nel savonese.

Un operaio che stava lavorando nel cantiere del ponte sul torrente Stagno di Vado Ligure sarebbe rimasto incastrato in un mezzo di lavoro.


Amianto : Sentenze

Morì a causa dell’amianto. Condannato il ministero

Il decesso del pensionato dell’Arsenale era stato causato da mesotelioma. La Corte di Appello di Genova ha confermato la sentenza del Tribunale spezzino.

Dopo 38 anni di lavoro in Arsenale una volta arrivato alla traguardo della pensione è subentrata la terribile malattia che dopo lunghe sofferenze lo ha portato alla morte, arrivata nel 2022. La causa del decesso era stata l’insorgere di un mesotelioma pleurico provocato dal contatto con l’amianto sul luogo di servizio. A quasi quattro anni dalla tragedia la famiglia del lavoratore spezzino si è vista riconoscere il risarcimento previsto dal Tribunale ma la battaglia non è stata affatto semplice. Sulla somma da versare infatti si era aperto il braccio di ferro al quale ha messo la parola fine la Corte di appello di Genova. Il giudice ha infatti rigettato l’appello che il ministero della difesa aveva presentato contro la sentenza emessa dal Tribunale di La Spezia che lo condannava al versamento di una cifra superiore ai 200 mila euro a titolo di risarcimento ai famigliari, ovvero alla vedova e ai figli del lavoratore.

L’uomo era stato a lungo dipendente dell’Arsenale della Marina Militare della Spezia svolgendo mansioni diverse. Dopo 38 anni di lavoro l’uomo ha iniziato a soffrire di problemi di salute che sono sfociati nella constatazione clinica del mesotelioma che lo ha poi portato al decesso nonostante le cure e terapie alle quali si era sottoposto. Dopo il dolore la vicenda ha lasciato spazio all’azione legale finendo nelle aule del tribunale. Dopo una lunga battaglia processuale la sezione lavoro della Corte di Appello di Genova ha confermato la sentenza di risarcimento a favore della vedova e dei figli dell’uomo scomparso. Confermando così la sentenza di primo grado sono state accolte le ragioni della difesa dei familiari affidate all’avvocato Cosimo Lovelli e respinto le richieste dell’avvocatura dello Stato che per conto del Ministero della Difesa aveva chiesto la riduzione dei risarcimenti. La somma di 200 mila euro era stata ritenuta eccessiva e per questo era stato presentato il ricorso. Ma la Corte di appello di Genova ha deciso che il risarcimento dovrà essere superiore alla cifra di 200 mila euro. Della vicenda si era occupato molto da vicino il sindacato Fnp Cis della Spezia l al quale il pensionato di era rivolto. Il responsabile Antonio Montani, che aveva promosso l’azione legale, ha voluto così esprimere la soddisfazione per l’esito della vicenda.

Militare triestino ucciso dall’amianto, il Tar condanna il ministero della difesa

Il tribunale amministrativo regionale del Fvg ha condannato il ministero a un risarcimento di 600mila euro alla famiglia del militare deceduto a 63 anni per esposizione in Marina

RIESTE – Il Tribunale amministrativo regionale del Friuli Venezia Giulia ha condannato il ministero della Difesa al pagamento di 600 mila euro ai familiari del primo maresciallo triestino luogotenente della Marina Militare, stroncato a soli 63 anni da un mesotelioma pleurico causato dall’esposizione prolungata all’amianto durante il servizio, a titolo di risarcimento per i danni subiti. Il sottufficiale, residente a Trieste, ha servito per 36 anni nelle file della Marina, tra basi a terra e unità navali di vecchia generazione, dal 1966 al 2004. Un servizio fedele, prestato in ambienti contaminati da amianto e altri agenti cancerogeni, spesso senza le adeguate misure di protezione, formazione o sorveglianza sanitaria. La diagnosi di mesotelioma arrivò nel 2008, cinque anni dopo il congedo. Nel 2013, fu riconosciuta la causa di servizio e lo status di “vittima del dovere”, con conseguenti benefici previdenziali a favore della vedova. Ma il percorso legale non si è fermato lì. Con l’assistenza dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, la famiglia ha chiesto giustizia piena, portando il caso davanti al Tar che ha stabilito la responsabilità del ministero della Difesa per l’omessa protezione del militare, condannando l’amministrazione a risarcire il danno “iure hereditario”, ovvero trasmesso agli eredi.

Ogr, vittime dell’amianto: è morto Walter Tattini. Si era ammalato 40 anni dopo. “Un fratello”

Walter Tattini (a sinistra) premiato dagli ex colleghi per le sue vignette 

Aveva 76 anni, è deceduto a causa del mesotelioma pleurico. La moglie lo accudiva: “Si sentiva tradito da chi sapeva e non ha fatto nulla”. Il dolore degli ex operai delle Officine: “Per i suoi modi gentili era il nostro Principe”

Di lavoro si può morire anche 20 anni dopo essere andati in pensione. Del resto le passioni ti fregano. Lo sapeva bene Walter Tattini, morto qualche giorno fa di mesotelioma pleurico. Il male dell’amianto. Lui con la polvere killer ci aveva lavorato per anni. Ne aveva appena 24 quando dopo un «diplomino» – come lo chiamava lui – da elettromeccanico e un’esperienza da manutentore di ascensori, era entrato alle Officine grandi riparazioni di via Casarini a Bologna. Una città nella città in cui si coibentavano e scoibentavano le carrozze dei treni rivestite di amianto. Per Walter, allora poco più di un “cinno”, come si dice a Bologna, quel lavoro era una specie di sogno. «Era come giocare col trenino, ma a grandezza naturale. Una meraviglia. Ho sempre avuto la passione del treno. E mi ha fregato», raccontava a luglio del 2024 a Lettera43 pochi mesi dopo aver scoperto di essere malato. E pensare che erano trascorsi 20 anni da quando era andato in pensione, nel 2004. Dopo aver visto morire decine di colleghi, uno dopo l’altro, pensava di averla scampata. E invece no. Il male è arrivato e se lo è portato via in un anno.

Secondo gli esperti il picco di decessi sarà toccato nel 2025

Gli esperti sostengono che il picco di questa strage silenziosa che ha già fatto 370 vittime accertate, senza contare Walter, potrebbe essere toccato proprio nel 2025. Era il 1986 quando l’Istituto oncologico di Bologna guidato dal professor Cesare Maltoni denunciava sei casi in città e uno nel Riminese. E ancora oggi la conta drammatica continua. Morti sul lavoro, ma in differita. «Vittime sacrificali», denuncia da sempre Salvatore Fais, ex sindacalista che porta avanti la battaglia per avere giustizia e per la memoria. Anche se il numero reale dei morti da esposizione all’asbesto tra i lavoratori delle Ogr non si conoscerà mai. Molti venivano da altre parti d’Italia e se n’è persa traccia.

21 Maggio

Cade dal lucernario e si ferisce alla testa: grave operaio

Dopo il tragico episodio che lo scorso 19 maggio ha portato alla morte di un uomo di 51 anni travolto da un camion a Vernio, ieri (20 maggio) si è verificato un nuovo caso di incidente sul lavoro: a Prato, un operaio di 36 anni è precipitato dal lucernario di un capannone di via Longobarda.

Un volo di alcuni metri a causa del quale ha riportato vari traumi, tra i quali anche alla testa. Le condizioni del ferito, trasportato in codice rosso a Careggi, sono apparse subito gravi ai soccorritori intervenuti a seguito della chiamata effettuata dai colleghi.

Il trentaseienne, stando a quanto si apprende, risulta essere ricoverato in prognosi riservata. Sul posto sono giunti anche i tecnici del dipartimento di prevenzione dell’Asl per chiarire la dinamica dell’accaduto ed il capannone è stato per il momento posto sotto sequestro. 

Tenta di sbloccare le forche di un carrello elevatore, operaio perde un braccio

L’incidente è avvenuto nel primo pomeriggio di oggi, 21 maggio, alla ditta NR Recycling di via Callalta a Riese Pio X. L’uomo è stato soccorso e trasportato al Ca’ Foncello in elicottero. Accertamenti dei tecnici del nucleo Spisal e dei carabinieri della Compagnia di Castelfranco

Gravissimo incidente sul lavoro nel primo pomeriggio di oggi, 21 maggio, all’interno dell’azienda NR Recycling, specializzata in riciclaggio di materie plastiche. Un operaio A.B., di 42 anni, residente a Loreggia, ha perso un braccio nel tentativo di sbloccare la forcella del carrello elevatore che si era bloccato in alto e a cui era addetto. Mentre stava manovrando, la forcella è improvvisamente caduta a causa del cedimento dell’impianto pneumatico amputandogli l’arto all’altezza dell’avambraccio. L’uomo è stato soccorso da medico e infermieri del Suem 118 e trasportato in elicottero al pronto soccorso dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso; il lavoratore è ricoverato in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. La dinamica è ancora in fase di accertamento. Sul posto per gli accertamenti del caso sono intervenuti i carabinieri di Riese Pio X e gli ispettori del nucleo Spisal dell’Ulss 2.

Contesto Generale delle Morti sul Lavoro a Maggio 2025

  • Trend in aumento: Nel primo trimestre del 2025, le morti sul lavoro sono aumentate di circa il 9-10% rispetto al 2024, con oltre 200 vittime già registrate nei primi mesi dell’anno
  • Maggio 2025: All’inizio del mese di maggio, sono state segnalate altre sei vittime in diversi incidenti sul lavoro o in itinere, confermando la persistenza di un trend preoccupante
  • Quasi tre morti al giorno: La media nazionale per il 2025 è di quasi tre morti sul lavoro al giorno

20 Maggio

Morto sotto il trattore a 39 anni nel campo di olivi a Quinto

È Luigi Ruffo la vittima dell’incidente avvenuto nel tardo pomeriggio di lunedì. «Non possiamo più parlare di fatalità. Sono tragedie annunciate», sottolineano dalla Fai Cisl di Verona

Si chiamava Luigi Ruffo, l’uomo che ha perso la vita nel tardo pomeriggio di lunedì in località Are Coltri, a Quinto di Valpantena, schiacciato dal trattore che stava conducendo. 

39enne di Cellore di Illasi, Ruffo gestiva un’azienda agricola situata nella valle dell’est veronese insieme alla famiglia e il 19 maggio si trovava nei campi che aveva affittato per coltivare olivi, quando è rimasto schiacciato dal mezzo che stava conducendo. Forse tradito dal terreno, forse da un basamento coperto dalla vegetazione, il trattore si sarebbe ribaltato senza lasciare scampo all’agricoltore. 
A lanciare l’allarme è stato un uomo che ha notato il veicolo ribaltato e sul posto sono arrivati gli uomini del 118 con ambulanza ed automedica, insieme ad una squadra dei vigili del fuoco: il personale sanitario però avrebbe potuto solamente constatare il decesso del 39enne, mentre i pompieri si sono occupati di estrarre il corpo. Sul posto è intervenuta la polizia di Stato ed il personale Spisal, per i rilievi utili a ricostruire la dinamica.  

19 Maggio

Ennesima tragedia sul lavoro: muore operaio di 56 anni

Aperta un’inchiesta per omicidio colposo

Un operaio edile di 56 anni è morto dopo esser rimasto schiacciato da un mezzo di lavoro. Una tragedia verificatasi stamani 19 maggio intorno alle 11 a Vernio. Sul posto sono intervenuti un’ambulanza inviata dal 118, una squadra dei vigili del fuoco e la polizia municipale, ma per il cinquantaseienne (cittadino italiano di origini albanesi) non c’è stato nulla da fare.

Gli accertamenti sono svolti dagli ispettori del Dipartimento prevenzione dell’Asl, che dovranno ora ricostruire l’esatta dinamica della tragedia costata la vita al lavoratore che lavorava per una ditta impegnata in un cantiere legato alla ferrovia.

Secondo una prima ricostruzione della procura di Prato, l’operaio era impegnato in attività di scarico di materiale da un camion parcheggiato in una strada in pendenza: il veicolo avrebbe perso aderenza e travolto l’uomo, uccidendolo. Da chiarire se la vittima abbia cercato in qualche modo di fermare il camion che è poi finito nella scarpata. La procura è al lavoro anche per individuare le eventuali responsabilità penali: è stata aperta un’inchiesta per omicidio colposo e sono stati sequestrati sia il camion sia l’area interessata dall ‘incidente

Cade da una scala, morto operaio edile nel Salernitano

L’uomo aveva 61 anni. Il decesso a Scafati dove la vittima lavorava in un cantiere per la ristrutturazione di un immobile in via Don Angelo Pagano

Un operaio è morto questa mattina, 19 maggio, a Scafati, nel Salernitano, mentre stava lavorando in un cantiere edile. L’uomo aveva 61 anni ed era impegnato in alcuni lavori di ristrutturazione di un immobile in via Don Angelo Pagano quando è caduto, secondo una prima ricostruzione, da una scala. Per lui non c’è stato nulla da fare, nonostante l’intervento dei soccorsi. Sulla dinamica di quanto avvenuto sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri intervenuti sul posto.

Agricoltore morto a Frosinone

Il terzo decesso si è registrato alle 13.30 a Monte San Giovanni Campano, in provincia di Frosinone, dove un agricoltore di 74 anni è stato travolto e ucciso dal trattore con cui stava lavorando in un terreno di sua proprietà. Sul posto sono intervenuti carabinieri, vigili del fuoco e sanitari del 118. La salma è stata trasportata all’obitorio di Frosinone a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Un bidello morto a Caltanissetta

Salvatore Cumbo, un collaboratore scolastico di 55 anni, è morto precipitando da un’altezza di quattro metri mentre stava montando alcuni pannelli in un supermercato in via Cavalieri di Vittorio Veneto a Serradifalco, un comune in provincia di Caltanissetta. Da quanto hanno ricostruito i carabinieri e gli ispettori del lavoro, la vittima aveva accettato il lavoro occasionale per arrotondare lo stipendio da collaboratore scolastico in una scuola della zona. L’uomo è stato soccorso subito dai colleghi. I sanitari del 118 sono arrivati in pochi minuti e hanno cercato di rianimarlo in tutti i modi.I motivi della caduta non sono ancora chiari. Gli inquirenti stanno accertando se la vittima indossasse i dispositivi di sicurezza personale e se fosse in regola. L’area dell’incidente mortale sul lavoro è stata sequestrata e i rilievi sono stati affidati ai militari dell’Arma. 

Morta maestra in incidente stradale nel Comasco

Anche una maestra, accompagnatrice di una scolaresca di una trentina di bambini, è morta oggi in un incidente stradale nella galleria del Lomazzo, in uno schianto tra un tir e il bus sul quale la scolaresca stava viaggiando.

Amianto : Sentenze

Operaio muore per un tumore causato dall’esposizione all’amianto, Fincantieri condannata a risarcire la famiglia

Fincantieri è stata condannata al risarcimento di 114mila euro nei confronti dei familiari di un operaio morto nel 2019 a causa di un tumore al polmone probabilmente provocato dall’esposizione all’amianto durante gli anni di lavoro.

È morto in seguito a un tumore al polmone nell’agosto del 2019 dopo aver lavorato per anni a contatto con polveri di amianto in un cantiere ex Cnomv, all’Arsenale di Venezia e ora Fincantieri dovrà risarcire con 114mila euro i familiari dell’operaio. 

A stabilirlo è stata la Corte d’Appello civile di Venezia, ribaltando la sentenza con la quale nel 2020 il tribunale di Venezia aveva decretato che il risarcimento non fosse dovuto perché non vi era prova del nesso di causa tra patologia ed esposizione all’amianto. Su ricorso del legale, i giudici di secondo grado hanno valorizzato i risultati di una consulenza medico legale che invece mostrava la diretta correlazione tra il tipo di lavoro svolto dall’operaio e il tumore che lo ha purtroppo stroncato.

Fincantieri aveva allora evidenziato tramite il suo avvocato il vizio del fumo dell’operaio, sostenendo che le sigarette potessero essere la causa del carcinoma. Infine, prima della sentenza della Corte d’Appello, Fincantieri ha chiesto che l’eventuale risarcimento fosse dimezzato in presenza di una possibile concausa esterna al lavoro.

Secondo la Corte d’Appello, però, il tabagismo non è stato dimostrato. In particolare, non emerge dai dati anamnestici dell’operaio e per questo motivo il vizio del fumo non può essere considerato incisivo nel giudizio.

Per questo motivo Fincantieri è stata condannata al risarcimento di 114mila euro nei confronti degli eredi dell’operaio. La causa è iniziata quando l’uomo era ancora in vita, seppur malato, ed è stata perseguita dopo la sua scomparsa dai familiari che hanno portato in aula la sofferenza dell’operaio nel periodo di cure ospedaliere e il disagio della perdita con la sua morte. La Corte d’Appello ha ritenuto le richieste della famiglia del defunto legittime e ha quindi chiesto il risarcimento della somma richiesta.

Operaio esposto all’amianto vince la causa contro l’Inps, ma muore prima della sentenza

L’ente è stato condannato a riconoscere i 14 anni di esposizione certificata. Previsti 800 euro mensili di pensione per la vedova

È morto all’età di 64 anni un operaio esposto all’amianto e affetto da gravi patologie. L’uomo aveva finalmente vinto la causa e ottenuto il riconoscimento dei benefici previdenziali con condanna dell’Inps, ma è deceduto qualche giorno fa, prima di poter andare in pensione. A rendere nota la vicenda è l’Osservatorio Nazionale Amianto che sottolinea come si tratti di un “caso emblematico di ‘giustizia postuma’: troppo tempo perso in processi”.

La Corte d’Appello di Roma ha dunque accolto il ricorso presentato dall’ex operaio affetto da enfisema polmonare e broncopatia a causa dell’esposizione prolungata all’amianto, e deceduto per arresto cardiocircolatorio. L’operaio, originario di Nettuno e in servizio presso l’impianto dal 1988, ha lavorato nello stabilimento di Anzio come addetto alla manutenzione, come carrellista e, dal 2010, come manutentore in tutti i reparti. In primo grado si era visto negare dal tribunale di Velletri i benefici previdenziali, pur in presenza di una consulenza tecnica d’ufficio medico-legale che aveva confermato il nesso causale tra la malattia e l’esposizione professionale.

Esposto alla fibra killer

Nella sentenza emerge come il 64enne era stato esposto all’amianto per l’intero periodo lavorativo “in quanto manipolava materialmente e direttamente tutti i materiali in amianto, guarnizioni, valvole, piastre isolanti poste sulle linee di produzione di fabbricazione, con maneggiamento diretto delle coibentazioni e rivestimenti degli impianti, delle guarnizioni, delle valvole, delle parti isolanti dei macchinari, delle tubazioni, delle presse e dei palettizzatori”, si legge nel dispositivo.

A partire dall’inverno 2019, inoltre, nell’uomo era comparsa una chiara sintomatologia all’apparato respiratorio e si era sottoposto a esami, all’esito dei quali gli era stata riscontrata una “fibrosi polmonare diffusa, micro-noduli diffusi interparentimali, con costrizione toracica, tosse secca, enfisema e bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva ndr)”. I ricorsi amministrativi presentati rispettivamente all’Inali e all’Inps, tuttavia, non hanno però dato esito favorevole per il riconoscimento della malattia professionale e della rivalutazione contributiva.

Inps condannata

Dopo una serie di ricorsi e di battaglie legali la corte d’Appello ha ribaltato lo scenario. Nella sentenza si legge che il tribunale del lavoro di Velletri condanna l’Inps “al pagamento delle spese del primo grado del giudizio, che si liquidano in 5mila euro oltre il 15% per spese generali e accessori di legge” e condanna l’ente al pagamento delle spese del secondo grado del giudizio, che si “liquidano in 3500 euro oltre il 15%” più le spese oltre al riconoscimento della “rivalutazione delle settimane di contribuzione settimane di contribuzione dal primo febbraio 1988 al 31 dicembre 2002”. 

“Ora, con questa nuova pronuncia, l’Inps è stata condannata a riconoscere i 14 anni di esposizione certificata con il conseguente accredito delle maggiorazioni contributive. Una decisione che avrebbe consentito finalmente al lavoratore di accedere al pensionamento anticipato, con rivalutazione economica della prestazione”, spiega l’Osservatorio Nazionale Amianto.

Il risarcimento per la vedova

A guidare la battaglia legale è stato l’avvocato Ezio Bonanni: “Una sentenza di grande rilievo giuridico, purtroppo offuscata dalla scomparsa del lavoratore che ne avrebbe dovuto beneficiare. Il lungo iter processuale e la resistenza di Inps e Inail hanno ritardato un riconoscimento che arriva solo dopo la sua morte. L’operaio è deceduto, con ogni probabilità, a causa delle gravi conseguenze dell’esposizione all’amianto. Ora l’azione legale proseguirà in favore della vedova, che potrà ottenere un incremento della pensione – da circa 500 a 800 euro al mese – oltre alla rendita di reversibilità INAIL e al risarcimento per il danno subito”.

Bonanni, presidente dell’osservatorio per l’amianto, rilancia inoltre un appello urgente alle istituzioni: “Chiediamo, ancora una volta, la bonifica completa dei siti contaminati. Non possiamo più tollerare che si continui a morire o ad ammalarsi per colpa dell’inerzia. Ogni fibra inalata è un rischio per la vita”.

17 Maggio

Tragedia nei campi della Val di Sole: morto un uomo di 87 anni

Mentre stava lavorando a Caldes in un terreno di sua proprietà è rimasto schiacciato dal trattore che stava conducendo

CALDESTragedia in Val di Sole nella giornata di oggi, sabato 17 maggio. Un anziano di 87 anni è morto schiacciato dal trattore che stava conducendo. L’uomo stava lavorando a Caldes in un terreno di sua proprietà. Sono intervenuti i sanitari con l’elicottero di emergenza, ma per l’uomo non c’è stato più nulla da fare.

L’uomo è deceduto sul posto. I carabinieri di Malé hanno avviato indagini sulla dinamica dell’incidente

Anna Chiti morta dopo la caduta dal catamarano al suo primo giorno di lavoro

Una studentessa di 17 anni, Anna Chiti, è morta dopo essere caduta da un catamarano al suo primo giorno di lavoro: è rimasta impigliata nell’elica

Tragedia a Venezia: Anna Chiti, una studentessa di 17 anni dell’Istituto Nautico, è deceduta dopo essere caduta da un catamarano durante il suo primo giorno di lavoro. L’incidente è avvenuto nei pressi dell’isola di Sant’Elena, dove la giovane è rimasta impigliata in una cima e successivamente nell’elica dell’imbarcazione, rendendo vani i tentativi di soccorso.

Nella giornata di ieri – sabato 17 maggio 2025 – la 17enne Anna Chiti ha perso la vita in un tragico incidente nautico a Venezia, poco dopo aver terminato la sua prima giornata di prova su un catamarano.

Mentre l’imbarcazione era ormeggiata alla Marina Santelena, la giovane è caduta in acqua e, secondo le prime ricostruzioni, potrebbe essere rimasta agganciata a una cima e, a causa di un’onda o di un movimento improvviso, è finita in acqua, impigliandosi nell’elica del motore.

 vigili del fuoco sono intervenuti rapidamente con due autopompe lagunari e l’elicottero Drago 160. Un sommozzatore è riuscito a liberare Anna in meno di un minuto, ma nonostante i tentativi di rianimazione da parte del personale del Suem, la ragazza è deceduta.

Anna Chiti, originaria di Treviso e residente a Malcontenta, aveva 17 anni ed era una studentessa dell’Istituto Nautico di Venezia.

Appassionata di imbarcazioni, aveva iniziato quel giorno una prova di lavoro su un catamarano, con la speranza di essere poi confermata e poter quindi continuare a seguire la sua passione.

Come riportato da TgCom24 era entusiasta di questa opportunità, desiderosa di fare esperienza nel settore nautico. Ma la giornata, iniziata con le migliori aspettative, si è purtroppo conclusa tragicamente.

Un altro Mondo senza Amianto è possibile