Amianto : Sentenze

Eternit bis, Schmidheiny condannato a 9 anni per i morti da amianto

La Corte d’appello di Torino ha riconosciuto il magnate svizzero responsabile dell’omicidio colposo di 92 persone morte a causa dell’esposizione dall’amianto lavorato nello stabilimento di Casale Monferrato. “La conferma che sapeva e non ha tutelato”, esultano i familiari

Giovedì 17 aprile, la Corte d’appello di Torino ha condannato a nove anni e sei mesi Stephen Schmidheiny, proprietario della multinazionale Eternit, per l’omicidio colposo di 92 persone morte a causa dell’esposizione all’amianto lavorato nello stabilimento di Casale Monferrato (Alessandria). L’imprenditore svizzero è stato invece assolto per altri 28 casi, mentre 27 sono andati in prescrizione. Stabiliti anche i risarcimenti: il più elevato, 5 milioni di euro, al comune di Casale. La pena è più lieve rispetto ai dodici anni comminati in primo grado a Novara nel giugno 2023, ma comunque “un buon risultato”, ha commentato Bruno Pesce, volto storico della lotta all’amianto. 

Durante la lettura della sentenza, durata sei minuti, la voce della giudice Cristina Domaneschi è risuonata nell’aula 6 del tribunale di Torino in un silenzio assoluto, malgrado la presenza di un pubblico ricco di familiari delle vittime, associazioni e giornalisti. “Siamo soddisfatti di questa condanna perché conferma il nostro impianto accusatorio: Schmidheiny era a conoscenza del rischio sanitario. Ora aspettiamo di leggere la sentenza”, ha dichiarato la procuratrice Sara Panelli. Anche Pesce, tra i fondatori dell’Associazione dei familiari delle vittime di amianto (Afeva), si è detto soddisfatto: “Nove anni e sei mesi sono un bel risultato, anche se abbiamo davanti ancora la Cassazione che finora non ha dato buoni esiti. Abbiamo ottenuto un’ulteriore conferma che chi era a capo di Eternit sapeva e non ha tutelato”. Ma la soddisfazione si spegne sui volti dei familiari delle 27 vittime per cui non ci sarà giustizia né risarcimento perché è passato troppo tempo dalla morte. 

La pronuncia è arrivata a metà pomeriggio. In mattinata, lo storico difensore della famiglia Schmidheiny Guido Carlo Alleva aveva insistito sull’impossibilità del suo cliente, a capo della multinazionale dal 1976 al 1986, di aver colpa per le morti avvenute per mesotelioma tra i suoi operai e gli abitanti di Casale Monferrato: “Ancora oggi la scienza non può datare con certezza il momento preciso in cui insorge la malattia e noi in un’aula penale dobbiamo giudicare con certezza”. Secca la replica della pm Panelli: “Noi ci basiamo sulla scienza, non su opinioni o suggestioni. La scienza ha dimostrato l’accelerazione della malattia a causa dell’esposizione da amianto. Questo è un fatto e la giurisprudenza si basa sui fatti”. 

Dopo le prescrizioni e delle assoluzioni, le cui motivazioni verranno pubblicate entro novanta giorni, sono state elencate le istituzioni e associazioni che hanno ottenuto risarcimenti come parti civili al processo. Il comune di Casale Monferrato, da sempre in prima linea nei processi finora celebrati, ha ottenuto il massimo con 5 milioni, anche se molti meno dei 50 richiesti dall’accusa all’inizio del procedimento nel 2020. 500mila alla Presidenza del consiglio, 170mila all’Afeva.

Eternit, la vicenda giudiziaria

Secondo i dati raccolti dall’Afeva, dal 1990 al 2018, soltanto a Casale sono morte di mesotelioma almeno 1.254 persone, tra ex lavoratori e cittadini, ma il numero sale a 3mila se si considerano i decessi registrati nelle altre città italiane in cui erano presenti stabilimenti Eternit, oggi tutti chiusi: Cavagnolo (Torino), Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia). Il primo processo si è aperto a Torino nel 2009 con la richiesta di 2889 risarcimenti per altrettante vittime. Nel 2012 Schmidheiny e il socio belga De Cartier sono stati condannati a 16 anni. L’anno successivo, la Corte d’appello ha aumentato la pena di due anni per lo svizzero, mentre De Cartier era nel frattempo deceduto. Nel novembre del 2014, però, la Cassazione ha annullato le due sentenze riconoscendo la sussistenza del reato ma dichiarandone la prescrizione.

Il processo Eternit bis si è aperto nel 2015 sempre a Torino, dove il gip Federica Bompieri ha derubricato il reato da omicidio volontario a colposo e spacchettato il processo in quattro tronconi, inviando gli atti alle procure dei territori dove si trovavano gli stabilimenti. Per le morti di Casale la procura competente è quindi quella di Vercelli, ma non essendovi in tribunale la Corte d’assise il processo di primo grado si è svolto a Novara. Il procedimento relativo allo stabilimento di Rubiera è stato archiviato nel 2021, quello per Bagnoli a Napoli ha visto la condanna di Schmidheiny a tre anni e mezzo, confermata in appello, mentre per il filone di Cavagnolo il mese scorso la Cassazione ha annullato di nuovo la condanna rinviando il caso a un’altra sezione della Corte d’appello di Torino.

Amianto, ex operaio muore di tumore dopo anni di lavoro. Alla famiglia 1,5 milioni: «Non conosceva i rischi, poi quel sangue…»

È più viva che mai la speranza per tutte le vittime che sono state esposte all’amianto o hanno contratto patologie correlate all’asbesto dopo la sentenza emanata sotto l’ombra del Vesuvio. L’Autorità Portuale di Napoli (oggi Autorità del Sistema del mar Tirreno Centrale), dopo un giudizio incardinato al Tribunale di Napoli (sezione Lavoro) e durato circa quattro anni, è stata condannata ad un risarcimento pari ad 1,5 milioni di euro nei confronti degli eredi di G.C., ex operaio deceduto per adenocarcinoma polmonare in seguito ad esposizione ad amianto. L’uomo è morto a soli 59 anni, a maggio del 2015.

L’inizio di un incubo

La storia lavorativa del sig. G.C. inizia nel 1974 e finisce nel 1990, dove lo stesso fu assunto alle dipendenze dell’ Autorità Portuale. L’uomo si occupava della manutenzione di gru elettriche e di altri mezzi semoventi che trasportavano sacchi ed imballaggi all’interno del Porto di Napoli. Ciò che mette i brividi è che il gruista, durante l’intero rapporto lavorativo, fu esposto a sua insaputa all’amianto ed altri agenti dannosi alla salute.

Al di là del risarcimento di 1,5 milioni di euro che tiene conto di tutti i danni sofferti dal sig. G.C in vita e quelli patiti dai suoi eredi, vi è la dimostrazione che con il passare degli anni stanno emergendo alcune malattie, prima sottovalutate, quali ad esempio il tumore della laringe o dell’esofago, di cui si escludeva in passato la correlazione con l’esposizione alle fibre di amianto, e che finalmente stanno trovando riconoscimento e tutela legale nelle aule giudiziarie.

Da sottolineare che il giudizio promosso dal team legale dello studio Imilex di Nola ha dimostrato che fino agli anni novanta vi era una movimentazione di sacchi ed imballaggi contenenti la sostanza killer. Inoltre, anche le cabine di guida ed i sistemi frenanti dei mezzi condotti dall’ex operaio erano interamente rivestiti da pannelli di amianto.

26 Aprile

Cade dal tetto di un capannone, morto uomo nel Vicentino

Vittima era salito per svolgere alcuni lavori

Un uomo di 58 anni è morto questa mattina a Santorso (Vicenza) precipitando dal tetto di un edificio, da un’altezza di circa 6 metri.
    A dare l’allarme sono state alcune persone che si trovavano nelle vicinanze: sul posto è giunta dopo pochi minuti un’ambulanza dell’ospedale Alto Vicentino, i cui sanitari che hanno prestato alla vittima le prime cure sul posto, ma ogni tentativo di rianimazione è stato vano.

Sono arrivati anche i vigili del fuoco di Schio, i carabinieri di Piovene Rocchette e i tecnici dello Spisal dell’Ulss 7, che stanno svolgendo le indagini.

Infortunio sul lavoro per operaio bitontino in un cantiere a Bari

La prognosi per il nostro concittadino, al momento, è di 30 giorni

Un uomo di 34 anni originario di Bitonto, G. T., operaio di una ditta del capoluogo pugliese specializzata in interventi edili e in impianti tecnologici, era all’opera in un’abitazione privata all’interno di uno stabile in via Curzio dei Mille, una traversa di via Napoli, al quartiere Libertà, quando all’improvviso, per cause in fase di accertamento, ha avuto un infortunio, dopo essersi tagliato la mano e il polso sinistro con un lamierato.

Subito soccorso dai suoi stessi colleghi, il malcapitato è stato poi trasportato autonomamente presso il pronto soccorso del Policlinico e, dopo tutti gli accertamenti da parte del personale sanitario, si trova al momento ricoverato nel reparto di degenza, a causa delle ferite subite, sebbene non rischi la vita.

25 Aprile

25 aprile 2025

25 aprile, una giornata storica per l’Italia, per ricordare cosa ha significato la lotta partigiana e la conseguente liberazione dal regime nazifascista e soprattutto per ricordare il sacrificio di uomini e donne che in nome della libertà e dell’affermazione dell’uguaglianza tra i popoli hanno sacrificato anche a propria stessa vita. Una generazione, quella di coloro che hanno combattuto contro la dittatura fascista, che immaginava di poter costruire una società nuova, più giusta, con la possibilità offerta a tutti di affrancarsi dalle proprie condizioni di vita a prescindere dal ceto sociale di provenienza, dove l’accesso al lavoro, alla scuola e alla sanità fossero garantiti a prescindere dal censo, un ideale che oggi più che mai sembra vacillare ed è sempre più lontano dalla realtà sociale, politica ed economica che caratterizza gli ultimi decenni: salari sempre più bassi in confronto al costo della vita, progressiva privatizzazione della sanità e scuola pubblica sottofinanziata e sempre meno al passo con i tempi.

La carenza di sicurezza sul lavoro con una contabilità dei morti quotidiana e la mancanza di normative adatte a frenare, se non a debellare, quella che è ormai una piaga endemica nel nostro Paese.
Come non bastasse, assistiamo all’intensificarsi e all’acuirsi di norme repressive del dissenso, ultimo in ordine di tempo il decreto legge 1660, entrato recentemente in vigore come abbiamo verificato in occasione, tra le altre, della manifestazione di Milano del 12 aprile dove decine di migliaia di persone sono scese pacificamente in piazza per chiedere al governo di interrompere i finanziamenti – e rifinanziamenti – a favore delle armi e la collaborazione con lo stato di Israele, accusato anche internazionalmente di genocidio.
La storia dunque si ripete, con modalità nemmeno troppo lontane dal passato. Per questo la Cub, insieme alla galassia del sindacalismo di base, scenderà in piazza per il 25 aprile, a testimoniare l’attualità dei valori fondanti della Resistenza, più attuali e necessari che mai.

24 Aprile

Incidente sul lavoro a Rozzano, cade dal quarto piano mentre monta le tende per il sole: morto 49enne

Dramma in viale Togliatti intorno alle 16 di pomeriggio. Sul posto i sanitari del 118, i carabinieri e gli ispettori di Ats

Rozzano (Milano), 24 aprile 2025 – Tragedia sul lavoro oggi, giovedì 24 aprile 2025, a Rozzano, in provincia di MilanoL’allarme è scattato nel pomeriggio, intorno alle 16, in viale Palmiro Togliatti. Stando alle primissime informazioni un uomo di 49 anni, di cui al momento non sono note le generalità, è morto dopo essere caduto nel vuoto da diversi metri d’altezza. In base a quanto emerso il drammatico incidente è avvenuto mentre l’uomo era intento a montare delle tende per il sole su un balcone del palazzo

Incidente sul lavoro al supermercato a Grugliasco, addetto resta con un dito incastrato tra scaffale e muletto

Un incidente sul lavoro si è verificato nella mattinata di oggi, giovedì 24 aprile 2024, all’interno del supemercato Carrefour Market nel centro commerciale Le Serre di via Spanna a Grugliasco. Un addetto è rimasto con un dito incastrato tra un muletto e uno scaffale. Sul posto, per liberarlo, sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Grugliasco Allamano e i sanitari, che lo hanno trasportato all’ospedale di Rivoli. Le sue condizioni non sono preoccupanti. Per le indagini sono intervenuti i carabinieri della stazione cittadina e gli ispettori dello Spresal dell’Asl To3, competenti per materia.

Tragedia in un aranceto: agricoltore cade dal trattore e muore

La vittima è un 65enne, ex dipendente del consorzio di bonifica

Tragedia nelle campagne dell’Agrigentino. Un uomo di 65 anni – Filippo Scaturro, sposato e padre di due figli – è morto dopo essere caduto dal trattore mentre lavorava nel suo aranceto di Borgo Bonsignore.

L’uomo era un ex dipendente del Consorzio di bonifica Agrigento 3. La dinamica dell’incidente non è ancora chiara. Una prima ipotesi è che la caduta sia stata provocata dall’impatto .

23 Aprile

Tragedia sul lavoro in un’azienda di marmo: cade da un’impalcatura e muore

La vittima, Nicola Marino, aveva 59 anni. Aveva un contratto di lavoro nell’azienda di marmo di Apricena, come misura alternativa alla detenzione domiciliare

Si chiamava Nicola Marino il 59enne classe 1966 morto ieri pomeriggio, martedì 22 aprile, in un incidente sul lavoro mentre si trovava in un’azienda che si occupa della lavorazione del marmo nella zona industriale di Apricena. L’uomo, impiegato come guardiano, sarebbe caduto da un ponteggio alto sette metri all’interno di un’azienda situata sulla strada provinciale 89. La vittima aveva un contratto di lavoro come misura alternativa alla detenzione. In passato era finito nelle maglie della giustizia per reati minori, furto di cavi e di energia elettrica. 

Troppo gravi le ferite al cranio riportate nella caduta. A lanciare l’allarme sarebbe stato un collega di lavoro, che avrebbe udito un tonfo. Al suo arrivo, Marino era già deceduto. I sanitari del 118 allertati e intervenuti sul posto, non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Sull’esatta dinamica dell’incidente che ha determinato la morte del 59enne, indagano i carabinieri del nucleo investigativo di Foggia, intervenuti insieme ai colleghi della compagnia di San Severo e agli uomini dello Spesal, La Procura di Foggia ha aperto un fascicolo. I familiari della vittima si sono affidati agli avvocati Cosimo Damiano Cirulli e Maurizio Iocola.

Incidente agricolo nel Vastese: muore agricoltore di 63 anni a San Giovanni Lipioni

Secondo una prima ricostruzione, l’uomo stava svolgendo attività agricole quando, per cause ancora da accertare, è rimasto vittima di un grave infortunio

Nuovo incidente agricolo nel Vastese: un 63enne ha perso la vita questa mattina mentre lavorava con un trattore in un terreno situato in una zona di campagna, nei pressi del campo sportivo del paese. 

Da chiarire le dinamiche della tragedia. Sul posto sono intervenuti immediatamente i sanitari del 118 e i vigili del fuoco di Vasto. Allertato anche l’elisoccorso, ma ogni tentativo di soccorso si è rivelato inutile.

Presenti anche i carabinieri per i rilievi e per avviare le indagini volte a ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto.

Morti sul lavoro, operaio perde la vita in un cantiere nel catanese

Antonio Rapisarda è il nome dell’operaio specializzato morto oggi intorno alle 13 nel cantiere della nuova strada Bronte-Adrano, nel Catanese. Era componente della Rsa della Fillea Cgil di Catania e ha perso la vita durante la fase di scarico di un fascio di acciaio. Per il segretario regionale della Filca Cisl Sicilia, Paolo D’Anca, e il segretario generale della Filca Cisl Catania, Giuseppe Famiano, si tratta di “una perdita gravissima, che lascia sgomenti e richiama ancora una volta l’attenzione su una piaga che continua a colpire senza sosta il mondo dell’edilizia. Quanto accaduto oggi è l’ennesimo campanello d’allarme che non possiamo ignorare. Il tema della sicurezza nei cantieri non puo’ più essere affrontato solo dopo l’ennesima tragedia. Serve un piano straordinario nazionale che metta al centro la tutela della vita di chi lavora. Non possiamo più accettare che i cantieri si trasformino in trappole mortali. E’ tempo di agire, e di farlo subito”.

Incidente sul lavoro, morto 65enne mentre scaricava materiale ferroso

E’ accaduto in contrada Ruvolita, tra Adrano e Bronte. La vittima era originaria di Belpasso

Tragico incidente sul lavoro in contrada Ruvolita – Passo Zingaro, nel territorio compreso tra Adrano e Bronte, intorno alle ore 13.30. A perdere la vita un operaio di 63enne, originario di Belpasso, che stava scaricando del materiale ferroso da un camion all’interno di un cantiere per lavori sulla Statale 284, tra Adrano e Bronte. L’operaio sarebbe  stato colpito alla testa da un profilato in ferro, precipitato da un camion per motivi ancora in corso di accertamento ma non si conosce ancora l’esatta dinamica di quanto accaduto. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Adrano e i sanitari del 118. In corso i rilievi del caso.

20 Aprile

Incidente in un cantiere navale a Brindisi, ustionato un operaio

Ferito al volto e al braccio un 52enne, prognosi di 25 giorni

Un operaio 52enne ha riportato ustioni al braccio e al volto in seguito ad un incidente sul lavoro che si è verificato ieri in un cantiere navale a Brindisi.

L’uomo è stato soccorso e trasporto nell’ospedale Perrino di Brindisi dove poi è stato ricoverato nel reparto grandi ustioni.

Si ribalta col trattore, addio a Eugenio Candi

L’imprenditore di 75 anni trovato senza vita nella tenuta di famiglia alla Torre di Gazone, l’antica dimora che aveva restaurato

Bologna, 20 aprile 2025 – Una manovra brusca, l’albero troppo grande che fa resistenza. Il trattore che si ribalta. E schiaccia, intrappolandolo, il guidatore. È morto così, in un incidente nelle sue terre che tanto amava, Eugenio Candi. L’imprenditore settantacinquenne, erede della famiglia Ranuzzi De’ Bianchi, proprietario della dimora storica e della tenuta Torre di Gazone, a Monteveglio, è stato travolto ieri pomeriggio dal trattore su cui lavorava, mentre era impegnato nella sistemazione di alcuni alberi.

L’incidente è avvenuto intorno alle 18.20. Candi era assieme al figlio, tornato per passare la Pasqua in famiglia. È stato lui a dare l’allarme, quando ha visto il mezzo, che il padre stava usando per tirare giù un grosso albero, rovesciarsi. Subito in via Cassola sono arrivati i soccorsi: i vigili del fuoco hanno tirato fuori il corpo incastrato sotto il trattore. I sanitari del 118, arrivati con ambulanza e automedica, non hanno potuto che constatare la morte di Candi. Sul posto sono arrivati anche i carabinieri della Compagnia di Borgo Panigale, per ricostruire la dinamica della tragedia.

19 Aprile

Manciano, incidente sul lavoro: uomo colpito da un ramo, portato in ospedale con l’elisoccorso

Il ferito non sarebbe in pericolo di vita. L’incidente è avvenuto nella sua proprietà

Manciano (Grosseto), 19 aprile 2025 – Grave incidente sul lavoro a Mancianoun uomo, mentre stava lavorando nella sua proprietà è stato colpito dal ramo di un albero. L’uomo non sarebbe in pericolo di vita. Subito soccorso, è stato portato in elicottero all’ospedale di Grosseto. Resta ancora da capire l’esatta dinamica  dell’incidente.

È morto l’operaio di 45 anni precipitato dal tetto di un’abitazione a Besnate

L’incidente venerdì pomeriggio 18 aprile in via Palestro: un volo di 7 metri che si è rivelato fatale nonostante i tempestivi soccorsi. L’operaio era originario della vicina Sumirago

Besnate (Varese), 19 aprile 2025 – È morto l’operaio di 45 anni precipitato dal tetto di un’abitazione ieri pomeriggio 18 aprile, alle 16,30 circa, a Besnate. L’uomo è spirato poche ore dopo il ricovero all’ospedale di Circolo di Varese: troppo gravi le ferite riportate dalla caduta. Un volo di almeno sette metri, che gli ha procurato delle lesioni gravissime agli arti e agli organi interni.

Particolarmente drammatica la dinamica dell’incidente: l’uomo, che si trovava sul tetto per sistemare le tegole, per conto di un’azienda di Milano, ha perso l’equilibrio ed è scivolato. Precipitando a terra, ha impattato contro un’auto parcheggiata. 

18 Aprile

Incidente mortale sul lavoro, 65enne perde la vita cadendo da un ponteggio

La vittima, Nunzio Mazzone, era titolare di una ditta edile insieme al fratello. Inutile l’intervento dell’elisoccorso, l’uomo è morto sul colpo a causa delle gravi ferite riportate

Incidente mortale sul lavoro questa mattina in contrada Castagna, nelle vicinanze della zona industriale di Scordia. Nunzio Mazzone, 65 anni, è deceduto dopo essere caduto dal ponteggio di una palazzina a due piani mentre eseguiva dei lavori. Mazzone, descritto da chi lo conosceva come una persona dal carattere mite e un gran lavoratore, gestiva insieme al fratello una ditta edile. Nonostante l’intervento dell’elisoccorso del 118, l’uomo è morto sul colpo a causa delle gravi ferite riportate.

“La tragedia del nostro caro concittadino Nunzio Mazzone – ha scritto sul proprio profilo Facebook, il sindaco di Scordia, Francesco Barchitta – avvolge la Nostra Comunità nel dolore, da tutti definito, come persona buona, rispettosa e grande Amico di tutti. Dio l’accolga tra le braccia”.

17 Aprile

Muore in fabbrica a 17 anni: “Lavorava in nero, ed era al primo giorno”

Aperta un’inchiesta per omicidio colposo: quattro indagati per la morte di un giovane di origine marocchina in un’azienda di lavorazione del legno a Nocera Inferiore

Entra in fabbrica e rimane ucciso in un incidente sul lavoro: aveva solo 17 anni un ragazzo di origine marocchina morto durante i primissimi giorni di impiego in un’azienda della provincia di Salerno. La procura di Nocera ha aperto un’inchiesta per chiarire se il giovane avesse ricevuto una formazione adeguata.

Secondo quanto si è appreso il ragazzo di diciassette anni è morto la settimana scorsa in ospedale, dopo l’infortunio in una ditta che si occupa di lavorazione del legno a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno.

Il giovane sarebbe stato sul posto di lavoro con modalità non regolari. Sul corpo è stata eseguita l’autopsia: al momento ci sono quattro indagati tra i responsabili dell’azienda, come atto dovuto. La Procura procede per l’ipotesi di omicidio colposo: sta operando per ricostruire le ultime ore di vita del minorenne.

Al momento gli investigatori non hanno confermato la circostanza, emersa nelle primissime ore, che il giovane fosse stato abbandonato in ospedale dagli accompagnatori che avevano fatto perdere le proprie tracce. I Carabinieri sono riusciti a risalire alla identità del giovane soltanto grazie al rilievo delle impronte digitali in quanto il ragazzo era sprovvisto di documenti.

16 Aprile

Valle d’Aosta, muore al lavoro cadendo dal tetto a Chambave

IMAGOECONOMICA
IMAGOECONOMICA

L’uomo, 54 anni, era il titolare di una ditta edile individuale ed eseguiva alcuni interventi in una villetta privata. Cgil e Uil VdA “Politica e Istituzioni si assumano le proprie responsabilità”

Un uomo di 54 anni di origini calabresi ha perso la vita a Chambave, in Valle d’Aosta. Il suo nome era Antonio Maiorano ed era nato di Belvedere Marittimo, in provincia di Cosenza. Nel pomeriggio di venerdì, 11 aprile, è caduto dal tetto, a circa tre metri di altezza, di una villetta privata nella quale, come titolare di un’impresa edile individuale, stava eseguendo alcuni interventi. Ieri, 15 aprile, è deceduto in seguito alle gravi ferite riportate.

Dramma sul lavoro a Corato: operaio muore precipitando da tre metri durante un sopralluogo

L’uomo, dipendente di una ditta specializzata nell’installazione di tendaggi, è morto sul colpo. Inutili i tentativi di rianimazione da parte dell’equipe sanitaria del 118, intervenuta tempestivamente sul posto

Un operaio di 55 anni, il coratino Pasquale Mastrototaro, ha perso la vita dopo essere precipitato da un’altezza di circa tre metri mentre era impegnato in un sopralluogo presso una villetta situata in viale dei Papaveri.

L’uomo, dipendente di una ditta specializzata nell’installazione di tendaggi, è morto sul colpo. Inutili i tentativi di rianimazione da parte dell’equipe sanitaria del 118, intervenuta tempestivamente sul posto.

Secondo le prime ricostruzioni, l’operaio stava effettuando una verifica preliminare in vista di un intervento programmato. Durante il sopralluogo, avrebbe perso l’equilibrio, probabilmente a causa di una superficie instabile o scivolosa, ed è caduto nel vuoto. L’impatto al suolo, da un’altezza di oltre tre metri, non gli ha lasciato scampo.

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti gli agenti della Polizia di Stato, che hanno immediatamente avviato le indagini per chiarire l’esatta dinamica dell’accaduto e verificare eventuali responsabilità. Sarà fondamentale accertare se siano state rispettate tutte le norme in materia di sicurezza sul lavoro, e se l’operaio fosse dotato dei dispositivi di protezione individuale previsti dalla legge.

Il cantiere è stato posto sotto sequestro in attesa delle verifiche tecniche da parte degli ispettori del lavoro, che dovranno stabilire se le condizioni di sicurezza fossero adeguate e se vi siano state negligenze da parte del datore di lavoro o di altri soggetti coinvolti.

Un altro Mondo senza Amianto è possibile