2 Marzo 2023

Cade da impalcatura, muore operaio di 38 anni nel Napoletano

Indagini Cc-Asl su dinamica e posizione lavorativa della vittima

(ANSA) – NAPOLI, 02 MAR – Un operaio di 38 anni, Giovanni Ruggiero, di Poggiomarino, è morto nel pomeriggio verosimilmente dopo essere caduto da un’impalcatura.


    L’incidente è avvenuto in un cantiere edile nella zona ‘pip’ di Palma Campania.

Trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Sarno, l’uomo è morto per le lesioni riportate al volto e alla testa.
    Sono in corso indagini dei carabinieri della stazione di Palma Campania e del personale dell’Asl di Napoli per chiarire la dinamica dell’infortunio e la posizione lavorativa della vittima. La salma è stata portata al policlinico di Napoli per l’autopsia. (ANSA).
   

1 marzo 2023

Tragedia sul lavoro, un boscaiolo di 25 anni è morto dopo essere stato travolto e schiacciato da un albero

L’incidente sul lavoro è avvenuto in val Badia. Un boscaiolo di 25 anni è morto. Vani i tempestivi interventi del soccorso alpino, dell’elicottero e dei carabinieri

VAL BADIA. Tragedia sul lavoro, un boscaiolo di 25 anni è morto nei boschi altoatesini, travolto e schiacciato da un albero.

L’allerta è scattata intorno alle 14.30 di oggi, mercoledì 1 marzo, in una zona impervia nei boschi della val Badia

E’ ancora in corso la ricostruzione della dinamica e le forze dell’ordine effettuano gli accertamenti per stabilire le cause del drammatico evento che ha portato alla morte di una persona.

Secondo le prime ricostruzioni, il 25enne è stato travolto e schiacciato da un albero. Un incidente apparso fin da subito estremamente grave.

Tragedia sul lavoro: trattore si ribalta nel bosco, muore agricoltore a Bosco Chiesanuova

La vittima è Gio Battista Beccherle, 76 anni: l’incidente in una zona boscosa della Contrada Belvedere, dove risiedeva. É stata la moglie a trovarlo quando non l’ha visto rincasare

Verona, 02 marzo 2023 – Ennesima morte sul lavoro, nel tardo pomeriggio di ieri nel Veronese. La tragedia ha avuto luogo in un punto ripido del bosco. Un agricoltore di 76 anni, Gio Battista Beccherle, è morto a Bosco Chiesanuova, in provincia di Verona, rimanendo schiacciato sotto al suo trattore che stava guidando, ribaltatosi in una zona boscosa e impervia. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco verso le 18 di mercoledì 1° marzo, per un incidente agricolo in via Strabur a Bosco Chiesanuova

Amianto:Sentenze

Amianto, Inail condannata a risarcire la vedova di Mario Nicoletti: la sentenza a 7 anni dalla morte dell’ operaio

Impiegato nel 1979 come manovale di cantiere stradale per la società I.C.R. srl, e dal 1979 al 1993 come manutentore idraulico presso l’ospedale di Rieti quale dipendente della Asl, era stato esposto alla fibra durante le sue attività lavorative

Il tribunale di Rieti ha condannato l’Inail a riconoscere alla Monica Diana Darasz, vedova di Mario Nicoletti, operaio di Antrodoco (Rieti), morto per mesotelioma da amianto, 7 anni dopo la perdita del marito, una somma di circa 200 mila euro e una rendita mensile.

Taranto, per quasi 20 anni ha lavorato esposto all’amianto: a pensionato ex Ilva riconosciuti indennizzo e pensione maggiorata

Ha lavorato in un reparto dell’ex Ilva a Taranto a contatto con l’amianto, ha ottenuto il relativo riconoscimento all’esposizione da parte dell’Inail, ma non il trattamento di pensione previsto. Un lavoratore ha quindi fatto ricorso al giudice del lavoro del Tribunale di Taranto. Adesso, per la Cgil e la Fiom, “il lavoratore, per effetto di questa sentenza, riceverà gli arretrati del rateo pensionistico mensile ricalcolato anche sulla base di 761 settimane di esposizione all’amianto. In più, riceverà d’ora in poi una pensione aumentata di circa il 10 per cento”

Discarica amianto Grillaia di Chianni: “No alla riapertura”

Amianto :Sentenze

Morì per l’amianto, risarciti moglie e figlio

La vittima è un ex macchinista in servizio per le Ferrovie dal ’57 al ’94

Aveva svolto l’attività di macchinista ferroviario alle dipendenze delle Ferrovie dello Stato dal 1957 al 1994, cui era poi subentrata Rete Ferroviaria Italiana Spa, con assegnazione alla Spezia. Era la fine del 2017 quando in conseguenza di un diffuso malessere, su consiglio del medico curante effettuava accertamenti specialistici. Nel febbraio 2018 la terribile sentenza: ”una massa solida… che appare in continuità con un ispessimento pleurico…”. Venivano così svolti ulteriori approfondimenti che stabilivano l’esistenza di un mesotelioma pleurico sarcomatoide conseguente all’esposizione professionale all’asbesto. La malattia comportava il decesso dell’ex macchinista nel settembre 2018.

l figlio e la moglie non hanno accettato di far passare sotto silenzio il terribile destino a cui era andato incontro il loro caro e tramite il patronato Inca Cgil della Spezia, con l’assistenza dell’avvocato Andrea Frau, hanno avanzato domanda di risarcimento danni a Rfi. L’attività lavorativa del macchinista ferroviario lo aveva esposto all’inalazione continua di fibre d’amianto. Infatti, sulle locomotive elettriche dalla fine degli anni ’40 è iniziato l’uso di amianto sotto forma di cartoni per l’isolamento delle scaldiglie del riscaldamento. Dalla metà degli anni ’50 è iniziata la coibentazione sui nuovi rotabili con amianto spruzzato della varietà crocidolite. All’inizio degli anni ’60 fu deciso di estendere questo tipo di coibentazione a tutte le carrozze circolanti, tanto che il loro numero complessivo ammontava a circa 8mila. I primi provvedimenti di prevenzione furono approntati all’inizio degli anni ‘80 e completati alla fine di quel decennio. Negli anni ’90 le carrozze con la coibentazione della cassa in amianto friabile furono accantonate e il programma di bonifica è stato completato all’inizio degli anni 2000.

È stato stimato che in una carrozza ferroviaria veniva usato fino a una tonnellata di amianto, e abbondante è stato anche il quantitativo usato sulle cabine di guida, dove, oltre che come isolante termoacustico spruzzato sulle lamiere, è stato usato anche in punti facilmente accessibili durante le normali operazioni. Negli anni 80 era già emersa la consapevolezza della pericolosità di questo materiale. Già da questa prima fase però non veniva prevista alcuna protezione per chi non lavorava direttamente l’amianto ma, come i macchinisti, con esso conviveva nel proprio ambiente di lavoro. Il Tribunale della Spezia, con sentenza del 16 febbraio scorso, ha accolto la domanda dei congiunti dell’ex macchinista ed ha condannato Rfi al risarcimento in loro favore per 568.261 euro, oltre interessi e rivalutazione.

Ferroviere vittima di amianto, 560mila euro alla famiglia

Morte operaio Smim, per pm fu esposto all’amianto: consulenti in aula

Gela. Per la procura e secondo i familiari, la morte per una grave patologia fu causata dalla sua costante esposizione all’amianto durante l’attività lavorativa. Per quanto accaduto ad un ex operaio dell’azienda Smim, a processo c’è l’imprenditore Giancarlo Barbieri, fondatore della società che fu tra le più importanti dell’indotto Eni. Risponde di omicidio colposo. Davanti al giudice Miriam D’Amore, sono stati sentiti i consulenti della procura. Gli esperti hanno risposto alle domande del pm Mario Calabrese, del legale dei familiari dell’operaio e dell’Ona, l’avvocato Davide Ancona (costituito parte civile) e del difensore dell’imputato, il legale Flavio Sinatra. Secondo i due consulenti, il mesotelioma pleurico diagnosticato al lavoratore sarebbe da legare alle polveri d’amianto alle quali fu esposto almeno dal 1973 e fino al 1992.

E’ stato riferito inoltre che lo stesso operaio ritornò poi alle dipendenze dell’azienda, fino al pensionamento. In base alle contestazioni, non sarebbero state adottate tutte le necessarie misure di prevenzione e sicurezza per impedire l’esposizione. La difesa di Barbieri ha richiesto dati ulteriori ai consulenti del pm, focalizzando l’attenzione sui periodi presi in esame e anche su altre esperienze lavorative svolte dal dipendente. Ha inoltre prodotto sentenze, per vicende analoghe, che hanno escluso responsabilità dirette. L’attività istruttoria proseguirà nelle prossime udienze.

28 Febbraio 2023

Incidente sul lavoro a Scanzano Jonico, operaio rimane ustionato

SCANZANO JONICO – “Continua senza tregua l’intollerabile strage dei lavoratori. L’ennesimo incidente di poco fa’ ha causato a un operaio italiano di 43 anni il ferimento, fortunatamente senza gravi conseguenze, in un’azienda agricola di Scanzano Jonico (MT). Il lavoratore ha toccato, con una pompa per il cemento, i cavi della media tensione e si è procurato ustioni a una mano e a un piede. È inammissibile assistere ancora a questi incidenti quotidiani: nel 2022 sono state 1.090 le denunce di infortunio sul lavoro, più delle volte con esito mortale, presentate all’Inail”.

27 Febbraio 2023

Incidente sul lavoro a Voghera, cade dal camion: grave operaio

Aveva da poco concluso l’intervento su un lampione

Voghera, (Pavia), 27 febbraio 2023 – Ancora un incidente sul lavoro in Lombardia: un operaio di 51 anni è rimasto gravemente ferito dopo essere caduto dal cassone di un camion

L’incidente si è verificato nella tarda mattinata di oggi a Voghera, in provincia di Pavia. L’uomo, dipendente di una ditta che si occupa di distribuzione di energia elettrica e gas in città, aveva da poco concluso l’intervento su un lampione. Per cause ancora da accertare ha perso l’equilibrio cadendo a terra e battendo la testa sull’asfalto. 

Sul posto sono subito intervenuti gli operatori del 118, oltre a polizia e carabinieri e ai tecnici dell’ispettorato del lavoro. 

Il 51enne è stato trasportato in codice rosso al Policlinico San Matteo,

Amianto : Internazionale

LA MESSA AL BANDO

Anche il Brasile dice addio per sempre all’amianto

Il commento di Bruno Pesce: «Grande storica vittoria, grazie alla lunga lotta contro la fibra criminale»

BRASILIA – Dopo oltre trent’anni dalla messa al bando dell’amianto in Italia, anche il Brasile arriva a mettere un punto a questo tragico capitolo industriale. 

È successo giovedì 22 febbraio, davanti al Tribunale supremo federale brasiliano: la Corte ha ufficialmente decretato illegale l’estrazione, l’industrializzazione, la commercializzazione e la distribuzione del crisotilo (il tipo di fibra ancora in uso fino a pochi giorni fa). 

Solo nel 2017 nello Stato sudamericano era stata varata una legge che imponesse lo stop all’uso dell’amianto (molti anni dopo rispetto all’Unione Europea, ma in linea ad esempio con il Canada dove il ban è arrivato nel 2018). Per un cavillo giudiziario però l’estrazione e il suo impiego industriale sono andati avanti per altri sei anni. 

Nell’agosto di quell’anno la Plenaria aveva già giudicato la legge costituzionale dello Stato di San Paolo che vietava l’uso del minerale e dichiarato l’incostituzionalità dell’articolo 2 della legge federale 9.055/1995, che consentiva invece l’utilizzo dell’amianto. Decisioni simili erano state prese in relazione alle leggi di Pernambuco, Rio Grande do Sul, Rio de Janeiro e Comune di San Paolo. Una lunga serie di ricorsi però è stata causa del ritardo che ha permesso ad esempio di continuare l’attività di estrazione nella Cana Brava, l’ultima cava brasiliana di amianto.

Con la decisione del Tribunale federale il bando ora entra ufficialmente in vigore. Infatti, come si legge dalla sentenza: «Nell’analisi congiunta della mozione di chiarimento, la Plenaria ha confermato la dichiarazione di incostituzionalità della norma federale che consentiva il suo uso». 

Amianto : Sentenze

Tumore al colon dopo anni di esposizione all’amianto per lavoro: il tribunale condanna Inail a indennizzare l’operaio

L’uomo dal 1974 al 2011 ha lavorato prima come manovale quindi come saldatore tubista per Amag, Assp, Sea e Toscana Energia: anche per il perito c’è nesso causale con la malattia

Storica sentenza del Tribunale di Lucca sul tema amianto. Una decisione che andrà a formare la cosiddetta giurisprudenza in materia e che potrà servire ad altre persone in casi analoghi.

Il giudice Alfonsina Manfredini lo scorso 22 febbraio ha pubblicato sentenza e relative motivazioni su un contenzioso tra un 72enne lucchese, in pensione, e l’Inail che a sua volta ha chiamato in causa Toscana Energia quale ultimo datore di lavoro.

L’uomo, difeso dall’avvocatessa Claudia Bacci, già nel 2010, l’anno precedente alla pensione, era stato operato per un tumore al colon e l’istituto gli aveva già riconosciuto una rendita pari al 16% delle tabelle nazionali. Aveva poi proposto la domanda per il riconoscimento dell’origine professionale della predetta malattia successivamente, nel 2018, subito dopo esser stato reso edotto dal suo patronato della riconducibilità della malattia all’esposizione all’amianto conseguente all’attività lavorativa da lui svolta

E il giudice gli ha dato ragione in toto, dopo aver ascoltato numerosi testimoni e disposto una perizia medico-legale, e ha condannato l’Inail a riconoscergli il diritto all’indennizzo per danno biologico da malattia professionale nella misura del 25% a decorrere dalla presentazione della domanda amministrativa, cioè dal 2018, con interessi e rivalutazione, e condannando l’istituto anche a tutte le spese legali e di giudizio. L’Inail vista la chiamata in causa di Toscana Energia potrà avviare azione di regresso nei confronti del colosso regionale che dal 2019 è entrato a far parte del gruppo Italgas.

Ad ogni modo la sentenza è chiara e precisa: l’ex operaio ha contratto il tumore al colon per via dell’amianto che è stato costretto a inalare durante gli anni lavorativi. Si legge infatti sentenza: “Il ricorrente chiede di essere riconosciuto affetto da malattia professionale (adenocarcinoma del colon) che assume di aver contratto a causa dello svolgimento dell’attività svolta dal 1974 e sino al pensionamento (2011) come manovale, per i primi 4 anni e, poi, quale saldatore-tubista alle dipendenze di unico datore di lavoro che, nel tempo, ha mutato ditta e veste sociale: prima Amag (azienda municipalizzata acquedotto e gas di Viareggio), poi Assp, quindi Sea ed, in ultimo, Toscana Energia, con mansioni che lo avevano esposto all’asbesto

Sigarette e amianto, morì in pochi mesi a 42 anni. I familiari ottengono risarcimento

S’impone il principio nella concausa delle fibre killer nel tumore polmonare che provocò il decesso del sottufficiale a La Spezia

a Spezia, 26 febbraio 2023 - Un tumore ai polmoni lo stroncò nel giro di cinque mesi, a 42 anni. Durante il calvario, consapevole che solo un miracolo avrebbe potuto salvarlo, si era raccomandato alla moglie:

Un altro Mondo senza Amianto è possibile