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Discariche di amianto

Il secondo presidio sarà alla Grillaia

Il comitato di associazioni anti-discarica si ritroverà davanti al sito di Chianni: “Attendiamo l’udienza sul ricorso presentato al Tar”

CHIANNI — Come annunciato nelle settimane scorse, domenica 13 Marzo si terrà il secondo presidio del comitato di associazioni e partiti che manifestano contro la diffusione delle discariche in Valdera

Dopo il primo presidio, svoltosi a Pontedera a pochi passi da Palazzo Stefanelli, il comitato che raccoglie, tra le altre, Legambiente Valdera, Stop Grillaia, Assemblea permanente No Keu e il Circolo Arci Il Botteghino, la protesta avverrà davanti alla discarica delle Grillaia di Chianni.

“L’obiettivo è di informare, sensibilizzare, tenere alta l’attenzione di media e opinione pubblica e far pressione sulla politica e sulle istituzioni, affinché sia impedita la riapertura della discarica con i suoi 270mila metri cubi di amianto previsti – hanno spiegato dal comitato – in attesa della prima udienza del ricorso presentato al Tar, prevista per il 16 Marzo”.

“Oltre alla Grillaia, si parlerà della situazione critica della gestione dei rifiuti in Toscana, delle altre discariche, del Keu, delle responsabilità politiche e di una gestione energetica e dei rifiuti tutt’altro che verde – hanno concluso – salute pubblica e dei territori sono questioni che riguardano tutti, non solo gli abitanti di queste zone”

5 Marzo Pontedera

“La discarica non deve riaprire”

Presidio delle associazioni davanti al Comune contro la riapertura della Grillaia: “La bonifica deve avvenire senza alcun conferimento”

PONTEDERA — “No alla riapertura della ex discarica della Grillaia”. Lo hanno chiesto a gran voce i rappresentanti di una folta lista di associazioni e  altre realtà del territorio che oggi pomeriggio hanno organizzato un presidio di fronte al Comune di Pontedera. Tra queste La Rossa di Lari, l’assemblea permanente No keu, Potere al Popolo, Gruppo Zero, Arci, Unione Inquilini, Legambiente e Rifondazione comunista.

Le operazioni per la messa in sicurezza del sito di Chianni, chiuso dal 1998, prevederebbero il conferimento di 270mila metri cubi di fibrocemento. La risposta delle associazioni è categorica: “La Grillaia non deve riaprire e la sua bonifica deve avvenire senza alcun nuovo conferimento”.

Quello di oggi è stato il primo dei due presidi promossi dal comitato che raccoglie associazioni, gruppi ambientalisti e alcune forze politiche. Un nuovo presidio delle stesse sigle è stato programmato per il 13 marzo alle 10 proprio alla Grillaia.

No alla riapertura della discarica Grillaia” Presìdi 5 e 13 marzo

CHIANNI-PONTEDERA

“La Grillaia non deve riaprire”. Con questo slogan il coordinamento “Valdera avvelenata”, riunitosi il 21 febbraio scorso, ha deciso di organizzare un presidio il 5 marzo, dalle 15 alle 18,30, di fronte al Comune di Pontedera, in corso Matteotti, come momento di sensibilizzazione. E domenica 13 marzo un presidio di fronte alla Grillaia, a Chianni, a partire dalle 10. “La Valdera è già ora invasa da discariche – scrive il coordinamento –: Gello di Pontedera, Peccioli, Pomarance e Orciano – mancando un piano regionale dei rifiuti negli spazi lasciati vuoti dalla politica si insinua facilmente la criminalità organizzata, come abbiamo visto nel caso dello

smaltimento illecito dei residui delle lavorazioni del cuoio sepolti in siti non ancora tutti

individuati della provincia di Pisa e dell’Empolese”.

Discariche di Amianto

Discarica di Chianni, prima vittoria dei cittadini: Il Tar ammette il ricorso contro l’arrivo dell’amianto

Un’iniziativa contro la riapertura della discarica

Grillaia, colpo di scena: la discussione ci sarà 

CHIANNI. È l’ennesimo colpo di scena in una vicenda che si trascina da oltre 30 anni e sembra non riuscire a mettere la parola fine.

Questa, volta, però, nella vicenda della discarica Grillaia di Chianni possono esultare i cittadini che, con una scelta coraggiosa, decisero alcuni mesi fa di sfidare la proprietà del sito, la Nuova Servizi Ambiente, e anche la Regione Toscana.

Il ricorso presentato al Tribunale amministrativo regionale toscano, infatti, dopo mesi di attesa ha partorito una decisione importante: la discussione sulla legittimità della delibera della giunta regionale, che autorizza il progetto di Nsa per il conferimento a Chianni di 270 metri cubi di amianto, ci dovrà essere. Tutta la memoria difensiva di proprietà e Regione Toscana, bene ricordarlo, si basava proprio sul postulato opposto. Ovvero che questo ricorso fosse inammissibile, in sostanza che non si potesse neanche discutere.

I cittadini ricorrenti guidati da Luca PicchiMarco PresiStefano Gonnelli e Vittoria Agostini ottengono un risultato davvero importante. Anche perché un ricorso sostenuto economicamente da quasi 200 persone in una raccolta fondi online. Tra queste, uno dei primi ad aderire, il sindaco di Terricciola Mirko Bini. Che anche a nome della giunta e di tutto il Comune aderì economicamente. Decisione presa anche da alcuni consiglieri regionali.

Chi, invece, chiamato in causa rifiutò di aderire, considerando, secondo consiglio dei propri legali, impossibile vincere il ricorso (possibilità, va detto, ancora aperta) fu il sindaco di Chianni, Giacomo Tarrini.

Che, durante un’assemblea pubblica, proprio con alcuni dei cittadini che gli chiedevano di aderire al ricorso legale, fu piuttosto duro e categorico. La pubblicazione sul sito del Tar delle motivazioni ancora non c’è stata. Ma è probabile che il tribunale sentirà tutte le parti in causa. A questo punto anche la nuova proprietà, il Gruppo Vergero. Con l’ad, Marco Vergero, che disse al suo arrivo a Chianni di non essere preoccupato da questa mossa legale dei cittadini. Ora, quello che era considerato poco più di un intoppo, diventa un punto a favore di chi si oppone al progetto amianto.

Pneumoconiosi da asbesto di origine professionale in Italia nel 2020. Dati Inail 2021

Nell’ultima rilevazione dati INAIL del 23 dicembre 2021 i casi di pneumoconiosi per esposizione ad amianto (asbestosi) di origine professionale (codice J61 nella classificazione internazionale delle malattie professionali ICD-10) denunciati e accertati in Italia nel corso del 2020 sono stati 210. Di questi Inail ha valutato in 188 casi come positiva la sussistenza del nesso causale con l’attività lavorativa.

Regioni italiane per casi di pneumoconiosi da asbesto di origine professionale in Italia nel 2020. Dati INAIL 2021

Numero di casi pneumoconiosi da amianto di origine professionale in Italia nel 2020 distribuiti per regione:

  • Campania:132 casi (62.9%), di cui 131 riconosciuti (*)
  • Sicilia: 17 casi (8.1), di cui 13 riconosciuti
  • Toscana: 10 casi (4.8%), di cui 7 riconosciuti
  • Friuli-Venezia Giulia (4.3%): 9 casi riconosciuti
  • Piemonte: 7 casi (3.3%), di cui 6 riconosciuti
  • Liguria: 6 casi (2.9%), di cui 5 riconosciuti
  • Sardegna: 6 casi (2.9%), di cui 2 riconosciuti
  • Lombardia: 5 casi (2.4%), di cui 3 riconosciuti
  • Veneto: 5 casi (2.4%), di cui 2 riconosciuti
  • Emilia Romagna: 3 casi (1.4%), di cui 2 riconosciuti
  • Marche: 3 casi (1.4%), di cui 2 riconosciuti
  • Puglia: 3 casi riconosciuti (1.4%)
  • Lazio: 2 casi (1.0%), di cui 1 riconosciuto
  • Calabria: 1 caso riconosciuto (0.5%)
  • Trentino-Alto Adige: 1 caso riconosciuto (0.5%)

Province italiane per casi di pneumoconiosi da asbesto di origine professionale nel 2020. Dati INAIL 2021

https://www.risarcimentomalattieprofessionali.it/wp-content/uploads/charts/chart-bar-pneumoconiosi-amianto-province-inail-2020.htmlUsa il pulsante in alto a destra per copiare il codice di embed e utilizza liberamente il grafico sul tuo sito web! Infografica a cura di Risarcimento Malattie Professionali. Fonte dei dati: INAIL OpenData, rilevazione 23 dicembre 2021.

Numero di casi di pneumoconiosi da asbesto di origine professionale in Italia nel 2020 per provincia:

  • Napoli: 131 casi (62.4%), di cui 130 riconosciuti (*)
  • Palermo: 17 casi (8.1%), di cui 13 riconosciuti
  • Torino: 7 casi non riconosciuti (3.3%)
  • Sud Sardegna: 6 casi (2.9%), di cui 2 riconosciuti
  • Gorizia: 5 casi riconosciuti (2.4%)
  • Varese: 4 casi (1.9%), di cui 2 riconosciuti
  • Genova: 3 casi riconosciuti (1.4%)
  • Ancona: 2 casi (1.0%), di cui 1 riconosciuto
  • Brindisi: 2 casi riconosciuti (1.0%)
  • Grosseto: 2 casi riconosciuti (1.0%)
  • La Spezia: 2 casi riconosciuti (1.0%)
  • Lucca: 2 casi (1.0%), di cui 1 riconosciuto
  • Pisa: 2 casi (1.0%), di cui 1 riconosciuto
  • Treviso: 2 casi non riconosciuti (1.0%)
  • Trieste: 2 casi riconosciuti (1.0%)
  • Udine: 2 casi riconosciuti (1.0%)
  • Venezia: 2 casi riconosciuti (1.0%)
  • Arezzo: 1 caso non riconosciuto (0.5%)
  • Barletta-Andria-Trani: 1 caso riconosciuto (0.5%)
  • Bolzano: 1 caso riconosciuto (0.5%)
  • Catanzaro: 1 caso riconosciuto (0.5%)
  • Fermo: 1 caso riconosciuto (0.5%)
  • Ferrara: 1 caso non riconosciuto (0.5%)
  • Frosinone: 1 caso riconosciuto (0.5%)
  • Livorno: 1 caso riconosciuto (0.5%)
  • Mantova: 1 caso riconosciuto (0.5%)
  • Prato: 1 caso riconosciuto (0.5%)
  • Parma: 1 caso riconosciuto (0.5%)
  • Reggio Emilia: 1 caso riconosciuto (0.5%)
  • Roma: 1 caso non riconosciuto (0.5%)
  • Salerno: 1 caso riconosciuto (0.5%)
  • Savona: 1 caso non riconosciuto (0.5%)
  • Siena: 1 caso riconosciuto (0.5%)
  • Vicenza: 1 caso non riconosciuto (0.5%)

Pneumoconiosi da asbesto di origine professionale in Italia nel 2020. Agenti causali. Dati INAIL 2021

Gli agenti causali che hanno causato i 188 casi riconosciuti di pneumoconiosi da amianto di origine professionale per i quali Inail ha dato una valutazione “positiva”, ordinati per frequenza:

  • fibre di amianto: 187 casi, 99.47%
  • cemento-amianto: 1 caso, 0.53%

9 febbraio 2022

Infortunio mortale sul lavoro in una cartiera a San Marcello Piteglio (Pistoia), in via Pesciatina, al confine con la provincia di Lucca. La vittima è un operaio di 58 anni, italiano: secondo le prime notizie diffuse dalla Asl – intervenuta con i tecnici del proprio servizio di prevenzione e sicurezza luoghi di lavoro – è stato investito da un carrello elevatore nel piazzale della ditta. L’azienda, si spiega ancora sempre dalla Asl, era stata controllata dai servizi negli ultimi tempi.

A Braccagni, frazione di Grosseto, un operaio di 32 anni di origine straniera è in gravi condizioni dopo essere caduto da un ponteggio: è stato soccorso dagli altri operai. È intervenuta un’ambulanza della Croce Rossa di Grosseto insieme ai sanitari del 118. L’uomo, secondo quanto si è appreso in condizioni gravi ma stabili, è stato trasferito con l’elicottero Pegaso all’ospedale Le Scotte di Siena. A Trezzano sul Naviglio, nel Milanese, un altro operaio ha invece subìto la parziale amputazione del braccio. È rimasto incastrato in un macchinario presso l’azienda Origoni Zanoletti, ditta che si occupa della lavorazione delle lamiere. L’uomo, 52 anni, è stato portato in gravissime condizioni all’ospedale di Rozzano.

Nel 2021 ci sono stati altri 1.221 morti sul lavoro, pari a 3,34 al giorno.

Lo ha certificato ieri l’Inail pubblicando i suoi open data con una postilla importante: «il raffronto con le 1.270 vittime registrate nel 2020 (-3,9%) richiede cautela in quanto i decessi causati dal Covid-19 avvengono dopo un periodo di tempo più o meno lungo dalla data del contagio». Dunque occorrerà attendere «l’aggiornamento al 30 aprile 2022» per un confronto veritiero.

Nel frattempo i numeri confermano la strage senza fine che va avanti senza tregua nei cantieri, nelle fabbriche, sui campi. Senza attendere i riconteggi da Covid, le denunce di infortunio sul lavoro sono invece aumentare rispetto al 2020:

sono state 555.236, 896 in più (+0,2%) rispetto all’anno precedente.

PASSANDO AI SETTORI,

solo quello industria e servizi è l’unico a far registrare un segno negativo di morti sul lavoro (-6,0%, da 1.106 a 1.040 denunce mortali),

al contrario dell’agricoltura, che passa da 113 a 128 denunce (+13,3%)

e del pubblico – il cosiddetto «conto Stato» che aumenta da 51 a 53 (+3,9%).

Dall’analisi territoriale emerge

un aumento nel Sud (da 283 a 318 casi mortali),

nel Nord-Est (da 242 a 276)

e nel Centro (da 215 a 227).

Il numero dei decessi, invece,

è in calo nel Nord-Ovest (da 425 a 313)

e nelle Isole (da 105 a 87).

Il decremento finora rilevato tra il 2021 e il 2020 è legato sia alla componente femminile, i cui casi mortali sono passati da 138 a 126 (-8,7%), sia a quella maschile, che è passata da 1.132 a 1.095 (-3,3%).

Il calo riguarda le denunce dei lavoratori italiani (da 1.080 a 1.036)

e comunitari (da 61 a 48), mentre quelle

dei lavoratori extracomunitari sono in aumento e passano da 129 a 137.

DALL’ANALISI PER FASCE D’ETÀ

emergono incrementi per gli under 34 (+6 casi)

e per la classe 40-49 anni (+55),

e decrementi in quelle 35-39 anni (-12)

e over 50 (-98 decessi), da 852 a 754.

Ma sempre troppi i casi in età da pensione.

Ben 17 gli «incidenti plurimi» nel 2021 per un totale di 40 decessi con un aumento rispetto ai 13 con 27 casi mortali denunciati del 2020.

L’aumento degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto abitazione – posto di lavoro

(+29,2% anno su anno), va relativizzato:

gli incidenti sono diminuiti del 32% nel primo bimestre del 2021 e aumentati del 50% nel periodo marzo-dicembre

e ciò si spiega con «il massiccio ricorso allo smart working nell’anno 2020, a partire proprio dal mese di marzo».

«SIAMO DI FRONTE A UNA STRAGE, abbiamo una media di tre persone al giorno che muoiono sul lavoro, va potenziato il sistema dei controlli. Serve un coordinamento», afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

«Una guerra civile», attacca il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, sottolineando che «la logica del profitto non può valere più della vita».

Davanti a questi numeri il ministro del Lavoro Andrea Orlando ricorda che sono state introdotte «norme con sanzioni più incisive e tempestive» ed è stato «rafforzato l’Ispettorato del lavoro».

Nei giorni scorsi poi «i primi 300 funzionari» dell’Inail «hanno scelto la sede» e saranno assegnati entro questa settimana; «entro febbraio arriveranno altri 690 ispettori e 131 funzionari per un totale di 1.121 nuove assunzioni».

Mentre «entro metà febbraio» sarà pubblicato in Gazzetta «il bando di concorso per assumere 1.249 unità tra ispettori, informatici e statistici dell’Inail».