Tutti gli articoli di Maurizio Barsella

Amianto : Sentenze

Amianto killer: Fincantieri condannata, pagherà un milione di euro alla famiglia di un operaio

La somma andrà ai familiari di un operaio morto di mesotelioma pleurico. L’uomo, poco più che settantenne, aveva lavorato per anni come saldatore nel cantiere navale bisiaco

Il Tribunale di Gorizia ha condannato Fincantieri al risarcimento di circa un milione di euro ai familiari di un operaio morto di mesotelioma pleurico. L’uomo, poco più che settantenne, aveva lavorato per anni come saldatore nel cantiere navale di Monfalcone, a stretto contatto con materiali contenenti amianto e senza adeguate protezioni.

La perizia medico-legale ha confermato il nesso diretto tra l’esposizione professionale alle fibre killer e la malattia che lo ha condotto alla morte. Secondo gli accertamenti, il lavoratore fu costretto a manipolare amianto friabile in ambienti privi di aerazione e senza dispositivi di protezione individuale come mascherine e tute. Il Tribunale ha ritenuto esclusivamente responsabile Fincantieri, che non ha dimostrato di aver adottato misure tecniche e organizzative idonee. Si legge in sentenza: «Il datore di lavoro ha omesso di predisporre tutte le misure e cautele atte a preservare l’integrità psicofisica del lavoratore sul luogo di lavoro. È mancata la vigilanza sull’uso dei dispositivi di protezione e non sono state adottate misure organizzative per confinare le lavorazioni nocive».

Amianto : Cinema

Amianto. Genova: storia di una lotta operaia

Viene proiettato al Club Amici del Cinema il docufilm “Amianto. Genova: storia di una lotta operaia” che racconta la battaglia sindacale, durata oltre 10 anni, che ha coinvolto la classe operaia genovese per vedersi restituire i propri diritti.

Il documentario è nato da un’idea di Marcello Zinola e della Camera del lavoro di Genova con la regia di Ugo Roffi.

Realizzata in collaborazione con il Premio Cinematografico Stefano Pittaluga, l’iniziativa fa parte di “Fuori dal centro – Festival. Film, musica, incontri”, manifestazione culturale curata da Giancarlo Giraud e Valentina Damiani e organizzata da ACEC-S.A.S. Liguria insieme ad ARCI-UCCA.

Alla proiezione parteciperanno Igor Magni, segretario Camera del lavoro di Genova, Albino Ostet, ex lavoratore Ansaldo, i registi Ugo Roffi e Ludovica Schiaroli, il giornalista Marcello Zinola e Juri Saitta, critico cinematografico. Modera il dibattito, che segue il docufilm, Andrea Castanini, vicedirettore del Secolo XIX.

Il documentario: Per quasi un decennio oltre 1400 lavoratori, alcuni malati o deceduti, colpiti dall’esposizione all’amianto sono stati indagati come truffatori dimenticando i danni inoppugnabili provocati dall’asbesto. Tra il 1994 e il 2020 l’Inail ha registrato in Liguria oltre 3.600 decessi provocati dall’esposizione all’amianto, di cui oltre la metà a Genova. 

La storia inizia con l’inchiesta della magistratura genovese che ha visto inquisiti ben 1400 ex operai: iniziata nel 2006 e conclusa dopo dieci anni, l’inchiesta è terminata con un nulla di fatto e ha avuto come conseguenza la lotta sindacale che ne è seguita e che ha dovuto combattere indifferenze, spesso il pregiudizio mediatico, l’ondivago atteggiamento politico confermato dalle recenti e assurde decisioni sul fondo amianto.

Una lotta vincente, per molti aspetti unica, perché mentre nel resto d’Italia venivano riconosciuti i diritti degli esposti, a Genova lavoratori e lavoratrici venivano messi sotto inchiesta. Le organizzazioni sindacali dei lavoratori coinvolti non hanno mai chiesto o cercato la vendetta ma chiarezza, verità e giustizia anche per restituire la dignità ai malati, alle vittime, ai loro familiari, alla classe lavoratrice offesa con accuse infondate e infamanti.

La storia si sviluppa attraverso il racconto di alcuni dei protagonisti di quella lotta: Albino Ostet, ex lavoratore Ansaldo Energia, Barbara Storace, avvocato che seguì per il sindacato le cause civili dei lavoratori, il giornalista Marcello Zinola e per il sindacato Ivano Bosco, allora segretario della Cgil di Genova, Armando Palombo, allora delegato per la Fiom Cgil e Igor Magni, Segretario Generale della Camera del Lavoro.

Riprese della Genova di oggi si alternano a filmati, foto e materiali dagli archivi della Camera del lavoro, della Biblioteca Berio, della Biblioteca Universitaria, della Fondazione Ansaldo, delle Teche Rai e di giornalisti e giornaliste genovesi. 

Il documentario è stato selezionato e parteciperà a Flight – Mostra Internazionale del Cinema di Genova 2025, dedicata al cinema sperimentale e di ricerca, e al Clorofilla Film Festival 2025, che dà spazio a tematiche sociali e ambientali. 

8 Settembre

Daniele Cucchiaro l’operaio morto schiacciato da un muletto sulle sponde del Tevere

L’operaio lavorava per una ditta di Monterotondo, città alle porte di Roma

Si chiamava Daniele Cucchiaro l’operaio morto lunedì 8 settembre, intorno alle 16, schiacciato dal muletto su cui stava lavorando lungo le sponde del Tevere, all’altezza di piazza Trilussa. L’operaio 47enne era residente a Monterotondo e lavorava per la Romana Car Allestimenti, azienda con sede nella zona industriale della città alle porte di Roma.

Daniele Cucchiaro morto a 47 anni

La tragedia è avvenuta nel pomeriggio di ieri, lunedì 8 settembre. Sembrerebbe che Daniele stesse caricando un muletto su un camion quando il mezzo si è ribaltato, schiacciandolo. Ovviamente, le indagini per ricostruire l’esatta dinamica del fatale incidente sono ancora in corso. Cucchiaro lavorava per una ditta specializzata nel noleggio di attrezzature per il settore edile e pare stesse smontando delle impalcature utilizzate per un evento.

Torino, cade dal cestello della gru: morto un operaio

L’incidente fatale in via Genova, sul posto sono intervenuti i soccorsi del 118 Azienda Zero e le forze dell’ordine. Nella stessa via il 19 dicembre 2021, tre montatori, Filippo Falotico, 20 anni, Roberto Peretto, 52, e Marco Pozzetti, 54 anni, persero la vita precipitando da 40 metri mentre stavano assemblando una torre edile, sempre con una gru

Un operaio è morto e un altro è rimasto ferito questa mattina in un incidente sul lavoro in via Genova, all’altezza del numero civico 87, a Torino. Secondo le prime informazioni, è precipitato il cestello di una gru. Sul posto sono intervenuti i soccorsi del 118 Azienda Zero e le forze dell’ordine. Sempre in via Genova il 19 dicembre 2021, tre montatori, Filippo Falotico, 20 anni, Roberto Peretto, 52, e Marco Pozzetti, 54 anni, persero la vita precipitando da 40 metri mentre stavano assemblando una torre edile con una gru. 

La vittima si chiamava Yosif Gamal, detto Jimmy, operaio egiziano di 68 anni e padre di tre figli. La vittima è precipitata dal cestello di una gru a circa dodici metri di altezza, mentre piazzava un manifesto sul muro di un palazzo di cinque piani, all’interno del cortile di un edificio che ospita una comunità di accoglienza gestita da suore. L’operaio, una lunga esperienza nel settore, lavorava da alcuni anni per la ditta Posting Service Sas di Torino. L’inchiesta è coordinata dal pm Sofia Scapellato. Al momento nessuna ipotesi viene esclusa dagli inquirenti. 

Incidente sul lavoro a Monza, operaio muore schiacciato da un macchinario

Si tratta dell’ennesima tragedia: sempre oggi tre operai sono deceduti a Torino, Catania e Roma

Un operaio di 48 anni è morto all’interno di un’azienda che produce valvole industriali, a Monza. La dinamica dell’infortunio è ancora al vaglio dei tecnici intervenuti sul posto insieme ai soccorritori e alla polizia. L’uomo sarebbe rimasto schiacciato da un macchinario. Quando l’ambulanza è arrivata, il 48enne era già morto. Si tratta dell’ennesimo incidente sul lavoro: sempre oggi, 8 settembre, due persone sono morte a Torino e a Catania. E una terza ha perso la vita a Roma.

Precipita da impalcatura, operaio morto nel Catanese

L’uomo, 53 anni, era impegnato in lavori di ampliamento di un capannone a Riposto

Un operaio di 53 anni è morto sul lavoro in un infortunio avvenuto stamattina, 8 settembre, in uno stabilimento industriale in contrada Rovettazzo, a Riposto, nel Catanese. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo sarebbe stato impegnato, assieme a un collega, in lavori per l’ampliamento di un nuovo capannone industriale quando ha perso l’equilibrio ed è precipitato da una altezza di oltre otto metri. Inutili i tentativi di rianimarlo da parte dei soccorritori del 118, intervenuti sul posto anche con un elicottero. Sull’accaduto indagano i carabinieri della stazione di Riposto e della compagnia di Giarre coordinati dalla procura di Catania.

5 Settembre

Camion senza conducente investe operai al lavoro in strada a Sinopoli: un morto e due feriti gravi

Secondo una prima ricostruzione, un camion della stessa ditta impegnata nei lavori si sarebbe messo in movimento senza conducente lungo un tratto di strada in discesa a Sinopoli, in provincia di Reggio Calabria, innescando una carambola mortale. Un operaio morto durante il trasporto in ospedale, due feriti.

Tragedia sul lavoro oggi a Sinopoli, in provincia di Reggio Calabria, dove un operaio di 64 anni è morto e altri due sono stati gravemente feriti dopo che un camion ha travolto un gruppo di lavoratori impegnati in strada. Il dramma nella tarda mattinata di venerdì 5 settembre in un cantiere stradale per la posa dei cavi in fibra ottica per la connessione ad internet.

I tre operai coinvolti stavano effettuando gli scavi per la posa dei cavi nel centro abitato del Reggino quando è avvenuta l’improvvisa tragedia. Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, ancora da accertare, un camion della stessa ditta impegnata nei lavori si sarebbe messo in movimento senza conducente lungo un tratto di strada in discesa innescando una carambola mortale

Il mezzo pesante, non si sa ancora se a causa di un guasto ai freni o per errore, ha colpito con violenza un altro piccolo mezzo da cantiere della ditta fermo poco più avanti che ha travolto gli operai al lavoro. L’allarme lanciato immediatamente dai colleghi dei tre operai ha fatto scattare immediatamente la macchina dei soccorsi. Sul posto sono giunti in poco tempo forze dell’ordine e operatori sanitari del 118 che hanno preso in carico i tre feriti.

La situazione è apparsa subito molto critica ed è stato richiesto l’intervento anche dell’elisoccorso che è giunto sul posto per trasportare il ferito più grave. Ogni sforzo per salvarlo però si è rivelato vano e l’uomo è morto durante il trasporto all’ospedale metropolitano di Reggio Calabria.

3 Settembre

Operaio muore schiacciato da una balla di materiale

Tragedia sul lavoro in un’azienda: inutili i tentativi di rianimazione. Indagini in corso su dinamica e responsabilità

Un infortunio mortale sul lavoro si è verificato nella mattinata di mercoledì 3 settembre a Montecchio Maggiore. Intorno alle 11:30, un operaio 42enne è deceduto all’interno della ditta New Ecology, azienda che si occupa dello smaltimento rifiuti speciali, dopo essere stato travolto da una pesante balla di materiale, secondo una prima ricostruzione dei fatti.

I colleghi, assistendo alla scena, hanno immediatamente allertato i soccorsi. Sul posto sono giunti i sanitari del Suem 118, che hanno tentato disperatamente di rianimare l’uomo, ma non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.

La dinamica dell’infortunio è ancora oggetto di accertamenti da parte dei carabinieri e degli ispettori dello Spisal (Servizio Prevenzione Igiene Sicurezza Ambienti di Lavoro), che stanno cercando di chiarire le cause dell’incidente e verificare eventuali violazioni delle norme di sicurezza.

La vittima non è ancora stata ufficialmente identificata.

2 settembre

Operaio cade dal tetto di un capannone: grave all’ospedale

Incidente sul lavoro a Santa Maria di Sala, indaga lo Spisal. Ferito un cinquantenne

Un altro grave infortunio sul lavoro si è verificato nella tarda mattinata di martedì 2 settembre. È successo a Santa Maria di Sala, dove un operaio è caduto al suolo precipitando da un’altezza di circa 6 metri. In base alle prime informazioni, al momento dell’incidente stava svolgendo delle operazioni di pulizia delle grondaie sul tetto di uno stabile nella zona industriale di Caselle, il capannone della Standhouse in via Achille Grandi. La caduta, le cui cause sono in fase di accertamento, sarebbe avvenuta in corrispondenza di un lucernario.

L’uomo (M.G. le sue iniziali), di 50 anni, è originario della Romania, risiede a Santa Maria di Sala e ha una propria ditta individuale. È stato soccorso e trasportato con l’elicottero del 118 all’ospedale dell’Angelo di Mestre, dove è arrivato verso le 13.30: le sue condizioni sono considerate molto serie, con la necessità di ricovero in rianimazione.

1 Settembre

Operaio di edilizia acrobatica cade e muore nel Savonese

Ancora da capire le cause dell’incidente mortale in cui è rimasto ferito un collega, anche lui impegnato nello stesso cantiere edile

Un operaio di 42 anni di Alassio (Savona), ha perso la vita e un suo collega è rimasto ferito mentre erano impegnati nella sistemazione del tetto di un’abitazione quando, per cause ancora da chiarire, il 42enne – entrambi erano impegnati in una lavorazione con al tecnica dell’edilizia acrobatica – sarebbe precipitato nel vuoto. Sul posto sono arrivati i volontari del soccorso con l’automedica del 118, gli uomini del Distretto di Finale dell’Unità operativa di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro e i carabinieri. Per l’operaio caduto non c’è stato nulla da fare mentre il secondo lavoratore avrebbe riportato solo lievi ferite.

Amianto: Sentenze

Amianto, la svolta: impiegata colpita da mesotelioma vince causa pilota

Lavorava in uno zuccherificio e occasionalmente si avvicinava alle vasche. L’Inail condannata a pagarle una rendita mensile. Decisive le testimonianze dei colleghi

Bologna, 3 settembre 2025 – La signora Valeria – il nome è di fantasia – ha lavorato come impiegata amministrativa in uno zuccherificio bolognese per quasi vent’anni, dal 1964 al 1973.

In quel periodo, la cottura dello zucchero veniva fatta in vasconi di amianto.

Valeria, pur avendo l’ufficio in un edificio parallelo allo stabilimento produttivo, vi si doveva recare di continuo per registrare i dati necessari alle sue mansioni. La signora, oggi ultrasettantenne e in pensione, si è ammalata di mesotelioma pleurico.

La condanna dell’Inail

E il Tribunale del lavoro di Bologna, accogliendo la sua causa civile, ha riconosciuto la patologia come legata alla professione, condannando l’Inail – che aveva dato parere negativo – a pagarle una rendita mensile.

L’esposizione indiretta all’amianto e il mesotelioma

“Una sentenza importante – spiega l’avvocata Giovanna Longhi che, insieme al collega Giorgio Sacco, ha seguito la vicenda per conto del patronato Inca Cgil –, perché riconosce che anche un’esposizione indiretta all’amianto può bastare a causare il mesotelioma pleurico”.

La sentenza della giudice Chiara Zompì è di primo grado, ma l’Inail non ha fatto appello, quindi è definitiva.

Decisive le testimonianze dei colleghi

“Decisive per provare la correlazione con il lavoro sono state le testimonianze dei colleghi della ricorrente e il parere del Consulente tecnico d’ufficio – osserva Longhi –. Fondamentale l’assistenza di Inca e Associazione vittime amianto (Afeva): c’è chi rinuncia a fare causa per timore di dover pagare le spese legali, in caso di sconfitta”.

Responsabilità del datore di lavoro per esposizione ad amianto: la Cassazione ribalta la decisione d’Appello

Cassazione 2025: accolta la domanda degli eredi di un lavoratore esposto all’amianto. Confermata la responsabilità datoriale ex art. 2087 c.c. anche in assenza di dati quantitativi sull’esposizione

L’esposizione a fibre di amianto rappresenta una delle più gravi minacce per la salute nei luoghi di lavoro, specialmente nel settore edilizio e manutentivo, dove materiali contenenti amianto sono stati storicamente utilizzati. Un caso recente è stato discusso dalla Corte Suprema di Cassazione italiana che ha ribadito con fermezza la responsabilità del datore di lavoro nel garantire adeguate misure di sicurezza e prevenzione, anche in contesti lavorativi risalenti a decenni fa.

Il caso riguarda un lavoratore che, dal 1961 al 1996, ha svolto mansioni quotidiane di manutenzione e riparazione su condotte idriche realizzate in cemento amianto (eternit). Nonostante fosse emersa una situazione di rischio elevata, con il lavoratore riconosciuto affetto da asbestosi (una malattia professionale causata dall’inalazione delle fibre di amianto) e successivamente colpito da carcinoma polmonare metastatico, il datore di lavoro (un consorzio di bonifica) aveva negato le responsabilità.

Gli eredi del lavoratore hanno richiesto il risarcimento dei danni per il decesso legato all’esposizione ad amianto, denunciando la mancata adozione di misure di prevenzione, la mancanza di sorveglianza sanitaria, la carenza di dispositivi di protezione individuale e l’assenza di formazione e informazione sul rischio

La difesa e la sentenza della Corte d’Appello

La Corte d’Appello aveva respinto la domanda degli eredi, basandosi su alcuni argomenti principali:

  • il ricorso era stato proposto oltre vent’anni dopo la cessazione del rapporto di lavoro, rendendo difficile dimostrare l’esatto adempimento delle misure di sicurezza;
  • le norme specifiche sull’amianto (D.Lgs. 277/1991, D.Lgs. 626/1994 e successivi) erano entrate in vigore solo negli anni ’90, quindi non potevano applicarsi retroattivamente a gran parte del rapporto;
  • la correlazione tra esposizione ad amianto e tumori polmonari era diventata “fatto notorio” solo dal 1991/1992;
  • mancanza di una quantificazione certa dell’esposizione (dose cumulativa di fibre inalate), elemento ritenuto indispensabile per provare il nesso causale.
  • In sostanza, la Corte d’Appello ha respinto l’eccezione di prescrizione sollevata in relazione all’azione di risarcimento del danno iure hereditatis ed ha invece accolto il motivo di ricorso relativo all’insussistenza di profili di imputabilità colpevole del Consorzio ex art. 2087.

29 Agosto

Imperia, operaio precipita dal tetto del Municipio e muore

La tragedia è avvenuta a Castel Vittorio. Sul posto oltre ai sanitari del soccorso locale, anche i vigili del fuoco e le forze dell’ordine. In corso i rilievi per comprendere la dinamica dell’evento

Un operaio di 55 anni, Massimiliano B. di Sanremo, è morto stamani dopo essere caduto dal tetto del Comune di Castel Vittorio, in alta val Nervia, nell’entroterra di Ventimiglia. L’uomo, in seguito alla caduta, è finito in una intercapedine e stanno cercando di recuperare il corpo. Sono intervenuti il personale sanitario del 118, i vigili del fuoco e i carabinieri. Era stato allertato anche l’elisoccorso Grifo, ma purtroppo per il l’operaio non c’è stato nulla da fare. Accertamenti sono in corso per ricostruire la dinamica dell’incidente e verificare il rispetto della normativa sulla sicurezza nei posti di lavoro. 

Morto l’operaio investito da un cilindro metallico

Deceduto all’ospedale di Borgo Trento

E’morto dopo 24 ore di agonia l’operaio che martedì pomeriggio era rimasto schiacciato sotto un cilindro d’acciaio alla Ici Caldaie a Campagnola di Zevio (Verona).

Troppo gravi i traumi riportati sotto gli 8 quintali della struttura.

28 Agosto

Rimane incastrato in un macchinario: operaio in fin di vita

L’incidente questa mattina poco prima di mezzogiorno in un raviolificio di Cosio Valtellino

Lotta tra le vita e la morte un operaio (le cui generalità non sono state rese note) che questa mattina è stato vittima di un gravissimo incidente in un raviolificio di via Don Guanella, a Cosio Valtellino.

La dinamica

Secondo quanto è stato possibile ricostruire fino a questo momento, l’uomo, di 36 anni, sarebbe rimasto incastrato con entrambe le braccia al macchinario al quale stava lavorando, una macchina impastatrice. A causa delle ferite riportate, poi, l’uomo avrebbe perso immediatamente i sensi.

L’allarme è scattato in codice rosso, quello di massima gravità e sul posto sono intervenuti l’elicottero, un’auto medica e l’ambulanza. L’operaio è stato caricato proprio sull’elicottero per il trasporto in ospedale: le sue condizioni sono, al momento, gravissime ed è stato necessario procedere all’amputazione di entrambi gli arti superiori rimasti incastrati nel macchinario.

A intervenire anche i vigili del fuoco di Morbegno e Sondrio, i carabinieri della Compagnia di Sondrio e il personale di Ats della Montagna per le necessarie verifiche sul rispetto di tutte le norme di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Morto a 21 anni schiacciato dal trattore

La tragedia in un terreno adiacente alla strada provinciale 91, in agro di Cerignola. Originario del Mali, il 21enne viveva a Canosa di Puglia

Aveva solo 21 anni ed era partito dalla Repubblica del Mali per costruirsi un futuro in Italia. Invece è morto nel silenzio delle campagne del Foggiano, schiacciato dal trattore che stava guidando lungo la strada provinciale 91, tra Cerignola e l’area dell’Ofanto. Il mezzo, per cause ancora in corso di accertamento, si è ribaltato improvvisamente. A nulla sono valsi i soccorsi: per il giovane, residente a Canosa di Puglia, non c’è stato nulla da fare. Federacma – la Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei servizi e commercio macchine agricole, operatrici e da giardinaggio – esprime cordoglio per questa tragedia e rilancia l’allarme sulla mancata attuazione della revisione obbligatoria dei mezzi agricoli, un’urgenza che non conosce stagioni, territori o provenienze

27 Agosto

Infortunio in Fincantieri su nave in consegna: ferito un operaio

L’uomo potrebbe essere caduto da un ponteggio. Sul posto il personale del 118 con l’elisoccorso, che ha portato l’uomo all’ospedale di Udine. Intervenuti anche i carabinieri e i vigili del fuoco

Infortunio nello stabilimento Fincantieri di Panzano a Monfalcone: nella tarda mattinata di oggi, 27 agosto, un operaio 39enne di origine bengalese residente in città è rimasto ferito a bordo di una nave in consegna. Stando a quanto si apprende, sarebbe caduto da una scala dall’altezza di due metri, per cause ancora al vaglio dei carabinieri. Non si conoscono ancora le sue condizioni di salute ma non sembrerebbe in pericolo di vita. Sul posto il personale del 118 con l’elisoccorso, che ha portato l’uomo, cosciente, all’ospedale di Udine. Intervenuti anche i carabinieri e i vigili del fuoco.

Montalto di Castro – Operaio muore nella piscina di una villa, stava lavorando in nero

MONTALTO DI CASTRO – Nel pomeriggio dell’8 agosto, la stazione dei Carabinieri di Pescia Romana interveniva unitamente al Norm della compagnia dei Carabinieri di Tuscania per fare luce sul decesso di un uomo di origine nordafricana deceduto nella piscina di una villa a seguito di lavori di giardinaggio.

“Oltre al personale del 118 e allo Spresal della Asl di Tarquinia, che hanno ricostruito la dinamica del fatto – fanno sapere dai Carabinieri -, hanno allertato anche il Nucleo Carabinieri ispettorato del lavoro di Viterbo, militari del quale giunti sul posto hanno accertato che il deceduto e un suo connazionale stavano eseguendo i lavori senza essere stati regolarmente assunti, quindi in nero.

Di conseguenza è stato elevato un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale alla ditta cui tali lavori di giardinaggio erano stati commissionati, sanzionando quindi il titolare per un ammontare di 8.300 euro per le violazioni di natura amministrativa accertate.

Tale attività, coordinata dalla Procura ella Repubblica di Civitavecchia competente per territorio, oltre a dimostrare la sinergia tra le diverse articolazioni dell’Arma dei Carabinieri, è in linea con le direttive dell’Ispettorato nazionale del lavoro volte a contrastare il fenomeno del lavoro ner