Morì di tumore per amianto in provincia di Palermo: Inail condannata a pagare una rendita alla famiglia
La Corte di Appello di Palermo ha condannato l’Inail a dare alla vedova di un operaio che ha lavorato per circa 36 anni alle Cementerie Siciliane, morto per tumore, la rendita che spetta ai superstiti.
I giudici d’appello della sezione Lavoro hanno riconosciuto che l’operaio, in servizio presso lo stabilimento di Isola delle Femmine, è deceduto a causa di un tumore ai polmoni, contratto a seguito della perdurante esposizione all’amianto. La sentenza apre nuovi scenari sul fronte dell’accertamento delle eventuali responsabilità dell’azienda per la gestione dell’impianto e la tutela della sicurezza del personale. La famiglia era assistita dall’avvocato Giuseppe Caltanissetta e dai legali giuslavoristi Carmelo Butticé e Claudia Spotorno.
“Sulla base della documentazione – si legge nella consulenza tecnica – agli atti l’operaio è morto il 23 gennaio del 2016 a causa di un carcinoma polmonare metastatico. La condizione patologia, in considerazione dell’attività lavorativa svolta dall’assicurato quand’era in vita e del periodo storico in cui la stessa fu svolta, anche considerata la durata dell’esposizione ultratrentennale, è da ritenere con ragionevole probabilità di natura professionale
Fino a quando morire d’amianto?
Cordoglio per la morte di Nino Dall’Olio, ennesima vittima dell’uso dell’amianto nella OGR di Bologna
Auto tampona un trattore: muore il conducente del mezzo agricolo. Aveva 67 anni
Il trattore tamponato dall’auto condotta da un 88enne, non si esclude un malore alla guida
Incidente stradale mortale intorno all’una di oggi, giovedì 20 ottobre, a Genazzano. Un’auto ha tamponato un trattore e il conducente del mezzo agricolo, sbalzato sull’asfalto, è morto praticamente sul colpo.
Il trattore tamponato dall’auto condotta da un 88enne, non si esclude un malore alla guida
L’incidente è avvenuto in via di Valmontone, nel territorio di Genazzano, un borgo di cinquemila abitanti tra Tivoli e Palestrina.
L’automobilista, un 88enne di Valmontone, si è schiantato con la sua Fiat Idea contro il rimorchio di un trattore che lo precedeva a bassa velocità. Il conducente del trattore, un 67enne del posto, con il violento urto è stato sbalzato dal mezzo agricolo rimanendo in parte investito.
Il trasporto in ospedale con un’ambulanza giunta da Colleferro si è rivelato inutile. Una volta al pronto soccorso ai medici non è rimasto che constatare il decesso dell’uomo.
Incidente sul lavoro a Costa: operaio morto schiacciato, un piolo ha ceduto
El Mustapha Bendahbi, 50enne marocchino, è morto schiacciato da una lastra di cemento. La tragedia si è consumata verso le 15.45
CREMONA – Carabinieri e ispettori della Ats Val Padana hanno concluso i rilievi all’azienda MG Prefabbricati di Castelverde, in provincia di Cremona, l’impresa dove nel pomeriggio di ieri El Mustapha Bendahbi, 50enne marocchino, è morto schiacciato da una lastra di cemento. La tragedia si è consumata verso le 15.45: l’operaio, impiegato nella ditta da soli quattro mesi, si trovava nel piazzale retrostante lo stabilimento, dove si stavano sistemando lastre di cemento in una rastrelliera. Il 50enne ne stava fissando una larga 8 metri con un piolo che, almeno stando ai primi accertamenti, avrebbe improvvisamente ceduto, schiacciandolo contro la lastra accanto. Sono stati i colleghi a prestare le prime cure e ad allertare i soccorsi, il cui intervento si è rivelato vano: troppo gravi i traumi da schiacciamento riportati. (ANSA)
No alla discarica di pezzi d’auto Sorgà annuncia il ricorso al Tar
Il Comune veronese sul cui territorio dovrebbe nascere l’impianto dà battaglia. Nel mirino c’è il via libera dato a giugno alla Regione Veneto alla ditta RMI
È positivo che il Governo, tramite
il ministro della Transizione Ecologica, abbia sottolineato come oggi in Italia esistano già tecnologie e know-how per sviluppare processi di riciclo chimico del car fluff, come la pirolisi per la produzione di combustibili alternativi o tecnologie in grado di aumentare il valore delle plastiche presenti negli autoveicoli a fine vita, grazie al riciclo in prodotti a elevato valore aggiunto. Tuttavia, allo stato attuale si continua a scegliere la strada della discarica e del trasferimento fuori dal territorio italiano. La carenza di impiantistica nel nostro paese non può contraddire lo spirito delle normative europee recepite anche nell’ordinamento nazionale, anche in previsione dei target di recupero totale in materia, che ad oggi sono decisamente inferiori all’obiettivo”. Così la presidente della Commissione Ambiente, Alessia Rotta, e il deputato Diego Zardini commentano la risposta al question time in commissione da parte del ministro della Transizione Ecologica.
I rottami di Verona L’interrogazione a risposta immediata ha preso avvio dalla richiesta di una primaria azienda attiva nel ricupero di metalli per una autorizzazione alla Regione del Veneto per realizzare nel territorio del Comune di Sorgà, in Provincia di Verona, una discarica di car fluff. “Il rischio di produrre inquinamento è molto alto – spiegano Rotta e Zardini – perché il car fluff rappresenta la frazione principale dei residui dell’auto avviata a smaltimento ed è uno dei maggiori problemi dell’intera filiera, costituendo fino al 20% del peso di un veicolo. Inoltre, consentendo queste discariche, si mette indirettamente un freno a un obiettivo fondamentale che tutti ci siamo dati e che il Governo ribadisce nella risposta all’interrogazione di oggi in commissione: incentivare il riciclo e il recupero integrale dei materiali delle automobili da rottamare”.
Discarica di amianto nella cava di Marmirolo, la preoccupazione dei sindaci mantovani
Il fronte è abbastanza unito: per ora si cerca di capire quali possano essere i rischi. No deciso alla costruzione dal consigliere Mattinzioli e dall’assessore Betteghella
Discarica eternit a Marmirolo: Comuni compatti nella difesa del territorio
MARMIROLO – Confronto nel pomeriggio a Palazzo di Bagno tra la Provincia e i Comuni di Marmirolo, Goito e Roverbella sul progetto per la realizzazione di una discarica di eternit in località Campagnazza, nell’ex cava acquisita dal gruppo che fa capo all’imprenditore bresciano Mauro Papa. Un’area prima nelle disponibilità dall’azienda Nuove Strade che qui aveva un impianto di lavorazione asfalti. Quello di oggi è stato un incontro informale al quale per l’ente di via Principe Amedeo hanno partecipato il consigliere con delega alla Tutela e valorizzazione dell’Ambiente Luca Perlari, i dirigenti dell’Area Ambiente e Pianificazione Sandro Bellini e Alessandro Gatti e i sindaci dei tre Comuni interessati dal progetto di discarica, Paolo Galeotti, Pietro Chiaventi e Mattia Cortesi.
“La Provincia condivide la preoccupazione degli amministratori e degli abitanti dei tre comuni – ha dichiarato il consigliere Perlari – ed è disponibile ad affrontare congiuntamente con loro il problema mettendo sin da ora a disposizione la propria struttura tecnica. Il timore nostro e dei colleghi primi cittadini, è che l’iniziativa in località Campagnazza possa costituire un precedente e divenire un rischioso apripista per altri insediamenti in aree limitrofe”. “Non dimentichiamo poi – ha aggiunto il sindaco di Roverbella Cortesi – che vi sono in corso progettualità comuni che occorre salvaguardare: penso ai progetti di ciclabili da collegare alla Mantova – Peschiera a cui stiamo lavorando”.
“Ci siamo lasciati condividendo una linea comune di analisi e coordinamento politico a difesa del territorio” concludono Galeotti e Chiaventi.
La proposta di discarica è arrivata a fine luglio quando Papa ha incontrato il sindaco di Marmirolo Paolo Galeotti per preannunciare la propria intenzione. Dopo alcuni giorni, il progetto è arrivato in Regione: la decisione ora è nelle mani di quest’ultima che dovrà fare una prima valutazione sulla documentazione presentata dai proponenti del progetto. Se verrà dichiarata l’ammissibilità, il progetto inizierà l’iter vero e proprio che prevede il coinvolgimento di organismi di tutela della salute (Ats, Arpa), del territorio (Comune e Provincia) e di soggetti interessati, come i comuni confinanti con Marmirolo e i cittadini.
Incidente sul lavoro: precipita dal nastro trasportatore e sbatte la testa, 21enne in fin di vita
L’intervento dei soccorritori in un’azienda di legnami in provincia di Roma
Incidente sul lavoro in provincia di Roma. Ad essere trasportato d’urgenza in ospedale un 21enne, infortunatosi mentre stava lavorando in un’azienda di legnami a Canale Monterano. Ricoverato al policlinico universitario Agostino Gemelli il giovane lotta fra la vita e la morte.
L’intervento del personale del 118 nel pomeriggio di venerdì 14 ottobre in un’azienda che lavora la legna nel comune della provincia nord di Roma. Ad allertare i soccorsi i colleghi del giovane lavoratore. Secondo quanto ricostruito sino a questo momento, il 21enne è salito su un nastrotrasportatore per rimuovere un ceppo di legno che bloccava la macchina – in quel momento spenta. L’operaio ha quindi perso l’equilibrio per poi precipitare da un’altezza di circa due metri sbattendo violentementa la testa al suolo.
Da subito in condizioni gravi, a Canale Monterano è quindi arrivato l’elisoccorso che ha trasportato il 21enne d’urgenza al Gemelli. In prognosi riservata l’operaio classe 2001 è in pericolo di vita.
Ascoltati i colleghi dell’uomo, sul posto assieme ai carabinieri della compagnia di Bracciano che indagano sull’accaduto, anche gli ispettori Spresal di Bracciano della Asl Roma 4.
Morto Stefano Mizzoni, l’operaio di 21 anni caduto da un nastro trasportatore
Non ce l’ha fatta Stefano Mizzoni, il giovane operaio di 21 anni rimasto gravemente ferito in un incidente sul lavoro a Canale Monterano, in provincia di Roma. Trasportato d’urgenza con l’eliambulanza…
Incidente sul lavoro a Roma: precipita dal tetto di una villetta, morto operaio
Per il 47enne non c’è stato niente da fare
Incidente sul lavoro a Roma dove è morto un uomo. La tragedia sabato 15 ottobre a Monteverde, a due passi dai Villa Pamphili. A perdere la vita un 47enne.
L’operaio stava lavorando per conto di una ditta sul tetto di una villetta di via della Nocetta da dove è precipitato nel vuoto da un’altezza di circa 5 metri. In condizioni gravissime a poco sono valsi i soccorsi del personale del 118 chiamato dai colleghi. Il personale medico che non ha potuto far altro che constatare il decesso dell’uomo, un cittadino moldavo.
Sul posto per accertare l’accaduto gli agenti del commissariato Monteverde di polizia con l’ispettorato sul lavoro e gli investigatori della scientifica. Ascoltati i colleghi dell’uomo per accertare se siano state rispettate le norme sulla sicurezza sul lavoro.
La salma del cittadino moldavo è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria con la procura che ha aperto un fascicolo d’inchiesta sul decesso.
Incidente sul lavoro a Scarmagno: operaio precipita da un tetto, è grave
Incidente sul lavoro in via Foghino a Scarmagno all’ora di pranzo di oggi, venerdì 14 ottobre 2022. Un operaio edile italiano, 66enne di Piossasco, che stava lavorando sul tetto di un edificio in ristrutturazione dell’ex Società Operaia è precipitato schiantandosi al suolo, all’interno del cantiere, da un’altezza di quattro metri. Sul posto sono intervenuti i sanitari con l’elicottero, che lo ha trasportato all’ospedale Cto di Torino, i vigili del fuoco di Ivrea, Castellamonte e della squadra speleo-alpino-fluviale di Torino, i carabinieri della stazione di Strambino e gli ispettori dello Spresal dell’Asl To4, a cui competono le indagini su quanto accaduto. Le condizioni dell’uomo sono molto gravi per i traumi cranico, toracico e vertebrale e diverse fratture che ha riportato: la prognosi è riservata. Il ferito è parente dell’impresario edile che sta costruendo il palazzo.
Tragedia sul lavoro nel Foggiano: giovane operaio precipita da una pala eolica e muore
L’uomo, 37enne originario di Cerignola, stava eseguendo delle attività di manutenzione ad Ordona. Per lui non c’è stato nulla da fare
Tragedia sul lavoro, a Ordona, nel Foggiano, dove un operaio è morto dopo essere precipitato da una pala eolica sulla quale stava effettuando dei lavori di manutenzione. Il fatto è successo nel primo pomeriggio di oggi. Nulla da fare per l’uomo, 37enne originario di Cerignola: è morto sul colpo.
Sul posto, insieme ai sanitari del 118, sono intervenuto i sanitari del 118, che non hanno potuto fare che dichiarare il decesso dell’uomo. Accertamenti in corso da parte degli ispettori dello Spesal, il Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Asl di Foggia e dei carabinieri. Ancora da accertare l’esatta dinamica dell’incidente: due le ipotesi al vaglio, ovvero la caduta accidentale dell’uomo dalla pala o l’impatto con una pesante catena caduta dall’alto .
Il Sindacato generale di base accoglie il nuovo progetto di RetiAmbiente e Belvedere Spa, chiedendo che anche l’amianto di Chianni venga smaltito lì
PECCIOLI — “Perché non utilizzare il nuovo vetrificatore per smaltire l’amianto, anziché seppellirlo nella discarica della Grillaia?”. È questa la domanda posta dal Sindacato generale di base, che ha individuato nel futuro impianto frutto della sinergia tra RetiAmbiente e Belvedere Spa il possibile approdo dell’amianto conferito alla Grillaia.
“RetiAmbiente ha ufficializzato che nel 2026 nascerà a Peccioli un avanzatissimo impianto di vetrificazione che permetterà di deviare dall’interramento in discarica e dall’incenerimento circa 150mila tonnellate di rifiuti all’anno – hanno ricordato dal sindacato – come Sindacato di base ci chiediamo, allora, perché non utilizzare questo innovativo impianto per vetrificare anche l’amianto, anziché seppellirlo nella discarica della Grillaia?”
Perché si vuole distruggere un’area come quella di Chianni, votata all’agricoltura biologica, alle coltivazioni e al turismo lento? – hanno domandato – perché si preferisce una soluzione che rimanda il problema alle generazioni future e invece non ci si affida a una tecnologia più avanzata che permetterebbe, finalmente, di chiudere la storia infinita e deleteria dell’amianto?”.
La critica, poi, si sposta verso la Regione. “Ci sembra proprio che in Toscana la mano destra non sappia cosa fa la sinistra, con la Regione che da una parte autorizza la riapertura della Grillaia e dall’altra parte, a livello di Ato, si progetta un vetrificatore mettendo al lavoro 25 professionisti che prepareranno il progetto. Il nostro invito è a essere coerenti, per far sì che concetti come economia circolare e difesa del territorio non siano usati solo per fare propaganda”.
La Corte d’Appello di Napoli ha riconosciuto il diritto di sei lavoratori alla rivalutazione del periodo contributivo in virtù dell’esposizione prolungata al materiale cancerogeno
La Corte d’Appello di Napoli ha riconosciuto il beneficio pensionistico ad alcuni lavoratori marittimi isolani esposti all’amianto. Tale materiale, come è noto, è ormai da trent’anni ufficialmente riconosciuto come cancerogeno, pur essendo stato utilizzato per decenni in svariati settori, compresa la cantieristica navale, mettendo quindi in serio rischio la salute di tantissimi lavoratori. Con una importante sentenza, i giudici della Sezione riservata alle controversie di lavoro, di previdenza e di assistenza, hanno accolto il ricorso di sei lavoratori, rappresentati e difesi dall’avvocato Carmine Passaro, i quali chiedevano che venisse dichiarato il proprio diritto al beneficio in questione ai sensi dell’art. 13 della legge n. 257/92, con la condanna dell’Inps alla rivalutazione del periodo contributivo e alla erogazione delle prestazioni previdenziali conseguenti, mediante ricalcolo dell’ammontare della pensione oppure riconoscimento del trattamento di quiescenza spettante. In primo grado il tribunale aveva rigettato il ricorso, che invece in appello è stato accolto per sei lavoratori sui dieci che avevano impugnato la decisione.
La questione era essenzialmente basata sulla successione delle normative applicabili, cioè l’articolo 13 comma 8 della legge 257/1992, e la disciplina successiva stabilita dalla legge 326/2003, e sul diritto dei lavoratori a poter beneficiare di tali normative. La prima prevedeva che “per i lavoratori che siano stati esposti all’amianto per un periodo superiore a dieci anni l’intero periodo lavorativo soggetto all’assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali derivanti dall’esposizione all’amianto gestita dall’Inail è moltiplicato, ai fini delle prestazioni pensionistiche, per il coefficiente di 1,5”, mentre la seconda legge ha riformato la disciplina, stabilendo che per l’oggetto della prestazione previdenziale, il coefficiente di rivalutazione dei contributi passa da 1,5 a 1,25 e la rivalutazione incide solo sulla misura della pensione e non sui requisiti per conseguirla; sono inoltre mutati i requisiti per ottenere il beneficio (periodo non inferiore a dieci anni di esposizione all’amianto in concentrazione media annuale non inferiore a 100 fibre /litro come valore medio su otto ore al giorno), ed è cambiato anche il procedimento amministrativo, in quanto è prevista una domanda da presentare entro un termine di decadenza all’Inail (180 giorni dalla pubblicazione ufficiale del decreto), che ha la funzione di accertare e certificare la sussistenza e la durata dell’esposizione.
In base alla legge 326/2003 per i lavoratori che siano stati esposti all’amianto per un periodo superiore a dieci anni l’intero periodo lavorativo soggetto all’assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali derivanti dall’esposizione all’amianto gestita dall’Inail è moltiplicato, ai fini delle prestazioni pensionistiche, per il coefficiente di 1,25
La Corte d’Appello ha tenuto però a sottolineare che con la legge di conversione è stata espressamente fatta salva l’applicazione della disciplina dettata dall’articolo 13 comma 8 della legge 257/1992 per i lavoratori che abbiano già maturato, alla data di entrata in vigore della nuova disciplina (dunque il 2 ottobre 2003), il diritto di trattamento pensionistico anche in base ai benefici previdenziali di cui all’articolo 13, comma 8, della legge 27 marzo 1992, n. 257, oltre a coloro che alla data di entrata in vigore del presente decreto, fruiscano dei trattamenti di mobilità, o che abbiano definito la risoluzione del rapporto di lavoro in relazione alla domanda di pensionamento, o ancora per coloro che abbiano avanzato domanda di riconoscimento all’Inail od ottenuto sentenza favorevoli per cause avviate entro la medesima data.
Incidente sul lavoro: uomo muore schiacciato da un bus nel Frusinate
La tragedia sul lavoro questa mattina nel sud della provincia di Frosinone. Sequestrata l’intera area. Si lavora per ricostruire la dinamica
Con il passare delle ore emergono nuovi dettagli della morte assurda di questa mattina avvenuta a Pignataro Interamna (Frosinone). A perdere la vita schiacciato da un autobus è stato Mario Maini, un operaio specializzato di 57anni residente sempre nel sud della provincia ciociara ad Esperia.
Una notizia che ha sconvolto la cittadina e tutti coloro che lo conoscevano. La famiglia Maini è molto conosciuta soprattutto nella frazione di Badia. I carabinieri e la Procura di Cassino con il magistrato dott.ssa Chiara D’Orefice stanno lavorando per ricostruire l’esatta dinamica del drammatico incidente sul lavoro.
Operaio muore schiacciato da rete metallica, lavorava in cantiere post terremoto
Aveva 32 anni. I soccorsi sono stati inutili. Ferito il collega che si trovava con lui al momento dell’incidente
Un morto e un ferito. E’ il bilancio dell’incidente sul lavoro avvenuto oggi, 12 ottobre 2022, in un cantiere a Colle d’Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) per la ricostruzione post terremoto 2016.
Secondo una prima ricostruzione, i due stavano collocando una rete di contenimento metallica su un costone quando sono precipitati. Sul posto sono giunti i sanitari del 118, i vigili del fuoco e i carabinieri. Allertata anche l’eliambulanza. Per uno dei due operai – rimasto schiacciato da una parte di rete – era però troppo tardi. Ferito in modo non grave il collega. La vittima aveva 32 anni.
I due lavoravano per conto di una ditta impegnata in un lavoro di messa in sicurezza e riduzione del rischio geologico della strada provinciale di Colle d’Arquata dopo il terremoto. Nell’area ci sono vari cantieri aperti, anche per la ricostruzione post sisma.