Tutti gli articoli di Maurizio Barsella

15 Marzo

Antonio Sartor investito e ucciso da un cliente davanti alla ditta dove lavorava

L’uomo aveva 56 anni. Il conducente del mezzo è stato sottoposto ai test sullo stato alcolemico e tossicologico

Antonio Sartor, dipendente della ditta Amore Legnami, è morto a 56 anni investito e ucciso da un cliente. L’incidente, avvenuto durante l’orario di lavoro, non ha lasciato scampo all’uomo nonostante i soccorsi siano stati immediati. È quanto successo alle 16:40 in via di Saponara 550, ad Acilia. A ricostruire la dinamica della tragedia ci sono gli agenti del X Gruppo Mare della polizia locale, già ieri intervenuti sul posto. 

Secondo la prima ricostruzione Antonio Sartor stava camminando nel piazzale antistante l’ingresso della ditta quando un il cliente, un cittadino albanese di 44 anni a bordo di un furgone Iveco, ha inserito la retromarcia a lo ha travolto. Il conducente era appena uscito dalla fabbrica di legnami e non lo avrebbe visto. Antonio Sartor è morto sul colpo.

Il 44enne, invece, è stato portato all’ospedale Sant’Eugenio e sottoposto ai test sullo stato alcolemico e tossicologico. Gli esiti sono attesi nelle prossime ore, nel frattempo il furgone – come da prassi – è stato sequestrato. La polizia locale procede per omicidio stradale. Sul caso è intervenuto anche il sindacato Fillea Cgil Roma e Lazio: “La vittima era un dipendente dell’azienda. Non si può morire sul posto di lavoro così”.

Vola dal ponteggio alto 9 metri: grave

Un operaio di 34 anni che stava montando un’impalcatura è caduto violentemente a terra. Indagini a Fano

Fano, 15 marzo 2024 – Un operaio di 34 anni, di origine albanese, è caduto da un ponteggio l’altro ieri pomeriggio intorno alle 17.30 in zona Coop. Le sue condizioni sono considerate molto gravi. Infatti l’operaio, fratello del datore di lavoro, era impegnato nel montaggio di un ponteggio ad un condominio. Nel fare questo, prima di fissare l’impalcatura al muro perimetrale, ha perso per qualche ragione l’equilibrio non essendo ancorato con una cintura ed è volato a terra per circa 9 metri. Chiamati i soccorsi, si è alzata in volo l’eliambulanza da Ancona che in pochi minuti è arrivata sul posto per il trasferimento del 34enne all’ospedale di Torrette di Ancona. L’uomo ha battuto violentemente la testa e ha perso conoscenza rapidamente. Non è chiaro se sia stato sottoposto ad intervento chirurgico. I medici non si sono espressi sul decorso del grave infortunio.

Morti sul lavoro, Cub ‘pene certe per imprenditori inadempienti’

Amendola, ‘sanzioni irrisorie e infortuni gravi quotidiani’

Brindisi, Ledro (Trento), San Giorgio a Liri (Frosinone), Carpenedolo (Brescia) e San Marco Evangelista (Caserta): cinque luoghi di lavoro e cinque inaccettabili morti in una settimana”: lo denuncia la Cub in attesa dei risultati delle indagini per “appurare il rispetto, o meno, delle regole sulla sicurezza” chiedendo “pene certe per gli imprenditori inadempienti”.
    “La Confederazione Unitaria di Base da anni si batte per l’introduzione del reato di ‘omicidio sul lavoro’ con adeguate sanzioni penali e pecuniarie per le imprese manchevoli nel rispetto delle regole sulla sicurezza – afferma il segretario nazionale Marcelo Amendola -.

Imprese che dovrebbero essere chiuse nell’eventualità di incidenti gravi, ma senza che i dipendenti ci rimettano lo stipendio, per essere riaperte solo se tutte le norme vengono rispettate.

Il Governo parla di patente a punti per gli imprenditori, di crediti da esibire in caso di controlli, che però sono tuttora irrisori rispetto all’enorme numero di aziende e cantieri piccoli, medi e grandi dove, quasi quotidianamente, dobbiamo tristemente aggiornare il numero di decessi o infortuni gravi di lavoratori”.

14 Marzo

Morti sul lavoro, quattro vittime tra Caserta, Trento, Brindisi e Frosinone

Si tratta di un 26enne, un 59enne, un 37enne e un 60enne: due schiacciati da un macchinario, uno travolto da un muletto e uno caduto dal compattatore per la raccolta differenziata dei rifiuti sul quale stava prestando servizio

Ancora quattro morti sul lavoro. 

San Marco Evangelista (Caserta), un 26enne impiegato nello stabilimento dell’azienda “Laminazione sottile”, che produce laminati in alluminio, è stato schiacciato da un macchinario per cause ancora in via di accertamento. A Tiarno di Sopra (Trento), un 59enne, di origini polacche, sarebbe stato travolto da un muletto all’interno di una falegnameria. A Brindisi, un operaio di 37 anni è morto schiacciato da un macchinario che stava manovrando nella sede di un’impresa di lavorazione di materie plastiche che si trova nella zona industriale. A San Giorgio a Liri, vicino a Frosinone, un operatore ecologico di sessant’anni è caduto dal compattatore per la raccolta differenziata dei rifiuti sul quale stava prestando servizio.

L’incidente sul lavoro a San Marco Evangelista (Caserta)

 La vittima, originaria di Volla, in provincia di Napoli, si chiamava Giuseppe Borrelli. L’incidente e la morte dell’operaio sono avvenute martedì. “Per Fiom, Fim Uilm inaccettabile la frequenza con cui si ripetono le morti sul lavoro, la Campania è una delle principali regioni in cui si verificano incidenti mortali”, scrivono i sindacati in una nota in cui annunciano uno sciopero. “Le organizzazioni sindacali auspicano che le autorità competenti facciano velocemente chiarezza su quanto accaduto, queste morti non sono delle tragiche fatalità, ma conseguenze di un sistema profondamente sbagliato, anteponendo il profitto al valore della vita. Il sindacato ribadisce con insistenza l’investimento di risorse per rafforzare e migliorare un sistema di prevenzione garantendo la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Bene hanno fatto le Rsu dello stabilimento di Laminazione Sottile, a fermare immediatamente gli impianti proclamando lo sciopero su tutti i turni di lavoro, proseguendo anche per la giornata odierna. Fiom, Fim Uilm di Caserta, contro la strage quotidiana di morti sul lavoro indicono 4 ore di sciopero provinciale in tutte le aziende metalmeccaniche del territorio, per giovedì 14 marzo. Non si può morire di lavoro, in un Paese civile non possono e non devono bastare gli appelli e le frasi di circostanza, ci vogliono misure atte a ridare dignità al lavoro”, fanno sapere i sindacati. 

L’incidente sul lavoro a Tiarno di Sopra (Trento)

 La vittima, nato in Polonia e residente a Ledro (Trento) è morto mercoledì mattina in un incidente che si è verificato verso le 10:45. Al vaglio della polizia locale la dinamica dell’incidente. Gli inquirenti non escludono il malore. Nonostante i soccorritori abbiano tentato le manovre di rianimazione, per l’uomo non c’è stato nulla da fare.

L’incidente sul lavoro a Brindisi

 L’incidente mortale sul lavoro a Brindisi è avvenuto nella tarda mattinata di mercoledì. Stando a quanto ha appreso LaPresse, l’uomo, residente a Tuturano (Brindisi), stava manovrando un carroponte con un’anima di ferro che, per cause da accertare, gli è finito addosso. L’operaio ha chiesto aiuto ed è stato soccorso, ma è morto in ospedale. Sul posto sono intervenuti gli agenti della questura di Brindisi e gli ispettori dello Spesal. La procura di Brindisi ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. L’incidente si è verificato all’interno dello stabilimento della multinazionale Jindal. I funzionari dello Spesal e della Questura di Brindisi hanno già raccolto alcune testimonianze dei colleghi della vittima ed effettuato rilievi nell’area interessata dall’incidente. L’operaio era sposato e aveva due figlie. 

L’incidente sul lavoro a San Giorgio a Liri (Frosinone)

 Sarà l’esame medico legale a stabilire se abbia avuto un malore o siano altre la cause del decesso del lavoratore che intorno alle ore 14 di mercoledì è caduto dal compattatore per la raccolta differenziata dei rifiuti sul quale stava prestando servizio. L’uomo era dipendente della società che ha vinto la gara per effettuare il servizio di raccolta e trasferimento dei rifiuti urbani allo stabilimento provinciale che si occupa del riciclo e dello smaltimento. Inutile ogni soccorso. Sul posto è intervenuto il personale sanitario del 118 di Cassino e i carabinieri della compagnia di Pontecorvo.

Amianto :Discariche

Comuni, Provincia di Mantova e Parco del Mincio: no alla discarica di amianto a Marmirolo

Fronte unito degli enti locali per fermare il progetto a Campagnazza. Anche dal Veneto arriva il sostegno alla battaglia

Discarica di Valeggio, il dissenso si rafforza e trova appoggi in Lombardia

La consigliera regionale Lombarda Paola Pollini condivide le preoccupazioni esposte dal comitato anti-discarica Ca’ Balestra in un’assemblea pubblica

Tra una settimana, Progeco Ambiente presenterà il progetto del sito di stoccaggio di amianto che l’azienda bresciana vorrebbe attivare a Ca’ Balestra, nel territorio di Valeggio sul Mincio. Un progetto contro cui è forte il dissenso in provincia di Verona. Un dissenso che potrebbe allargarsi anche alla vicina Lombardia.

E lunedì prossimo, 18 marzo, Progeco Ambiente proverà a smorzare il coro dei contrari in un incontro pubblico in programma alle 19.30 all’interno dell’istituto Murari di Via Barbarani 4 a Valeggio. L’amministratore delegato dell’azienda Giovanni Bonacina e gli estensori del progetto Remo Bordini, Marco Stevanin e Fabrizio Bianchi mostreranno i dettagli della discarica che attende l’autorizzazione della Regione Veneto. Un’autorizzazione che il comitato anti-discarica Ca’ Balestra vuole che venga negata e le motivazioni sono state spiegate in un’affollata assemblea dal titolo “Salute e territorio: i pericoli della discarica di amianto tra Valeggio e Quaderni”.

Amianto: Sentenze

Esposto all’amianto per 40 anni, Inps condannata nel Napoletano

Operaio ha diritto a prepensionamento e a rivalutazione pensione

Il sottufficiale di macchina della Marina Mercantile e di Costa Armatori Raffaele Raia, nato e residente a Torre del Greco (Napoli), ed esposto all’amianto per oltre 40 anni, dal 1961 al 2003, ha diritto al prepensionamento e alla rivalutazione della pensione.

A stabilirlo, secondo quanto rende noto l’Osservatorio Nazionale Amianto, è il Tribunale di Torre Annunziata (Napoli) che ha condannato l’Inps a concedere al lavoratore i benefici spettanti con una maggiorazione della pensione di 500 euro mensili, oltre a una rivalutazione e liquidazione per gli ultimi 10 anni.
    Raia nel 2019 si è ammalato di “ispessimenti pleurici”, patologia asbesto correlata accertata dall’Inail, era stato esposto a fibre e polveri di amianto sia durante le attività di imbarco sulle unità navali della Marina Mercantile, sia prestando servizio come dipendente al servizio di Spa Costa Armatori.

Nello specifico aveva svolto mansioni di operaio, prima motorista, poi meccanico e successivamente tornitore, attività che hanno determinato una esposizione diretta e indiretta, dal momento che gli ambienti erano contaminati dalle polveri e dai rivestimenti che si disperdevano nell’ambiente.
    L’amianto era addirittura presente anche nella cabina che lo ospitava e nei dispositivi di protezione individuale (DPI) per proteggersi dall’elevato calore. L’ex dipendente aveva pertanto chiesto l’adeguamento dei ratei della pensione e relativa ricostituzione della posizione contributiva, richieste che l’Inps aveva negato. L’uomo ha ottenuto la sentenza favorevole attraverso il ricorso presentato da Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto: “Questa sentenza rappresenta un importante punto di partenza per un cambiamento tangibile nella cultura della sicurezza del lavoro, affinchè nessun altro lavoratore debba lottare per ottenere i propri diritti fondamentali”.

13 Marzo

Brindisi, operaio muore schiacciato da un macchinario

L’incidente è avvenuto in un’azienda di lavorazione di materie plastiche nella zona industriale. Il 37enne è stato soccorso da alcuni colleghi e portato d’urgenza in ospedale, dove è morto poco dopo l’arrivo

Un operaio di 37 anni è morto in un incidente sul lavoro avvenuto in un’azienda di lavorazione di materie plastiche nella zona industriale di Brindisi. Secondo una prima ricostruzione al vaglio della polizia, l’uomo sarebbe stato schiacciato da un macchinario. La dinamica al momento è in corso di approfondimenti da parte degli investigatori. L’operaio è stato soccorso da alcuni colleghi e condotto d’urgenza in ospedale, dove è morto poco dopo l’arrivo. Sul posto anche personale dello Spesal (Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro). 

TRAGEDIA/ LEDRO/ LOCALITÀ TIARNO

Perde la vita mentre è al lavoro in segheria

L’operaio aveva 59 anni. Indagini in corso da parte di carabinieri e Uopsal per ricostruire l’esatta dinamica della morte

Tragedia sul lavoro questa mattina, mercoledì 13 marzo, in una segheria a Tiarno di Sopra, si tratta dell’azienda Ampola Legnami: un operaio di 59 anni, nato in Polonia ma residente a Bezzecca, ha perso la vita. Stando a una prima ricostruzione, l’uomo è stato trascinato dal muletto, forse a seguito di un malore. Non è escluso che venga effettuata l’autopsia. 

La chiamata al 112 è arrivata alle 10:48 e sul posto è arrivata un’ambulanza e l’elicottero di soccorso. Ogni tentativo di rianimare l’operaio è stato vano: l’uomo, infatti, è morto sul colpo. Solo qualche ora prima, un altro grave incidente sul lavoro è avvenuto a Bellamonte.

Si sente male mentre lavora, muore operaio in Fincantieri

A Castellammare di Stabia, indagini della procura

Un operaio è morto nel pomeriggio mentre era al lavoro nello stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia: secondo una prima ricostruzione, l’uomo, 41 anni, originario dello Sri Lanka e dipendente di una impresa esterna al cantiere navale, stava lavorando sullo scafo di una nave della Marina militare, quando è stato colto da un malore.
    Era su una scala, si è accasciato e non ha più ripreso conoscenza.

A nulla sono serviti i soccorsi e i tentativi di rianimarlo.

12 Marzo

Brescia, operaio cade nel vuoto e muore in un cantiere

La tragedia è avvenuta a Carpenedolo, la vittima è un 43enne di origini albanesi

Un operaio di origini albanesi di 43 anni è morto questa mattina in un cantiere a Carpenedolo, in provincia di Brescia. Secondo le prime ricostruzioni l’uomo – che era al lavoro nel cantiere per conto di una ditta esterna – è precipitato nel vuoto ed è morto sul colpo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Desenzano e i tecnici dell’Ats di Brescia.

Lavoratore morto nel Casertano, era stato assunto un mese fa

Il 26enne era da solo al momento dell’incidente

Si chiamava Giuseppe Borrelli, di 26 anni, il lavoratore deceduto ieri a San Marco Evangelista (Caserta) nello stabilimento dell’azienda Laminazione Sottile.


    Il giovane risiedeva a Volla (Napoli) e secondo quanto emerso dai primi accertamenti effettuati dai poliziotti del Commissariato di Maddaloni e dal personale dell’Asl di Caserta, il giovane pare fosse stato assunto appena un mese fa, ad inizio febbraio.
    Ieri sera l’incidente è avvenuto poco dopo le 19, quando il ragazzo era da solo ed era alle prese con un macchinario, in cui poi è stato ritrovato senza vita da un collega; il 26enne presentava profondi tagli alla parte superiore del corpo. Sarà l’autopsia a chiarire le cause del decesso. Sull’infortunio mortale la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.

9 Marzo

Gru urta cavi alta tensione, operaio folgorato nel Salernitano

L’operaio stava effettuando il movimento di mangimi tra i due rimorchi in un parcheggio lungo la strada provinciale 30, quando, secondo una prima ricostruzione, la gru del rimorchio avrebbe toccato i cavi dell’energia elettrica

Stava scaricando i mangimi da due rimorchi, quando il carro gru avrebbe urtato i cavi dell’alta tensione sovrastanti. È morto folgorato un autista di tir a Eboli, nel Salernitano. L’incidente sul lavoro, avvenuto intorno alle 12.30, è costato la vita a un uomo di nazionalità indiana di 27 anni. L’operaio stava effettuando il movimento di mangimi tra i due rimorchi in un parcheggio lungo la strada provinciale 30, quando, secondo una prima ricostruzione, la gru del rimorchio avrebbe toccato i cavi dell’energia elettrica. Sul posto, oltre ai vigili del fuoco, sono intervenuti i sanitari 118 che hanno trasportato l’uomo in ospedale, dove è deceduto. La salma potrebbe essere restituita a breve ai familiari. Accertamenti sono in corso da parte dei carabinieri della compagnia di Eboli. 

Gli cade addosso un quadro elettrico mentre scarica merce alla Kme, è grave

L’uomo, di 72 anni, sarebbe stato colpito dal materiale elettrico che stava prelevando da un furgone: è stato portato a Cisanello con Pegaso in codice rosso. Fiom Cgil: “Già spesso segnalata la presenza di persone molto avanti con l’età e già pensionate”

Lo ha travolto un grosso quadro elettrico, facendolo cadere a terra. Ha riportato un grave trauma toracico e cranico, oltre alla sospetta frattura del femore, un lavoratore di una ditta esterna che stava eseguendo lo smontaggio di un macchinario per conto di Kme.

E’ in gravi condizioni l’operaio di 72 anni, lavoratore della cooperativa Fanin, rimasto ferito in un infortunio sul lavoro avvenuto questa mattina (8 marzo) attorno alle 9,45 all’interno dello stabilimento Kme di Fornaci di Barga. Secondo quanto riferito dal 118, che ha subito inviato sul posto un’ambulanza infermieristica della Misericordia del Barghigiano e ha fatto levare in volo l’elisoccorso Pegaso, l’uomo ha riportato un trauma toracico e una sospetta frattura del femore cadendo sotto il peso del pannello di un macchinario che era arrivato dal Veneto allo stabilimento Kme di Fornaci di Barga. L’urto lo ha fatto cadere a terra rovinosamente l’operaio, un ex dipendente dell’azienda Kme che era però andato in pensione da tempo. Questa mattina si trovava nello stabilimento come collaboratore della cooperativa Fanin, una ditta esterna che svolgeva attività di facchinaggio per conto di Kme.

Il 72enne, ex lavoratore Kme in pensione, era in azienda, secondo quanto appreso, per conto di una ditta esterna. Sull’incidente esprime perplessità e preoccupazione la Fiom Cgil: “Quello che la Fiom Cgil Lucca ritiene più grave è che da anni la Rsu avesse molte volte segnalato alla direzione aziendale l’inopportuna presenza nello stabilimento di persone molto avanti con l’età e già pensionate. Non per una questione discriminatoria – si legge in una nota del sindacato -, ma semplicemente per rivendicare tanto il diritto alla loro sicurezza quanto la possibilità di andare in pensione al raggiungimento dei requisiti di età. È infatti problematico che le imprese possano, per loro interesse, continuare a trascurare tale questione. Per questo, come previsto dalle regole della nostra organizzazione sindacale, valuteremo le eventuali azioni in giudizio”.

8 Marzo

Perde il controllo della betoniera e si ribalta: autista 53enne perde la vita

La squadra dei Vigili del Fuoco di Bisaccia è ancora sul posto per la messa in sicurezza del pesante mezzo e per dare assistenza per il suo recupero ed i rilievi da parte degli organi competenti

La squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Bisaccia, alle ore 09’43 di questa mattina 8 marzo, è intervenuta in contrada Ischitella sempre a Bisaccia, per un grave incidente stradale che ha visto coinvolta una betoniera la quale è uscita di strada finendo nella scrpata sottostante ribaltandosi. L’uomo alla guida di 53 anni è rimasto incastrato sotto il pesante automezzo e per poterlo liberare si è reso necessario anche l’intervento dell’autogru dalla sede centrale di Avellino. Con non poche difficoltà l’uomo è stato liberato e affidato alle cuere dei sanitari del 118 fatti intervenire i quali viste le condizioni del malcapitato hanno richiesto l’invio dell’eliambulanza prontamente giunta sul posto. Purtroppo l’uomo è deceduto durante i tentativi di rianimazione. I carabinieri hanno effettuato i rilievi del caso.

Amianto : Discariche

No discarica d’amianto a Pozzolo: in un solo giorno raccolte 500 firme

POZZOLO (Marmirolo) – Dal Comitato No discarica amianto a Pozzolo sul Mincio è partita la petizione contro il progetto di realizzazione di una discarica di rifiuti contenenti amianto, uno dei materiali più cancerogeni al mondo e causa di morte per migliaia di persone. «Abbiamo raccolto oltre 500 firme in poco più di un giorno – afferma Massimo Stanghellini, presidente del comitato no. I firmatari chiedono che i Comuni di Marmirolo, Goito, Roverbella, la Provincia di Mantova e la Regione Lombardia adottino tutti gli atti in loro potere per bloccare tale progetto e tutelare così il territorio. È possibile firmare la petizione aprendo la nostra pagina Fb attiva da una settimana – dice Stanghellini – ma ci si può anche recare dai commercianti di Pozzolo tra cui negozi e bar, per sottoscrivere la propria firma per dire no al progetto, già bloccato la prima volta dalla Regione Lombardia. Tale progetto è da ritenersi una potenziale minaccia verso la salute dei cittadini oltre che una minaccia economica e turistica, e purtroppo ripresentato in seconda istanza dalla società Ammit srl. Gli abitanti del paese e delle zone limitrofe non vogliono l’impianto. Alla pericolosità del materiale che verrebbe trasferito alla discarica, si aggiunge il problema del traffico e dell’inquinamento atmosferico causato dai camion che ogni giorno solcano le strade del comune. L’invito del comitato, che è apolitico – precisa – è rivolto a tutti i cittadini per ribadire l’assoluta contrarietà alla discarica. L’area in cui si insedierebbe l’impianto, che dista qualche decina di chilometri da altre due discariche di amianto, è di interesse naturalistico, zona di Prati stabili, al confine con il Parco del Mincio. Avvertendo e prevedendo la chiara minaccia ambientale che comporterebbe – auspico – che anche Coldiretti e Consorzio tutela Grana Padano si mobilitino. Con questa petizione vogliamo raccogliere le firme di tutti coloro che non accettano di veder deturpati luoghi naturali di pregio e di eccellenze gastronomiche. I cittadini che volessero collaborare e far girare i fogli per la firma, possono mettersi in contatto con noi e faremo avere loro tutto il materiale». Monica Briani, membro del comitato, afferma che la creazione di una pagina Fb dedicata è uno strumento indispensabile per poter essere incisivi e comunicare così con più persone possibili. Le osservazioni al progetto della discarica potranno, inoltre, essere presentate in Regione Lombardia entro il prossimo 11 marzo.

Amianto : Sentenze

Amianto, 32 ex dipendenti filateria Matesi di Termini avranno diritto a rivalutazione della pensione

Lo stabilisce la Corte d’appello di Palermo che ha condannato l’Inps a riliquidare l’assegno con adeguamento e maggiorazioni più arretrati

Sono 32 gli ex dipendenti della filateria Matesi Spa di Termini Imerese (Pa) esposti all’amianto che hanno diritto sia al prepensionamento che alla rivalutazione della pensione. Lo stabilisce la corte di appello di Palermo che ha condannato l’Inps a riliquidare le pensioni con l’adeguamento e le maggiorazioni dei benefici contributivi per esposizione ad amianto. Percepiranno anche gli arretrati per 10 anni antecedenti la domanda amministrativa che, tenendo conto della durata del processo, saranno conteggiati per quasi 20 anni. 

In primo grado il Tribunale di Termini Imerese aveva accolto 21 ricorsi dei 60 lavoratori della Matesi (poi divenuto Filatura di Campofelice spa) che avevano optato per il prepensionamento a seguito del fallimento dell’azienda depositando la certificazione di esposizione rilasciata dall’Inail e presentando la richiesta di benefici contributivi all’Inps che aveva respinto la richiesta appellandosi alla presunta “incumulabilità” della prestazione previdenziale perché già beneficiari di una pensione, come “Lavoratori Socialmente Utili” (Lsu), in base alla legge regionale 12/99.

l gruppo, rappresentato da Fedele Incandela, si era pertanto rivolto all’avvocato Ezio Bonanni, presidente osservatorio nazionale amianto, per avviare un’azione giudiziaria per la tutela dei diritti ottenendo dall’Inps il risarcimento contributivo con rivalutazione della pensione, maggiorata di circa 500 euro mensili, oltre alla liquidazione degli arretrati di almeno dieci anni dalla domanda. L’ente di previdenza ha però impugnato la decisione, ottenendo invece un’ulteriore condanna della corte d’appello. 

Queste pronunce, che sono innovative perché impongono all’Inps di applicare i benefici amianto a tutti i lavoratori, anche quelli che avevano ottenuto altri benefici tra cui quelli socialmente utili. “Tutti questi lavoratori sono stati esposti ad amianto dagli anni 60 e, alla chiusura dello stabilimento nel settembre 1995, sono stati collocati prima in cassa integrazione, – dichiara Bonanni – poi adibiti ai lavori socialmente utili e, successivamente, i pochi sopravvissuti ai numerosi casi di mesotelioma, tumore del polmone ed altre malattie asbesto correlate, sono stati collocati in pensione. Oggi per tutti finalmente l’ulteriore sentenza di accoglimento delle sacrosante istanze”.