Tutti gli articoli di Maurizio Barsella

6 Maggio

Milano, muratore 24enne precipita da un ponteggio e muore in un cantiere. Endrit Ademi è la seconda vittima del lavoro in poche ore

Il giovane, assunto a tempo indeterminato, era residente a Rovato, nel Bresciano. La tragedia è avvenuta mentre si stava occupando della ristrutturazione di un balcone al terzo piano di un palazzo in via Bassini, nel quartiere Lambrate

Milano, 6 maggio 2025 – Un’altra tragedia sul lavoro in meno di ventiquattro ore. Dopo l’incidente avvenuto lunedì sera a Carpiano, nel Milanese – dove un operaio è morto investito accidentalmente da una motrice, nel piazzale della filiale della Dhl – Endrit Ademi, un muratore di 24 anni, Endrit Ademi, ha perso la vita questa mattina in un cantiere condominiale in via Bassini, nel quartiere di Lambrate, a Milano. La vittima, di origini kosovare, viveva a Rovato, in provincia di Brescia. 

Secondo le prime informazioni, verso le 9.30 di oggi, il giovane kosovaro sarebbe precipitato da un ponteggio. Il 24enne, che lavorava per una ditta edile del bresciano, si stava occupando di manutenzione ordinaria, in particolare di tinteggiare delle logge condominiali – finiture di balconi -, al terzo piano di un condominio. Si trovava su una sorta di trabattello di circa 80 centimetri con una protezione sul retro della struttura. Per motivi ancora da chiarire sarebbe scivolato e caduto all’indietro: la protezione non ha retto e il 24enne, che verosimilmente non aveva imbracatura, ha fatto un volo di circa 12 metri finendo al piano terra nel cortile interno.

La Procura di Milano aprirà nelle prossime ore un fascicolo per omicidio colposo. La pm di turno Maria Cristina Ria disporrà poi l’autopsia sulla salma e tutti gli accertamenti del caso per verificare le condizioni di sicurezza del lavoratore.

In pensione ma costretto a lavorare, muore travolto da una motrice in azienda

Roberto Vitale, di 62 anni, è stato investito da un collega a Carpiano: non si era accorto della sua presenza

Un operaio di 62 anni, Roberto Vitale, è morto il 5 maggio mentre lavorava a Carpiano (Milano). In base a quanto è emerso, l’uomo era in pensione: “Oltre all’assurdità  della morte sul lavoro, c’è l’inconcepibilità che questo accada a un pensionato, costretto a lavorare per arrotondare una pensione erosa dal caro vita”, ha commentato Domenico Albanese, coordinatore Uil Trasporti Lombardia.

Vitale stava lavorando tra i capannoni della zona industriale di Carpiano. Come riporta MilanoToday, il 62enne era un dipendente della ditta bresciana Bs trasporti. Un collega di Vitale l’avrebbe travolto mentre era alla guida di una motrice di un’azienda di San Giuliano Milanese: non si sarebbe accorto della sua presenza. Sul posto sono arrivati i sanitari e i carabinieri della compagnia di San Donato, ma per Vitale non c’è stato nulla da fare. Il collega dopo l’incidente ha avuto un malore ed è stato trasportato in codice verde all’ospedale di Melegnano. Sul caso sta indagando l’Ats (agenzia tutela della salute).

5 Maggio

Muore operaio nel Vicentino: è rimasto incastrato in un macchinario

L’uomo, 58 anni, lavorava nello stabilimento Aristoncavi di Brendola, azienda che produce cavi elettrici

Un operaio di 58 anni è morto sul lavoro questa mattina intorno alle ore 7.00. Il decesso nello stabilimento Aristoncavi di Brendola, provincia di Vicenza. La vittima è rimasta incastrata in un macchinario.

Secondo alcune informazioni, l’uomo sarebbe deceduto mentre stava operando a un’apparecchiatura dell’impianto. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, assieme allo Spisal dell’azienda Ulss berica e i Carabinieri.

Incidente sul lavoro, morto operaio a Frattamaggiore

Un operaio è morto ieri, lunedì 5 maggio, cadendo da un’impalcatura nel napoletano. La tragedia in via Padre Vergara a Frattamaggiore.

Secondo quanto si apprende l’uomo, impegnato nella ristrutturazione della facciata di un edificio in una corte privata, è morto appena dopo il ricovero in ospedale.

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i carabinieri della stazione locale e personale dell’Asl Napoli 2 Nord.

Sono in corso accertamenti per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti, le indagini sono coordinate dalla Procura di Napoli Nord.

Frosinone:Tragedia sul lavoro a Paliano muore folgorato un operaio di 47 anni originario di San Nicandro Garganico

Paliano (FR), 5 maggio 2025 – Una nuova tragedia sul lavoro scuote l’Italia. Si chiamava Vincenzo Solimando, aveva 47 anni ed era originario di San Nicandro Garganico, la vittima dell’incidente mortale avvenuto nel primo pomeriggio di oggi in via Bosco Castello, a Paliano, in provincia di Frosinone.

Solimando era impegnato in un’operazione di manutenzione su un impianto fotovoltaico, lavorando per conto di una ditta di Nettuno, quando è stato improvvisamente colpito da una scarica elettrica che non gli ha lasciato scampo. L’uomo è deceduto sul colpo, nonostante il tempestivo intervento dei sanitari del 118, giunti sul posto insieme ai tecnici dello Spesal (Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro). Per il 47enne, purtroppo, non c’è stato nulla da fare.

La notizia ha scosso profondamente la comunità di San Nicandro Garganico, dove Vincenzo era conosciuto e stimato. In paese, tra amici e parenti, si respira dolore e incredulità: un’altra vita spezzata mentre si cercava di guadagnarsi da vivere onestamente. Giovanna Solimando, la sorella della vittima, ha espresso il suo immenso dolore ai microfoni dei giornalisti: “Non riesco a credere che mio fratello non ci sia più. Era un uomo perbene, sempre disponibile e pronto ad aiutare chiunque. Oggi ci lascia una famiglia distrutta, senza parole”.

In serata, anche il sindaco di San Nicandro Garganico, Maria Grazia Della Torre, ha voluto esprimere la sua vicinanza alla famiglia. “Siamo sconvolti per la tragedia che ha colpito la nostra comunità. Vincenzo era una persona rispettata e amato da tutti. La sua morte è un dramma che ci lascia senza parole. Ci stringiamo al dolore dei suoi familiari e ci auguriamo che venga fatta piena luce sulle cause di questo tragico incidente”, ha dichiarato il primo cittadino.

Sul luogo della tragedia sono intervenuti i carabinieri, che hanno subito avviato le indagini per accertare le cause dell’incidente e, soprattutto, per verificare il rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. L’area dell’impianto è stata posta sotto sequestro per consentire gli accertamenti tecnici.

2 Maggio 2025

Tragedia nelle campagne del Foggiano: morto operaio colpito da un malore

L’uomo è deceduto questa mattina 2 maggio nelle campagne di Apricena, nei pressi di un impianto fotovoltaico

Tragedia sul lavoro questa mattina, intorno alle 12.30, nei pressi dei terreni da cui è visibile Castel Pagano, in prossimità di un impianto fotovoltaico. Un uomo di cui non si conoscono le generalità, ha avuto un malore improvviso, un arresto cardiocircolatorio, e si è accasciato al suolo nelle campagne di Apricena. 

Sul posto si è reso necessario l’intervento di un’ambulanza del 118 e dell’elisoccorso. I sanitari hanno tentato di salvargli la vita, ma le manovre di rianimazione proseguite per diversi minuti, purtroppo sono risultate vane. Per l’operaio non c’è stato nulla da fare. Sul posto i carabinieri. 

Qualche giorno fa – martedì 22 aprile – un operaio 59enne, sempre ad Apricena, era deceduto in una cava in seguito alla caduta da un’impalcatura. 

30 Aprile

Si ribalta con il trattore, anziano muore incastrato

Tragedia in frazione Arvigo a Sant’Olcese. Vittima un uomo di circa 70 anni. Sull’accaduto indaga la polizia locale, intervenuta sul posto insieme a carabinieri, vigili del fuoco e personale del 118

Un uomo di circa 70 anni è morto a Sant’Olcese in frazione Arvigo. L’allarme è scattato intorno alle 11.30 di mercoledì 30 aprile 2025 e sul posto sono intervenute auto medica Golf 2 e un’ambulanza della Croce Bianca di Bolzaneto, oltre a vigili del fuoco, carabinieri e polizia locale.

L’uomo è stato trovato già privo di vita, incastrato sotto il suo trattore, che si è ribaltato. Le indagini per fare luce sulla dinamica dell’incidente sono affidate alla polizia locale.

I vigili del fuoco si sono occupati di rimettere il mezzo sulle ruote, nel frattempo gli agenti hanno informato il magistrato di turno, che nelle prossime ore potrebbe decidere di disporre l’autopsia.

29 Aprile

Tragico incidente in cantiere: muore operaio di 35 anni

Un operaio di 35 anni, residente nel Bresciano, ha perso la vita mentre lavorava in un cantiere edile a Soresina, in provincia di Cremona. La tragedia si è consumata poco prima delle 15 di oggi, martedì 29 aprile, all’interno di un parcheggio in via Biasini.

Moamen Khairy Selim Osman è morto in un infortunio in cantiere a Soresina

Tragedia sul lavoro a Soresina, nel Cremonese, dove un operaio di 35 anni ha perso la vita in un cantiere edile nel primo pomeriggio di martedì 29 aprile. La vittima è Moamen Khairy Selim Osman, cittadino egiziano residente a Coccaglio. Il dramma si è consumato poco prima delle 15 in un parcheggio di via Biasini, dove l’uomo stava lavorando per conto di un’impresa milanese.

Secondo una prima ricostruzione, Moamen sarebbe stato colpito alla testa dalla benna di un Bobcat, un piccolo escavatore. Pare che il mezzo fosse acceso e con la benna sollevata. L’operaio si sarebbe avvicinato all’abitacolo, azionando accidentalmente una leva forse per recuperare un oggetto o a causa di un improvviso malore. Il braccio meccanico avrebbe iniziato a scendere, colpendolo con estrema violenza: un impatto che non gli ha lasciato scampo.

A lanciare l’allarme sono stati i colleghi, sotto shock, ma all’arrivo dei soccorsi — due automediche del 118 — per il 35enne non c’era ormai più nulla da fare. Il decesso è avvenuto sul colpo. I carabinieri e i tecnici dell’Ats Val Padana sono al lavoro per chiarire la dinamica esatta dell’incidente. Il mezzo è stato posto sotto sequestro, mentre la salma è stata trasferita all’istituto di medicina legale per l’autopsia, disposta dall’autorità giudiziaria.

Infortunio sul lavoro, 3 feriti per crollo solaio in Versilia

Incidente a Forte dei Marmi: un uomo in ospedale in codice rosso

Tre uomini sono rimasti feriti stamani a causa di un infortunio sul lavoro avvenuto in via Sant’Ermete a Forte dei Marmi, in Versilia (Lucca).

Secondo quanto appreso sarebbe crollato un solaio.

Dei tre feriti, per due trasporto in codice giallo all’ospedale Versilia, per muno in codice rosso per dinamica all’ospedale Cisanello di Pisa.
    Sul posto intervenuti sanitari della Misericordia di Forte dei Marmi, Pubblica Assistenza e Croce Verde di Viareggio, operatori della prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro della Asl Toscana nord ovest, Polizia e Vigili del fuoco.

28 Aprile

Toscana, un altro morto sul lavoro (il 21esimo del 2025) nella Giornata mondiale della sicurezza

Nel 2024 nella regione ci sono stati più di 47mila infortuni sul lavoro, di cui 68 mortali. Difficile invertire la tendenza

Sembra una beffa: di prima mattina, mentre i sindacati si preparavano a manifestare in occasione della Giornata mondiale della salute e sicurezza sul lavoro, in Toscana è arrivata la notizia dell’ennesimo morto sul lavoro, un operaio 59enne che era al lavoro in una cava di marmo nel bacino di Fantiscritti, sopra Carrara. E non è finita: poco dopo un operaio si è ferito nello stabilimento Sammontana di Empoli

Più di 47.200 infortuni sul lavoro nel 2024

Riuscire a ridurre gli incidenti sul lavoro sembra un’impresa sempre più difficile. Secondo i dati Inail, nel 2024 in Toscana si sono registrati più di 47.200 infortuni sul lavoro (in linea col 2023, quando erano stati 47.281), di cui più di 39mila sul luogo di lavoro e più di ottomila “in itinere”, durante il tragitto casa-lavoro. Il settore più colpito è quello delle costruzioni (quasi 3.400 infortuni nel 2024), seguito dalla sanità e assistenza sociale (quasi 3.000), dal trasporto e magazzini (2.748), dal commercio all’ingrosso e dettaglio (2.693) e dai servizi di alloggio e ristorazione (1.977).

La fascia d’età più a rischio è 50-54 anni

Nelle attività manifatturiere, il maggior numero di incidenti (791) si è verificato nella fabbricazione di prodotti in metallo. Gli infortuni hanno interessato soprattutto lavoratori italiani (quasi 37mila), seguiti da lavoratori extra-Ue (8.459) e cittadini comunitari (1.873). Le donne coinvolte sono state 17.432, gli uomini 29.814. Le fasce di età più colpite sono quelle tra i 50 e i 54 anni (6.067 infortuni), tra i 55 e i 59 anni (5.858) e tra i 45 e i 49 anni (5.152).

In Toscana 68 morti sul lavoro l’anno scorso, già 21 quest’anno

Il 2024 si è chiuso con 68 infortuni mortali in Toscana: 53 nell’industria e nei servizi e 13 in agricoltura. Le province con il più alto numero di vittime sono Firenze (28), Lucca (11), Pisa (7) e Grosseto (6). Nei primi quattro mesi del 2025 ci sono già state 20 vittime (15 sul luogo di lavoro e cinque in itinere), dato che sale a 21 con l’infortunio mortale di oggi, 28 aprile, a Carrara.


MECCANIZZAZIONE AGRICOLA, GIORNATA SICUREZZA SUL LAVORO, 120 “MORTI BIANCHE”

Amianto : Sentenze

Eternit bis, Schmidheiny condannato a 9 anni per i morti da amianto

La Corte d’appello di Torino ha riconosciuto il magnate svizzero responsabile dell’omicidio colposo di 92 persone morte a causa dell’esposizione dall’amianto lavorato nello stabilimento di Casale Monferrato. “La conferma che sapeva e non ha tutelato”, esultano i familiari

Giovedì 17 aprile, la Corte d’appello di Torino ha condannato a nove anni e sei mesi Stephen Schmidheiny, proprietario della multinazionale Eternit, per l’omicidio colposo di 92 persone morte a causa dell’esposizione all’amianto lavorato nello stabilimento di Casale Monferrato (Alessandria). L’imprenditore svizzero è stato invece assolto per altri 28 casi, mentre 27 sono andati in prescrizione. Stabiliti anche i risarcimenti: il più elevato, 5 milioni di euro, al comune di Casale. La pena è più lieve rispetto ai dodici anni comminati in primo grado a Novara nel giugno 2023, ma comunque “un buon risultato”, ha commentato Bruno Pesce, volto storico della lotta all’amianto. 

Durante la lettura della sentenza, durata sei minuti, la voce della giudice Cristina Domaneschi è risuonata nell’aula 6 del tribunale di Torino in un silenzio assoluto, malgrado la presenza di un pubblico ricco di familiari delle vittime, associazioni e giornalisti. “Siamo soddisfatti di questa condanna perché conferma il nostro impianto accusatorio: Schmidheiny era a conoscenza del rischio sanitario. Ora aspettiamo di leggere la sentenza”, ha dichiarato la procuratrice Sara Panelli. Anche Pesce, tra i fondatori dell’Associazione dei familiari delle vittime di amianto (Afeva), si è detto soddisfatto: “Nove anni e sei mesi sono un bel risultato, anche se abbiamo davanti ancora la Cassazione che finora non ha dato buoni esiti. Abbiamo ottenuto un’ulteriore conferma che chi era a capo di Eternit sapeva e non ha tutelato”. Ma la soddisfazione si spegne sui volti dei familiari delle 27 vittime per cui non ci sarà giustizia né risarcimento perché è passato troppo tempo dalla morte. 

La pronuncia è arrivata a metà pomeriggio. In mattinata, lo storico difensore della famiglia Schmidheiny Guido Carlo Alleva aveva insistito sull’impossibilità del suo cliente, a capo della multinazionale dal 1976 al 1986, di aver colpa per le morti avvenute per mesotelioma tra i suoi operai e gli abitanti di Casale Monferrato: “Ancora oggi la scienza non può datare con certezza il momento preciso in cui insorge la malattia e noi in un’aula penale dobbiamo giudicare con certezza”. Secca la replica della pm Panelli: “Noi ci basiamo sulla scienza, non su opinioni o suggestioni. La scienza ha dimostrato l’accelerazione della malattia a causa dell’esposizione da amianto. Questo è un fatto e la giurisprudenza si basa sui fatti”. 

Dopo le prescrizioni e delle assoluzioni, le cui motivazioni verranno pubblicate entro novanta giorni, sono state elencate le istituzioni e associazioni che hanno ottenuto risarcimenti come parti civili al processo. Il comune di Casale Monferrato, da sempre in prima linea nei processi finora celebrati, ha ottenuto il massimo con 5 milioni, anche se molti meno dei 50 richiesti dall’accusa all’inizio del procedimento nel 2020. 500mila alla Presidenza del consiglio, 170mila all’Afeva.

Eternit, la vicenda giudiziaria

Secondo i dati raccolti dall’Afeva, dal 1990 al 2018, soltanto a Casale sono morte di mesotelioma almeno 1.254 persone, tra ex lavoratori e cittadini, ma il numero sale a 3mila se si considerano i decessi registrati nelle altre città italiane in cui erano presenti stabilimenti Eternit, oggi tutti chiusi: Cavagnolo (Torino), Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia). Il primo processo si è aperto a Torino nel 2009 con la richiesta di 2889 risarcimenti per altrettante vittime. Nel 2012 Schmidheiny e il socio belga De Cartier sono stati condannati a 16 anni. L’anno successivo, la Corte d’appello ha aumentato la pena di due anni per lo svizzero, mentre De Cartier era nel frattempo deceduto. Nel novembre del 2014, però, la Cassazione ha annullato le due sentenze riconoscendo la sussistenza del reato ma dichiarandone la prescrizione.

Il processo Eternit bis si è aperto nel 2015 sempre a Torino, dove il gip Federica Bompieri ha derubricato il reato da omicidio volontario a colposo e spacchettato il processo in quattro tronconi, inviando gli atti alle procure dei territori dove si trovavano gli stabilimenti. Per le morti di Casale la procura competente è quindi quella di Vercelli, ma non essendovi in tribunale la Corte d’assise il processo di primo grado si è svolto a Novara. Il procedimento relativo allo stabilimento di Rubiera è stato archiviato nel 2021, quello per Bagnoli a Napoli ha visto la condanna di Schmidheiny a tre anni e mezzo, confermata in appello, mentre per il filone di Cavagnolo il mese scorso la Cassazione ha annullato di nuovo la condanna rinviando il caso a un’altra sezione della Corte d’appello di Torino.

Amianto, ex operaio muore di tumore dopo anni di lavoro. Alla famiglia 1,5 milioni: «Non conosceva i rischi, poi quel sangue…»

È più viva che mai la speranza per tutte le vittime che sono state esposte all’amianto o hanno contratto patologie correlate all’asbesto dopo la sentenza emanata sotto l’ombra del Vesuvio. L’Autorità Portuale di Napoli (oggi Autorità del Sistema del mar Tirreno Centrale), dopo un giudizio incardinato al Tribunale di Napoli (sezione Lavoro) e durato circa quattro anni, è stata condannata ad un risarcimento pari ad 1,5 milioni di euro nei confronti degli eredi di G.C., ex operaio deceduto per adenocarcinoma polmonare in seguito ad esposizione ad amianto. L’uomo è morto a soli 59 anni, a maggio del 2015.

L’inizio di un incubo

La storia lavorativa del sig. G.C. inizia nel 1974 e finisce nel 1990, dove lo stesso fu assunto alle dipendenze dell’ Autorità Portuale. L’uomo si occupava della manutenzione di gru elettriche e di altri mezzi semoventi che trasportavano sacchi ed imballaggi all’interno del Porto di Napoli. Ciò che mette i brividi è che il gruista, durante l’intero rapporto lavorativo, fu esposto a sua insaputa all’amianto ed altri agenti dannosi alla salute.

Al di là del risarcimento di 1,5 milioni di euro che tiene conto di tutti i danni sofferti dal sig. G.C in vita e quelli patiti dai suoi eredi, vi è la dimostrazione che con il passare degli anni stanno emergendo alcune malattie, prima sottovalutate, quali ad esempio il tumore della laringe o dell’esofago, di cui si escludeva in passato la correlazione con l’esposizione alle fibre di amianto, e che finalmente stanno trovando riconoscimento e tutela legale nelle aule giudiziarie.

Da sottolineare che il giudizio promosso dal team legale dello studio Imilex di Nola ha dimostrato che fino agli anni novanta vi era una movimentazione di sacchi ed imballaggi contenenti la sostanza killer. Inoltre, anche le cabine di guida ed i sistemi frenanti dei mezzi condotti dall’ex operaio erano interamente rivestiti da pannelli di amianto.

26 Aprile

Cade dal tetto di un capannone, morto uomo nel Vicentino

Vittima era salito per svolgere alcuni lavori

Un uomo di 58 anni è morto questa mattina a Santorso (Vicenza) precipitando dal tetto di un edificio, da un’altezza di circa 6 metri.
    A dare l’allarme sono state alcune persone che si trovavano nelle vicinanze: sul posto è giunta dopo pochi minuti un’ambulanza dell’ospedale Alto Vicentino, i cui sanitari che hanno prestato alla vittima le prime cure sul posto, ma ogni tentativo di rianimazione è stato vano.

Sono arrivati anche i vigili del fuoco di Schio, i carabinieri di Piovene Rocchette e i tecnici dello Spisal dell’Ulss 7, che stanno svolgendo le indagini.

Infortunio sul lavoro per operaio bitontino in un cantiere a Bari

La prognosi per il nostro concittadino, al momento, è di 30 giorni

Un uomo di 34 anni originario di Bitonto, G. T., operaio di una ditta del capoluogo pugliese specializzata in interventi edili e in impianti tecnologici, era all’opera in un’abitazione privata all’interno di uno stabile in via Curzio dei Mille, una traversa di via Napoli, al quartiere Libertà, quando all’improvviso, per cause in fase di accertamento, ha avuto un infortunio, dopo essersi tagliato la mano e il polso sinistro con un lamierato.

Subito soccorso dai suoi stessi colleghi, il malcapitato è stato poi trasportato autonomamente presso il pronto soccorso del Policlinico e, dopo tutti gli accertamenti da parte del personale sanitario, si trova al momento ricoverato nel reparto di degenza, a causa delle ferite subite, sebbene non rischi la vita.

25 Aprile

25 aprile 2025

25 aprile, una giornata storica per l’Italia, per ricordare cosa ha significato la lotta partigiana e la conseguente liberazione dal regime nazifascista e soprattutto per ricordare il sacrificio di uomini e donne che in nome della libertà e dell’affermazione dell’uguaglianza tra i popoli hanno sacrificato anche a propria stessa vita. Una generazione, quella di coloro che hanno combattuto contro la dittatura fascista, che immaginava di poter costruire una società nuova, più giusta, con la possibilità offerta a tutti di affrancarsi dalle proprie condizioni di vita a prescindere dal ceto sociale di provenienza, dove l’accesso al lavoro, alla scuola e alla sanità fossero garantiti a prescindere dal censo, un ideale che oggi più che mai sembra vacillare ed è sempre più lontano dalla realtà sociale, politica ed economica che caratterizza gli ultimi decenni: salari sempre più bassi in confronto al costo della vita, progressiva privatizzazione della sanità e scuola pubblica sottofinanziata e sempre meno al passo con i tempi.

La carenza di sicurezza sul lavoro con una contabilità dei morti quotidiana e la mancanza di normative adatte a frenare, se non a debellare, quella che è ormai una piaga endemica nel nostro Paese.
Come non bastasse, assistiamo all’intensificarsi e all’acuirsi di norme repressive del dissenso, ultimo in ordine di tempo il decreto legge 1660, entrato recentemente in vigore come abbiamo verificato in occasione, tra le altre, della manifestazione di Milano del 12 aprile dove decine di migliaia di persone sono scese pacificamente in piazza per chiedere al governo di interrompere i finanziamenti – e rifinanziamenti – a favore delle armi e la collaborazione con lo stato di Israele, accusato anche internazionalmente di genocidio.
La storia dunque si ripete, con modalità nemmeno troppo lontane dal passato. Per questo la Cub, insieme alla galassia del sindacalismo di base, scenderà in piazza per il 25 aprile, a testimoniare l’attualità dei valori fondanti della Resistenza, più attuali e necessari che mai.

24 Aprile

Incidente sul lavoro a Rozzano, cade dal quarto piano mentre monta le tende per il sole: morto 49enne

Dramma in viale Togliatti intorno alle 16 di pomeriggio. Sul posto i sanitari del 118, i carabinieri e gli ispettori di Ats

Rozzano (Milano), 24 aprile 2025 – Tragedia sul lavoro oggi, giovedì 24 aprile 2025, a Rozzano, in provincia di MilanoL’allarme è scattato nel pomeriggio, intorno alle 16, in viale Palmiro Togliatti. Stando alle primissime informazioni un uomo di 49 anni, di cui al momento non sono note le generalità, è morto dopo essere caduto nel vuoto da diversi metri d’altezza. In base a quanto emerso il drammatico incidente è avvenuto mentre l’uomo era intento a montare delle tende per il sole su un balcone del palazzo

Incidente sul lavoro al supermercato a Grugliasco, addetto resta con un dito incastrato tra scaffale e muletto

Un incidente sul lavoro si è verificato nella mattinata di oggi, giovedì 24 aprile 2024, all’interno del supemercato Carrefour Market nel centro commerciale Le Serre di via Spanna a Grugliasco. Un addetto è rimasto con un dito incastrato tra un muletto e uno scaffale. Sul posto, per liberarlo, sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Grugliasco Allamano e i sanitari, che lo hanno trasportato all’ospedale di Rivoli. Le sue condizioni non sono preoccupanti. Per le indagini sono intervenuti i carabinieri della stazione cittadina e gli ispettori dello Spresal dell’Asl To3, competenti per materia.

Tragedia in un aranceto: agricoltore cade dal trattore e muore

La vittima è un 65enne, ex dipendente del consorzio di bonifica

Tragedia nelle campagne dell’Agrigentino. Un uomo di 65 anni – Filippo Scaturro, sposato e padre di due figli – è morto dopo essere caduto dal trattore mentre lavorava nel suo aranceto di Borgo Bonsignore.

L’uomo era un ex dipendente del Consorzio di bonifica Agrigento 3. La dinamica dell’incidente non è ancora chiara. Una prima ipotesi è che la caduta sia stata provocata dall’impatto .