19 Gennaio

Casa Saraceni mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

Dal 20 dicembre 2024 al 19 gennaio 2025, Casa Saraceni a Bologna ospita Morti sul lavoro
Bianche lenzuola celano vuoti immensi, mostra personale di Carlo Soricelli, artista e attivista noto per il suo impegno civile attraverso l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro
Le opere, curate da Luciano Pantaleoni, raccontano la drammaticità delle morti bianche trasformando il dolore in poesia visiva, con l’obiettivo di generare consapevolezza, indignazione e responsabilità collettiva.

La mostra

Dal 20 dicembre 2024 al 19 gennaio 2025, Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna) ospiterà la mostra personale di Carlo Soricelli, Morti sul lavoro. Bianche lenzuola celano vuoti immensi, curata da Luciano Pantaleoni.
Carlo Soricelliartista e attivista di lungo corso, intreccia il tema delle morti sul lavoro con altre fragilità e marginalità sociali, offrendo un’intensa denuncia attraverso quadri e sculture di grande forza emotiva. 

Le sue opere trasformano il dolore in poesia, spingendo il pubblico a fermarsi e riflettere su una tragedia che coinvolge ogni giorno le nostre comunità.

Soricelli è anche fondatore dell’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, un progetto di monitoraggio e sensibilizzazione nato nel 2008, in memoria dei sette operai vittime della strage della ThyssenKrupp. La sua arte, profondamente radicata nel vissuto quotidiano e nelle sofferenze degli esclusi, rende omaggio alle vittime delle cosiddette “morti bianche“, fenomeno che egli denuncia con opere potenti e coinvolgenti.

16 Gennaio

Incidente sul lavoro, muore 25enne

La vittima, un seminarista, è rimasta schiacciata

Tragedia a Pontassieve e nuovo drammatico incidente sul lavoro. Un giovane di 25 anni ha perso la vita in un incidente mentre stava lavorando all’interno dell’oliveto dell’istituto Cristo Re Sommo Sacerdote alle Sieci. Dalle prime ricostruzioni Charles Outtier, giovane seminarista francese dell’istituto ecclesiastico, sarebbe rimasto schiacciato dalla ruota di un trattore mentre stava lavorando nell’oliveto.

Insieme a carabinieri e vigili del fuoco sul posto sono subito arrivati i sanitari del 118 ma per il ragazzo non c’era più niente da fare.  

Da parte dei carabinieri sono ora in corso accertamenti per cercare di comprendere la dinamica del triste evento che ha sconvolto gli abitanti della zona. 

Grave incidente sul lavoro, operaio si ribalta con il muletto e rimane incastrato: portato in ospedale con l’elicottero

Grave incidente sul lavoro a San Martino in Campo a Perugia. Un operaio, nella giornata di giovedì 16 gennaio, è rimasto ferito in un’azienda del territorio dopo essersi ribaltato con il muletto. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco della stazione centrale di Perugia che hanno estratto l’uomo, rimasto incastrato sotto al mezzo. 

caschi rossi hanno utilizzato i cuscini di sollevamento, dispositivi ad aria ad alta pressione impiegati per sollevare carichi pesanti, e sono riusciti a liberarlo. Il ferito ha subito uno schiacciamento agli arti e dopo il soccorso, nel quale è rimasto sempre cosciente, è stato affidato al personale sanitario del 118 presente sul posto. Successivamente, è stato trasportato con l’elisoccorso Nibbio all’Ospedale di Perugia per ricevere le cure del caso

15 Gennaio

Potenza, incidente sul lavoro: morto un operaio edile di 44 anni. “Più sicurezza”

A Muro Lucano, in provincia di Potenza, un uomo di 44 anni del posto ha perso la vita in un incidente sul lavoro. Era in un cantiere, impegnato nella ristrutturazione di un immobile privato. L’uomo, titolare di un’impresa edile, stava lavorando vicino alla betoniera e, secondo le prime informazioni, sarebbe rimasto incastrato nella tramoggia. La dinamica è ancora in fase di accertamento e sono in corso le indagini da parte dei carabinieri. Immediato l’intervento degli operatori del 118 che, purtroppo, non hanno potuto che constatare il decesso. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco.

Sulla Statale 36 il primo incidente mortale nell’autotrasporto del 2025

Il primo incidente sul lavoro mortale nell’autotrasporto del 2025 è avvenuto nel pomeriggio del 14 gennaio in Lombardia, lungo la corsia sud della Statale 36. Una prima ricostruzione dei fatti mostra che un autoarticolato carico di rifiuti, guidato da Giovanni Magon di 61 anni, ha sbandato, senza alcun segno di frenata, sfondando il guard-rail e poi si è ribaltato nella scarpata laterale. Quando sono giunti i soccorritori hanno trovato l’autista già morto, all’interno della cabina completamente distrutta. Non è rimasto coinvolto nessun altro veicolo e gli inquirenti ipotizzano un colpo di sonno o un malore.

14 Gennaio

Incidente sul lavoro a Giussano, precipita dal tetto del capannone: morto operaio di 32 anni

La tragedia è avvenuta nel primo pomeriggio di martedì 14 gennaio

Tragedia in Brianza: morto un operaio di 32 anni. Il dramma è accaduto nel primo pomeriggio di martedì 14 gennaio a Giussano, in un capannone di via Brunati. Un operaio di 32 anni, per motivi ancora al vaglio degli inquirenti, è caduto dal tetto. Un tragico volo di 6 metri che, purtroppo, non gli ha lasciato scampo.

È scattata subito la macchina dei soccorsi. Dall’Agenzia regionale emergenza urgenza (Areu) sono state inviate in codice rosso ambulanza e automedica. Sul posto anche i carabinieri, i vigili del fuoco e i funzionari dell’Ats Brianza. Inutili i tentativi di salvare l’uomo: i sanitari non hanno potuto far altro che constatare il decesso.

La lunga lista dei morti sul lavoro in Brianza

Così che il nuovo anno si apre in Brianza con la prima tragica morte di un operaio. Il 2024 è stato un anno drammatico per le morti bianche in Brianza. Ad aprile Mohamed Abdeltawwab Kamel Mabdrouk, 42 anni, è morto dopo aver lottato per quattro giorni in un letto d’ospedale. Era rimasto vittima di un grave incidente sul lavoro a Monza, in un cantiere edile in via Giacosa: un pezzo di ferro si sarebbe staccato da una gru presente nell’area di cantiere e lo avrebbe colpito alla testa, causandogli un gravissimo trauma cranico. La corsa in ospedale a sirene spiegate e poi il ricovero, fino al decesso. L’uomo aveva moglie e 4 figli.

A giugno a Brugherio Amadou Sanneh è morto mentre stava lavorando in una ditta di vernici. Il giovane, 24 anni e originario del Gambia, era stato travolto da una fiammata provocata da un’esplosione. Sempre a giugno Mearouane Mekaoui è morto colpito da un carico sospeso. L’uomo – 33 anni, originario del Marocco – stava lavorando in un capannone a Sovico. 

A gennaio la prima vittima Marco Sottocorno, operaio di 63 anni. Ha perso la vita mentre stava lavorando in un cantiere a Bernaggio. Una caduta da oltre 4 metri non gli ha lasciato scampo.  Poi Felice Cilio, morto in cantiere a Cesano Maderno a 75 anni e Angelo Vertemara, l’agricoltore di Usmate Velate sepolto da una balla di fieno da 800 chili. Ad agosto un’altra giovane vittima a Monza: aveva 22 anni, l’operaio è morto stritolato nel compattatore dei rifiuti.

Gravissimo incidente sul lavoro al Policlinico di BARI

Un’altra vita strappata durante l’attività lavorativa, a perire sotto un carico di acciaio un lavoratore di 58 anni dipendente dell’azienda Effetre Fenice Energia di Milano, specializzata nella realizzazione di lavori di impiantistica. L’appalto affidato da Edison Next Government (la divisione del Gruppo Edison che opera con la PA) prevede la realizzazione di un impianto di cogenerazione.

Sono ancora da chiarire le dinamiche dell’incidente e sarà compito delle Autorità Competenti ricostruire l’accaduto ed accertarne le responsabilità.

13 Gennaio

Operaio 59enne addetto alla manutenzione del verde muore travolto da un albero nel Pistoiese

L’operaio stava lavorando in strada a Pescia (Pistoia), in località Veneri, quando l’albero, probabilmente a causa del forte vento, è caduto e lo ha travolto

Un operaio è morto travolto da un albero in provincia di Pistoia. Dalle prime informazioni emerse l’uomo è stato colpito dall’albero caduto mentre era intento a lavorare in strada Pescia (Pistoia): secondo una prima ricostruzione, l’operaio stava proprio tagliando l’albero che gli è poi crollato addosso. L’uomo, Mario Morina di 59 anni, residente a Pescia, era dipendente di una cooperativa che si occupa della manutenzione del verde per conto del Comune.

Sul posto intervenuti con i sanitari i vigili del fuoco, i carabinieri e anche il personale della medicina del lavoro. I soccorritori, però, hanno solo potuto constatare il decesso dell’uomo. L’incidente si è verificato lungo in via Vecchia Postale a Veneri, una strada sterrata che porta a una zona boschiva. Da capire se nel crollo della pianta possa avere o no influito il forte vento che interessa anche la provincia di Pistoia. Sulla dinamica dell’incidente sono in corso i rilievi del personale della medicina del lavoro della Asl. Si tratta dell’ennesima morte sul lavoro in Italia. Pochi giorni fa l’Inail ha aggiornato i dati sulle denunce e ha fatto sapere che nei primi 11 mesi del 2024 sono state 1000 le morti bianche.

L’operaio doveva ripulire la strada da qualche frasca e qualche ramo, sta di fatto che mentre stava provando a tagliare l’albero e non so neppure se avrebbe dovuto farlo, forse no, probabilmente a causa del vento quell’albero gli è caduto addosso, provocandone la morte”, spiega il sindaco di Pescia, Riccardo Franchi, accorso sul luogo dell’incidente. “Una tragedia – afferma il sindaco -. Non si può morire così sul lavoro, era una persona conosciuta, abitava nella montagna pesciatina, una bravissima persona, sempre disponibile. Non ci sono parole, quando accadono queste disgrazie. Esprimo le mie condoglianze alla moglie e alla famiglia”.

Centro Studi Cub, più di 4 morti sul lavoro al giorno nel 2024

Lombardia maglia nera. Montagnoli,meno sicurezza per risparmiare

Più di 4 morti sul lavoro al giorno nel 2024, 30 alla settimana, 123 al mese, per un totale di 1482 a fronte di 1446 nel 2023.

Sono questi i numeri “per difetto” sui decessi dei lavoratori, lo scorso anno, secondo il Centro Studi Cub che ha elaborato dati Inail e dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre (Venezia).

Gli infortuni non mortali si attestano invece a oltre 540.000.
    Una “contabilità agghiacciante” e un “annus horribilis”, rimarca il sindacato, sottolineando che “la strage sul lavoro” aumenta con un +3,3% nel 2024 rispetto ai 12 mesi precedenti. In particolare, 1055 persone sono decedute sul posto di lavoro e 427 in itinere cioè o svolgendo un lavoro sulle strade (camionisti o conducenti di mezzi pubblici e privati) o andando o tornando da casa.
    Dallo scorporo dei dati – osserva il Centro Studi – emergono alcune evidenze: per i lavoratori stranieri il rischio di morte risulta in proporzione oltre che doppio rispetto ai lavoratori italiani (69,1 morti ogni milione di occupati, contro i 26,7) e il settore delle costruzioni rimane quello più falcidiato dagli incidenti mortali, con 147 decessi. La fascia d’età maggiormente colpita è quella tra i 55 e i 64 anni.
    Calcolando i morti nelle regioni per soli 11 mesi, cioè da a gennaio a fine novembre 2024 (perché non ci sono ancora tutti i dati disarticolati) la Lombardia risulta, come nel 2023, avere il maggior numero di vittime cioè 121. Seguono: Campania 73, Emilia-Romagna 68, Lazio 67, Sicilia 57, Veneto 49, Piemonte 48, Puglia 44, Toscana 39, Sardegna 24, Trentino-Alto Adige 23, Liguria 19, Calabria 18 Umbria 17, Abruzzo e Basilicata 15, Friuli-Venezia Giulia 14, Marche 12, Valle d’Aosta e Molise 4.

Amianto : Sentenze

Amianto killer nella centrale. Morto per mesotelioma, Enel condannata a risarcire

“Elevata presenza di fibre”: il Tribunale cittadino ha disposto un ristoro di oltre 750mila euro per vedova e figlie. Accertata l’esposizione del lavoratore all’interno del compendio industriale di Vallegrande

La Spezia, 13 gennaio 2025 – Per decenni ha rappresentato una delle risposte alle necessità di lavoro e occupazione di questa provincia. Ma per quella che fu la principale centrale elettrica a carbone d’Italia e la seconda in Europa, e che celava all’interno dei suoi ingranaggi anche le fibre di quel killer silenzioso che è l’amianto, il rischio di pagare un conto salatissimo in termini sociali e umani è altissimo. Due sentenze, emesse pochi giorni fa dal Tribunale civile della Spezia, tracciano un quadro netto, su quella che è stata la presenza silenziosa ma mortale dell’eternit all’interno di una centrale che si appresta a essere smantellata per lasciare posto ad altre iniziative imprenditoriali.

La prima sentenza, pubblicata solo pochi giorni fa, ha visto la moglie e le figlie di un ex operaio della centrale Enel di Vallegrande morto a causa di un mesotelioma pleurico, ottenere dal tribunale cittadino un risarcimento di oltre 750mila euro. La famiglia, assistita dall’avvocato Andrea Frau, ha citato in giudizio Enel Produzione, chiedendo che fosse riconosciuta non solo la correlazione tra la malattia e l’attività lavorativa dell’uomo, ma anche la responsabilità dell’azienda in relazione agli obblighi di sicurezza sul posto di lavoro in materia di eliminazione e riduzione del rischio polveri. L’uomo era inquadrato come Oic, Operatore impianto combustibile. Il perito incaricato dal Tribunale nell’ambito della consulenza tecnica d’ufficio, ha riconosciuto non solo la presenza di amianto nella centrale, ma anche l’esposizione professionale specifica dell’operaio poi deceduto a causa del mesotelioma. “Sono emerse sia la perdurante presenza di amianto in centrale alla Spezia fino agli anni Duemila, sia l’esposizione del defunto, non solo perché lavorava in quell’ambiente ma anche perché, sia pure per piccole manutenzioni, egli aveva modo di intervenire su parti o apparati coibentati e non risulta che lo facesse nell’osservanza delle prescrizioni evidenziate dall’azienda” si legge nella sentenza del giudice Giampiero Panico.

12 Gennaio

Tragico incidente sul lavoro: operaio di 32 anni muore sepolto dal mangime

Un incidente fatale nell’Astigiano riaccende i riflettori sull’emergenza sicurezza nei luoghi di lavoro

Un drammatico incidente ha scosso ieri la comunità di Cinaglio, in provincia di Asti, dove Luca Oldano, 32 anni, operaio agricolo originario di Nizza Monferrato, ha perso la vita durante il lavoro presso l’azienda agricola Cascina del Medico.

Stando a quanto ricostruito, il giovane stava manovrando un trattore nei pressi di una stalla quando ha urtato accidentalmente un silos colmo di mangimi. La struttura, compromessa dall’impatto, ha ceduto, schiacciandolo sotto il suo peso. L’intervento tempestivo del personale sanitario proveniente da Villafranca d’Asti non è bastato a salvargli la vita.

Sul luogo dell’incidente sono giunti i vigili del fuoco e i carabinieri, impegnati nei rilievi per chiarire l’esatta dinamica dei fatti. Contestualmente, i tecnici dello Spresal (Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) hanno avviato verifiche approfondite per accertare eventuali violazioni delle norme di sicurezza e prevenzione.

Il nome di Luca Oldano si aggiunge a una lunga e dolorosa lista di vittime del lavoro. Secondo i dati dell’Osservatorio Indipendente di Bologna, il 2024 è stato un anno nero per le morti bianche in Italia: 1.481 decessi, di cui 1.055 avvenuti direttamente sui luoghi di lavoro.

“Dietro ogni numero c’è una vita spezzata, una famiglia distrutta e una comunità che piange”, commentano i portavoce dell’Osservatorio. La tragedia di Cinaglio è un doloroso promemoria delle condizioni di lavoro che, in troppe realtà, continuano a mettere a rischio la vita di chi cerca solo di guadagnarsi da vivere.

Luca Oldano era un giovane conosciuto e stimato nella sua comunità. Il suo tragico destino solleva ancora una volta l’urgenza di interventi concreti per la sicurezza sul lavoro, affinché episodi del genere non si ripetano. Le istituzioni, gli enti di controllo e le imprese sono chiamati a una riflessione seria e responsabile: la tutela della vita umana non può più essere subordinata a inefficienze o ritardi nell’applicazione delle normative.

10 Gennaio

Caserta, perdita di ammoniaca all’interno di un’azienda: un morto

La vittima è il 19enne Patrizio Spasiano, residente a Napoli e dipendente di una ditta esterna che stava effettuando lavori di manutenzione

È stato trovato senza vita il giovanissimo operaio che risultava disperso all’interno della fabbrica Frigocaserta di Gricignano di Aversa, in provincia di Caserta, dove dal pomeriggio è in corso una fuoriuscita di ammoniaca. Si tratta del 19enne Patrizio Spasiano, residente a Napoli, e dipendente di una ditta esterna che stava effettuando lavori di manutenzione. Il ragazzo era riverso senza vita su un’impalcatura.

L’azienda in cui è avvenuto il tragico incidente è la stessa dove il 31 dicembre scorso morì schiacciato da un muletto il 39enne Pompeo Mezzacapo. La perdita è avvenuta in un serbatoio dove erano in corso lavori di manutenzione da parte di quattro operai, tre dei quali sono riusciti ad uscire e a salvarsi, mentre Spasiano è rimasto all’interno. Sul posto sono al lavoro diverse squadre di specialisti dei vigili del fuoco

A14 incidente, tir esce di strada e invade cantiere autostradale: morto operaio al lavoro

Lo schianto è avvenuto intorno alle 15 tra i caselli di Cesena e Valle del Rubicone. Trasportato in elicottero all’ospedale il conducente del mezzo pesante. Carreggiata chiusa per rendere possibili le operazioni di soccorso: fino a 6 chilometri di coda

Cesena, 10 gennaio 2025 – Tragico incidente stradale oggi in A14. I vigili del fuoco di Cesena, supportati dall’autogru di Forlì, sono intervenuti dopo le 15 al chilometro 106 dell’autostrada in direzione sud tra i caselli di Cesena e Valle del Rubicone.

A perdere il controllo del mezzo pesante è stato un camionista che ha invaso un cantiere correttamente installato e segnalato, urtando i tre mezzi presenti nell’area dei lavori condotti da un’impresa appaltatrice. A seguito dell’incidente un operaio, colpito dalla macchina speciale travolta dal mezzo pesante, ha perso la vita, mentre il conducente del mezzo pesante è stato portato in codice rosso all’ospedale. La vittima è Luca Guerrini, aveva 51 anni e viveva a Lugo con la compagna e due bambini piccoli. 

Amianto : Discariche

Eternit, “Nessuna anomalia nello stoccaggio”(Chianni Pi)

Il sindaco Tarrini respinge le accuse su episodi di rottura negli imballaggi alla Grillaia: “Fatte tutte le verifiche del caso, denunce infondate”

CHIANNI — Nessuna rottura e, soprattutto, nessuna presenza di fibre di amianto nell’aria. Lo ha assicurato il sindaco Giacomo Tarrini, che dopo la denuncia fatta dal coordinamento No Valdera Avvelenata su una possibile fuoriuscita di materiale dai sacchi smaltiti nella discarica della Grillaia, ha garantito come niente di simile sia mai accaduto.

Lo stesso Tarrini, infatti, dopo aver ricevuto un video e una foto relativi alla possibile rottura degli involucri di eternit stoccati, si è recato all’impianto. “Già dall’immagine non erano riscontrabili rotture, ma ho voluto verificare – ha spiegato – ho mostrato le immagini al personale responsabile del sito, affinché venisse fatta un’analisi, chiedendo anche di redigere una relazione”.

“Le procedure operative durante lo stoccaggio del materiale in discarica sono molto scrupolose e prevedono interventi immediati qualora si verificasse un imprevisto simile – ha aggiunto – inoltre, periodicamente vengono effettuati rilievi sulla presenza di fibre di amianto nell’aria e mai ne sono state rilevate. Per quanto riguarda il caso specifico, invece, ci è arrivato il riscontro della proprietà, che conferma la totale assenza di anomalie sui processi di stoccaggio“.

“L’amministrazione comunale e il sottoscritto si sono sempre adoperati per l’interesse della comunità – ha concluso il sindaco – ci siamo resi conto, però, che talvolta si è preferito non ascoltare spiegazioni e chiarimenti. Questa è un’opportunità per invitare chiunque abbia dei dubbi a trattare i problemi attraverso i canali istituzionali, dove saranno trovate tutte le risposte. Alla richiesta fatta da No Valdera Avvelenata, rispondo che considero ancora una volta infondate e inopportune le loro dichiarazioni“.

Un ulteriore specifica è arrivata, poi, dall’ingegner Massimo Peluso, responsabile tecnico del sito. “Gli imballi contenenti amianto devono essere coperti nelle loro parti superiori, mentre non è prevista la copertura sui fianchi della coltivazione ed è pertanto logico che questi siano visibili dall’esterno – ha spiegato – i manufatti contenenti amianto possono essere conferiti in Plate Bag o in Big Bag, entrambi in polipropilene omologati e dotati di liner interno per garantire la tenuta stagna. Al momento dell’ingresso in impianto, viene verificata l’integrità dell’imballaggio tramite un riconfezionamento del carico stesso”.

“Dunque, ciò che si può vedere esternamente è proprio questo doppio rivestimento, senza che ciò sottintenda la rottura dell’imballaggio nel suo complesso o la possibile liberazione di fibre di amianto – ha concluso – è certa l’assenza di presenza o contaminazione di fibre di amianto nell’aria. Dall’avvio dei conferimenti a oggi i rilievi e i monitoraggi svolti hanno dato esito negativo rispetto alla presenza o contaminazioni di fibre di amianto nell’aria”.

No Valdera Avvelenata attacca, “Alla Grillaia rischio vento”

Come riportato dal coordinamento contrario alla riapertura della discarica alcuni imballaggi sarebbero rotti: “Vorremmo sapere cosa ne pensa Tarrini”

CHIANNI — Alcuni imballaggi e teli della discarica della Grillaia sarebbero rotti, con il rischio che il vento possa spargere la polvere di amianto. Questa, almeno, è la denuncia del coordinamento No Valdera Avvelenata, che chiama in causa il sindaco Giacomo Tarrini.

“Ci piacerebbe sapere cosa ha da dire il sindaco, che fece venire ingegneri e studiosi per rassicurare la propria comunità – hanno scritto – seppellire 270mila metri cubi di amianto sembrava una cosa che poteva essere fatta e che, anzi, sarebbe servita a mettere definitivamente la discarica in sicurezza. Addirittura, per fare digerire meglio la cosa, disse che avrebbe nominato una persona di sua fiducia per controllare che i conferimenti dell’amianto fossero sempre ben confezionati e sotterrati”.

“Un’opportunità da non perdere, che avrebbe portato nelle casse comunali una compensazione in denaro gentilmente donata dal proprietario attuale della discarica – hanno concluso – noi, al contrario, abbiamo sempre ritenuto profondamente ingiusta la delibera della Regione che autorizzava la riapertura della Grillaia: per questo motivo, con le manifestazioni di Marzo 2023 e di Ottobre 2024 a Pontedera ne abbiamo chiesto il ritiro, con il blocco del conferimento dell’amianto”.

9 Gennaio

Muore mentre va a lavoro, Marco preparava farmaci per i malati. L’assurdo incidente

Il terribile incidente ieri mattina poco dopo le 7. L’auto di Giannini sarebbe stata colpita da alcune lastre cadute improvvisamente da un camion che viaggiava nella direzione opposta

Forcoli (Pisa), 9 gennaio 2025 – La tragedia sulla strada per il lavoro. La morte più drammatica – se così si può dire – ha ha messo fine ai giorni di un giovane farmacista che stava andando al lavoro. E sconvolto la vita di una famiglia e di un intero paese. Marco Giannini, forcolese di 38 anni, ieri mattina poco dopo le 7 ha perso la vita nella sua auto finita nello Scolmatore dell’Arno, lungo la superstrada Firenze Pisa Livorno, nel comune di Collesalvetti. Marco stava andando al lavoro alla farmacia ospedaliera di Livorno dove aveva una mansione molto delicata. Preparava medicinali per la cura dei malati ricoverati nel reparto di Oncologia del nosocomio labronico.

La dinamica dell’incidente è al vaglio della polizia stradale intervenuta per i rilievi di legge. Sembra, secondo una ricostruzione degli agenti, che l’auto del 38enne sia stata colpita da parte del carico di lastre caduto da un camion che procedeva in direzione opposta. Il violento e improvviso urto con il carico di lastre caduto dal camion avrebbe fatto perdere il controllo della macchina al farmacista di Forcoli. Il veicolo è precipitato dal viadotto ed è precipitata nello Scolmatore. Dove si è inabissata. Per Marco Giannini non c’è stato niente da fare. Sul posto sono arrivati i soccorritori e i vigili del fuoco che hanno recuperato il veicolo e il corpo del giovane dipendente dell’Asl Toscana nord ovest.

Un altro Mondo senza Amianto è possibile