Tutti gli articoli di Maurizio Barsella

27 Settembre 2022

Schiacciato da un macchinario, tremendo incidente sul lavoro: è morto un operaio di 60 anni

La tragedia è avvenuta nel bresciano, l’uomo stava svolgendo dei lavori di manutenzione quando è avvenuto il tremendo incidente 

BRESCIA. Drammatico incidente sul lavoro nelle prime ore di questo pomeriggio che ha visto la morte di un operaio di 60 anni.

L’incidente è avvenuto a Manerbio. Secondo una prima ricostruzione l’uomo stava svolgendo dei lavori di manutenzione ad un rullo che trasporta delle barre di alluminio quando ad un certo punto l’uomo sarebbe rimasto schiacciato.

Sulle cause del tremendo incidente sono in corso le verifiche da parte delle forze dell’ordine.

Immediatamente è scattato l’allarme e sul posto si sono portati i soccorsi sanitari con l’intervento anche l’elisoccorso per l’equipe medica d’emergenza. Vano ogni tentativo di rianimare l’uomo che non ha più ripreso conoscenza.

Amianto :Vittime del dovere

Nostro padre morto per colpa dell’amianto sulle navi della Marina militare”

Domenico Sabbioni si è ammalato in servizio. “Faceva una guerra che non sapeva di dover combattere”, raccontano i figli. Come lui, centinaia di persone sono uscite dagli anni in Marina con un mesotelioma. Ma secondo la Difesa, le “vittime del dovere” non hanno diritto a nessuna forma di risarcimento. Se non dopo una lunga e dolorosa battaglia legale

Matteo e Mara sono due orfani. Loro padre, il marinaio della Marina militare Domenico Sabbioni, è stato ucciso da fibre di amianto che non sapeva di dover combattere. I figli non hanno mai dimenticato quegli undici mesi infernali che sono sembrati un’eternità. Il dolore alla spalla divenuto allarmante, il sangue sputato fuori con la tosse, la chemio, le innumerevoli operazioni. Poi il responso dei medici che non lasciava spazio a molte speranze: marinaio morì per l’amianto nelle navi, agli eredi 200mila euro. Purtroppo quello di Domenico non è un caso isolato in Marina. 

26 Settembre 2022

Incidenti sul lavoro: operaio muore folgorato nell’Anconetano. Due ustionati a Siracusa

L’uomo aveva 64 anni, stava lavorando in una cabina elettrica. Due persone sono rimaste ferite per un incendio scoppiato all’interno dell’impianto 100 nello stabilimento Lukoil di Priolo nella zona industriale del paese siculo

Aveva 64 anni l’operaio che è morto a Fabriano, in provincia di Ancona, rimasto folgorato mentre stava lavorando all’interno di una cabina elettrica in una azienda agricola. Quando sono arrivati, i soccorsi del 118 hanno potuto solo constatare il decesso dell’uomo. Gli agenti del commissariato di Fabriano sono ancora sul posto per ricostruire la dinamica dell’incidente. 

A Siracusa due operai ustionati, uno in modo grave
Due operai della Ro.Da., azienda metalmeccanica, sono rimasti ustionati in un incendio scoppiato all’interno dell’impianto 100 nello stabilimento Lukoil di Priolo nella zona industriale di Siracusa. Un operaio è ricoverato con la prognosi riservata all’ospedale Cannizzaro di Catania per le gravi ustioni riportate al volto, mentre per l’altro fortunatamente solo contusioni al ginocchio. «La salute e la sicurezza delle persone devono essere una priorità assoluta per tutti: istituzioni, sindacati, Prefettura, imprese. Fismic Confsal Siracusa è una delle organizzazioni rappresentative all’interno della zona industriale e siamo pronti a manifestare contro la mancata applicazione dei protocolli di sicurezza» commenta il segretario generale della Fismic Confsal Siracusa, Marco Faranda. «Questo ennesimo incidente – aggiunge Faranda – dimostra che non avevamo torto quando nei giorni scorsi denunciavamo la mancata osservazione dei protocolli per garantire l’incolumità degli operai. Sia chiaro a tutti che la sicurezza è prioritaria rispetto alla produttività»

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25 Settembre 2022

Non rincasa per pranzo e lo scoprono morto schiacciato da un trattore a Montescudo(Rimini)

Investito dalle parti meccaniche del retro del trattore l’addetto è caduto ed è morto schiacciato

Un incidente sul lavoro si è verificato nella mattinata di domenica in un’azienda agricola. A farne le spese è stato un lavoratore che è rimasto ucciso da un trattore, che avrebbe preso a muoversi mentre l’uomo si trovava a piedi, dietro il mezzo. Investito dalle parti meccaniche del retro del trattore l’addetto è caduto ed è morto schiacciato. E’ successo in un allevamento di via Mezzanotte, nel territorio di Montescudo. L’uomo era solo in quel momento e nessuno avrebbe lanciato tempestivamente l’allarme. Solo più tardi è stato cercato da alcuni famigliari in quanto non rincasava per pranzo. Sul posto a quel punto si sono portati i soccorritori del 118, i vigili del fuoco e i carabinieri. Al loro arrivo però non c’era più niente da fare. La Medicina del Lavoro ha eseguito i rilievi per ricostruire esattamente cosa possa essere successo e l’origine del decesso.

23 Settembre 2022

Soresina, incidente sul lavoro: morto 49enne schiacciato da un macchinario

Gravissimo incidente alla Pedrazzi Giacomo Srl, azienda meccanica di Soresina, dove un uomo di 49 anni ha perso la vita. Così quello che doveva essere un normale venerdì di lavoro, si è trasformato in tragedia. Erano da poco passate le 14 e la vittima – che è poi risultata essere Alberto Pedrazzi, uno dei titolari dell’impresa – stava cercando di risolvere un problema in uno dei macchinari, che si era inceppato.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, operata dai Carabinieri di Soresina e di Cremona, intervenuti sul posto, per sistemare il meccanismo la vittima avrebbe inserito il braccio sinistro nel macchinario – spento -, quando quest’ultimo è ripartito improvvisamente, e lo ha letteralmente schiacciato, provocandogli gravi lesioni all’arto e alla testa. Ferite che gli sono state fatali: inutile l’intervento del 118, accorso sul posto con ambulanza ed elisoccorso. I medici non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Sul posto è intervenuto anche il personale di Ats Val Padana, per verificare le circostanze dell’incidente.

Il 49enne era uno dei figli del fondatore dell’azienda,un’officina meccanica che da oltre 40 anni si occupa di lavorazioni meccaniche di precisione per conto terzi, e opera in diversi settori, tra cui energia, estrazione petrolifera e mineraria, alimentare, tessile, militare.

22 Settembre 2022

Operaio muore sul lavoro a Roma, stava ristrutturando una villa

A dare l’allarme sono stati i suoi colleghi. Sul posto la polizia di Stato. Inutili i soccorsi

Un operaio è morto sul lavoro a Roma. È quanto successo nel pomeriggio di giovedì 22 settembre nella zona de La Giustiniana, in via del Buon Ricovero. A dare l’allarme, intorno alle 14, sono stati i colleghi dell’uomo, un 61enne italiano. Inutili però i soccorsi. 

Secondo quanto appreso, l’operaio di 61 anni stava ristrutturando la facciata di una villa quando, per motivi che saranno oggetto di indagine, ha perso l’equilibrio cadendo da tre metri. Sul posto la polizia e il personale medico del 118.

Il lavoratore è morto sul colpo. Ora si lavorerà per capire le cause dell’incidente mortale sul lavoro. Chi indaga dovrà determinare anche se erano state messe in atto tutte le norme di sicurezza. 

Incidenti lavoro: muore operaio 26enne a Tolentino

Travolto da infissi metallici caduti da muletto

ANSA) – TOLENTINO, 22 SET – Incidente mortale sul lavoro nella zona industriale di Cisterna, a Tolentino (Macerata).

A perdere la vita un ragazzo di 26 anni, nigeriano da tempo residente a Macerata.

Secondo una prima ricostruzione, l’operaio sarebbe stato travolto da alcuni infissi, caduti da un muletto.
    L’incidente è accaduto all’interno di un’azienda che tratta infissi metallici. Avvertiti immediatamente i soccorsi, gli operatori del 118 hanno provato a rianimare il 26enne, ma senza successo. Sul posto per i rilievi di rito sono arrivati i carabinieri oltre ai vigili del fuoco. (ANSA).

Amianto:Discariche Brianco (Biella)

Il no dei cittadini alla discarica di Brianco

Aprite la finestra e prendete un bel respiro, ma attenzione perché il soffio d’aria pulita potrebbe durare ancora per poco! 

Il 15 maggio 2017 la società Acqua & Sole ha presentato il progetto per una discarica per materiale da costruzione contenente cemento amianto da realizzarsi nel Comune di Salussola (BI), in frazione Brianco. 

Il progetto prevedeva la costruzione di una discarica di superficie avente un volume complessivo pari a circa due milioni di metri cubi, profonda 15 metri e alta ben 17. Solo la parte esterna raggiungerebbe l’altezza del Jibo Kannon, la ventiquattresima statua più alta del mondo!! 

Ma se la statua giapponese meravigliosamente risplende per sua bellezza, la discarica non farà altrettanto,  infatti questo “eco-mostro distruggi ambienti” sarà alimentata per 12 anni e determinerà una produzione di Pm10 (polveri sottili), con possibile dispersione di fibre di amianto e la conseguente distruzione del paesaggio agrario. A discarica esaurita, essa sarà manutenuta per 30 anni dopo la sua chiusura, ma permarrà nei secoli a venire nelle falde e nel terreno. 

A subirne i peggiori effetti sono i cittadini di Salussola, che nel 2017, hanno fondato l’associazione “Salussola Ambiente E’ Futuro” per difendere i loro territori e i diritti, e del Biellese.  

Discarica di amianto del Brianco: si discute al Tar

L’impianto è previsto vicino a Santhià

Momento di attesa per la discarica di amianto di Salussola, a due passi da Santhià: il Tar Piemonte ha disposto una perizia (incaricando un consulente tecnico d’ufficio) in quanto il Collegio giudicante ha ritenuto di approfondire alcune questioni tecniche sollevate dalle parti.

In particolare il Ctu dovrà redigere una relazione su due punti specifici: in primo luogo dovrà verificare se lo studio sui venti prodotto dalla proponente è stato condotto correttamente e studiare se la direttrice dei venti è indirizzata verso zone diverse dai centri abitati e vedere se è escluso «qualsiasi possibile trasporto aereo delle fibre. Altro punto riguarda la modalità di abbancamento dei rifiuti, che prevedono il passaggio dei mezzi sugli stessi: in questo caso il Ctu dovrà capire se questo metodo non possa causare la frantumazione dei rifiuti contenenti amianto e i conseguenti rischi per l’ambiente. Il Ctu  dovrà infine consegnare una relazione circa questi punti entro il 14 ottobre, mentre l’udienza pubblica per la discussione delle cause è fissata al 22 marzo 2023.

A noi spetta l’onere di pagare questa Consulenza Tecnica d’Ufficio- spiegano dal Comitato Salussola Ambiente è Futuro – e pertanto abbiamo nominato i nostri periti di parte. Sebbene preoccupati dai costi che tutto questo comporterà, siamo soddisfatti perchè il Collegio ha voluto approfondire questioni importantissime, su cui abbiamo puntato il dito per anni, rimanendo inascoltati. Si farà chiarezza sui rischi per la salute delle persone e dell’ambiente.A questo punto è necessario ed imprescindibile riaprire la sottoscrizione per fare fronte alle nuove spese che si profilano all’orizzonte, e di cui non conosciamo ancora l’entità. Chiediamo quindi nuovamente a chi può di effettuare una donazione, di qualsiasi entità, con causale “Ricorso al Tar” , disponendo un bonifico in favore di Comitato Salussola Ambiente è Futuro, c/c Intesa San Paolo con Iban IT 46 D 030 6909 6061 0000 0172 971». Intanto le prossime scadenze sono previste per il 14 ottobre con il deposito della relazione del consulente d’ufficio, il 30 novembre saranno depositate le osservazioni dei consulenti di parte, il 30 dicembre si discuterà sulle controdeduzioni del consulente d’ufficio e il 22 marzo 2023 vi sarà la prossima udienza.

21 Settembre 2022

Dormivano in un container da cantiere dove hanno acceso un braciere

Due operai morti per intossicazione da monossido nel Comasco

La tragedia è avvenuta in un cantiere a Moltrasio, sul lago di Como, dove era stato allestito un container prefabbricato ad uso ufficio

Due operai sono morti questa mattina in un container da cantiere a Moltrasio, sul lago di Como, dove avevano trascorso la notte accendendo un braciere artigianale. Con tutta probabilità sono stati uccisi dalle esalazioni di monossido di carbonio. Gli operatori sanitari intervenuti hanno constatato il decesso di due uomini, dopo la segnalazione arrivata dai colleghi, che non li hanno visti tornare al lavoro. 

La tragedia è avvenuta nel cantiere di via Ranzato, dove era stato allestito un container prefabbricato aduso ufficio. 

I Carabinieri hanno avviato l’indagine per stabilire le cause del decesso

Altra tragedia sul lavoro a Sormano: si ribalta con il trattore, morto il conducente

L’incidente è accaduto intorno alle 14.45, niente da fare per il conducente. In corso gli accertamenti delle Forze dell’Ordine

Una giornata davvero tragica, quella di oggi: i Vigili del Fuoco del distaccamento di Canzo sono stati chiamati ad intervenire, intorno alle 14.45, per soccorrere una persona nel comune di Sormano, lungo la SP 44, verso Piano del Tivano, rimasta coinvolta in un incidente con il trattore. Al loro arrivo, in supporto al personale del 118, i Vigili hanno trovato il mezzo ribaltato che, purtroppo, ha provocato la morte del conducente. Si tratta di un agricoltore della zona, 75 anni. L’uomo è rimasto schiacciato dal peso del mezzo e non ha avuto scampo: deceduto sul colpo.

Amianto:Sentenze buone e cattive

Morti per amianto alla Fibronit Broni, manager assolti: “Non c’è prova della loro colpa”

Pavia, le motivazioni della sentenza: nessuna certezza che quelle fibre abbiano accelerato la malattia

Fibronit Broni, tutti assolti: “Migliaia di morti e nessun colpevole”

L’Appello bis fa calare il sipario sugli ultimi ex manager a giudizio. Rabbia dei parenti delle vittime: “I due imputati sono innocenti? Allora la magistratura ci deve dire chi sono i veri responsabili”

Impossibile stabilire con esattezza quando è iniziata la malattia e, di conseguenza, assegnare delle responsabilità. Le motivazioni della Corte d’appello di Milano sulla sentenza Fibronit, appena depositate, hanno specificato nel dettaglio questo concetto già anticipato a luglio, con la pronuncia di assoluzione per gli ultimi due imputati: l’ex direttore dello stabilimento Lorenzo Mo, oggi 78enne, e l’ex amministratore delegato Michele Cardinale, classe 1941.

A cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80 avevano lavorato con ruoli apicali e quindi di garanzia alla Fibronit. Gli anni effettivi presi in esame dai giudici in questo senso sono solo 4, tra il 1981 e il 1985, ma poco importa perché la Corte non ha potuto non tener conto delle perizie commissionate a due super consulenti esperti in medicina del lavoro che hanno messo nero su bianco, in lunghe relazioni, questo fatto: impossibile stabilire con certezza il nesso temporale tra l’esposizione all’amianto e l’insorgere delle malattie correlate, in particolare il tumore specifico chiamato mesotelioma pleurico e l’asbestosi. Insomma, è innegabile, l’amianto lavorato alla Fibronit ha provocato migliaia di morti da queste parti, ma è letteralmente impossibile, allo stato delle conoscenze mediche attuali, individuare quando fu inalata la fibra destinata ad innescare, magari 30 o 40 anni dopo, un male incurabile.

Il processo per i morti di amianto a Broni e nelle zone limitrofe iniziò una quindicina d’anni fa a Voghera, qualche anno prima della chiusura del tribunale oltrepadano. Le due sentenze di condanna, in primo grado a Pavia e in secondo grado presso la Corte d’appello di Milano, erano state respinte della Cassazione che aveva rinviato il tutto a un altro collegio milanese, lo stesso che oggi ha messo, salvo un nuovo ed ultimo ricorso in Cassazione, una pietra su questa interminabile vicenda giudiziaria conclusasi con un sostanziale nulla di fatto.

Operaio di Torre Annunziata morto per amianto: Inail condannata a risarcire la famiglia

Il 66enne esposto alla fibra killer tra 1978 e 1991. Lavorò anche all’Avis di Castellammare

Torre Annunziata. Il giudice Beatrice Marrani del Tribunale di Velletri ha condannato l’INAIL a riconoscere l’indennizzo da malattia professionale agli eredi di Giovanni Panariello, operaio di Torre Annunziata morto per mesotelioma dopo essere stato esposto ad amianto.

Alla vedova saranno versati circa 110mila euro di arretrati, compreso il fondo vittime amianto, e una rendita mensile di circa 2mila euro al mese. Panariello che ha lavorato presso diverse ditte, tra cui l’Avis di Castellamare di Stabia, in particolare ha svolto attività di commercio e pulizia dei materiali di scarto tra cui la scoibentazione dell’amianto presente nelle carrozze ferroviarie.

Nel febbraio 2017 è arrivata la terribile diagnosi e l’uomo è morto a soli 66 anni nel dicembre dello stesso anno. L’INAIL, che eppure aveva riconosciuto all’uomo la malattia professionale, contestava non solo il nesso causale tra il decesso avvenuto per amianto e l’attività lavorativa, ma la stessa esposizione all’asbesto.

L’uomo, oltretutto era stato collocato in pensione nel gennaio 2010 usufruendo dei benefici previdenziali di legge per esposizione all’amianto con la certificazione della stessa INPS che ha rilevato: “è stata riconosciuta l’esposizione all’amianto per 666 settimane comprese nel periodo dal 11 febbraio 1978 al 16 settembre 1991”.

“L’INAIL ha negato l’evidenza e le sue stesse conclusioni – ha commentato il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, l’avvocato Ezio Bonanni – evitando per l’ennesima volta di riconoscere i diritti degli eredi di una vittima amianto. Un uomo che ha lavorato tutta la vita per poter sostenere la sua famiglia e che si è ammalato proprio di mesotelioma, una patologia gravissima che lo ha portato via in meno di un anno”.

Esposto all’amianto durante il lavoro: i giudici gli aumentano la pensione

Riconosciuta la malattia professionale dopo 16 anni per un lavoratore casertano

M.D. ha lavorato dal 1979 al 2004 alle dipendenze di una società di elettromeccanica del casertano, periodo durante il quale sarebbe stato esposto a fibre di amianto, ragion per cui gli è stata riconosciuta, con il patrocinio dell’avvocato Domenico Carozza, la rivalutazione contributiva prevista dalla legge.

Nell’ottobre del 2020 M.D., ha scoperto di avere una particolare forma di cancro ai polmoni, prima trattato con chemioterapia e poi trattato chirurgicamente. M.D. si è nuovamente rivolto al legale Carozza che, dopo approfondimenti in diritto e con l’apporto di una consulenza medico legale di parte, ha ritenuto proponibile azione in giudizio per il riconoscimento della malattia professionale, benché fossero trascorsi molti anni dal periodo di esposizione alle fibre di amianto.

16 settembre 2022

NCIDENTI SUL LAVORO/ VENEZIA

Ragazzo di 18 anni muore schiacciato da lastra di metallo: faceva stage scolastico

Frequentava un istituto di Portogruaro ed era impegnato in un’azienda per acquisire i crediti formativi e raccogliere dati per la tesi di diploma. Inutili i soccorsi

Uno studente di soli diciotto anni è morto oggi, 16 settembre, per un incidente sul lavoro. La tragedia è avvenuta appena prima dell’orario di chiusura della Bc Service, ditta di Noventa di Piave (Venezia) specializzata nella lavorazione del metallo. Il giovane era uno stagista, frequentava un istituto di Portogruaro ed era impegnato in azienda per acquisire i crediti formativi e raccogliere dati per la tesi di diploma. Secondo una prima ricostruzione, è rimasto schiacciato da una lastra metallica caduta da un cavalletto. La lastra gli ha schiacciato le gambe. 

I soccorsi sono scattati immediatamente ma il 18enne è morto poco dopo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che conducono le indagini per fare piena luce sull’accaduto.

Alternanza scuola-lavoro: i manganelli non fermano gli studenti, la protesta continua

Dopo le manganellate di venerdì 28 gennaio agli studenti di a Torino, Milano e Napoli che, dopo la morte durante uno stage di Lorenzo Parelli, chiedevano l’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro (P.C.t.o.) ieri il governo ha confermato che nulla cambierà. il contestato obbligo dell’alternanza scuola lavoro sarà uno degli oggetti dell’esame di maturità di quest’anno. Stando alle indiscrezioni circolate ieri sera sarà oggetto di un colloquio insieme all’educazione civica.