7 Aprile

Escavatore si ribalta, morto quarantaseienne a Fontainemore

La vittima è Guido Pasteur

Guido Pasteur, 46 anni, di Fontainemore, è morto poco dopo le 19.30 schiacciato da un piccolo escavatore che stava guidando.

L’uomo stava facendo dei lavori in un terreno di sua proprietà vicino a casa quando, per cause ancora da chiarire, ha perso il controllo del mezzo che si è ribaltato schiacciandolo.

Il medico 118 non ha potuto fare altro che constatarne il decesso. La dinamica incidente al vaglio dei carabinieri. Sul posto anche i vigili del fuoco.

Incidente stradale nel Salernitano, morti due carabinieri

Coinvolte tre auto, quattro i feriti

Due carabinieri sono morti in un incidente stradale verificatosi nella notte in provincia di Salerno.

Tre le auto, tra le quali quella dei militari, coinvolte lungo la strada che collega i comuni di Eboli e Campagna.

6 Aprile

Incidenti sul lavoro, morto un operaio gravemente ustionato in Molise dopo un rogo in una cementeria. Ricoverato un collega

Un operaio rimasto ustionato in un incendio alla cementeria di Guardiaregia, in provincia di Campobasso, è morto. L’uomo, Claudio Amodeo, di Vinchiaturo – avrebbe compiuto 54 anni a luglio – era ricoverato al centro grandi ustionati di Napoli e le sue condizioni nelle ultime ore si erano ulteriormente aggravate. Subito dopo l’incidente era stato ricoverato al Cardarelli di Campobasso, ma poi era stato disposto il trasferimento. Un suo collega, un 60enne di Guardiaregia rimasto gravemente ferito nello stesso rogo, resta ricoverato a Roma.

L’incidente risale al primo pomeriggio del 4 aprile. Gli operai stavano lavorando a un quadro elettrico in una cabina interna allo stabilimento della Heidelberg Materials (ex Italcementi) per riavviare un macchinario, quando una fiammata li ha investiti in pieno. Un terzo collega ha riportato danni molto più lievi ed è stato proprio lui a mettere in salvo alcuni compagni di lavoro, riuscendo a trascinarli lontano dal luogo dell’infortunio. Sul posto, oltre a diverse ambulanze del 118, sono intervenuti i Vigili del fuoco che hanno domato l’incendio e i medici Asrem (Azienda Sanitaria Regionale del Molise). Sul caso è stata aperta un’indagine, affidata ai carabinieri dell’Ispettorato del lavoro e alla Compagnia carabinieri di Bojano.

Morti sul lavoro, Firenze al primo posto in Italia

Sei vittime tra gennaio e febbraio, in nessuna provincia così tante e l’elenco continua ad allungarsi. Il settore delle costruzioni si conferma quello più a rischio

5 Aprile

Precipita dal Teatro Momo durante un sopralluogo: morto un impresario di 45 anni

L’uomo era insieme a due funzionari del Comune di Venezia per verificare delle infiltrazioni d’acqua. Il lucernario avrebbe ceduto, facendolo cadere

Venezia, 5 aprile 2024 – Cade dal tetto del teatro e muore. La vittima è un un impresario di 45 anni, precipitato dal lucernario del Teatro Momo di Mestre durante un sopralluogo con due funzionari del Comune di Venezia. 

È accaduto intorno alle 10.30 in via Dante, sul posto è intervenuto il soccorso del Suem 118: la situazione era gravissima e il medico non ha potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo. I rilievi sono stati affidati alla polizia scientifica: il teatro è stato transennato ed è stato vietato l’ingresso anche al parco pubblico sul quale si affaccia l’edificio.

4 Aprile

Ancora una vittima sul lavoro, cinquantenne di Terni muore schiacciato dal muletto

L’incidente nelle campagne di Castiglione del Lago mentre l’uomo era impegnato in operazioni di carico e scarico di un camion. Il mezzo era guidato da un collega

Ennesimo incidente sul lavoro in Umbria. Nella mattinata di oggi, 4 aprile, ha perso la vita un uomo che, secondo quanto appreso, è rimasto schiacciato dal muletto condotto da un collega durante le operazioni di scarico di un camion di concime destinato all’impianto di biogas a biomasse. L’incidente si è verificato in un capannone di Ferretto di Castiglione del Lago. La vittima è un uomo di 55 anni di Terni.

Secondo una prima ricostruzione, il dramma si sarebbe consumato in tarda mattinata, all’interno di un deposito di concime in uso al vicino impianto a biogas. L’operaio che ha perso la vita era impiegato in una ditta esterna che lavora nel deposito: l’uomo era a terra e stava completando le operazioni di scarico da un tir di una serie di grossi sacchi di concime (dal peso di un paio di tonnellate l’uno) assieme ad un collega che operava manovrando il muletto. Proprio prima di movimentare l’ultimo sacco rimasto, sarebbe avvenuto l’incidente: in una manovra di retromarcia, il 55enne è stato travolto dal muletto, l’impatto è stato tremendo e l’operaio ha perso la vita.

Amianto : Sentenze

Anni di amianto: Inps deve pagare il catanese

Corte d’appello dà ragione a operaio del petrolchimico di Priolo

CATANIA – La Corte d’appello di Catania ha condannato l’Inps a riconoscere la rivalutazione contributiva di Francesco Castorina, uno dei tanti lavoratori del petrolchimico di Priolo-Augusta esposti alle fibre di amianto. Originario di Catania e residente ad Augusta, dal 1984 ha lavorato per 35 anni come addetto alla manutenzione. In quel periodo l’amianto era un materiale comunemente utilizzato e veniva impiegato in varie parti degli impianti industriali. Di conseguenza Castorina aveva respirato le fibre killer aerodisperse nell’ambiente, senza per altro essere tutelato adeguatamente. Quanto alle bonifiche, è emerso che sono state eseguite ben oltre l’entrata in vigore della legge che prevedeva la tutela dei lavoratori esposti.

Ed è stata proprio la questione della durata dell’esposizione oltre il 1992 l’oggetto principale del braccio di ferro tra l’operaio e l’Inps perché, dopo aver fatto richiesta del riconoscimento dei benefici pensionistici per l’esposizione all’amianto, negati dall’ente di previdenza, è andato poi in pensione con “Quota 100” percependo una rendita inferiore rispetto a quella a lui spettante. Nel 2020 la sentenza di primo grado del tribunale di Siracusa che ha riconosciuto il diritto di Castorina alla rivalutazione contributiva. Decisione contestata dall’Inps che ha portato la vicenda presso la Corte di appello di Catania; la quale ha condannato l’ente e confermato il diritto dell’operaio consentendogli di ottenere la compensazione economica che gli spettava per gli anni di lavoro a contatto con la fibra killer. “E’ assurdo dover ricorre alle vie legali, sottostare a lungaggini burocratiche, per ottenere giustizia”, commenta Castorina.

Ex lavoratore morì per mesotelioma, per pm nesso con amianto: chieste tre assoluzioni

Gela. Tre assoluzioni e il non doversi procedere per un altro imputato, Antonio Catanzariti, intanto deceduto. Sono le richieste avanzate dal pm Luigi Lo Valvo, al termine della requisitoria nel procedimento avviato a seguito del decesso di un ex lavoratore di società che hanno operato nel passato nel sito industriale locale. Perse la vita nove anni fa, per le conseguenze di un mesotelioma sarcomatoide. Secondo i pm che hanno portato a processo gli imputati, tutti ex riferimenti di società oggi del gruppo Eni, il lavoratore avrebbe contratto la grave patologie a seguito dell’esposizione ad amianto. Nelle conclusioni, il pm ha passato in rassegna buona parte della principale casistica, giurisprudenziale e più strettamente scientifica. Ha sottolineato che sono da riconoscere correlazioni di causalità sia generali che individuali. Ritiene, sulla base dei dati riscontrati nelle perizie e negli atti affidati alle consulenze, che non possano individuarsi cause differenti da quelle dell’attività svolta dal lavoratore. Ha però precisato che rispetto ai periodi temporali non è possibile collegare i fatti ad eventuali responsabilità di referenti delle società incaricati successivamente. Per questa ragione, ha concluso per l’assoluzione di Gregorio Mirone, Giancarlo Fastame e Giorgio Clariazia. Nella requisitoria, invece, ha tenuto a spiegare che profili di responsabilità potevano essere appurati, rispetto al periodo di incarico, per Catanzariti che però è deceduto.

Di Vara fu alle dipendenze di Enichem-Anic, della Praoil e di Agip Petroli. Iniziò la sua attività in raffineria negli anni ’70, per concluderla nel 1996. Nel corso della prossima udienza, spetterà alle difese definire le rispettive conclusioni. I legali degli imputati, nel corso dell’attività istruttoria, hanno sostenuto l’assenza di qualsiasi nesso tra il ruolo dei loro assistiti e la patologia contratta dal lavoratore.

30 Marzo 2024

Uomo travolto dai tronchi a Sarconi, morto in ospedale

Vittima di Castrovillari, lavorava per azienda di legname

Un uomo di 37 anni, di Castrovillari (Cosenza), è morto oggi per le ferite riportate in un incidente sul lavoro avvenuto a Sarconi (Potenza).
    L’uomo, dipendente di un’azienda che opera nel settore del legname, è stato travolto da alcuni tronchi: le lesioni riportate hanno consigliato il suo trasferimento in elicottero nell’ospedale “San Carlo” di Potenza, dove è morto.

Sul fatto indagini i Carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Lagonegro (Potenza).

29 Marzo

Resta schiacciato sotto una pressa, grave operaio di 33 anni

L’infortunio pomeriggio in un’azienda di montaggi, la vittima in ospedale in codice rosso

Adistanza di poco più di 24 ore ancora un grave incidente sul lavoro in provincia di Firenze. A Stabbia, frazione di Cerreto Guidi, un operaio di 33 anni impiegato in un’azienda di montaggi, ha subito lo schiacciamento dell’addome e di un braccio sotto una pressa per ragioni ancora da accertare.

La vittima, di nazionalità pakistana come l’operaio che ha perso la vita nell’incidente alle Sieci, è stato trasportato in codice rosso all’ospedale San Giuseppe di Empoli. Sul posto oltre ai sanitari della Misericordia, anche personale del Servizio prevenzione e igiene sui luoghi di lavoro dell’Asl Toscana centro.

28 Marzo

Firenze, un mese dopo la strage di via Mariti un altro morto sul lavoro

È successo a Le Sieci (Pontassieve). Un operaio di 36 anni è rimasto schiacciato da una gru che stava manovrando

Firenze, 28 marzo 2024 – Venerdì 16 febbraio, giovedì 28 marzo. A poco più di un mese dalla strage di via Mariti a Firenze, un altro operaio è morto sul lavoro. L’incidente è avvenuto stamani in una ditta di recupero di materiale ferroso in via Bellini a Le Sieci, Pontassieve (Firenze). 

Stando a quanto ricostruito l’uomo stava conducendo un mezzo meccanico quando questo, per cause da accertare, si sarebbe sbilanciato lateralmente e l’operaio avrebbe tentato di uscire dalla cabina finendo però schiacciato sotto alla gru che si è adagiata su un fianco.

Amianto : Sentenze

Operaio del petrolchimico ucciso dall’amianto: riconosciuto risarcimento da 200mila euro

Il tribunale di Brindisi ha accolto il ricorso degli eredi di un uomo morto per un carcinoma al polmone. Nel 2012 c’era già stata una prima sentenza che riconosceva il nesso causale fra malattia ed esposizione alle sostanze nocive

BRINDISI – Il tribunale di Brindisi ha riconosciuto un risarcimento danni pari a 200mila euro agli eredi di un operaio brindisino che per più di 20 anni ha lavorato a contatto con le polveri di amianto, all’interno del petrolchimico di Brindisi. La sentenza emessa lo scorso 28 febbraio dal giudice del lavoro, Piero Primiceri, segna un nuovo e importante capitolo di una lunga vicenda giudiziaria già approdata nel 2012 a un primo giudizio che aveva accertato e dichiarato la responsabilità della società datrice per la malattia contratta dal lavoratore, riconoscendo il diritto dei ricorrenti al risarcimento di tutti i danni conseguiti.

La società in questione è la “Santino& Mario Beraud Spa”, sottoposta a procedura fallimentare tuttora pendente. Il lavoratore che purtroppo ha perso la vita a causa di un carcinoma polmonare e di asbestosi è il signor M. A. Dopo la morte del loro caro, i familiari del congiunto, assistiti dall’avvocato Giuliano Grazioso, hanno portato avanti la battaglia legale nell’ambito della causa intentata contro gli eredi degli amministratori della società e del direttore tecnico  del cantiere della stessa società, all’epoca operante all’interno del petrolchimico di Brindisi. Questi ultimi sono stati citati in giudizio come corresponsabili della malattia professionale che ha causato la morte di M. A.

L’operaio aveva lavorato alle dipendenze della “Santino& Mario Beraud Spa” dal 1963 al 1985 come sabbiatore, spruzzatore, verniciatore, spatolatore e pulitore meccanico. In quegli anni era stato continuativamente esposto alle polveri di amianto aerodisperse ed ai solventi sintetici ed epossidici, alle trieline per lavaggi, ai diluenti poliuretanici, alle vernici a base di piombo, epossidiche e poliuretaniche; tutte sostanze altamente nocive. Tale esposizione, come già accertato nel 2012 dal tribunale di Brindisi, aveva provocato la grave malattia, già diagnosticata nel 2005, e che pochi mesi dopo avrebbe causato il decesso del lavoratore. 

La precedente sentenza di condanna della società datrice di Lavoro (confermata sia dalla Corte di Appello di Lecce sia dalla Corte di Cassazione) al risarcimento danni in favore dei familiari del defunto, venne emessa  sulla base di una perizia medico-legale che aveva accertato il nesso causale fra la malattia letale e l’esposizione alle sostanze nocive. Ma la Spa versava in una difficile situazione economica. La sentenza del 2012 divenne di fatto ineseguibile, a causa dell’insolvenza della società.

Questo ha costretto gli eredi ad adire nuovamente le vie legali nei confronti degli ex amministratori e del responsabile di cantiere. Nelle more del giudizio, l’avvocato Grazioso, per conto dei suoi assistiti, ha contestualmente depositato un ricorso dinanzi al tribunale di Biella, allo scopo di ottenere la dichiarazione di fallimento della società.

“Nell’ambito della procedura concorsuale – afferma Giuliano Grazioso – è stata avviata ulteriore azione di responsabilità nei confronti di due membri dell’organo amministrativo della fallita, perché attraverso operazioni finanziarie straordinarie e discutibili, compiute parallelamente allo svilupparsi dei contenziosi contro la Santino & Mario Beraud, la stessa società aveva proceduto alla liquidazione dell’intero patrimonio in danno dei creditori sociali”.

Il ricorso presentato dagli eredi è stato definito con la sentenza del 28 febbraio, che condanna il direttore di cantiere al pagamento della somma di 200mila euro, corrispondente alla sua quota di responsabilità rispetto alla maggiore somma liquidata a suo tempo dal giudice Domenico Toni.

“Ebbene, nella fattispecie in esame, dalla documentazione in atti e dall’istruttoria espletata – scrive il giudice Primiceri –  devono ritenersi sufficientemente provate le mansioni svolte dal lavoratore, le modalità di esecuzione delle stesse e la nocività dell’ambiente dovuta principalmente al contatto quotidiano, in relazione alle mansioni svolte, con sostanze cancerogene estremamente volatili rispetto alle quali andavano adottate particolari precauzioni e misure di sicurezza igienico-ambientali, delle quali il datore di lavoro non ha fornito prova”. 

Amianto nel Polo Petrolchimico Siracusa: la Corte di Cassazione accoglie il ricorso di Salvatore Patania contro l’INPS

Ingiusto il rigetto dei benefici contributivi  – Un nuovo spiraglio di giustizia per tutti i lavoratori del petrolchimico.

27 marzo 2024 – Il caso, speculare a quello di Calogero Vicario e degli altri lavoratori delle Industrie Meccaniche Siciliane, è quello del lavoratore Salvatore Patania, che ha lavorato al Polo Petrolchimico Enichem di Priolo Gargallo nel siracusano con la mansione di operaio montatore. Nello specifico ha lavorato alle dipendenze di Siciltecnica Srl per 14 anni e di C.L.A.I Srl per un anno. Nello svolgimento delle sue mansioni lavorative è stato esposto alle fibre e polveri di amianto, ma non era consapevole dei rischi. Solo dopo essere andato in pensione, l’uomo, a cui nel frattempo era stata diagnosticata una “nodulità polmonare”, assieme ai suoi colleghi, fu informato circa l’esposizione alla fibra killer e ha fatto richiesta dei benefici contributivi per esposizione amianto all’INAIL di Siracusa che ha riconosciuto l’esposizione, ma ha respinto la domandaunitamente all’INPS, perché l’esposizione risultava inferiore ai dieci anni previsti dalla legge.

Da qui, i vari ricorsi in tribunale durante i quali il CTU del lavoratore accerta che fu esposto per un periodo di 14 anni e che quindi avrebbe potuto godere dei benefici amianto.

Nei giudizi, però, sulla base di una CTU tecnico ambientale che aveva riconosciuto una esposizione inferiore ai 10 anni, il ricorso dell’operaio viene rigettato sia dal Tribunale di Siracusa, che dalla Corte di Appello di Catania, che ne ha dichiarato l’inamissibilità.

La sentenza è stata impugnata, perché illegittima, dall’Avv. Ezio Bonanni, legale dell’uomo e Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che è riuscito a ribaltare le due precedenti decisioni ottenendo ragione della Corte di Cassazione che nel dispositivo ha rilevato: “la pronuncia non terrebbe conto dei documenti che dimostrano il superamento della soglia di 100 fibre litro per l’intero periodo di lavoro, anche dopo il 31 dicembre 1992”, stabilendo così il principio che, per poter determinare il termine ultimo di esposizione all’amianto, non si deve tener conto dell’entrata in vigore della L. 257/92, quanto piuttosto della reale condizione lavorativa, e quindi della data delle bonifiche (che in questo caso furono effettuate solo successivamente all’emanazione della legge), dell’impiego operativo, e delle misure di sicurezza, ha disposto un nuovo giudizio in Corte di Appello di Catania

27 Marzo

Incidente sul lavoro, operaio morto in cantiere a Fidenza: travolto dal carico della gru

Si chiamava Vasile Tofan. Troppo gravi le ferite riportate al capo, traumi irreversibili, pertanto ogni tentativo di soccorso è stato vano

Un operaio di 51 anni è morto in un incidente sul lavoro a Fidenza (Parma), in un cantiere per adeguamento sismico del valore di circa 4 milioni di euro della scuola Collodi. I carabinieri sono al lavoro per ricostruire la dinamica: sembra che una gru abbia perso un carico, che ha travolto un dipendente della ditta che sta seguendo i lavori. Vasile Tofan, questo il nome della vittima, ha riportato ferite troppo gravi alla testa e, dunque, all’arrivo dei soccorsi, non c’è stato più nulla da fare. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i servizi sanitari di emergenza, compreso l’automedica e il personale infermieristico del 118, insieme alle forze dell’ordine e agli esperti di medicina del lavoro per condurre le indagini necessarie. 

Mario Battelli morto dopo l’incidente sul lavoro all’hotel De Londres di Rimini

L’imprenditore riccionese, 78 anni, era stato colpito alla testa da un pannello di legno caduto dal terzo piano dell’albergo. La procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo

Tragedia sul lavoro: muore operaio travolto dal carico di una gru

La vittima è Nazmi Morina, 52enne di Rudiano. Resta da chiarire l’esatta dinamica dell’accaduto

Tragedia sul lavoro a Orzivecchi

Come riportato da Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza) l’allarme è scattato oggi (mercoledì 27 marzo 2024)  poco prima delle 17.40 in codice rosso in via Giuseppe Pastori a Orzivecchi. Dalle prime ricostruzioni pare che ad essere travolto sia stato un operaio, Nazmi Morina, 52enne di origini kossovare e residente a Rudiano; l’uomo sarebbe rimasto schiacciato dal carico che si è staccato da una gru che poi lo ha investito

Alle 17:45 tre Squadre del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Brescia sono intervenute sul luogo dell’incidente. In posto oltre alle squadre di primo soccorso è  stata inviata la squadra  USAR (URBAN SEARCH AND RESCUE) specializzata in soccorsi specifici sotto carichi e macerie e il supporto dell’autogrù  con il  Funzionario Provinciale.

Un altro Mondo senza Amianto è possibile