Tutti gli articoli di Maurizio Barsella

Aminto . Sentenze

Muore a 92 anni ma lavorò in ambienti con presenza di amianto: gli eredi risarciti con 700mila euro

All’ex dipendente dell’Arsenale di La Spezia l’asbestosi fu diagnosticata nel 2016. Nonostante il “caso atipico” per l’età avanzata, per il giudice le fibre furono “concausa del decesso”

Assistente tecnico si ammala di tumore a causa dell’amianto presente a scuola, risarcimento di 600mila euro [SENTENZA]. In Italia 2mila scuole da bonificare e 5mila docenti a rischio

La Corte d’Appello di Trieste ha condannato il Ministero dell’Istruzione e del Merito al risarcimento di circa 600mila euro nei confronti della famiglia di un ex aiutante tecnico dell’Istituto A. Volta di Trieste. La decisione ha riformato la sentenza di primo grado, riconoscendo la correlazione tra il decesso dell’uomo e l’esposizione all’amianto durante il servizio scolastico.

L’episodio riguarda un assistente tecnico, deceduto nel 2016 a causa di un mesotelioma pleurico, patologia direttamente connessa all’esposizione all’amianto. L’uomo, attivo per 15 anni nei laboratori e officine dell’istituto, avrebbe gestito macchinari, manipolato materiali contaminati e smaltito rifiuti pericolosi senza adeguati dispositivi di protezione.

La diagnosi della malattia risale al 2014; il decesso è avvenuto meno di due anni dopo, a 77 anni. La Corte ha riconosciuto il nesso causale tra le mansioni svolte e l’insorgenza del tumore. Secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), altri lavoratori dello stesso istituto hanno manifestato patologie simili, e un caso ha riguardato anche uno studente.

La vicenda triestina non rappresenta un’anomalia isolata. L’ONA, guidato da Ezio Bonanni, ha segnalato che oltre 2.000 scuole italiane presentano ancora tracce di amianto, con 2.292 edifici non bonificati secondo i dati del 2021. Questo dato rappresenta circa il 4,3% del patrimonio scolastico nazionale.

Le aree a maggiore incidenza comprendono:

  • Torino: 66 scuole non bonificate;
  • Milano: 89 su 665;
  • Genova: 154 su 193.

Le fonti di rischio non si limitano a tetti e coperture: l’amianto può essere presente anche negli impianti elettrici, nelle pavimentazioni in linoleum e in altri elementi strutturali.

28 Maggio

Grave incidente sul lavoro a Jesi, operaio in codice rosso

Dipendente 47enne di una ditta privata schiacciato da furgone

Grave incidente sul lavoro questa mattina a Jesi (Ancona), in via del Tornabrocco, nei pressi della fonte del Tornabrocco.

Un uomo di 47 anni, un operaio dipendente di un’azienda privata, la Santini Impianti di Senigallia, è rimasto schiacciato sotto il furgone della ditta che stava operando su un carico di macerie per conto di Viva Servizi.

27 Maggio

Cade da un’impalcatura, operaio morto nel Ferrarese

Il decesso a Lido delle Nazioni, inutili i soccorsi. L’uomo aveva circa 70 anni

Un operaio di circa settant’anni è morto oggi, 27 maggio, dopo essere precipitato da un’impalcatura in una proprietà privata in viale Paraguay a Lido delle Nazioni. L’incidente è avvenuto attorno alle 14. L’uomo sarebbe precipitato da un’altezza di circa quattro metri e per lui, nonostante i soccorsi, non c’è stato nulla da fare. Sul posto, oltre agli operatori sanitari del 118 (giunti pure con l’elisoccorso), sono intervenuti anche i carabinieri di Comacchio e il personale della Medicina del Lavoro per i rilievi e gli accertamenti del caso.

26 Maggio

Morti sul lavoro, operaio di 58 anni cade in un macchinario per frantumare laterizi

Incidente mortale sul lavoro nel pomeriggio in una azienda edile a Mantello, in Valtellina. Un operaio di 58 anni, per cause in corso di accertamento, è caduto in un macchinario usato per frantumare le laterizie presso la ditta Cavada, specializzata in materiali edili e inerti. Sul posto i soccorritori che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso, oltre che i carabinieri e i tecnici di Ats. Nei primi tre mesi del 2025 (ultimi dati Inail disponibili, ndr) i morti sul lavoro sono stati 205, con un aumento di oltre l’8% rispetto allo stesso trimestre del 2024.

23 Maggio

Schiacciato tra un macchinario e una trave: muore 25enne

La tragedia oggi 23 maggio in una ditta in provincia di Trento. La vittima, Victor Durbala, originario dell’Ucraina viveva nel padovano. A nulla sono serviti i tempestivi tentativi dei sanitari di salvarlo

Ancora un morto sul lavoro. La tragedia si è consumata a Roncone in provincia di Trento. Oggi 23 maggio qualche minuto prima delle 10 all’interno della ditta CMV (Costruzioni meccaniche Valentini), un operaio di 25 anni, Victor Durbala originario dell’Ucraina, ma residente a Padova, secondo i primi riscontri raccolti dalle forze dell’ordine, sarebbe rimasto schiacciato mentre stava manovrando una trave d’acciaio con un carro ponte. In un primo momento si è ipotizzato che il carico si fosse staccato. Da analisi più accurate, invece, sarebbe emerso che la vittima è finito schiacciato tra il carico e un’altra trave. Un impatto devastante che di fatto non gli ha dato scampo. Immediati i soccorsi, ma i sanitari giunti in fabbrica non hanno potuto far altro che constatarne l’avvenuto decesso. Sul luogo della tragedia è giunto anche l’elisoccorso, ma ogni tentativo è risultato vano. 

Victor Durbala 25 anni

Sul luogo dell’ennesima tragedia sul lavoro sono arrivati anche gli ispettori dell’ufficio provinciale per la sicurezza sul lavoro. A loro e ai militari di Riva del Garda il compito di ricostruire l’accaduto, capire se si sia trattato di un errore umano, oppure qualcosa nei macchinari non abbia funzionato a dovere. Della vicenda è stato messo al corrente il pubblico ministero di turno Ottavia Ciccarelli che ha concesso il nullaosta per la rimozione della salma che è stata trasferita all’istituto di Medicina Legale a disposizione dell’autorità giudiziaria. Ancora da chiarire se la vittima fosse sotto contratto con l’azienda CMV o stesse prestando servizio per una ditta esterna impegnata in lavori. La notizia del decesso si è sparsa velocemente nel padovano lasciando senza parole tutti coloro che conoscevano il 25enne e ne apprezzavano le qualità umane e professionali. 

Cade dal tetto di un capannone a Napoli, morto operaio: 13esima vittima sul lavoro in Campania nel 2025

Un uomo di 62 anni è morto nel pomeriggio di oggi dopo essere precipitato dal tetto di un capannone in zona Poggioreale. Sulla vicenda indagano i carabinieri.

Un bilancio tremendo quello dei morti sul luogo di lavoro in Campania nel 2025: in questi primi 5 mesi dell’anno, gli operai deceduti mentre lavoravano sono già 13. L’ultima vittima è arrivata proprio oggi, venerdì 23 maggio: a Napoli, un operaio di 62 anni è morto dopo essere precipitato dal tetto di un capannone. Da quanto si apprende l’uomo, fabbro e titolare di una ditta che si occupa di lavori in ferro con sede a Casoria, stava svolgendo un sopralluogo in via Fontanelle al Trivio, nel quartiere napoletano di Poggioreale, quando si è verificato il tragico incidente.

Per cause che sono ancora in corso di accertamento, il 62enne, nel corso del sopralluogo, ha perso l’equilibrio ed è caduto dal capannone, precipitando al suolo da un’altezza di circa 4/5 metri. Nonostante il tempestivo intervento dei sanitari del 118, per il 62enne non c’è stato nulla da fare: l’uomo è morto sul colpo a causa delle gravi ferite riportate nella violenta caduta. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno effettuato tutti i rilievi utili a ricostruire con precisione la dinamica dell’incidente mortale e per individuare anche eventuali responsabilità. Come detto, il 62enne è la 13esima vittima del lavoro in Campania dall’inizio del 2025; un record negativo per la regione, che in questi primi mesi dell’anno ha visto un incremento degli incidenti mortali sui luoghi di lavoro rispetto al 2024.

Imprenditore cade dall’impalcatura e muore

Un altro infortunio sul lavoro si aggiunge alla tragica lista delle morti bianche in Veneto

L’incidente è avvenuto nel pomeriggio di oggi, venerdì 23 maggio, a Roana, sull’Altopiano. 

Secondo una prima ricostruzione l’imprenditore stava controllando l’avanzamento dei lavori di una ristrutturazione in via Maggiore e ha perso l’equilibrio che l’ha fatto poi cadere nel vuoto. Sul posto sono intervenuti i sanitari del Suem 118 che hanno trasportato il ferito all’ospedale di Asiago in codice giallo. L’uomo però è deceduto qualche ora dopo il ricovero in ospedale.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il personale dello Spisa

Muore agricoltore schiacciato da baracca mentre lavora

Grosseto, col trattore urta pilastro e la struttura crolla

Un agricoltore di 41 anni è morto questa mattina nelle campagne di Cinigiano (Grosseto).

L’uomo era sul trattore per fare alcuni lavori nel suo podere quando sarebbe finito addosso ad un pilastro che sorreggeva una baracca che gli è crollata addosso, uccidendolo.
    Sul posto sono arrivati i Vigili del fuoco, i sanitari della Asl, l’elisoccorso Pegaso e i carabinieri.

Resta sotto macchina agricola, secondo morto in Toscana

Vittima 85enne a Montespertoli, lavorava nel suo campo

Secondo morto in lavori di agricoltura in Toscana oggi dopo quello a Cinigiano (Grosseto).

Un anziano è morto questa mattina per un incidente col trattore in un campo nel territorio di Montespertoli (Firenze).

22 Maggio

Aveva 79 anni e lavorava ancora part time come autista, la tragica scomparsa di Emilio Gambon

Pensionato padovano e autista part-time, Gambon è la vittima dell’incidente di ieri sulla A4: è la ventesima morte sul lavoro in maggio, la nona tra gli over 70

È stato identificato l’uomo deceduto ieri nel tragico incidente sull’autostrada A4, nel tratto trevigiano all’altezza di Meolo: si tratta di Emilio Gambon, 79 anni, residente ad Abano Terme (Padova). Ex istruttore di scuola guida in pensione, Gambon continuava a lavorare come autista part-time per la Templari Spa, azienda padovana specializzata nella produzione e vendita di pompe di calore.

Operaio resta incastrato in un mezzo, è grave

Nel savonese, trasportato in codice rosso al Santa Corona

Incidente sul lavoro stamani nel savonese.

Un operaio che stava lavorando nel cantiere del ponte sul torrente Stagno di Vado Ligure sarebbe rimasto incastrato in un mezzo di lavoro.


Amianto : Sentenze

Morì a causa dell’amianto. Condannato il ministero

Il decesso del pensionato dell’Arsenale era stato causato da mesotelioma. La Corte di Appello di Genova ha confermato la sentenza del Tribunale spezzino.

Dopo 38 anni di lavoro in Arsenale una volta arrivato alla traguardo della pensione è subentrata la terribile malattia che dopo lunghe sofferenze lo ha portato alla morte, arrivata nel 2022. La causa del decesso era stata l’insorgere di un mesotelioma pleurico provocato dal contatto con l’amianto sul luogo di servizio. A quasi quattro anni dalla tragedia la famiglia del lavoratore spezzino si è vista riconoscere il risarcimento previsto dal Tribunale ma la battaglia non è stata affatto semplice. Sulla somma da versare infatti si era aperto il braccio di ferro al quale ha messo la parola fine la Corte di appello di Genova. Il giudice ha infatti rigettato l’appello che il ministero della difesa aveva presentato contro la sentenza emessa dal Tribunale di La Spezia che lo condannava al versamento di una cifra superiore ai 200 mila euro a titolo di risarcimento ai famigliari, ovvero alla vedova e ai figli del lavoratore.

L’uomo era stato a lungo dipendente dell’Arsenale della Marina Militare della Spezia svolgendo mansioni diverse. Dopo 38 anni di lavoro l’uomo ha iniziato a soffrire di problemi di salute che sono sfociati nella constatazione clinica del mesotelioma che lo ha poi portato al decesso nonostante le cure e terapie alle quali si era sottoposto. Dopo il dolore la vicenda ha lasciato spazio all’azione legale finendo nelle aule del tribunale. Dopo una lunga battaglia processuale la sezione lavoro della Corte di Appello di Genova ha confermato la sentenza di risarcimento a favore della vedova e dei figli dell’uomo scomparso. Confermando così la sentenza di primo grado sono state accolte le ragioni della difesa dei familiari affidate all’avvocato Cosimo Lovelli e respinto le richieste dell’avvocatura dello Stato che per conto del Ministero della Difesa aveva chiesto la riduzione dei risarcimenti. La somma di 200 mila euro era stata ritenuta eccessiva e per questo era stato presentato il ricorso. Ma la Corte di appello di Genova ha deciso che il risarcimento dovrà essere superiore alla cifra di 200 mila euro. Della vicenda si era occupato molto da vicino il sindacato Fnp Cis della Spezia l al quale il pensionato di era rivolto. Il responsabile Antonio Montani, che aveva promosso l’azione legale, ha voluto così esprimere la soddisfazione per l’esito della vicenda.

Militare triestino ucciso dall’amianto, il Tar condanna il ministero della difesa

Il tribunale amministrativo regionale del Fvg ha condannato il ministero a un risarcimento di 600mila euro alla famiglia del militare deceduto a 63 anni per esposizione in Marina

RIESTE – Il Tribunale amministrativo regionale del Friuli Venezia Giulia ha condannato il ministero della Difesa al pagamento di 600 mila euro ai familiari del primo maresciallo triestino luogotenente della Marina Militare, stroncato a soli 63 anni da un mesotelioma pleurico causato dall’esposizione prolungata all’amianto durante il servizio, a titolo di risarcimento per i danni subiti. Il sottufficiale, residente a Trieste, ha servito per 36 anni nelle file della Marina, tra basi a terra e unità navali di vecchia generazione, dal 1966 al 2004. Un servizio fedele, prestato in ambienti contaminati da amianto e altri agenti cancerogeni, spesso senza le adeguate misure di protezione, formazione o sorveglianza sanitaria. La diagnosi di mesotelioma arrivò nel 2008, cinque anni dopo il congedo. Nel 2013, fu riconosciuta la causa di servizio e lo status di “vittima del dovere”, con conseguenti benefici previdenziali a favore della vedova. Ma il percorso legale non si è fermato lì. Con l’assistenza dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, la famiglia ha chiesto giustizia piena, portando il caso davanti al Tar che ha stabilito la responsabilità del ministero della Difesa per l’omessa protezione del militare, condannando l’amministrazione a risarcire il danno “iure hereditario”, ovvero trasmesso agli eredi.

Ogr, vittime dell’amianto: è morto Walter Tattini. Si era ammalato 40 anni dopo. “Un fratello”

Walter Tattini (a sinistra) premiato dagli ex colleghi per le sue vignette 

Aveva 76 anni, è deceduto a causa del mesotelioma pleurico. La moglie lo accudiva: “Si sentiva tradito da chi sapeva e non ha fatto nulla”. Il dolore degli ex operai delle Officine: “Per i suoi modi gentili era il nostro Principe”

Di lavoro si può morire anche 20 anni dopo essere andati in pensione. Del resto le passioni ti fregano. Lo sapeva bene Walter Tattini, morto qualche giorno fa di mesotelioma pleurico. Il male dell’amianto. Lui con la polvere killer ci aveva lavorato per anni. Ne aveva appena 24 quando dopo un «diplomino» – come lo chiamava lui – da elettromeccanico e un’esperienza da manutentore di ascensori, era entrato alle Officine grandi riparazioni di via Casarini a Bologna. Una città nella città in cui si coibentavano e scoibentavano le carrozze dei treni rivestite di amianto. Per Walter, allora poco più di un “cinno”, come si dice a Bologna, quel lavoro era una specie di sogno. «Era come giocare col trenino, ma a grandezza naturale. Una meraviglia. Ho sempre avuto la passione del treno. E mi ha fregato», raccontava a luglio del 2024 a Lettera43 pochi mesi dopo aver scoperto di essere malato. E pensare che erano trascorsi 20 anni da quando era andato in pensione, nel 2004. Dopo aver visto morire decine di colleghi, uno dopo l’altro, pensava di averla scampata. E invece no. Il male è arrivato e se lo è portato via in un anno.

Secondo gli esperti il picco di decessi sarà toccato nel 2025

Gli esperti sostengono che il picco di questa strage silenziosa che ha già fatto 370 vittime accertate, senza contare Walter, potrebbe essere toccato proprio nel 2025. Era il 1986 quando l’Istituto oncologico di Bologna guidato dal professor Cesare Maltoni denunciava sei casi in città e uno nel Riminese. E ancora oggi la conta drammatica continua. Morti sul lavoro, ma in differita. «Vittime sacrificali», denuncia da sempre Salvatore Fais, ex sindacalista che porta avanti la battaglia per avere giustizia e per la memoria. Anche se il numero reale dei morti da esposizione all’asbesto tra i lavoratori delle Ogr non si conoscerà mai. Molti venivano da altre parti d’Italia e se n’è persa traccia.

21 Maggio

Cade dal lucernario e si ferisce alla testa: grave operaio

Dopo il tragico episodio che lo scorso 19 maggio ha portato alla morte di un uomo di 51 anni travolto da un camion a Vernio, ieri (20 maggio) si è verificato un nuovo caso di incidente sul lavoro: a Prato, un operaio di 36 anni è precipitato dal lucernario di un capannone di via Longobarda.

Un volo di alcuni metri a causa del quale ha riportato vari traumi, tra i quali anche alla testa. Le condizioni del ferito, trasportato in codice rosso a Careggi, sono apparse subito gravi ai soccorritori intervenuti a seguito della chiamata effettuata dai colleghi.

Il trentaseienne, stando a quanto si apprende, risulta essere ricoverato in prognosi riservata. Sul posto sono giunti anche i tecnici del dipartimento di prevenzione dell’Asl per chiarire la dinamica dell’accaduto ed il capannone è stato per il momento posto sotto sequestro. 

Tenta di sbloccare le forche di un carrello elevatore, operaio perde un braccio

L’incidente è avvenuto nel primo pomeriggio di oggi, 21 maggio, alla ditta NR Recycling di via Callalta a Riese Pio X. L’uomo è stato soccorso e trasportato al Ca’ Foncello in elicottero. Accertamenti dei tecnici del nucleo Spisal e dei carabinieri della Compagnia di Castelfranco

Gravissimo incidente sul lavoro nel primo pomeriggio di oggi, 21 maggio, all’interno dell’azienda NR Recycling, specializzata in riciclaggio di materie plastiche. Un operaio A.B., di 42 anni, residente a Loreggia, ha perso un braccio nel tentativo di sbloccare la forcella del carrello elevatore che si era bloccato in alto e a cui era addetto. Mentre stava manovrando, la forcella è improvvisamente caduta a causa del cedimento dell’impianto pneumatico amputandogli l’arto all’altezza dell’avambraccio. L’uomo è stato soccorso da medico e infermieri del Suem 118 e trasportato in elicottero al pronto soccorso dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso; il lavoratore è ricoverato in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. La dinamica è ancora in fase di accertamento. Sul posto per gli accertamenti del caso sono intervenuti i carabinieri di Riese Pio X e gli ispettori del nucleo Spisal dell’Ulss 2.

Contesto Generale delle Morti sul Lavoro a Maggio 2025

  • Trend in aumento: Nel primo trimestre del 2025, le morti sul lavoro sono aumentate di circa il 9-10% rispetto al 2024, con oltre 200 vittime già registrate nei primi mesi dell’anno
  • Maggio 2025: All’inizio del mese di maggio, sono state segnalate altre sei vittime in diversi incidenti sul lavoro o in itinere, confermando la persistenza di un trend preoccupante
  • Quasi tre morti al giorno: La media nazionale per il 2025 è di quasi tre morti sul lavoro al giorno

20 Maggio

Morto sotto il trattore a 39 anni nel campo di olivi a Quinto

È Luigi Ruffo la vittima dell’incidente avvenuto nel tardo pomeriggio di lunedì. «Non possiamo più parlare di fatalità. Sono tragedie annunciate», sottolineano dalla Fai Cisl di Verona

Si chiamava Luigi Ruffo, l’uomo che ha perso la vita nel tardo pomeriggio di lunedì in località Are Coltri, a Quinto di Valpantena, schiacciato dal trattore che stava conducendo. 

39enne di Cellore di Illasi, Ruffo gestiva un’azienda agricola situata nella valle dell’est veronese insieme alla famiglia e il 19 maggio si trovava nei campi che aveva affittato per coltivare olivi, quando è rimasto schiacciato dal mezzo che stava conducendo. Forse tradito dal terreno, forse da un basamento coperto dalla vegetazione, il trattore si sarebbe ribaltato senza lasciare scampo all’agricoltore. 
A lanciare l’allarme è stato un uomo che ha notato il veicolo ribaltato e sul posto sono arrivati gli uomini del 118 con ambulanza ed automedica, insieme ad una squadra dei vigili del fuoco: il personale sanitario però avrebbe potuto solamente constatare il decesso del 39enne, mentre i pompieri si sono occupati di estrarre il corpo. Sul posto è intervenuta la polizia di Stato ed il personale Spisal, per i rilievi utili a ricostruire la dinamica.  

19 Maggio

Ennesima tragedia sul lavoro: muore operaio di 56 anni

Aperta un’inchiesta per omicidio colposo

Un operaio edile di 56 anni è morto dopo esser rimasto schiacciato da un mezzo di lavoro. Una tragedia verificatasi stamani 19 maggio intorno alle 11 a Vernio. Sul posto sono intervenuti un’ambulanza inviata dal 118, una squadra dei vigili del fuoco e la polizia municipale, ma per il cinquantaseienne (cittadino italiano di origini albanesi) non c’è stato nulla da fare.

Gli accertamenti sono svolti dagli ispettori del Dipartimento prevenzione dell’Asl, che dovranno ora ricostruire l’esatta dinamica della tragedia costata la vita al lavoratore che lavorava per una ditta impegnata in un cantiere legato alla ferrovia.

Secondo una prima ricostruzione della procura di Prato, l’operaio era impegnato in attività di scarico di materiale da un camion parcheggiato in una strada in pendenza: il veicolo avrebbe perso aderenza e travolto l’uomo, uccidendolo. Da chiarire se la vittima abbia cercato in qualche modo di fermare il camion che è poi finito nella scarpata. La procura è al lavoro anche per individuare le eventuali responsabilità penali: è stata aperta un’inchiesta per omicidio colposo e sono stati sequestrati sia il camion sia l’area interessata dall ‘incidente

Cade da una scala, morto operaio edile nel Salernitano

L’uomo aveva 61 anni. Il decesso a Scafati dove la vittima lavorava in un cantiere per la ristrutturazione di un immobile in via Don Angelo Pagano

Un operaio è morto questa mattina, 19 maggio, a Scafati, nel Salernitano, mentre stava lavorando in un cantiere edile. L’uomo aveva 61 anni ed era impegnato in alcuni lavori di ristrutturazione di un immobile in via Don Angelo Pagano quando è caduto, secondo una prima ricostruzione, da una scala. Per lui non c’è stato nulla da fare, nonostante l’intervento dei soccorsi. Sulla dinamica di quanto avvenuto sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri intervenuti sul posto.

Agricoltore morto a Frosinone

Il terzo decesso si è registrato alle 13.30 a Monte San Giovanni Campano, in provincia di Frosinone, dove un agricoltore di 74 anni è stato travolto e ucciso dal trattore con cui stava lavorando in un terreno di sua proprietà. Sul posto sono intervenuti carabinieri, vigili del fuoco e sanitari del 118. La salma è stata trasportata all’obitorio di Frosinone a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Un bidello morto a Caltanissetta

Salvatore Cumbo, un collaboratore scolastico di 55 anni, è morto precipitando da un’altezza di quattro metri mentre stava montando alcuni pannelli in un supermercato in via Cavalieri di Vittorio Veneto a Serradifalco, un comune in provincia di Caltanissetta. Da quanto hanno ricostruito i carabinieri e gli ispettori del lavoro, la vittima aveva accettato il lavoro occasionale per arrotondare lo stipendio da collaboratore scolastico in una scuola della zona. L’uomo è stato soccorso subito dai colleghi. I sanitari del 118 sono arrivati in pochi minuti e hanno cercato di rianimarlo in tutti i modi.I motivi della caduta non sono ancora chiari. Gli inquirenti stanno accertando se la vittima indossasse i dispositivi di sicurezza personale e se fosse in regola. L’area dell’incidente mortale sul lavoro è stata sequestrata e i rilievi sono stati affidati ai militari dell’Arma. 

Morta maestra in incidente stradale nel Comasco

Anche una maestra, accompagnatrice di una scolaresca di una trentina di bambini, è morta oggi in un incidente stradale nella galleria del Lomazzo, in uno schianto tra un tir e il bus sul quale la scolaresca stava viaggiando.