I morti sui LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province nel 2022 senza i morti sulle strade e in itinere e autostrade (tra parentesi con i morti sulle strade e in itinere)
LOMBARDIA 105 (225) Milano (21), Bergamo (12), Brescia (29), Como (7), Cremona (6), Lecco (8), Lodi (1), Mantova (5), Monza Brianza (4), Pavia (6) Sondrio (3), Varese (3);
(ANSA) – TRIESTE, 03 GEN – Un uomo di circa 60 anni si è ferito gravemente a seguito della caduta da una scala da un’altezza di circa tre metri.
L’incidente sul lavoro è avvenuto nel pomeriggio in un’azienda agricola di Sacile (Pordenone). La sala operativa della Sores Fvg ha inviato immediatamente sul posto l’equipaggio sanitario di una ambulanza proveniente dal locale ospedale e l’equipe medica dell’elisoccorso.
Allertati anche i Carabinieri della Compagnia di Sacile, per le indagini sulle cause. L’uomo, che è sempre rimasto cosciente, è stato preso in carico dal personale sanitario e quindi trasportato in volo all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine in codice giallo per un serio trauma facciale e trauma cranico. Non sarebbe in pericolo di vita. (ANSA).
Investito da un camion in cantiere a Sassari, muore operaio
Incidente sul lavoro nella strada provinciale “Buddi Buddi”
Un operaio di 22 anni è morto a seguito di un incidente sul lavoro avvenuto nella tarda mattinata in un cantiere stradale sulla provinciale “Buddi Buddi”, nel Sassarese.
Il giovane, durante i lavori di manutenzione della strada, per cause ancora da accertare, è rimasto incastrato tra il rimorchio che stava movimentando e un mezzo pesante.
Sul posto è intervenuta un’ambulanza medicalizzata del 118 che ha trasportato il ferito all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari in codice rosso.
Ma dopo poche ore dal ricovero, l’operaio è morto.
Si ribalta con il trattore: Luca Sangiovanni muore a 30 anni a Caiazzo Luca Sangiovanni, trent’anni, è rimasto schiacciato dal trattore che si è ribaltato per cause da accertare: la tragedia a Caiazzo,in provincia di Caserta
Si è ribaltato con il trattore ed ha perso la vita restandone schiacciato: la vittima è Luca Sangiovanni, un trentenne originario di Caiazzo, in provincia di Caserta, figlio di un noto imprenditore della zona. L’incidente è avvenuto nella frazione Santi Giovanni e Paolo di Caiazzo, in località Baraccone, nel pomeriggio di oggi. Il giovane, stando alle primissime ricostruzioni, era sul trattore arando un terreno nel primo pomeriggio di oggi lunedì 2 gennaio quando, forse a causa del pendio vicino, si è ribaltato con il mezzo, finendone schiacciato
Difendiamo la sovranità alimentare del territorio per un cibo sano e la difesa della salute.
Dopo amianto, morti sul lavoro iniziamo a interessarci di un altro problema di salute che colpisce con forme tumorali lavoratori e cittadini e che inquina una larga parte di territorio.
Approfondiremo ed informeremo, su situazioni,iniziative,lavoratori e cittadini colpiti,pensando di poter arrivare a focalizzare una lotta definitiva per la messa albando di questi prodotti.
FITOFARMACI
Gli agrofarmaci o prodotti fitosanitari sono quei prodotti, sintetici o naturali, utilizzati per la cura delle malattie delle piante o che ne favoriscano i processi vitali (ad eccezione di concimi e fertilizzanti)
azione preventiva: prevengono l’attacco parassitario – fungino e/o batterico – impedendo la germinazione di spore e conidi; azione curativa: consentono di combattere la malattia durante il suo periodo di incubazione, arrestandone il processo di sviluppo ed evitando la comparsa dei sintomi.
problemi ambientali causati dall’impiego di prodotti fitosanitari possono derivare da diversi fattori: biodegradabilità e fattori di degradazione nell’ambiente, inquinamento del suolo e delle acque, residui nella catena alimentare e compromissione dell’equilibrio ecologico.
Esistono molti tipi di fitofarmaci in commercio e vengono normalmente classificati in base alla loro attività. Avremo dunque prodotti fitosanitari antiparassitari, diserbanti, fitoregolatori, fisiofarmaci, repellenti, biotecnologici.
prodotti fitosanitari appartengono al gruppo dei pesticidi insieme a molti biocidi. I prodotti fitosanitari sono utilizzati in agricoltura sulle coltivazioni, anche sui prodotti raccolti; inoltre in campo forestale e in ambito non agricolo quando usati sulle piante o nel mondo vegetale in genere.
Quale frutta e verdura ha più pesticidi?
Per il 2018, al vertice della classifica dei più inquinati (chiamati anche “The Dirty Dozen”) ci sono, in ordine di decrescente: fragole, spinaci, pesche nettarine, mele, uva, pesca percoca, ciliegie, pere, pomodoro, sedano, patate, peperoni dolci e peperoncino.
PESTICIDI
La parola pesticidi è la traduzione del termine inglese pesticides. Il termine italiano più corretto, però, è prodotti fitosanitari, spesso chiamati anche antiparassitari, fitofarmaci, agro-farmaci. I pesticidi, in pratica, sono microrganismi o sostanze chimiche (naturali e prodotte industrialmente) utilizzati in agricoltura per eliminare tutto ciò che danneggia le piante coltivate (per esempio: parassiti animali o vegetali, oppure insetti che trasmettono diverse malattie alle piante) e compromette la produttività del terreno e la qualità del raccolto. I pesticidi, quindi, servono a proteggere la salute della coltura e a garantirne la sopravvivenza.
I fertilizzanti non sono pesticidi: sono sostanze utilizzate in agricoltura per arricchire il terreno di elementi nutritivi (ad esempio, azoto, fosforo, potassio) essenziali alla crescita dei prodotti vegetali.
I pesticidi o prodotti fitosanitari sono suddivisi in diverse categorie a seconda dell’organismo contro cui sono usati, ad esempio:
insetticidi (combattono insetti nocivi alle colture agricole, ma anche insetti semplicemente molesti o portatori (veicoli) di malattie per l’uomo o gli animali domestici)
fungicidi (contrastano le malattie e le alterazioni prodotte da funghi)
diserbanti o erbicidi (utilizzati per distruggere le erbe infestanti, o malerbe; possono comprendere anche i defolianti)
anticrittogamici (contrastano le malattie e le alterazioni prodotte da batteri, muffe ed alghe)
nematocidi (combattono i vermi del terreno o nematodi)
acaricidi (combattono gli acari)
fitoregolatori (ormoni vegetali che regolano la crescita delle colture)
Ognuna di tali categorie include, a sua volta, sostanze o principi attivi appartenenti a diverse classi chimiche, che agiscono con meccanismi diversi. I pesticidi non possono, quindi, essere considerati un gruppo omogeneo di sostanze.
I prodotti fitosanitari in commercio sono formulazioni che contengono almeno una sostanza attiva che permette al prodotto di svolgere la sua azione. Ad essa sono generalmente aggiunte altre sostanze (chiamate co-formulanti) utili, ad esempio, per poterli sciogliere più facilmente nell’acqua (emulsionanti), per conservarne la stabilità ed efficacia o per migliorarne la penetrazione nell’organismo bersaglio (coadiuvanti)
I prodotti fitosanitari non possono essere commercializzati o utilizzati prima di essere stati autorizzati. Allo scopo di proteggere sia la salute umana e animale sia l’ambiente, in Europa è stato adottato il regolamento (CE) N. 1107/2009 che stabilisce norme sull’autorizzazione, l’immissione sul mercato, l’impiego e il controllo dei prodotti fitosanitari all’interno della comunità europea (e sostituisce le legislazioni precedenti 79/117/CEE e 91/414/CEE). L’autorità europea per la sicurezza alimentare (European Food Safety Autority, EFSA) in collaborazione con gli stati membri dell’UE valuta le sostanze attive; gli stati membri verificano e autorizzano i singoli prodotti da mettere sul mercato a livello nazionale. L’importanza della sicurezza d’uso dei prodotti fitosanitari sulla nostra salute è testimoniata dal fatto che in Italia l’organismo competente è il Ministero della Salute, diversamente dalla maggior parte degli altri stati membri in cui la competenza è del ministero dell’agricoltura.
L’approvazione delle nuove sostanze attive da impiegare come pesticidi è preceduta da un processo di valutazione del rischio per determinare se possano produrre effetti dannosi sulla salute dell’uomo o degli animali e se non compromettano la qualità dell’ambiente. In questo processo è anche valutata la presenza di residui negli alimenti trattati e sono elaborate proposte per stabilire i livelli massimi di residuo accettabili. Tutte le questioni relative ai limiti di legge dei residui di pesticidi nei cibi sono trattate nel regolamento (CE) 396/2005.
GLIFOSATI
Composto chimico di formula C3H8NO5P, derivato fosfonico della glicina. Solido bianco, abbastanza solubile in acqua, insolubile nella maggior parte dei solventi organici, sotto forma di sale di isopropilammonio è impiegato come erbicida non selettivo.
In laboratorio il glifosato provoca danni genetici e stress ossidativo, ma negli studi negli esseri umani la cancerogenicità non è stata ancora dimostrata con assoluta certezza. La IARC lo ha inserito nella categoria dei “probabili cancerogeni” e non in quella dei “carcinogeni certi”.6 lug 2021
l glifosato è un diserbante sistemico di post-emergenza non selettivo. A differenza di altri prodotti, viene assorbito per via fogliare (prodotto sistemico), ma successivamente traslocato in ogni altra posizione della pianta per via prevalentemente floematica.
Pur se non si trattava di un esperimento controllato, lo studio, dichiara l’autore Sheikh Alif dell’Università di Melbourne in Australia, dimostra che “l’esposizione a lungo termine ai pesticidi aumenta la secrezione di muco e la contrazione muscolare nei polmoni, causando anomalie e tosse”.25 lug 2022
Glifosfato: fino a qualche anno fa una parola riservata a pochissimi eletti nel campo della chimica ed in particolare di quelli che si occupano di prodotti per l’agricoltura. Monsanto, Bayer ed altre grandi aziende chimiche multinazionali hanno fatto tremare il mondo con le loro gigantesche acquisizioni di terreni sui quali spargere il glifosfato, uno degli erbicidi più diffusi in campo agricolo che viene viene spruzzato sulle colture, come la soia, modificate geneticamente proprio per resistere a dosi copiose dell’erbicida.
Il glifosfato e le aziende produttrici ma soprattutto la Monsanto che nel frattempo è stata acquisita dalla Bayer, ha fatto tremare il mondo quando Dewayne Johnson un giardiniere californiano di 46 anni nel 2018 ha portato la Monsanto in tribunale con l’accusa che l’uso del glifosfato gli aveva indotto il cancro. Ed ha vinto la causa pur vedendosi ridotto il risarcimento in modo clamoroso: da 289 milioni di dollari, a 78 ed infine a 20 milioni. E l’azienda comunque ricorrerà alla Corte Suprema perchè, spiega la Bayer “la decisione della giuria e il pagamento del premio non siano coerenti con le prove presentate e la legge esistente. Monsanto continua a credere che il Roundup (il nome commerciale) sia un prodotto sicuro ed efficace, una posizione sostenuta da quarant’anni di risultati scientifici”.
Ed è questo il vero nodo del problema: a chi credere?
NUOVI OGM(NBT TEA)
I vecchi ogm sono organismi transgenici, ottenuti inserendo nel DNA di una specie geni estranei di un’altra specie, mentre i nuovi ogm, sono ottenuti con tecniche come la cisgenesi che utilizza geni di organismi della stessa specie o di specie affini che potrebbero incrociarsi naturalmente.
Le Tea, Tecnologie di Evoluzione Assistita, sono delle biotecnologie che permettono di ottenere piante assolutamente sicure e maggiormente resistenti agli stress abiotici, nonché a patogeni quali funghi e batteri. Sono tecnologie che permetterebbero di rendere l’agricoltura più produttiva e sostenibile e consentirebbero di rendere più competitivo il made In Italy agroalimentare.
Negli OGM i geni inseriti nella pianta sono batterici, mentre con gli NBT si modificano in maniera chirurgica le singole basi del dna, portando caratteri nuovi ma all’interno della stessa specie o da una specie con cui è incrociabile.30 mar 2022
Operaio morto in Umbria, la dinamica dell’incidente sul lavoro. Cosa è successo
Le testimonianze dei colleghi: Carlo Clemente è caduto in uno scavo profondo 5 metri e ha battuto la testa su una pietra sporgente. Indagini in corso per capire se siano state rispettate tutte le norme di sicurezza sul cantiere
Orvieto (Terni), 28 dicembre 2022 – Carlo Clemente, un operaio di 36 anni residente nella provincia di Avellino e dipendente di una ditta che lavora in subappalto per la Snam, ha perso la vita ieri pomeriggio mentre era impegnato in un cantiere per il posizionamento del metanodotto in una zona al confine tra i territori di Orvieto e Castelviscardo. Stando alle testimonianze degli altri colleghi di lavoro che erano presenti al momento dell’incidente, l’uomo si sarebbe trovato sul margine dello scavo profondo circa cinque metri, realizzato per interrare le condotte del metano nell’area del fosso di Romealla, quando è scivolato cadendo nella fossa. La sfortuna ha voluto che battesse la testa su una pietra sporgente dal terreno che non gli ha lasciato scampo.
Morto sul lavoro in pieno centro a Roma: operaio cinquantenne precipita da ponteggio
Un altro morto sul lavoro in pieno centro a Roma. Un operaio di cinquant’anni è deceduto sul colpo precipitando da un’impalcatura in via Merulana, la trafficata strada che collega la basilica di Santa Maria Maggiore con piazza San Giovanni. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco e gli agenti del commissariato Esquilino: sono in corso i rilievi sul ponteggio per accertare la dinamica dell’accaduto e l’eventuale violazione di norme di sicurezza. L’area attorno al palazzo è stata transennata.
Bollate, operaio 52enne morto sul lavoro: stritolato nel compattatore di auto da demolire
Un operaio di 52 anni è morto in un incidente sul lavoro all’interno della ditta Riam di Bollate, nell’hinterland nord di Milano. L’azienda si occupa della frantumazione di auto usate edi recupero di rifiuti metallici. L’incidente è avvenuto poco prima delle 8 in un macchinario compattatore che serve per schiacciare le carcasse di auto. La vittima si chiamava Hamd Yoisri, viveva a Bollate ed era padre di 3 figli.
Secondo le prime informazioni l’uomo, di origini egiziane, sarebbe rimasto intrappolato all’interno del compattatore di veicoli durante alcune operazioni di manutenzione. Poi il macchinario è entrato in funzione e lo ha stritolato. Sul posto diversi mezzi dei vigili del fuoco, un’ambulanza e un’automedica del 118. I soccorritori non hanno potuto far altro che constatare il decesso della vittima.
Ora saranno i tecnici dell’Ats che si occupano di infortuni sul lavoro e gli investigatori della polizia locale a chiarire le cause esatte dell’infortunio mortale. L’azienda si trova in via San Nicola e nelle prossime ore il macchinario interessato sarà messo sotto sequestro.
Incidenti lavoro: operaio muore cadendo da impalcatura
Infortunio sul lavoro a Malcesine nel veronese
ANSA) – VERONA, 23 DIC – Mortale infortunio sul lavoro a Malcesine (Verona).
Un operaio di 66 anni ha perso la vita dopo essere caduto da un’impalcatura.
La dinamica dell’incidente è al vaglio dei Carabinieri e degli ispettori dello Spisal dell’Ulss 9 Scaligera. La vittima, di origini albanesi, è precipitata da un’altezza di circa 3 metri e a nulla sono valsi i tentativi di rianimazione da parte dei sanitari del Suem 118. (ANSa
Incidente sul lavoro a Saronno, cade nel vano montacarichi: è grave
Un operaio di 56 anni è ricoverato in gravi condizioni in ospedale a Varese, dopo essere precipitato nel vano di un montacarichi, quest’oggi verso le 16, all’interno di un’azienda in via Raffaello Sanzio a Saronno, provincia di Varese.
Si schianta contro un tir, muore un postino sul lavoro in Toscana
Ha perso la vita mentre si dirigeva verso un ufficio postale per consegnare un dispaccio. La Toscana piange un altro morto sul lavoro, Fabio Zolfanelli, lavoratore delle Poste coinvolto questa mattina in un gravissimo incidente sull’Autopalio, all’altezza di San Casciano in direzione Firenze.
L’uomo, 44 anni, sarebbe finito per cause ancora da chiarire contro un tir, che stava marciando a velocità ridotta per un’avaria al motore. A seguito dell’impatto, è stato estratto dall’abitacolo dall’autista del camion prima che l’auto si incendiasse. Trasportato in ospedale, il suo cuore ha smesso di battere. Lascia la moglie e un figlio piccolo.
Esposto ad amianto nell’esercito e nella Guardia di Finanza, appuntato scelto riconosciuto vittima del dovere
La Corte di Appello di Trieste ha condannato i Ministeri della Difesa e dell’Economia al risarcimento
La Corte d’Appello di Triesteha riconosciuto vittima del dovere per esposizione all’amianto l’appuntato scelto Marco Sedda, per anni nell’esercito e ora ancora in forze nella Guardia di Finanza. In Appello è stata ribaltata la sentenza di primo grado del Tribunale di Trieste che non aveva ritenuto fossero stati forniti elementi specifici e concreti della presenza di amianto sul luogo di lavoro.
Amianto:Discariche
Ricorso accolto dal Tar: la discarica di amianto non si farà”
La soddisfazione del Sindaco di Santhià: “Il più bel regalo di questo Natale”
SANTHIA’ (VC) (16.12.2022 – 18.01) – Ieri mattina, giovedì 15 dicembre, il TAR ha accolto il ricorso presentato dal Consorzio del Riso d.o.p. di Baraggia biellese e vercellese contro la discarica di amianto a Salussola, in località Brianco, con una sentenza che risulta inequivocabile e che avrà come prevedibile conseguenza la vittoria anche degli altri tre ricorsi di cui uno presentato proprio dal Comune di Santhià, insieme a quello di Carisio.
«Quale regalo migliore per il nostro Natale! In attesa della Sentenza del Marzo 2023 contro la Discarica di Amianto al Branco, il Giudice si è già pronunciato e la discarica non si farà. Se non avessimo contrastato, da subito, anche perdendo i primi ricorsi, oggi non potremmo dire che non si farà né la discarica di amianto al Brianco, né l’ampliamento delle discariche A2A in Valledora. Ci siamo battuti duramente e con determinazione, ma oggi sono felice di poter dire che nel futuro non ci saranno discariche sul nostro territorio», commenta con soddisfazione il sindaco AngelaAriotti.
Roberto Cai era responsabile alla fine degli anni ’70 nelle officine Breda. Il pm: “Il fatto non sussiste”. La difesa: “Nessun nesso di causalità”
Assoluzione perché il fatto non sussiste. E’ stata questa la richiesta avanzata ieri davanti al giudice Pasquale Cerrone del tribunale di Pistoia dal pubblico ministero Luisa Maria Adamo, nell’ambito del processo che vede imputato l’ex dirigente delle officine Breda, Roberto Cai, 85 anni, con l’accusa di omicidio colposo, per la morte nel 2004 di Fabio Ceccherini, ex operaio Breda, deceduto per un mesotelioma pleurico. La malattia di Ceccherini, come quella di tanti altri colleghi delle officine Breda, secondo le indagini dirette dalla Procura, sarebbe da ricondurre alla lunga esposizione alle fibre di amianto che l’operaio avrebbe avuto negli anni, dagli anni ’60 fino al 1981. L’ex dirigente Breda è accusato di omicidio colposo, in violazione delle misure anti infortunistica per l’esposizione all’amianto. Ceccherini era entrato in Breda nel 1964. La sua mansione era quella di allestitore delle carrozze, dopo che le stesse erano state coibentate con la tecnica della spruzzatura. Una tecnica questa della spruzzatura che avrebbe causato una esposizione diretta alle fibre di amianto in molti operai. Ma Ceccherini aveva un’altra mansione, intervenendo nel montaggio in un momento successivo. Secondo l’iniziale impianto accusatorio, Ceccherini sarebbe stato esposto alle fibre di amianto fino al 1981, dunque per un periodo prolungato della sua attività lavorativa, periodo nel quale avrebbe con molta probabilità contratto la malattia che sarebbe insorta successivamente. Ma la posizione di garanzia dell’ex dirigente Breda, Roberto Cai, avrebbe solo sfiorato questo lasso di tempo, dal momento che era iniziata nel 1978, ma si era concretizzata nel 1981. Inoltre, la tecnica della spruzzatura, alla fine degli anni ’70, fu abbandonata. Su questi aspetti si concentra la difesa dell’avvocato Andrea Niccolai, legale di Cai. “La posizione di garanzia all’interno dello stabilimento di Roberto Cai – ha spiegato l’avvocato Andrea Niccolai – iniziò di fatto nel 1981, dopo la fine dell’attività di coibentazione a spruzzo. Si può perciò escludere il nesso di causalità con l’insorgenza della malattia. Soprattutto, non esiste alcuna prova scientifica che le esposizioni, certamente bassissime, nell’ultimo periodo, possano avere influito sul decorso della patologia”. Il processo è aggiornato al 27 gennaio, data in cui è attesa la sentenza. Il processo per i morti d’amianto si è concluso, lo ricordiamo,nel 2008, con l’assoluzione confermata in appello di tutti gli ex dirigenti degli stabilimenti di via Ciliegiole. Furono analizzati 17 decessi, ma non fu possibile attribuire la responsabilità penale per quelle morti. La maxi indagine era stata avviata nel 1995 e prese in esame 170 decessi sospetti.