9 Ottobre

90enne si ribalta col trattore e muore: ennesimo incidente agricolo nel Vastese

L’uomo sarebbe rimasto schiacciato dal mezzo e per lui non c’è stato nulla da fare. L’incidente si è verificato a Dogliola

Ennesimo incidente agricolo nel Vastese dove un anziano è deceduto dopo essersi ribaltato con il trattore. La tragedia si è consumata a Dogliola giovedì 9 ottobre.  L’uomo, nato nel 1934, residente in zona, era a bordo del mezzo agricolo quando sarebbe finito fuori strada con il trattore che, ribaltandosi, lo avrebbe schiacciato.

Inutili i tentativi di soccorrere l’anziano: nella zona di campagna è stato allertato anche l’elisoccorso ma purtroppo l’uomo non ce l’ha fatta. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, i carabinieri e i vigili del fuoco del distaccamento di Vasto.

7 Ottobre

Grottarossa, operaio resta incastrato sotto al trattore: è grave

L’uomo è stato portato all’ospedale Sant’Andrea dai medici del 118. Sul posto anche i vigili del fuoco

ncidente sul lavoro nel pomeriggio di oggi, a Roma. Intorno alle 14, nella zona archeologica di Grottarossa, un uomo di 43 anni è rimasto schiacciato da un trattore falciatrice che, per cause da accertare, si è ribaltato. Sul posto, in via Vitorchiano, sono accorse due squadre dei vigili del fuoco, la 9/A2 e la 1/A, il carro sollevamenti, oltre al capo turno provinciale per incidenti sul lavoro.

L’intervento dei soccorritori ha permesso al trattorista di essere liberato. La vittima, secondo quanto appreso, stava tagliando l’erba nell’area in gestione alla sovrintendenza dei beni culturali. L’uomo è stato poi affidato al personale sanitario del 118, che ha provveduto a portarlo, in codice rosso, all’ospedale Sant’Andrea. È grave. Sul posto anche i carabinieri della stazione di Tomba di Nerone e della VII sezione via in Selci per i rilievi. Si indaga sulla dinamica dell’incidente. Il trattore è stato sottoposto a sequestro.

Tragedia sul lavoro, un carpentiere è morto dopo essere stato colpito da una trave

La vittima aveva 61 anni e sarebbe stato colpito da una trave in muratura precipitata per cause ancora da accertare. La Procura ha aperto un’inchiesta ed è stata disposta l’autopsia. Indagano i carabinieri

Una nova tragedia del lavoro sconvolge l’Italia. Un carpentiere di 61 anni è stato colpito da una trave caduta dal primo piano di una villetta in via Capitano a Trecase, in provincia di Napoli, durante i lavori. Sono intervenuti i carabinieri. La vittima era impegnata in lavori edili per la ristrutturazione esterna.

Morto sul colpo, aperta un’inchiesta

L’operaio sarebbe stato colpito alla testa da una trave in muratura precipitata, per cause in corso di accertamento, dal primo piano dell’immobile. L’uomo è deceduto sul colpo e sono in corso accertamenti dei carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata. La Procura locale ha aperto un’inchiesta ed è stato disposto il sequestro della salma per la successiva autopsia. Indagini in corso per ricostruire l’intera vicenda.

6 Ottobre

Due morti sul lavoro, operaio schiacciato da una ruspa e un altro coinvolto in un’esplosione

Un operaio di 58 anni ha perso la vita mentre guidava un escavatore a Ventimiglia. Non ce l’ha fatta l’operaio 31enne rimasto ferito in un’esplosione di sabato 4 in un’officina a Pomigliano d’Arco

Due nuovi casi di morti sul lavoro, a Ventimiglia e Pomigliano d’Arco. Nella città ligure, in provincia di Imperia, un operaio di 58 anni ha perso la vita mentre lavorava in un cantiere. Al momento la dinamica, che è al vaglio dei carabinieri, è ancora poco chiara. Per il momento sono state avanzate due ipotesi sull’incidente: l’uomo potrebbe essere stato colto da malore sull’escavatore, che ha proseguito la propria corsa per poi ribaltarsi.

Secondo un’altra ipotesi, per cause in fase di accertamento, il cinquantottenne è finito nella scarpata: lui a circa otto metri sotto il livello della strada, l’escavatore a un centinaio. In un primo momento erano stati allertati anche i vigili del fuoco, il soccorso alpino e l’elisoccorso, ma il loro intervento è stato annullato.

La vittima lavorava nel movimento terra, ma quale fosse il suo compito la mattina di oggi, 6 ottobre, resta uno dei tanti interrogativi. Anche il sindaco di Ventimiglia, Flavio Di Muro, sta cercando di capire cosa è successo: per questo motivo si è subito recato sul posto.

È morto all’ospedale Cardarelli di Napoli Vasile Bujac, l’operaio 31enne rimasto gravemente ferito nell’esplosione che si è verificata sabato 4 ottobre in un’officina di autodemolizioni a Pomigliano d’Arco. Il quadro clinico, già critico al momento del suo ricovero, si è aggravato fino al decesso, avvenuto nella tarda serata di ieri, 5 ottobre.

La procura di Nola ha disposto il trasferimento della salma per eseguire l’autopsia. Nell’incidente sono rimasti feriti altri due operai, che non risultano in pericolo di vita. Secondo le ricostruzioni, nell’officina è esplosa la bombola di gpl di un veicolo in fase di demolizione. Sull’episodio indagano i carabinieri.

I due nuovi casi si aggiungono ad una lunga serie di incidenti mortali sul lavoroNei primi otto mesi dell’anno, i casi di infortuni mortali (esclusi gli studenti) denunciati all’Inail sono stati in totale 674, con un calo di quelli “in occasione di lavoro” ed un aumento di quelli in itinere, nel tragitto casa-lavoro. In particolare, le denunce di infortunio in occasione di lavoro con esito mortale sono state 488 (-3% rispetto allo stesso periodo del 2024) mentre le denunce di infortuni in itinere con esito mortale sono state 186 (+8,8%).

5 Ottobre

La strage dei braccianti nel Materano che viaggiavano in dieci dentro un’auto da 7 posti. “Garantire trasporti pubblici”

Quattro morti nell’impatto con un tir: nelle statistiche dell’Inail saranno decessi “in itinere”, ma la loro tragedia racconta le reali condizioni di lavoro in agricoltura

Il più giovane di tutti era Singh Jaskaran, aveva 20 anni. Il più anziano, si fa per dire, si chiamava Kumar Manoj e ne aveva 34. Singh Surjit e Singh Harwinder ne avevano rispettivamente 33 e 31. Indiani, non pakistani come era stato detto in un primo momento. La loro morte verrà catalogata come “incidente in itinere” nelle fredde statistiche dell’Inail riguardo ai morti sul lavoro. Un dato che solitamente racchiude i nomi di coloro che sono vittime di un incidente stradale, ad esempio, mentre ritornano dal luogo sul quale avevano prestato la loro fatica. Alcune volte è il fato, in tanti casi colpa della stanchezza. Resta da chiarire cosa sia invece in questa circostanza, se non l’ennesimo episodio che racconta – ancora una volta – della sicurezza sul lavoro e delle condizioni di lavoro nelle campagne italiane, cristallizzando a quali braccia e con quale grado di sfruttamento si consegni la raccolta di frutta e verdura che riempiono gli scaffali dei supermercati e poi le tavole delle famiglie.

Perché Kumar e gli altri braccianti agricoli viaggiavano con altri sei connazionali a bordo di una Renault Scenic. Un’auto che ha sette posti, eppure loro erano costretti a viaggiarci in dieciUna situazione che ha certamente inciso sul bilancio della strage: 4 morti, sei feriti. Un’imprudenza evidentemente “necessaria”, ci si passi il termine, se il gruppo di lavoratori aveva deciso di rischiare così tanto. Si sono schiantati contro un furgone Iveco Eurostar lungo la la strada statale 598 Fondovalle dell’Agri, in territorio di Scanzano Jonico, in provincia di Matera, zona a forte vocazione agricola per l’ortofrutta. Cinque altri connazionali, feriti, sono stati trasferiti all’ospedale di Policoro, l’ultimo occupante della vettura – il più grave tra i sopravvissuti – è al San Carlo di Potenza.

Resta schiacciato da un albero durante la potatura, Davide Di Girolamo muore a 29 anni

La tragedia in un terreno a Pontinia; inutili i soccorsi per il giovane. Sul posto i sanitari del 118 e i carabinieri

Tragedia nel pomeriggio di ieri a Pontinia dove un giovane di 29 anni, Davide Di Girolamo, è morto schiacciato da un albero durante dei lavori di potatura. A nulla è valso il tentativo di soccorso da parte dei sanitari del 118, purtroppo per lui non c’è stato nulla da fare.

Tutto è avvenuto nel pomeriggio d sabato 4 ottobre in un terreno agricolo nei pressi della migliora 47. Qui è avvenuta la tragedia mentre, secondo le prime informazioni, il ragazzo era impegnato in alcune operazioni di potatura degli alberi. Per cause che al momento sono ancora al vaglio, proprio mentre stava tagliando una delle grosse piante, il tronco gli è caduto addosso.

Sul posto oltre ai sanitari del 118 soo intervenuti anche i carabinieri a cui ora sono affidate le indagini per ricostruire quanto accaduto. Davide Di Girolamo, come riporta FrosinoneToday, era originario di Amaseno dove era conosciuto come ragazzo laborioso ed era benvoluto da tutti. Padre di una bambina lascia un vuoto nella sua famiglia e nell’intera comunità sconvolta alla notizia della sua scomparsa.

4 Ottobre

Cede il solaio durante la gettata di cemento: operaio muore dopo un volo di tre metri

Un 58enne ha perso la vita, nella mattinata di oggi, durante i lavori di realizzazione di una vasca per la raccolta delle acque piovane, nel territorio di Corsano. Nulla da fare per la vittima: è spirato sul colpo. Sul luogo, oltre al 118, anche gli ispettori Spesal e i carabinieri di Tricase

CORSANO – Cede il solaio durante la gettata di cemento: un operaio muore dopo un volo nel vuoto di circa tre metri. La tragedia questa mattina a Corsano, lungo la via provinciale 187 che collega il comune al litorale di Novaglie: nulla da fare per Antonio Marsano. Un uomo di 58 anni che, come ogni mattina, si era recato al lavoro per svolgere attività di carpenteria per conto di una ditta edile con sede a Matino, vincitrice di una gara di appalto indetta dal Comune di Corsano.

 Il drammatico incidente si è infatti verificato all’interno di un cantiere allestito per l’adeguamento dell’impianto di fognatura già esistente. Interventi pubblici, voluti dall’amministrazione comunale, per realizzare una vasca di raccolta delle acque piovane. Per cause che saranno stabilite e analizzate in un secondo momento, si sarebbe verificato il cedimento. Di certo c’è che l’operaio è stato immediatamente raggiunto dagli altri colleghi, presenti al momento dell’accaduto, per i primi soccorsi. 

Purtroppo è però morto sul colpo: neppure gli operatori del 118 hanno potuto effettuare manovre di rianimazione, poiché il cuore del 58enne aveva ormai cessato di battere. Sul posto, oltre al personale sanitario, sono anche giunti gli ispettori dello Spesal (il Servizio di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro della Asl) e i carabinieri della compagnia di Tricase per i rilievi e le successive indagini.

La salma dell’operaio, su disposizione della pubblica ministera di turno della Procura della Repubblica di Lecce, Erika Masetti, è stata trasferita nella camera mortuaria dell’ospedale “Vito Fazzi” del capoluogo salentino, in attesa del conferimento dell’incarico al medico legale per gli approfondimenti clinici e per l’autopsia. Tramite gli accertamenti sarà infatti possibile stabilire sia se la vittima soffrisse di patologie, sia l’eventualità di un malore che potrebbe averlo colpito all’improvviso. Sgomento e disperazione, intanto, fra i colleghi e nella comunità matinese per l’atroce perdita. L’ennesima, ingiusta morte su un luogo di lavoro.

Pomigliano d’Arco (Napoli), esplosione in un’officina: tre operai feriti, uno è grave | Crolla solaio in un cantiere: 58enne muore nel Leccese

Dai primi accertamenti pare che a esplodere sia stato un impianto di gpl montato su un’autovettura in demolizione. La vittima nel comune pugliese era impegnata nella realizzazione di una vasca per la raccolta delle acque piovane

Tre operai sono rimasti feriti in seguito a un’esplosione avvenuta in un capannone all’interno di un’officina di autodemolizioni a Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli. Due di loro, un 31enne e un 29enne, sono stati trasportati in gravi condizioni all’ospedale Cardarelli di Napoli: il 31enne risulta in pericolo di vita. Il terzo ferito, un 39enne, è stato curato sul posto e poi trasportato all’ospedale del Mare. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le indagini sull’accaduto per accertare le cause dello scoppio. Dai primi accertamenti pare che a esplodere sia stato un impianto di gpl montato su un’autovettura in demolizione.

3 Ottobre

Cremona, schiacciato da container mentre carica il camion: muore a 61 anni Stefano Ferraris

La tragedia intorno alle 11 di oggi al porto canale. Sul posto ambulanza e automedica, ma per l’uomo originario di Asti non c’è stato nulla da fare

Cremona, 3 ottobre 2025 – Drammatico incidente sul lavoro questa mattina, venerdì 3 ottobre, a Cremona. L’ennesima tragedia si è consumata poco dopo le 11 di stamani all’ interno della ditta di logistica Katoen che si trova nella zona del Porto di Cremona. A perdere la vita un camionista di 61 anni, Stefano Ferraris, di Asti. Stando a quanto emerso stava caricando dei container sul suo camion quando, per ragioni che dovranno essere chiarite, uno è rovinato giù dal muletto schiacciandolo.  

2 Ottobre

Incidente sul lavoro a Flero, operaio colpito da un muletto: è grave

Oltre ai soccorsi, sono intervenuti i carabinieri e Ats per ricostruire l’esatta dinamica e le cause

Flero (Brescia), 2 ottobre 2025 – Incidente sul lavoro a Flero, nel Bresciano.

Un uomo di 66 anni è rimasto gravemente ferito a una gamba dopo essere stato colpito da un muletto. L’infortunio è avvenuto verso le 13 di oggi, in un’azienda in via Guglielmo Marconi 15.

Immediato l’allarme al 118, che è subito arrivato sul posto con un’autoemdica e un’ambulanza. L’uomo è stato stabilizzato e portato, in codice rosso, alla Poliambulanza di Brescia: al momento gli è stato riscontrato un trauma a un arto inferiore.

Onda travolge imbarcazione, morto pescatore a Reggio Calabria

Vittima aveva 77 anni

Un pescatore di 77 anni, Paolo Tarsia, è morto dopo che l’imbarcazione sulla quale si trovava é stata travolta da un’onda di notevoli dimensioni.

Tarsia é finito in mare ed é deceduto per annegamento.

Amianto : Sentenze

Rocco Gatto morto per amianto in marina militare: familiari risarciti dopo 18 anni con 950mila euro

Residente a Monterotondo morì nel 2007 dopo aver prestato servizio sulle navi come elettromeccanico e cannoniere. L’Osservatorio Amianto: “Vittoria dolorosa ma significativa”

Risarciti dopo quasi venti anni. Dopo diciotto anni dalla morte di Rocco Gerardo Gatto, la giustizia riconosce la verità: fu l’amianto, respirato durante il servizio nella marina militare a ucciderlo. Con sentenza passata in giudicato in questi giorni, la seconda sezione civile del tribunale di Roma ha condannato il ministero della Difesa a risarcire moglie e figli dell’uomo per un totale di circa 950.000 euro, compresi interessi e spese legali. Una vittoria dolorosa, ma significativa, per la famiglia e per l’Osservatorio nazionale amianto, che da anni assiste le vittime di esposizioni in ambito militare.

Arruolato in marina nel 1952

Arruolato nella marina militare nel 1952, Rocco Gerardo Gatto, prestò servizio fino al 1958 come elettromeccanico e cannoniere a bordo di unità navali e in strutture fortemente contaminate da fibre di amianto. Nel 2006 l’uomo, residente a Monterotondo (comune della provincia nord di Roma), ricevette la diagnosi di mesotelioma pleurico e morì l’anno successivo, a soli 72 anni. La consulenza tecnica d’ufficio ha confermato l’esposizione prolungata e l’evidente nesso causale con la patologia tumorale. Il tribunale ha stabilito che il ministero della Difesa non mise in atto le necessarie misure di protezione per tutelare la salute del personale, sebbene la pericolosità dell’amianto fosse già nota all’epoca.

Bonifica dei siti contaminati

“È l’ennesima conferma di un dramma silenzioso che ha colpito centinaia di militari italiani – commenta l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto e difensore dei familiari -. Il Ministero deve ora avviare una sorveglianza sanitaria per tutti coloro che hanno servito nel passato e completare la bonifica dei siti contaminati. Ogni nuova sentenza ricorda che la prevenzione mancata si paga con la vita delle persone”.

Il giudice ha riconosciuto il danno da perdita del rapporto parentale: a testimonianza della gravità del danno affettivo e umano provocato dalla morte di Rocco Gerardo Gatto, alla moglie e ai figli andrà un risarcimento importante, che vale più come atto di giustizia e riconoscimento del dolore che come compensazione economica. L’importo complessivo, pari a quasi un milione di euro, restituisce almeno in parte la dignità negata per anni a questa famiglia.

Morti per amianto in marina

Questa nuova condanna contro il ministero della Difesa si aggiunge alle numerose già ottenute dall’Ona, che da anni chiede bonifiche, controlli sanitari e giustizia per le vittime dell’amianto nelle forze armate. Altri risarcimenti erano stati ottenuti nel giugno di quest’anno dai familiari di un ufficiale della marina di Roma scomparso a causa di un mesotelioma pleurico contratto durante il servizio. Nel settembre 2024 l’Ona permise ai familiari di un altro militare della marina di Albano Laziale di ottenere un risarcimento dal ministero della Difesa di 195mila euro.

Centinaia di morti per amianto

L’Osservatorio nazionale amianto denuncia già nel lontano 2015 l’impressionante numero di casi di malattie correlate tra coloro che hanno svolto servizio nella Marina Militare Italiana: almeno 570 casi di mesotelioma accertati. “Quello che succede in Italia con le stragi silenziose dell’amianto è una ferita aperta. Non solo per le tonnellate ancora da smaltire, ma soprattutto per i tanti orfani che ha lasciato che devono lottare con lunghissime cause giudiziarie per il riconoscimento di un diritto sacrosanto”, il commento dall’Ente che lotta da anni contro la fibra killer presente ancora oggi in troppe costruzioni.

Amianto: nuovi limiti per mc

Esposizione dei lavoratori all’amianto: ok al decreto che abbassa limite da 100mila a 2mila fibre per mc

Via libera preliminare del Consiglio dei Ministri al D.Lgs. di recepimento della direttiva UE 2023/2668

Rafforzare in modo significativo la protezione dei lavoratori esposti all’amianto. È questo l’obiettivo del decreto legislativo di attuazione della direttiva (UE) 2023/2668 (che modifica la direttiva 2009/148/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi all’esposizione all’amianto), approvato in esame preliminare dal Consiglio dei Ministri nella riunione di mercoledì 8 ottobre. 

Il limite di esposizione scende da 100.000 a 2.000 fibre per mc

Il decreto abbassa drasticamente il limite di esposizione professionale, da 100.000 a 2.000 fibre per metro cubo. 

Priorità di rimozione e formazione dei lavoratori

Si introduce l’obbligo di valutare la priorità di rimozione dell’amianto in edifici e navi e di assicurare l’adeguata formazione dei lavoratori. 

Esteso a 40 anni l’obbligo di conservazione dei documenti

Viene esteso a 40 anni (dopo la fine dell’esposizione) l’obbligo di conservazione delle cartelle sanitarie e della documentazione sulla formazione e sull’esposizione, a tutela della salute a lungo termine.

Amianto : e Scuole Pubbliche

Amianto killer nelle scuole italiane: oltre 400mila tra studenti e docenti esposti ogni giorno, 2.500 istituti ancora contaminati nonostante i divieti. L’allarme choc dell’Osservatorio Nazionale: “Una bomba sanitaria”

L’emergenza amianto nelle scuole assume proporzioni drammatiche secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale Amianto. Ben 2.500 istituti scolastici risultano ancora contaminati da materiali contenenti la fibra killer, con un’esposizione che coinvolge circa 352.000 studenti e 50.000 operatori tra docenti e personale ATA.

L’VIII rapporto ReNaM certifica una realtà allarmante: fino al 2021 sono stati registrati 158 casi di mesotelioma tra il personale della scuola, mentre nel decennio 2015-2025 si contano oltre 100 nuove diagnosi. I numeri testimoniano una minaccia sanitaria ancora molto attiva negli ambienti educativi del Paese.

Il panorama nazionale della contaminazione

Il territorio italiano nasconde una bomba sanitaria costituita da 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto, distribuiti su circa un milione di siti. La mappatura dell’Ona evidenzia 50.000 siti industriali e 40 aree di interesse nazionale, inclusi i tristemente noti poli di Casale Monferrato, Bari e Broni. La contaminazione non si limita alle scuole: risultano a rischio 1.000 biblioteche250 ospedali e una rete di oltre 300.000 chilometri di tubature realizzate con materiali pericolosi. Gli impianti sportivi costruiti prima del 1993 rappresentano un ulteriore capitolo di questa emergenza nazionale che causa annualmente 7.000 decessi per mesoteliomi, asbestosi e carcinomi polmonari.

Un altro Mondo senza Amianto è possibile