Amianto : Sentenze

Taranto, «Amianto, nessun reato dei vertici della Marina»

Nuova richiesta di archiviazione del pm sul caso Vittorio Veneto

TARANTO – «Non vi è prova della dispersione di polveri contenenti amianto nell’ambiente esterno» e «non si ravvisano comportamenti penalmente rilevanti da parte degli indagati». Si chiudono così le 50 pagine che compongono la richiesta di archiviazione depositata dal pubblico ministero Filomena Di Tursi sul caso di Nave Vittorio Vittorio e del suo carico da 1200 kg di fibre velenose che ha portato all’apertura di un’indagine per i danni causati sui lavoratori della forza armata e i cittadini di Taranto nel periodo in cui l’ex unità navale della Marina militare è stata ormeggiata alla banchina Torpediniere tra il 2007, dopo il suo disarmo, e il 2021.

L’inchiesta originale era partita dalla denuncia di due cittadini, uno dei quali assistiti dall’avvocato Ezio Bonanni dell’«Osservatorio Nazionale Amianto», ma il pm Di Tursi aveva chiesto una prima archiviazione: il gip Benedetto Ruberto, però, aveva disposto nuove indagini sul caso e l’iscrizione nel registro degli indagati di otto militari tra ammiragli e alti ufficiali. L’accusa ipotizzata nei loro confronti era di inquinamento ambientale e disastro ambientale colposo: per il giudice, in sostanza, tutti i livelli gerarchici della Marina era a conoscenza del rischio per i cittadini e l’ambiente marino, ma nessuno ha disposto la bonifica dell’ex ammiraglia della Marina fino l’8 giugno 2021, data della partenza verso la Turchia dov’è poi stata smantellata.

Dopo il provvedimento del gip, quindi, il pm Di Tursi ha effettuato nuovi accertamenti sulla vicenda e nel documento con cui sostiene che non vi siano responsabilità per gli indagati, spiega che «un’ipotetica emissione di fibre da parte del galleggiante produrrebbe un “impatto” assolutamente non significativo sulla salute della popolazione» e «un “contributo” non rivelabile rispetto al fondo urbano,

indubitabilmente ricompreso nell’alveo della normale tollerabilità». Insomma nessun rischio significativo. Nel documento, inoltre, la rappresentante della pubblica accusa ha inoltre chiarito che i suoi consulenti avevano rilevato durante alcune simulazioni presenze di fibre all’esterno dello scafo, ma in realtà quelle prove sono state compiute con una «metodologia errata e incongrua, anche quanto alle modalità di valutazione delle analisi e di risultati». A sostegno di questa nuova tesi, la procura ha depositato un parere tecnico redatto dall’Università di Bari che hanno sostenuto che i consulenti della procura «hanno alterato l’assetto, operando manovre non consentite» le condizioni della nave provocando così «la dispersione di fibre all’interno, campionando le stesse». In parole semplici l’uso di ventilatori nei locali interni allo scafo ha «potuto contaminare i rilievi condotti all’esterno del galleggiante».

Le nuove indagini, però, per l’accusa avrebbero chiarito questo aspetto e confermato la tesi iniziale del pm Di Tursi che ritiene che non vi siano responsabilità penali dei militari indagati. Ora il giudice Ruberto dovrà fissare una nuova udienza per ascoltare le parti e poi decidere se confermare o meno l’archiviazione.

5 Febbraio

Incidente sul lavoro ad Alassio: operaio di 58 anni muore dopo la caduta da una betoniera

Nuovo incidente mortale sul posto di lavoro, il secondo nel giro di pochi mesi nel savonese. A perdere la vita un operaio di 58 anni mentre lavorava all’interno di un cantiere edile ad Alassio. Secondo le prime ricostruzioni l’uomo è caduto da una betoniera picchiando violentemente la testa per terra. Immediato l’intervento sul posto dell’automedica, della Croce Rossa di Alassio e dell’elisoccorso Grifo, ma per il 58enne non c’è stato niente da fare. Al momento sono in corso gli accertamenti dei carabinieri e degli uomini dell’ispettorato per la sicurezza sui luoghi di lavoro dell’azienda sanitaria locale.

Travolta e uccisa mentre torna da un colloquio di lavoro

Argenta (Ferrara): la vittima è Lucia Arnautu, morta a 58 anni in un incidente stradale in un tratto di strada molto buio. “Era tornata in Italia oggi, stava rientrando a piedi”

Morto a 69 anni schiacciato da un trattore

Sabato mattina la notizia della sua morte, così tragica e inaspettata, ha sconvolto la comunità gerenzanese

Carlo Turconi, morto a 69 anni a Besozzo ma originario di Gerenzano. Stava lavorando in un appezzamento di terra a Cardana, frazione di Besozzo, quando, per motivi non chiari, un trattore si è ribaltato schiacciandolo.

Morto a 69 anni schiacciato da un trattore

E purtroppo non c’è stato nulla da fare per salvare la vita del 69enne Carlo Turconi, originario di Gerenzano. Si era trasferito a Besozzo con la compagna Teresa circa 15 anni fa, lasciando il suo paese natale, con cui però è rimasto sempre in contatto. Non era raro vederlo in paese, dove veniva spesso per riabbracciare il fratello Elisio e i figli Andrea, Serena e Fulvio.

1 Febbraio

Operaio muore schiacciato da un furgone cisterna a Ferrara

La tragedia poco prima delle 9 a Guarda di Ro, la vittima è Alessandro Ottoboni, 59 anni, di Taglio di Po (Rovigo)

Ferrara, 1 febbraio 2024 – Tragedia questa mattina poco prima delle 9 a Guarda di Ro. Alessandro Ottoboni, un operaio di 59 anni di Taglio di Po (Rovigo) è morto schiacciato da un furgone cisterna durante lavori di rimboschimento pioppi in golena. Il mezzo, stando alle prime ricostruzioni, stava rifornendo un trattore quando, per cause da chiarire, si è mosso travolgendo il lavoratore.

Il 118 non ha potuto far nulla. Intervenuti anche i carabinieri e lo Spisal dell’Ausl di Ferrara per gli accertamenti su dinamica ed eventuali responsabilità, oltre al medico legale per una prima ispezione della salma richiesta dalla Procura di Ferrara. Sul posto anche i carabinieri di Ro Ferrarese e la Medicina del lavoro.

Resta schiacciato da un trattore: muore operaio

Stava lavorando in un’area golenale ed era impegnato in operazioni di abbattimento di alcuni pioppi e rimboschimento in un’area privata

Tragedia oggi 1° febbraio a Guarda Ferrarese, nel territorio di Riva del Po (Ferrara). Un operaio di 60 anni è rimasto schiacciato da un furgone-cisterna mentre riforniva un trattore ed è morto. L’uomo stava lavorando in un’area golenale ed era impegnato in operazioni di abbattimento di alcuni pioppi e rimboschimento in un’area privata. 

Amianto: Sentenze

Operaio morto per l’esposizione all’amianto, risarcimento di 130mila euro ai familiari

Il tribunale di Roma ha condannato l’Enel per la morte di un ex operaio originario di Gualdo Tadino morto nel giugno 2018 all’età di 72 anni

Gualdo Tadino (Perugia), 30 gennaio 2024 – Il tribunale di Roma ha condannato l’Enel risarcire con una somma di 130mila euro i familiari di un ex operaio originario di Gualdo Tadino morto nel giugno 2018 all’età di 72 anni a causa di un mesotelioma pleurico derivante dall’esposizione professionale all’amianto. Lo ha annunciato l’Osservatorio nazionale amianto secondo cui aveva prestato servizio presso la centrale di Gualdo Cattaneo per 33 anni, lavorando come manutentore di officina meccanica e delle linee elettriche.

Per l’Osservatorio fino al 1990 l’uomo e gli altri operai non disponevano di adeguate misure di protezione individuale né era a conoscenza della presenza delle fibre nocive e del loro impatto sulla salute.

L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto e legale della famiglia, ha attribuito all’Enel anche la violazione degli obblighi relativi alla sicurezza sul lavoro. L’Enel è quindi intervenuta con una nota sottolineando che il tribunale ha comunque ridotto la richiesta risarcitoria. L’azienda ha quindi evidenziato di avere “sempre adottato le misure di protezione e di salvaguardia inerenti la tutela delle condizioni di lavoro nel rispetto della normativa nel tempo vigente”.

Enel precisa inoltre che “l’ex dipendente, dopo aver lavorato quale elettricista presso aziende di impianti elettrici, ha poi svolto l’attività come manutentore alla centrale termoelettrica di Bastardo e, successivamente, presso la sede di Gualdo Tadino con qualifica di operaio e manutentore di linee elettriche”. L’Azienda “si riserva ogni più approfondita valutazione a valle del deposito delle motivazioni della sentenza, anche ai fini di un possibile appello”.

30 Gennaio

Chiari, investito dal treno in stazione: muore operaio di 51 anni

Si chiamava Joao Rolando Lima Martins ed era dipendente di una società con sede a Darfo. Stava facendo manutenzione sulla rete Terna

Chiari (Brescia), 30 gennaio 2024 – Si chiamava Joao Rolando Lima Martins ed era di nazionalità portoghese l’operaio di 51 anni travolto e ucciso la notte scorsa da un treno alla stazione di Chiari, nel Bresciano.

L’uomo era dipendente della società Rebaioli, con sede a Darfo Boario Terme, ditta esterna a Rfi (Rete ferroviaria italiana), e stava facendo manutenzione sulla rete Terna, quando è stato investito dal treno Italo Bergamo-Napoli. 

L’operaio, forse ingannato dalla fitta nebbia, stava operando su asset esterni e adiacenti alla sede ferroviaria lungo la linea Milano- Brescia nella tratta tra Calcio e Chiari, e in particolare – secondo quanto risulta al sindacato Ugl – era impegnato nella manutenzione di un traliccio dell’alta tensione. L’uomo, secondo Rfi, si trovava “indebitamente” su un binario ferroviario.

  • In merito all’incidente avvenuto questa notte, Terna ha fatto sapere che l’operaio coinvolto operava per conto della ditta Rebaioli, società appaltatrice incaricata di svolgere lavori di tesatura conduttori su una linea della rete elettrica nazionale in costruzione. E ha sottolineato che l’evento è avvenuto prima dell’orario stabilito di avvio delle attività pianificate con fermo treni.

29 Gennaio

Cade dal tetto di un capannone, fabbro muore nel Sassarese

Un fabbro di 62 anni, Sergio Vannini, di Bono, è morto questo pomeriggio cadendo dal tetto di un capannone all’interno di un’azienda agricola di Buddosò, in provincia di Sassari.


    L’uomo stava lavorando al montaggio di una tettoia per conto della sua impresa a conduzione familiare, ‘Soluzioni in metallo srl’, quando avrebbe perso l’equilibrio precipitando da un’altezza di circa 7 metri.


    Quando sono arrivati i medici del 118 a bordo dell’elisoccorso, per lui non c’era più nulla fare. Lascia la moglie e due figlie. Sulle cause e la dinamica dell’incidente stanno indagando i carabinieri della stazione di Buddusò e il personale dello Spresal.

Incidente sul lavoro a Sorbolo: grave operaio 46enne

Grave incidente sul lavoro lunedì mattina: un operaio moldavo di 44 anni è rimasto gravemente ferito e rischia l’ammirazione di mano e avambraccio.

L’uomo stava lavorando in una linea di produzione all’Emiliana Gourmet, a Stobolo, quando è rimasto intrappolato in una pressa.

Uomo schiacciato da un bancale in una ditta: è in coma

L’uomo è stato traportato in codice rosso all’ospedale Niguarda di Milano

Intubato e privo di sensi. È così che il personale del 118, arrivato con ambulanza, automedica ed elisoccorso, ha trasportato in ospedale l’operaio di 57 anni rimasto schiacciato da un bancale in una ditta a Settimo Milanese. L’incidente sul lavoro è avvenuto poco prima delle 14, all’interno della Satisloh, una fabbrica specializzata nella produzione di lenti. 

Sul posto, in via Campaccio 13, sono arrivati i soccorritori in codice rosso. Il ferito è stato trasferito al Niguarda di Milano in condizioni delicatissime per via di un doppio trauma: toracico e cranico. 

26 Gennaio

Cagliari, operaio morto schiacciato da un container: Raffaele aveva 50 anni. L’incidente durante lo scarico di una nave

Sul posto sono intervenuti gli agenti della squadra volante, la polizia scientifica e il medico legale

È stato schiacciato da un container durante le operazioni di scarico da una nave. Un operaio di 50 anni, Raffaele Massa di Quartucciu, è morto questa mattina al Porto Canale di Cagliari. L’incidente sul lavoro è avvenuto al molo Grendi poco dopo le 9.30. La dinamica della tragedia è ancora in fase di accertamento. Sul posto sono intervenuti gli agenti della squadra volante, la polizia scientifica e il medico legale.

Morto operaio nell’incidente con un tir sulla strada statale di Gioia del Colle vicino Bari: gravi i colleghi

In seguito a un incidente con un tir, un operaio della manutenzione stradale è morto sulla statale 100 nei pressi dell’aeroporto. Ci sono 3 feriti

Un operaio della manutenzione stradale è morto in un tragico incidente sulla statale 100, nei pressi dell’aeroporto di Gioia del Colle, vicino Bari. L’uomo, che si trovava in un furgoncino insieme ad alcuni colleghi, sarebbe deceduto in seguito alla collisione con un tir. Feriti gravemente anche gli altri operai, trasportati d’urgenza in vari ospedali della zona. Intervenuti sul luogo la Polizia stradale, i vigili del fuoco e ambulanze del 118, mentre la strada è stata chiusa al traffico veicolare. 

L’incidente è avvenuto sulla strada statale 100, nota anche come Bari-Taranto, nella mattinata di venerdì 26 gennaio. L’impatto dello scontro, che si sarebbe verificato intorno alle 6 del mattino, è stato descritto come molto violento, coinvolgendo un furgone della manutenzione stradale e un tir.

In base a una prima ricostruzione lo schianto, avvenuto nei pressi dell’aeroporto di Gioia del Colle, sarebbe stato provocato dal furgoncino con a bordo la vittima e i suoi colleghi, il quale avrebbe tamponato il mezzo pesante.

Operaio 48enne muore schiacciato dal trattore. Disposta l’autopsia

I carabinieri indagano sulla morte bianca avvenuta a Castel Campagnano

Un operaio di 48 anni ha perso la vita mentre era al lavoro in un campo a Castel Campagnano. 

S.B., rumeno da tempo residente a Formicola, era a bordo di un trattore quando il mezzo agricolo si è ribaltato travolgendolo. Sono stati i colleghi a provare i primi disperati soccorsi, allertando il 118 ed i carabinieri. Il personale sanitario giunto a bordo dell’ambulanza non ha potuto fare altro che constatare l’avvenuto decesso. 

Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno avviato le indagini sulla ‘morte bianca’. Il corpo della vittima, come da prassi, è stato trasferito all’istituto di medicina legale di Caserta per l’autopsia. I militari hanno inoltre avviato accertamenti sul contratto lavorativo e sui protocolli di sicurezza adottati dall’azienda per cui il 48enne prestava servizio. 

25 Gennaio

Maccarese, incidente mortale sul lavoro: operaio di 30 anni schiacciato da una gru

La gru si sarebbe staccata dal camion su cui era installata e ha travolto il 30enne che la stava manovrando

Maccarese (Roma), 25 gennaio 2024 – Incidente mortale sul lavoro a Maccarese, sul litorale romano, dove un operaio specializzato di 30 anni ha perso la vita schiacciato da una gru su cui stava effettuando alcuni lavori di manutenzione. Inutili i soccorsi. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Fiumicino per eseguire i rilievi.

Cosa è accaduto

Secondo una prima ricostruzione dell’incidente, avvenuto in un cantiere attivo a Maccarese intorno alle 15 di oggi, la gru si sarebbe staccata dalla parte laterale del camion su cui era installata e ha travolto l’operaio trentenne che la stava manovrando senza lasciargli alcuna possibilità di evitare l’impatto. In corso gli accertamenti dei carabinieri

Amianto : Sentenze

Esposta per anni all’amianto, morta per mesotelioma: alla figlia 130mila euro

Luigia Cheli morì tra atroci sofferenze. Aveva lavorato, esposta all’amianto, nelle centrali di Larderello e Serrazzano. L’azienda si riserva di presentare appello

Pisa, 24 gennaio 2024 – Luigia Cheli doveva lavare le tute degli operai in servizio alle centrali Enel di Serrazzano Larderello (Pisa), e svolgere altre mansioni come pulire le turbine, i trasformatori (di vapore in energia), la sala macchine, mansioni che avvenivano quando i macchinari erano aperti a stretto contatto con le polveri di amianto, presenti anche nei magazzini generali e nella mensa aziendale, essendo i forni coibentati con il pericoloso minerale. Aveva anche il compito di imballare e rammendare le balle e i contenitori di borace.

Luigia Cheli viveva a Monteverdi Marittimo, sulle splendide colline che dall’ultimo lembo della provincia di Pisa guardano il mare della costa livornese; aveva lavorato per Enel per circa 14 anni, dal 1969 al 1983; gli ultimi nove come dattilografa e segretaria. Poi la pensione, ma nel gennaio 2017, a 26 anni dal ritiro dal lavoro, la terribile diagnosi infausta che ha colpito ben più di un lavoratore: mesotelioma pleurico epiteliomorfo. Una malattia devastante che dopo mesi di agonia nel settembre dello stesso anno la portò alla morte.  

Alla fine la vicenda è approdata in tribunale a Roma e il giudice ha condannato Enel per la morte da mesotelioma per l’esposizione ad amianto durante la sua attività lavorativa dell’ex dipendente. L’azienda dovrà pagare 130mila euro all’erede e figlia della vittima, Daniela Barsotti, assistita dal presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto avvocato Ezio Bonanni.

A confermare il nesso tra esposizione ripetuta nel tempo al patogeno e l’insorgenza del mesotelioma, anche la perizia del consulente tecnico; dall’istruttoria è emerso che l’amianto era presente in diversi comparti sia nella centrale geotermoelettrica di Larderello, la prima al mondo ad aver sfruttato l’energia geotermica nella produzione di elettricità, che in quella di Serrazzano, e che la Cheli fu esposta alla fibra e tenuta all’oscuro della lesività delle fibre e della loro capacità di provocare il cancro

Sul fatto interviene anche Enel: “In merito alla decisione del Tribunale di Roma sul giudizio risarcitorio promosso dall’erede di una lavoratrice che ha svolto l’attività alle dipendenze di Enel presso il campo geotermico di Larderello, precisiamo che Enel ha sempre adottato le misure di protezione e di salvaguardia inerenti la tutela delle condizioni di lavoro nel rispetto della normativa nel tempo vigente. Enel si riserva comunque ogni più approfondita valutazione a valle del deposito delle motivazioni della sentenza, anche ai fini di un possibile appello”.

23 Gennaio 2024

L’Aquila, incidente sul lavoro a Piazza Palazzo: operaio cade da un tir, è in ospedale

Un incidente sul lavoro oggi 23 gennaio 2024 a Piazza Palazzo a L’Aquila. Un uomo per cause ancora da chiarire è rimasto ferito. Necessario l’intervento dell’elisoccorso per trasportare l’uomo nel nosocomio.

Non è ancora chiaro cosa è successo a palazzo Margherita, sede del Comune, alle 12 di oggi. Secondo i primi rilievi un uomo sarebbe rimasto ferito. Le condizioni dell’operaio non sono chiare ma è stato trasportato in ospedale. Sul posto è arrivato anche un elisoccorso del 118. Non si tratta dell’unico incidente sul lavoro di questi giorni: lo scorso 15 gennaio a Chieti un operaio è morto dopo essere stato colpito da un tubo metallico.

Si ribalta il trattore, morto un agricoltore in Calabria

Un agricoltore di 66 anni è morto a causa del ribaltamento del trattore alla guida del quale stava effettuando alcuni lavori.

Sul posto si sono recati i carabinieri del Reparto territoriale di Corigliano-Rossano.
    Secondo una prima ricostruzione, il trattore, dopo essere finito in un fosso, si é ribaltato, schiacciando l’agricoltore, che é deceduto sul colpo.

Sul luogo dell’incidente anche il personale del 118 ed i vigili del fuoco

Un altro Mondo senza Amianto è possibile