Amianto : Vittime

Bari, la Fibronit uccide ancora: ennesima vittima dell’ex fabbrica di amianto

BARI – «Bari piange un altro cittadino, prima ferito e poi ucciso dall’amianto. Una donna. Giovane, che ha vissuto a ridosso della Fibronit sino al giorno in cui ha scoperto di essere stata colpita dal mesotelioma». Inizia così l’ennesima tragica puntata della lunga scia di dolore che l’ex stabilimento Fibronit, la fabbrica di amianto nel cuore del quartiere Japigia, ha portato con sé nell’arco dei decenni fino alla sua dismissione e bonifica.

il racconto ha la voce di Nicola Brescia del «Comitato cittadino Fibronit».

«Una donna che, nel momento in cui ha appreso la terribile diagnosi, era smarrita. E con lei i suoi cari. Nessuno, compreso i medici, era in grado di darle assistenza per affrontare il dramma che stava vivendo e si è rivolta a noi del Comitato Cittadino Fibronit per cercare un minimo di assistenza» racconta Brescia, spiegando che «ci siamo attivati subito coinvolgendo la straordinaria sensibilità dell’associazione familiari vittime amianto di Bari, il cui è responsabile, Lillo Mendola, è stato l’unico supporto della famiglia sino ad oggi».

Un nuovo dramma che mette la città ancora una volta dinanzi alla constatazione che «il mesotelioma ha vinto ancora. Ha tolto il respiro ad una ennesima nostra concittadina – continua Brescia – Ma è sul dolore di queste donne e di questi uomini che nascerà, sull’area della ex Fibronit, il Parco della Rinascita. Ma questo spazio verde non avrà alcun senso se al suo interno non troveranno ascolto e assistenza coloro che vivono esperienze così terribili. Non avrà valore se non sarà anche il luogo in cui prevenire la malattia, specie nelle persone che, professionalmente o come semplici cittadini, sono stati a contatto con le polveri d’amianto. E noi continueremo a chiedere che nel Parco della Rinascita trovi spazio un presidio medico dedicato agli ex esposti all’amianto. Perché solo in questo modo la Rinascita sarà autentica e completa».

Amianto: Sentenze

Amianto nelle locomotive, Inail condannata a pagare rendita di 200 mila euro ai familiari di un ex macchinista

La vedova di Vincenzo Sabato, morto di mesotelioma pleurico per l’esposizione alla “fibra killer”, ne avrebbe avuto diritto già nel 2007. Nel frattempo però è deceduta anche lei. I soldi adesso andranno ai cinque figli della vittima. Il legale: “Quando la giustizia arriva tardi è una vittoria a metà”

L’Inail dovrà pagare una rendita di 200 mila euro alla vedova dell’ex macchinista delle Ferrovie dello Stato, Vincenzo Sabato, morto di mesotelioma pleurico per l’esposizione all’amianto. La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Palermo e il diritto è stato riconosciuto a partire dal 2007, anno del decesso. Ma la giustizia è arrivata troppo tardi: la vedova di Sabato, Giuseppa Consiglio, è venuta a mancare l’anno scorso. La somma sarà quindi devoluta dall’Inail ai cinque figli della vittima. Sin dal 2015 la donna aveva cercato di ottenere giustizia per il marito che aveva lavorato in Ferrovie per oltre 30 anni. Ad assisterla, i legali dell’Ona, l’Osservatorio nazionale amianto.

Ferrovie: lavoratori vittime della fibra killer

Proprio tra i dipendenti delle Ferrovie si riscontrano casi maggiori di patologie asbesto correlate, come il mesotelioma, essendo una delle attività lavorative a maggior rischio di esposizione alla fibra killer. Nel settore ferroviario, infatti, sin dalle locomotive a vapore, l’amianto è stato presente in guarnizioni e rivestimenti. Poi dalla metà degli anni ’50 è iniziata la coibentazione con amianto sui nuovi rotabili, allargata in seguito a tutte le ottomila carrozze circolanti. Questa fu interrotta negli anni ’90, quando venne messo al bando il pericoloso cancerogeno. Si passò alla bonifica,completata all’inizio degli anni 2000.

“Le Fs hanno utilizzato amianto in modo abnorme nonostante si conoscessero già le sue capacità lesive per la salute umana – denuncia l’avvocato Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e legale della famiglia – solo in seguito alle numerose condanne hanno avviato un tardivo processo di bonifica. Ora però occorre risarcire i danni alle vittime e ai loro familiari. Quando la giustizia arriva tardi è una vittoria a metà – sottolinea – perché, nonostante il risultato, nessuno potrà restituire ai figli un padre, in questo caso anche una madre che per lunghi anni ha atteso il riconoscimento di un diritto”.

L’amianto nelle ferrovie è per Inail un elemento ormai noto. Nell’ultimo Rapporto ReNaM dell‘Inail giunto alla sua settima edizione, si contano circa 160 casi, di cui quasi 70 tra i macchinisti. E purtroppo, tra le vittime inconsapevoli c’è stato anche il palermitano Vincenzo Sabato, come riconosce la sentenza del Tribunale: “Si può affermare – si legge nell’atto – che la patologia (mesotelioma pleurico), che ha portato al decesso Sabato Vincenzo, riconosce la sua origine nell’esposizione lavorativa alle fibre di amianto presenti nei locomotori da lui condotti nei circa 30 anni di dipendenza dalle Ferrovie dello Stato“.

Amianto killer. Cassazione accoglie ricorso della vedova di un dipendente Cotral Spa, morto a 37 anni

Era stato negato il risarcimento perché “fumatore”. La Cassazione accoglie ricorso della vedova di un dipentente a Centocelle Roma per Cotral Spa morto di cancro ai polmoni per esposizione all’amianto a 37 anni

Roma – La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della vedova e degli orfani di un lavoratore esposto ed ucciso da un cancro al polmone dovuto all’esposizione all’amianto.

L’operaio, elettromeccanico e manutentore di mezzi rotabili, dal 1988 aveva lavorato alle officine di Roma Centocelle di Cotral S.p.A., società di trasporto pubblico del Lazio, smontando apparecchiature e componenti elettrici contenenti amianto. Era il 1992 quando iniziarono a comparire i primi sintomi del tumore polmonare che ne causerà il decesso nel 1994 a 37 anni. I familiari si sono rivolti all’Osservatorio Nazionale Amianto e al suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, per ottenere giustizia. Chiamata in giudizio l’azienda è riuscita ad ottenere il rigetto in appello, con la motivazione che il lavoratore fosse fumatore e che il cancro che lo ha ucciso fosse quello del polmone e non mesotelioma.

Nella sentenza infatti si legge: “l’attività lavorativa presso Cotral non era in grado di determinare da sola la produzione dell’evento lesivo, non avendo la forza di superare, in termini di efficienza causale, fattori estranei alla causa di servizio, quali la prolungata massiccia dedizione al fumo e lo svolgimento di una precedente attività lavorativa a rischio per un considerevole lasso di tempo”.

La Corte ha annullato  in luglio 2023 , invece le precedenti sentenze emesse negando il diritto al risarcimento degli eredi e ha riaperto il procedimento per non aver riconosciuto il “ruolo concausale ad ogni fattore, sia pure in maniera indiretta e remota, all’insorgere o all’aggravamento della patologia”.

Rilevano gli Ermellini: “si censura, tra l’altro, la sentenza impugnata per l’errata valutazione della condizione di rischio e dell’entità dell’esposizione, nonché per aver ignorato il ruolo sinergico e di potenziamento degli effetti cancerogeni dell’amianto attribuito al fumo di sigarette e per essersi dissociata dalle leggi scientifiche”. Infatti, soprattutto per il cancro al polmone il fumo di sigaretta e l’amianto contribuiscono entrambi a causare gravi danni alla salute di coloro che ne sono esposti.

La causa dovrà essere nuovamente celebrata in Corte d’appello si dovrà valutare il diritto dei familiari al risarcimento, sia dei danni subiti personalmente sia di quelli sofferti dalla vittima.

«Molti altri dipendenti Cotral hanno subito danni alla salute – dichiara Bonanni – attraverso lo Sportello Nazionale Amianto, siamo a disposizione di tutte le vittime, in particolare nel contesto della città di Roma, che vogliano chiedere il risarcimento dei danni.

Amianto : Sentenze

La Cassazione condanna la Marina Militare per l’esposizione all’amianto

Condannato in via definitiva a due anni di reclusione l’Ammiraglio Agostino Di Donna per la morte per carcinoma polmonare del meccanico navale Giovanni De Martino. Laura Mara: “Per la prima volta è stato riconosciuto in via definitiva il nesso causale fra l’esposizione alle polveri di amianto e l’insorgenza del carcinoma polmonare in soggetto fumatore”.

Roma, 7 luglio 2023. È arrivata stanotte in Cassazione la condanna definitiva a due anni di reclusione dell’Ammiraglio Agostino Di Donna, riconosciuto responsabile della morte del meccanico navale Giovanni De Martino, deceduto per carcinoma polmonare dopo 36 anni di servizio sulle navi della Marina Militare “cariche di amianto”. Di Donna era stato dapprima Direttore Generale MARISPESAN, ovvero l’Ispettorato di Sanità’ della Marina Militare dal 01.01.1983 al 31.12.1987, poi Direttore DIFESAN, la Direzione Generale della Sanità Militare dal 01.01.1988 al 31.12.1990.  La sentenza è stata pronunciata dalla IV Sezione Penale della Cassazione che ha confermato appunto

Asbetosi polmonare da esposizione di amianto

Asbetosi polmonare da esposizione professionale di amianto (Tribunale Ancona, sez. Lavoro, 02/11/2022 R.G. 29/2021).

Asbetosi polmonare contratta dal lavoratore per l’esposizione all’amianto.

I congiunti del lavoratore, deceduto per alterazione acuta del ritmo e/o della condizione cardiaca in soggetto affetto da amiloidosi sistemica con prevalente interessamento cardiaco e da asbestosi polmonare, allegano che il de cuius ha svolto attività lavorativa nella cantieristica navale dal 13.6.1956 al 31.12.1993.

Sostengono che nell’ambito di tale attività il lavoratore ha subito un’esposizione ad amianto, con conseguente insorgenza della patologia dell’asbestosi, che lo ha portato al decesso in data 2.8.2014.

La convenuta eccepisce preliminarmente la prescrizione dei diritti vantati e l’inammissibilità della domanda di automatico riconoscimento del danno biologico differenziale, stante l’applicazione ratio temporis dell’art. 13 D. Lgs. 38/2000 che ha inserito il danno biologico nella copertura assicurativa pubblica, con conseguente esonero da responsabilità del datore di lavoro ai sensi dell’art. 10 TU 1124/65. Nel merito, contesta la responsabilità per la morte del lavoratore evidenziando che non vi era divieto normativo per utilizzo di amianto sino al 1992, non vi era dispositivo di protezione individuale idoneo alla protezione dalle fibre di amianto, non vi era consapevolezza della pericolosità dell’amianto.

Il Tribunale ritiene il ricorso fondato.

In via preliminare, con riferimento all’eccezione di prescrizione, viene rilevato che per i danni iure proprio, trattandosi di responsabilità extracontrattuale trova applicazione la prescrizione quinquennale, mentre per i danni iure hereditatis, trattandosi di responsabilità contrattuale per violazione dell’art. 2087 c.c., si applica la prescrizione decennale.

Nel caso di specie, risulta correttamente interrotta la prescrizione quinquennale per il danno jure proprio.

Per quanto riguarda il danno jure hereditatis, invece, è intervenuta la prescrizione.

Il danno iure hereditatis è stato determinato dalle lesioni e non dalla morte del lavoratore per asbetosi polmonare, sicché non è applicabile a tale danno il raddoppio dei termini prescrizionali previsto dall’art. 157 c.p., come riformulato dall’art. 6 comma 1 legge 251/2005 e in vigore dall’8.12.2005.

Ciò posto, riguardo all’esonero di responsabilità invocato dal datore di lavoro,  l’eccezione può valere unicamente per le voci di danno soggette a copertura INAIL, ossia per alcuni aspetti del danno iure hereditatis, non invece per il danno causato a terzi per lesione del vincolo parentale, laddove, non essendoci copertura INAIL, non può applicarsi la regola dell’esonero. Conseguentemente, ritenuto prescritto il danno iure hereditatis l’eccezione deve ritenersi assorbita.

In caso di danno biologico, i danni conseguenti ad infortuni sul lavoro verificatisi, nonché a malattie professionali denunciate a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto ministeriale di cui al comma 3, l’INAIL nell’ambito del sistema d’indennizzo e sostegno sociale, in luogo della prestazione di cui all’articolo 66, primo comma, numero 2), del testo unico, eroga l’indennizzo previsto e regolato dalle seguenti disposizioni:

a. le menomazioni conseguenti alle lesioni dell’integrità psicofisica di cui al comma 1 sono valutate in base a specifica “tabella delle menomazioni”, comprensiva degli aspetti dinamico-relazionali. L’indennizzo delle menomazioni di grado pari o superiore al 6 per cento ed inferiore al 16 per cento è erogato in capitale, dal 16 per cento è erogato in rendita, nella misura indicata nell’apposita “tabella indennizzo danno biologico”. Per l’applicazione di tale tabella si fa riferimento all’età dell’assicurato al momento della guarigione clinica. Non si applica il disposto dell’articolo 91 del testo unico;

b. le menomazioni di grado pari o superiore al 16 per cento danno diritto all’erogazione di un’ulteriore quota di rendita per l’indennizzo delle conseguenze delle stesse, commisurata al grado della menomazione, alla retribuzione dell’assicurato e al coefficiente di cui all’apposita “tabella dei coefficienti”, che costituiscono indici di determinazione della percentuale di retribuzione da prendere in riferimento per l’indennizzo delle conseguenze patrimoniali, in relazione alla categoria di attività lavorativa di appartenenza dell’assicurato e alla ricollocabilità dello stesso. La retribuzione, determinata con le modalità e i criteri previsti dal testo unico, viene moltiplicata per il coefficiente di cui alla “tabella dei coefficienti”. La corrispondente quota di rendita, rapportata al grado di menomazione, è liquidata con le modalità e i criteri di cui all’articolo 74 del testo unico.”

Orbene, l’inserimento del danno biologico nella copertura assicurativa INAIL non esclude la responsabilità del datore di lavoro né per il danno complementare in caso di provata responsabilità civile, non operando in tali casi l’esonero di cui al citato art. 10, in quanto non si tratta di voci di danno coperte dall’assicurazione obbligatoria, né per il danno differenziale nell’ipotesi di riscontrata responsabilità penale.

Venendo al merito della controversia, i ricorrenti hanno fornito prova sufficiente dell’inadempimento del datore di lavoro all’obbligo sancito dall’art. 2087 c.c. e della conseguente insalubrità dell’ambiente di lavoro per sussistenza di esposizione all’amianto, del nesso causale tra tale esposizione e del danno subito consistente nell’asbestosi polmonare che ha portato al decesso, mentre nessuna prova liberatoria è stata fornita dal datore di lavoro ai sensi del combinato disposto degli art. 1218 e 2087 c.c.

Le testimonianze svolte hanno confermato che durante l’attività lavorativa presso il cantiere navale il lavoratore era stato a contatto con l’amianto per le specifiche mansioni a lui assegnate, dovendo tagliare le paratie coibentate con amianto a spruzzo per svolgere le attività di tubista e montatore, a volte forando anche fogli in amianto per realizzare le guarnizioni.

Il CTU ha rilevato che “secondo il parere aggiunto redatto dall’Inail, sede di Ancona, datato 10 novembre 2004,  vi è evidenza di lavorazioni con impiego di prodotti contenenti amianto nel periodo successivo al 1986. Nella fattispecie, si specificavano operazioni di saldatura automatica ad arco sommerso con tecnica one-side su supporto FAB 1, il quale si componeva di vari materiali, tra cui anche un film composto da tessuto di amianto”.

Alla luce di ciò, tenuto conto che il lavoratore ha prestato attività lavorativa dal 1956 al 1993, viene ritenuto accertato il contatto con polveri di amianto sia per l’attività specifica

svolta sia per l’esposizione ambientale diffusa dovuta alla presenza di lavoratori addetti a diverse mansioni, anche comprendenti la manipolazione di amianto, nello stesso luogo, e alla rimozione delle polveri di lavorazione dai luoghi e dalle tute di lavoro con metodi che favorivano il diffondersi delle polveri anche in presenza degli operai o da parte di questi stessi.

Pacifica, pertanto, l’esistenza di un’esposizione professionale all’amianto almeno trentennale e conseguentemente pacifica l’esistenza del nesso di causa tra l’asbestosi polmonare.

Concludendo, la società datrice di lavoro viene condannata a risarcire il danno iure proprio causato ai ricorrenti, quantificato in oltre seicentomila euro.

Avv. Emanuela Foligno

12 Luglio 2023

Incidente sul lavoro a Torino Parella: travolto da un motore caduto, morto un meccanico

Inutili tutti i soccorsi

Un meccanico, Angelo Devito (nella foto sotto) di 58 anni, è morto all’ora di pranzo di oggi, mercoledì 12 luglio 2023, nell’autorimessa di via Lessona 39 a Torino, dove stava lavorando. A dare l’allarme sono state alcune persone che hanno sentito un tonfo e lo hanno trovato esanime. I sanitari accorsi sul posto hanno provato a rianimarlo, ma senza successo.

Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della stazione Torino Campioglio e gli ispettori dello Spresal dell’Asl Torino. In effetti si è trattato di un incidente sul lavoro: l’uomo è stato travolto da un motore su cui stava operando. Questo era collocato su un ponte e per cause da accertare gli è caduto addosso senza lasciargli scampo.

L’uomo abitava vicinissimo al posto di lavoro e in breve i suoi familiari sono arrivati lì, dopo essere stati informati della tragedia. Dai primi riscontri, lavorava nell’officina meccanica in modo irregolare.

Operaio schiacciato da un macchinario nel Cagliaritano

Incidente sul lavoro questo pomeriggio in una azienda che si occupa di prodotti per l’industria, compensatori e tubi flessibili metallici.

Un operaio di 50 anni è stato schiacciato da un macchinario e adesso è ricoverato all ospedale Brotzu di Cagliari con una prognosi di 40 giorni.
    L’infortunio, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, è avvenuto nel primo pomeriggio alla Elasto Meccanica, nella zona industriale di Macchiareddu, nel comune di Uta

11 Luglio 2023

Lavora sull’asfalto sotto al sole e si sente male: muore a 44 anni

L’uomo era un operaio, al lavoro in strada: in città da giorni le temperature sono afose

Un uomo di 44 anni ha accusato un malore mentre stava lavorando in strada, sotto il sole, ed è morto. L’operaio si stava occupando di tracciare la segnaletica stradale a Lodi dove oggi, martedì 11 luglio, le temperature percepite sfiorano i 40 gradi centigradi. Dopo il malore accusato l’uomo è morto in ospedale. 

Immediatamente soccorso dal collega che era impegnato con lui in quel momento, in pochi minuti è stato trasportato al Pronto soccorso del vicino ospedale Maggiore dal soccorso sanitario arrivato sul posto con la sirena accesa, insieme alla polizia. In ospedale, però, ogni rianimazione è risultata vana e l’uomo, originario di Cinisello, è stato dichiarato morto. La causa è stata messa in relazione con la cappa di caldo che da giorni c’è in città. 

L’uomo si trovava all’interno della piazzola ecologica di Strada Vecchia Cremonese, al confine con le campagne poco fuori città, e stava lavorando per rifare la segnaletica orizzontale. Il teatro del dramma è una spianata di cemento che si estende su diversi metri quadrati, senza alberi, dove il caldo si avverte più del normale.

Poco dopo mezzogiorno l’uomo non fa a tempo a dire di stare male. Sta lavorando alla segnaletica orizzontale per una ditta incaricata da Linea Gestioni A2A, come spiega il Comune, utilizzando vernice a spruzzo. In quelle ore, i gradi centigradi percepiti nell’area superano i 45°. Poi, l’attacco cardiaco e la caduta sull’asfalto: subito alcuni presenti si sono precipitati per aiutarlo, tra colleghi e operatori, tentando di rianimarlo anche con l’utilizzo di un defibrillatore, secondo quanto riportato da siti locali

Infortunio sul lavoro a Jesi, la cabina del trattore si ribalta: grave un operaio

Incidente nella linea di montaggio della Cnh industrial. L’uomo è stato trasportato in eliambulanza all’ospedale di Torrette. I sindacati hanno proclamato lo sciopero immediato

Jesi (Ancona), 11 luglio 2023 – Operaio lavora dentro la cabina metallica di un trattore, quando, improvvisamente questa si ribalta su un fianco e lui batte la testa. Grave infortunio sul lavoro stamattina attorno alle 11,45 allo stabilimento Cnh industrial, in via Leone XXIII nella zona industriale.

Secondo una prima ricostruzione, al vaglio dei carabinieri e degli ispettori del lavoro dell’Ast Ancona, un giovane operaio sarebbe rimasto ferito mentre stava lavorando all’inizio della linea di montaggio dentro una cabina metallica grezza. Accorso il personale sanitario con l’eliambulanza atterrata nel piazzale l’operaio e l’ambulanza della Croce Verde di Jesi è stato trasportato in codice rosso all’ospedale Torrette.

10 luglio 2023

Morto operaio rimasto ferito in un incidente sul lavoro

Era caduto da una scala giorni fa nel vibonese

Èdeceduto a causa delle gravi ferite riportate l’uomo che nei giorni scorsi era stato vittima di un incidente sul lavoro avvenuto a Trainiti, zona industriale situata sulla costa di Vibo Valentia.

Massimo Moschella, di 55 anni, aveva subito un trauma cranico commotivo a seguito di una caduta da una scala.
    Sul posto erano intervenuti i sanitari del 118 i quali, constatate le gravi condizioni del paziente, avevano chiesto l’intervento dell’elisoccorso di Lamezia Terme per il trasporto urgente del ferito all’hub di Catanzaro.
    Sono in corso le indagini dei carabinieri per determinare la dinamica dell’incidente.

La vittima era il padre di don Davide Moschella, parroco della chiesa di San Nicola ad Arzona, frazione del Comune di Filandari, nel Vibonese.

Travolto da un tronco mentre fa legna, morto 69enne in Trentino

n uomo di 69 anni, è morto a Terzolas, in Trentino, mentre tagliava della legna in località Malghet, in valle di Sole.

L’uomo – si apprende – è stato travolto da una pianta poco prima delle 11.
    Dalle prime ricostruzioni, affidate ai carabinieri della stazione di Malè, il 69enne si è recato nei boschi da solo per tagliare della legna per uso privato.

Durante le operazioni è stato travolto da un tronco. A lanciare l’allarme è stata una persona che passava nella zona e ha notato il corpo riverso a terra. I soccorritori non hanno potuto far altro che constatare il decesso.
    Sul posto, assieme ai militari, sono intervenuti gli operatori di Trentino emergenza, il Soccorso alpino e i vigili del fuoco volontari dell’abitato.
   

9 Luglio 2023

TRAGEDIA A CATTOLICA ERACLEA (AG), SI RIBALTA CON TRATTORE E MUORE

Un 66enne di Cattolica Eraclea (Ag), Francesco Tutino, è morto dopo che il trattore che stava guidando in contrada Mortilla si è ribaltato.

Stava arando il suo appezzamento di terreno ed è rimasto schiacciato dal suo trattore. Nonostante l’intervento dell’elisoccorso del 118, per l’agricoltore non c’è stato nulla da fare. I soccorritori, nonostante i tentativi di rianimazione, non hanno potuto far altro – stando a quanto è stato ricostruito dai carabinieri di Cattolica Eraclea – che constatarne la morte.

8 Luglio 2023

Muore a 28 anni incastrato in un macchinario, tragico incidente sul lavoro

Dramma a Porano, nelle campagne di Orvieto: il giovane stava lavorando con un trattore su delle rotoballe quando è stato agganciato da un macchinario. Cordoglio del sindaco Marco Conticelli

Terni, 8 luglio 2023 – Incidente mortale sul lavoro nella tarda mattina di sabato 8 luglio a Porano (Terni), in località Poggio Amante. Un uomo di 28 anni di Orvieto è morto mentre stava lavorando in un terreno agricolo. 

Gianluca Rossi, chi era la vittima

In base alle prime informazioni, sembra che il giovane stesse lavorando con un trattore su delle rotoballe. A un certo punto un macchinario lo avrebbe agganciatoincastrandolo negli ingranaggi. Il giovane, nonostante i soccorsi degli operatori del 118, è deceduto sul colpo. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco di Orvieto e i carabinieri per gli accertamenti del caso.

Si ribalta un trattore in provincia di Campobasso, due morti

Il fatto è accaduto poco dopo le 7 di questa mattina presso Baranello, in contrada Fonte Garile, provincia di Campobasso, le vittime erano marito e moglie. Ancora da accertare le dinamiche dell’incidente

Intorno alle 7 di questa mattina, presso Baranello, in contrada Fonte Garile, provincia di Campobasso, due persone sono morte travolte da un trattore dopo che il mezzo si è ribaltatato. Sul posto sono giunti il 118, i vigili del fuoco e i carabinieri, tuttora in corso gli accertamenti per stabilire la dinamica di quanto accaduto. Le vittime, che erano a bordo del trattore con un rimorchio carico di legna, sono marito e moglie, di 81 e 83 anni. L’intervento delle forze dell’ordine è ancora in corso e avviene con difficoltà considerato che l’incidente è avvenuto in una zona particolarmente impervia.

Tragedia a Busseto: 38enne cade da otto metri di altezza e muore

L’uomo, un operaio, è precipitato oggi pomeriggio da un tetto mentre montava alcuni pannelli

Tragedia a Busseto: un 38enne, Maurizio Giordano, originario della Basilicata, è caduto dal tetto dello stabilimento dove stava montando alcuni pannelli, precipitando da un’altezza di 8 metri. Per lui non c’è stato nulla da fare ed è morto sul colpo. 
L’incidente mortale si è verificato oggi pomeriggio, 8 luglio. Per cause in corso di accertamento da parte delle forze dell’ordine, l’uomo, un operaio, sarebbe precipitato dal tetto di una struttura. 

Subito sono scattati i soccorsi nel tentativo di salvarlo, ma le ferite riportate erano troppo gravi.

7 Luglio 2023

Tragedia a Vignolo: operaio travolto e ucciso da un camion nel cortile dell’azienda

Da gennaio otto vittime di incidenti sul lavoro in provincia di Cuneo

Investito da un camion nel cortile dell’azienda, un giovane operaio è morto in ospedale a Cuneo per le ferite riportate. L’incidente sul lavoro è avvenuto oggi (venerdì 7 luglio) alla Fissolo Trasporti di Vignolo, poco prima delle 12. Secondo una prima ricostruzione, l’autista per fare rifornimento di gasolio ha parcheggiato il mezzo pesante. Forse per un guasto all’impianto frenante, improvvisamente il camion ha iniziato a muoversi e ha colpito Dabo Mahamadou (34 anni, originario del Mali). Immediati i soccorsi da parte dei colleghi, poi l’arrivo dell’èquipe medica del 118, intervenuta con i vigili del fuoco del comando provinciale e i carabinieri della Compagnia di Cuneo.

Si ribalta con il trattore e rimane schiacciato: gravissimo un uomo

L’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza ha inviato sul posto l’elisoccorso di Como e il Soccorso Alpino in codice rosso. Insieme a loro anche i Vigili del fuoco

Incidente sul lavoro questa mattina, venerdì 7 luglio 2023, a San Bartolomeo in Val Cavargna: un uomo di 73 anni si è ribaltato con il trattore ed è rimasto schiacciato dal mezzo. Le sue condizioni sarebbero gravissime.

Un altro Mondo senza Amianto è possibile